Prestito senza garanzia: da oggi puoi chiedere fino a 40mila euro | Ecco la procedura passo per passo

Prestito senza garanzia: da oggi puoi chiedere fino a 40mila euro | Ecco la procedura passo per passo

Soldi in prestito - Pexels - infoiva.com

Prestito reale fino a 40mila euro, con lo Stato che copre buona parte del rischio: la migliore scorciatoia per trovare liquidità.

Per chi lavora in proprio o ha una piccola attività, il problema non è quasi mai avere idee, ma trovare i soldi per farle partire. Le banche tradizionali chiedono spesso garanzie reali pesanti – ipoteche, pegni, beni intestati – che molti giovani imprenditori, freelance e microimprese semplicemente non hanno. Così progetti validi restano chiusi nel cassetto, e la sensazione è sempre la stessa: senza una casa di proprietà o un grosso patrimonio, il credito è una porta sbarrata.

In realtà esiste uno strumento pensato proprio per chi non può offrire immobili o beni registrati come garanzia: si tratta del microcredito imprenditoriale, un prestito che può arrivare fino a 40mila euro (con possibilità di incrementi successivi) in cui fino all’80% dell’importo è garantito dallo Stato tramite il Fondo di Garanzia per le PMI. Questo significa che la banca non ti chiede un’ipoteca sulla casa, ma si appoggia a una copertura pubblica, rendendo possibile un prestito senza garanzia reale in senso stretto.

Lo strumento non è rivolto a chi vuole fare spese personali, ma a chi desidera avviare o sviluppare una microimpresa, un’attività professionale o un piccolo business: artigiani, commercianti, freelance, start up in forma individuale o societaria. Parliamo di imprese con pochi dipendenti, che spesso faticano ad accedere al credito tradizionale ma che, con un progetto credibile e sostenibile, possono usare il microcredito per comprare attrezzature, fare magazzino, pagare collaboratori o formarsi. Il tutto senza dover mettere sul tavolo beni di famiglia come garanzia.

Senza ipoteca e fino a 40mila euro: come funziona il microcredito garantito dallo Stato

Alla base di questo meccanismo c’è il Fondo di Garanzia per le PMI, che interviene sulle operazioni di microcredito con una copertura pubblica fino all’80% dell’importo finanziato. Questo consente alla banca di esporsi sapendo che, in caso di problemi di rimborso, una parte importante del rischio è assorbita dallo Stato. In molti prodotti bancari, l’importo arriva fino a 40.000 euro, con possibilità di salire a 50.000 o oltre in presenza di determinate condizioni e alla luce delle ultime novità normative sul microcredito per le imprese.

Il prestito è di norma chirografario, cioè non assistito da garanzie reali: la banca può eventualmente chiedere una piccola garanzia personale o ulteriori coperture sul 20% non coperto dal Fondo, ma non può pretendere ipoteche su immobili o pegni su beni registrati. La durata tipica va da 3 a 7 anni, con alcune soluzioni che arrivano fino a 10 anni, e il rimborso avviene a rate mensili o trimestrali a tasso fisso o variabile, a seconda dell’offerta dell’istituto di credito. I tassi non sono stabiliti per legge: ogni banca formula la propria proposta, per cui è fondamentale confrontare condizioni e TAEG prima di firmare.

Prestito – Pexels – infoiva.com

La procedura passo per passo: chi può chiederlo e quali sono le fasi

Il primo passo è verificare di rientrare tra i soggetti ammessi: il microcredito imprenditoriale è destinato a lavoratori autonomi con partita IVA, microimprese e piccole società con un numero molto limitato di dipendenti. In molte formule, ad esempio, l’accesso è riservato a imprese individuali e professionisti con non più di 5 addetti, e a società di persone o srl semplificate con non più di 10 dipendenti. Negli ultimi anni alcune rigidità su fatturato, attivo patrimoniale e indebitamento sono state allentate, ma restano comunque dei paletti per evitare che strumenti pensati per i “piccoli” vengano usati da realtà già strutturate.

Una volta verificati i requisiti, bisogna rivolgersi a una banca o a un intermediario convenzionato con l’Ente Nazionale per il Microcredito. Qui entra in gioco una figura chiave: il tutor accreditato, che ti affianca gratuitamente nella redazione del business plan, nella definizione dei numeri e nella verifica della sostenibilità del progetto. La normativa prevede, tra l’altro, che il microcredito sia accompagnato da servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio: non si tratta di “soldi facili”, ma di un percorso in cui il finanziamento va di pari passo con il supporto alla tua attività. In alcuni casi, se il rimborso procede regolarmente e il progetto cresce, è possibile chiedere una tranche aggiuntiva (ad esempio 10.000 euro in più) per investimenti ulteriori.

Dal punto di vista pratico, la procedura segue tappe abbastanza chiare: prima un confronto preliminare con la banca o con lo sportello microcredito per verificare l’ammissibilità; poi la stesura del business plan con il tutor; quindi l’invio della richiesta di garanzia al Fondo di Garanzia per le PMI e, una volta ottenuto il via libera, l’erogazione del prestito. Da quel momento in poi, il rapporto prosegue con un accompagnamento periodico per monitorare come vengono usati i fondi e come sta andando l’impresa. È importante ricordare che, anche senza garanzie reali, si tratta a tutti gli effetti di un debito vero: va rimborsato puntualmente e richiama alla massima prudenza nella pianificazione. Prima di firmare, quindi, è sempre consigliabile farsi aiutare da un consulente di fiducia, leggere con attenzione ogni clausola e valutare se le rate siano davvero sostenibili nel tempo.