Deficit dimezzato sul commercio estero
Dai dati presentati dall’Istat emerge un deficit dimezzato rispetto alle stime di un anno fa per quanto riguarda esportazioni ed esportazioni con paesi extra Ue.
Le stime dell’Istat riguardanti il deficit fanno emergere un risultato (quasi) positivo per quanto riguarda i commerci dell’Italia con i paesi extra Ue, poiché, ad ottobre, il deficit, appunto, registrava 808 milioni rispetto ai 1.647 dell’ottobre 2010.
Esaminando i dati in maniera più capillare, si nota una diminuzione del 5,1% delle esportazioni e, al contrario, un incremento dello 0,2% delle importazioni, mentre la crescita tendenziale registra un +8,4% delle esportazioni contro il +1,9% delle importazioni.
Il comparto energetico si muove in controtendenza poiché, con un -5,3 miliardi, è molto più ampio rispetto ai 4,6 dell’anno precedente.
La riduzione del deficit commerciale, spiega l’Istat, e’ quindi determinata dalla rilevante espansione dell’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, che cresce da 3 (ottobre 2010) a 4,5 miliardi (ottobre 2011).
Per quanto riguarda le esportazioni, tutti i comparti hanno fatto registrare un segnale positivo, tranne i beni di consumo durevoli che spiccano in negativo con un -2,3%.
I beni di consumo non durevoli, invece, rilevano un +14,6%, e anche prodotti intermedi, +12,4% ed energia, +9,1%, presentano tassi di crescita superiori alla media.
Per quanto riguarda le importazioni, incrementi sostanziali per energia, +14,8% e beni di consumo non durevoli, +7,8% e gli acquisti all’estero degli altri settori sono in controtendenza netta, in particolare i beni strumentali, -21,8%.
In questo panorama, i mercati più “vivaci” sono Svizzera (+36,3%), ASEAN (+17,7%), Cina (+16,7%), Giappone (+16,6%), EDA (+14,1%) e Mercosur (+10%). India (+8,1%) e Stati Uniti (+7,4%) presentano tassi tendenziali positivi, ma inferiori a quello medio.
La crescita delle importazioni risulta ampiamente superiore alla media per i flussi commerciali provenienti da Russia (46,1%), Mercosur (+36,3%), ASEAN (+24,6%), India (+15,7%) e Turchia (+7,4%). In marcata flessione risultano gli acquisti di beni da Cina (-27,4%), paesi EDA (-17,7%), Giappone (-8,5%) e OPEC (-2,9%).
Vera Moretti