“Vi lasciamo l’IBAN, poi ci pagate”: ristoranti, questa è una svolta | Puoi mangiare oggi e saldare domani
Ristorante (pexels) infoiva.com
Immaginate di essere in pieno agosto, sulla strada delle vacanze verso le maestose Dolomiti, e di fermarvi per un pasto in uno dei locali più conosciuti e frequentati della zona. Tutto perfetto, finché non arriva il momento di pagare: il bancomat è fuori uso da giorni. È quanto accaduto alla Stanga, storico ristorante sulla 203 Agordina, nel comune di Sedico (Belluno), lungo la strada che porta alle montagne. Un disservizio che ha gettato nel panico sia i clienti che i gestori.Come riportato da Leggo, le origini de alla Stanga risalgono addirittura al 1802, quando fungeva da luogo di scambio per il servizio postale del regno Austro Ungarico. Oggi, oltre al rinomato ristorante, l’edificio ospita un museo, un B&B, una gastronomia e persino un food truck, “Le polpette delle Dolomiti”. Dotato di ben quattro dispositivi bancomat, collegati a due linee telefoniche, il locale si è ritrovato impotente di fronte a un’avaria prolungata. «In pieno agosto per due giorni consecutivi il bancomat non ha funzionato, ed è successo più volte nello stesso mese», spiega Luca De Cia, titolare insieme alla moglie Patrizia.
La digitalizzazione e le sue insidie in vacanza
L’Italia ha visto per la prima volta nel 2024 il sorpasso dei pagamenti elettronici su quelli cartacei, un segnale chiaro di come la cultura dei pagamenti sia profondamente cambiata. Questa trasformazione, però, porta con sé nuove vulnerabilità, come evidenziato dal caso de alla Stanga. De Cia sottolinea una realtà inequivocabile: «Il 70% circa della nostra clientela abitualmente paga con carte, telefono, perfino qualcuno lo fa con l’orologio. La cultura ormai è cambiata e quindi molti non hanno con sé i contanti». Questo significa che una porzione significativa dei clienti, abituata alla comodità digitale, si trova impreparata di fronte a un’interruzione di servizio.
Il problema non riguarda solo i pagamenti per il pasto, ma si estende agli ospiti del B&B. È impensabile che gli escursionisti, provenienti da tutto il mondo e spesso abituati a pagare anche un caffè con la carta, portino migliaia di euro nello zaino per i soggiorni nei rifugi o per saldare il conto di una notte. La dipendenza dai sistemi elettronici, se da un lato semplifica la vita quotidiana, dall’altro crea una fragilità inaspettata quando questi sistemi vengono meno, specialmente in luoghi turistici isolati dove l’alternativa è spesso irraggiungibile.
Le soluzioni improvvisate e l’ironia amara del ristoratore
Di fronte al blocco dei pagamenti, i ristoratori si sono trovati a dover improvvisare. Un cartello di avviso viene apposto fuori dalla porta, ma non tutti i clienti lo vedono prima di ordinare. Il problema si palesa solo al momento del conto. «In fiducia lasciamo loro l’IBAN per il bonifico sperando nel pagamento futuro. Però credo che in qualche caso abbiamo lavorato gratis», confida De Cia, con un misto di rassegnazione e ironia. La perdita economica per un locale così frequentato, che offre pasti, panini e le famose polpette, può essere tutt’altro che irrilevante.
L’ironia del gestore, «Di certo non posso far lavare i piatti a chi non ha contanti», cela una preoccupazione reale. De Cia arriva quasi a considerare l’idea di «mettere su ogni tavolo un biglietto con l’IBAN», una soluzione che evidenzia l’assurdità della situazione. Gli ospiti del B&B, senza contanti, sono costretti a recarsi agli sportelli bancari di Agordo o Mas, distanti chilometri, per un prelievo. Questo episodio nelle Dolomiti mette in luce le sfide persistenti che l’infrastruttura digitale italiana deve affrontare, soprattutto nelle aree meno centrali, per garantire un servizio affidabile che supporti l’economia locale e il turismo in costante crescita.