Università, allarme rosso per gli studenti: queste lauree non hanno validità | Buttati interi anni di vita

Università, allarme rosso per gli studenti: queste lauree non hanno validità | Buttati interi anni di vita

Studenti universitari - Pexels - infoiva.com

Un ateneo lontano dagli occhi promette lauree facili a caro prezzo, ma alla fine il titolo rischia di valere solo carta straccia.

Per migliaia di studenti il sogno di una carriera nelle professioni qualificate passa attraverso un unico obiettivo: ottenere un titolo accademico che apra davvero le porte del lavoro. C’è chi lavora di giorno e studia di notte, chi chiede aiuto alla famiglia per pagare rette sempre più pesanti, convinto che ogni esame sia un investimento sul futuro, non un salto nel vuoto.

Negli ultimi anni però è cresciuto il numero di realtà che promettono scorciatoie: corsi rapidi, lezioni online, promesse di accesso diretto a settori delicatissimi della sanità e della pubblica amministrazione. Siti patinati, bandiere europee in homepage, slogan rassicuranti; dietro, spesso, pochi controlli reali. Il risultato è che molti ragazzi arrivano a discutere una tesi convinti di avercela fatta, salvo scoprire che il loro pezzo di carta non ha alcun valore legale.

Il caso emerso con l’ultima inchiesta televisiva è emblematico: un ateneo che si presenta come ponte privilegiato verso l’estero, che garantisce titoli “spendibili” in Italia e tirocini negli ospedali del nostro Paese, chiede rette esorbitanti e assicura un percorso chiavi in mano. Solo dopo anni di sacrifici qualcuno inizia a fare domande, a rivolgersi agli ordini professionali e alle autorità, scoprendo una verità che nessuno avrebbe voluto sentire.

Dentro l’ateneo estero che vendeva il sogno della laurea

Al centro della vicenda c’è il Dipartimento di studi europei Jean Monnet, descritto come un ateneo telematico con sede operativa in Bosnia e sede legale in Svizzera, guidato dal professore siciliano Salvatore Messina e con un corpo docenti composto in larga parte da accademici italiani, soprattutto legati all’Università di Palermo. Qui venivano offerti corsi di laurea in medicina, infermieristica e altre professioni sanitarie, presentati come il trampolino ideale per lavorare nella sanità pubblica e privata italiana, in cambio di rette che, secondo le ricostruzioni, alimentavano un giro d’affari da oltre 40 milioni di euro.

Per gli iscritti tutto sembrava perfettamente in ordine: lezioni, esami, tesi finali, promesse di sbocchi professionali e di riconoscimento del percorso anche nel nostro sistema. La presenza di tanti docenti italiani, il richiamo all’Europa, la possibilità di fare pratica in strutture del nostro Paese davano l’illusione di un percorso solido, diverso solo per la geografia e per l’impostazione telematica, ma del tutto assimilabile a quello di un ateneo tradizionale.

Aula universitaria – Pexels – infoiva.com

Lauree senza valore e anni di studio cancellati

Il nodo è che, come mette in luce l’inchiesta, i titoli rilasciati dal Jean Monnet non avevano alcun valore legale: agli occhi dello Stato erano semplicemente carta straccia. Nonostante questo, molti studenti hanno svolto lunghi tirocini in strutture ospedaliere italiane, anche in reparti critici come rianimazione, pronto soccorso e sala operatoria, convinti di essere sulla strada giusta per l’abilitazione. A distanza di anni si ritrovano oggi con debiti, tempo perso e un curriculum che non vale ciò che sembrava.

Per gli aspiranti medici e operatori sanitari la lezione è durissima: prima di iscriversi a qualunque corso universitario, soprattutto se telematico o con sede all’estero, è indispensabile verificare che l’ateneo sia effettivamente riconosciuto e che le lauree abbiano valore legale in Italia. Un controllo presso il Ministero, gli ordini professionali o il portale ufficiale delle università richiede pochi minuti, ma può evitare che anni di studio e sacrifici finiscano davvero nel tritacarte di un sistema che promette tutto e, alla prova dei fatti, non consegna nulla.