Pensioni, nuovo ribaltone: tutti a casa a 60 anni | Potremo dedicarci a figli e nipoti

Pensioni, nuovo ribaltone: tutti a casa a 60 anni | Potremo dedicarci a figli e nipoti

Nonni con nipoti - Pexels - infoiva.com

Un’uscita a 60 anni torna a far discutere: l’idea promette una svolta netta e cambia il modo di pensare al “dopo lavoro”.

Il punto non è solo andare via prima, ma farlo senza che la scelta diventi un salto nel buio. Quando si parla di pensione a 60 anni, l’immaginazione corre subito a una vita diversa: più tempo per la famiglia, giornate meno frenetiche, la possibilità concreta di stare con figli e nipoti senza incastrare tutto tra ferie e permessi.

Ma ogni “ribaltone” di questo tipo vive di dettagli, e soprattutto di una domanda che resta sospesa finché non si guarda davvero dentro la proposta: chi riguarda, e a quali condizioni.

Perché l’età, da sola, non basta mai. C’è un meccanismo preciso che può accorciare la distanza tra oggi e domani, e riguarda un tassello spesso pesante da sostenere: gli anni di studio e il modo in cui vengono riconosciuti. È su questa leva che si costruisce la promessa di andare a casa a 60 anni, con un effetto immediato anche su chi, finora, vedeva quel traguardo come irraggiungibile.

La chiave nascosta dietro il “60” che cambia tutto

Come spiega Money.it, la proposta riguarda il personale del comparto scuola: docenti, dirigenti scolastici e ATA. Il testo citato parla del Ddl Bucalo (proposta di legge 1413 del 2025), che punta a rendere possibile l’uscita dal lavoro a partire dai 60 anni grazie a un riscatto della laurea in forma molto più leggera rispetto a oggi.

Il punto centrale è proprio il costo: l’idea è applicare un’aliquota ridotta al 5% per il riscatto degli anni universitari, così da far scendere il prezzo di ogni anno riscattato da 6.076 euro a circa 900 euro. In questo modo, per chi ha un percorso di studi alle spalle, diventa più semplice avvicinarsi ai requisiti contributivi necessari e rendere concreta la prospettiva del pensionamento anticipato.

Pensione anticipata a 60 anni – Pexels – infoiva.com

Perché la proposta nasce adesso e cosa deve succedere davvero

Da non sottovalutare anche il tema dello stress lavorativo e del burnout nel settore: il disegno di legge nasce da una petizione promossa da Anief e viene presentato come una risposta che unisce previdenza e tutela. Nello stesso quadro rientra il dato diffuso dal sindacato: circa il 35% dei docenti vorrebbe lasciare il lavoro per sottrarsi alla pressione quotidiana, e il riscatto “ultra agevolato” viene descritto come uno strumento di welfare.

Non è però un cambiamento già automatico. Il Ddl è indicato come in discussione alla X Commissione permanente del Senato (affari sociali, sanità, lavoro e previdenza) e, se approvato, potrebbe entrare in vigore dal 2026, dopo i pareri di Affari Costituzionali, Bilancio e Cultura. La misura viene presentata come rilevante perché potenzialmente coinvolgerebbe circa 1,2 milioni di dipendenti del comparto e perché, rendendo più accessibile il riscatto, aprirebbe anche la strada a un ricambio generazionale che oggi resta bloccato.