Tonno in scatola, l’olio non va mai gettato via | Contiene sostanze incredibili: ecco di cosa si tratta
Scatoletta di tonno - DepositPhotos - infoiva.com
Dentro quella scatoletta c’è un tesoro nascosto: l’olio che di solito butti via è molto più prezioso di quanto immagini.
Nella cucina di tutti i giorni abbiamo l’abitudine di aprire scatolette, vasetti, confezioni e di buttare nel lavandino i liquidi di conservazione, convinti che siano solo “scarti” senza valore. Eppure proprio lì spesso si concentrano profumi, sapori e principi nutritivi che potrebbero arricchire i nostri piatti senza alcuna fatica. Lo facciamo quasi in automatico, senza pensarci, ripetendo gesti imparati per abitudine più che per reale necessità.
Uno degli esempi più clamorosi riguarda il tonno in scatola. Apriamo la confezione, scoliamo tutto nel lavandino e teniamo solo il pesce, soprattutto se è conservato in olio.
L’idea è quella di “ripulirlo” da grassi e calorie in eccesso, come se quel liquido fosse solo un nemico della linea. In realtà, con quel gesto istintivo stiamo rinunciando a una parte importante di ciò che abbiamo pagato: non solo sapore, ma anche una quota non trascurabile di sostanze benefiche.
Perché l’olio del tonno è un concentrato di Omega-3 e vitamina D
Una ricerca condotta su scatolette di tonno all’olio d’oliva ha analizzato proprio l’olio presente nelle confezioni, osservandolo per oltre un anno a diverse temperature di conservazione. I risultati sono sorprendenti: dal punto di vista organolettico e nutrizionale l’olio non risulta degradato, ma soprattutto si arricchisce di elementi che non erano presenti nella versione “vergine” di partenza. Il contatto prolungato con il tonno fa sì che nell’olio finiscano DHA, un acido grasso Omega-3 fondamentale per cuore e cervello, e vitamina D, preziosa per ossa, sistema immunitario e benessere generale.
In pratica, quell’olio non è un semplice grasso da scartare, ma una sorta di “estratto nutritivo” del pesce. Un nutrizionista lo paragona all’acqua di cottura delle verdure, che trattiene molti dei sali minerali persi durante la bollitura: eliminarla significa buttare via una parte dei nutrienti. Allo stesso modo, buttare l’olio del tonno non porta neppure il grande vantaggio calorico che molti immaginano, perché in molte ricette si finisce poi per aggiungere comunque altro olio extravergine a crudo o in padella.

Come usarlo in cucina (e smettere di sprecarlo)
La soluzione è semplice: trasformare l’olio della scatoletta in un ingrediente vero e proprio. Puoi usarlo per condire direttamente la pasta al tonno, magari aggiungendo solo un filo di olio fresco se serve, oppure per insaporire un’insalata di pomodori, legumi o patate. È perfetto anche sulle bruschette, al posto del classico filo d’olio “neutro”, o come base per un piccolo soffritto con aglio e peperoncino prima di aggiungere il tonno stesso.
Se non ti serve tutto subito, puoi versarlo in una ciotolina, conservarlo in frigo per un giorno ben coperto e usarlo nella prossima preparazione, ricordandoti però di ridurre la quantità di altro condimento che aggiungi. Così sfrutti davvero Omega-3 e vitamina D senza esagerare con le calorie e, allo stesso tempo, fai un gesto concreto contro lo spreco alimentare. La prossima volta che apri una scatoletta, quindi, fermati un attimo prima di svuotarla nel lavandino: in quella piccola pozza dorata potrebbe esserci molto più valore di quanto pensi.
