Vino italiano, un bene rifugio

Secondo due ricerche, si beve meno vino italiano ma di migliore qualità. E nelle aste internazionali le nostre bottiglie diventano beni rifugio

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Vino italiano, un bene rifugio

Che cosa c’è di più lussuoso di un vino italiano? Quasi nulla, anche perché il vino italiano è sempre più un bene prezioso e di rifugio, quasi come l’oro. Lo hanno certificato anche due ricerche commissionate da un vino italiano tra i più pregiati, Ornellaia, al Censis e alla famosa casa d’aste inglese Sotheby’s.

Dalle ricerche emerge che nel 2014 i vini di pregio battuti nelle aste internazionali sono cresciuti in quantità e in valore (+13%), tanto che il vino italiano top (+47%) ha sconfitto il francese (-1%) per prezzi di battitura. E, tra i vini che sono un investimento, c’è proprio l’Ornellaia.

Questo cambiamento nell’approccio al vino italiano, secondo il Censis, è dovuto principalmente alla crisi, che ha modificato il concetto di lusso dal possesso all’esperienza. Una sterzata che ha fatto aumentare la spesa delle famiglie per alberghi, ristoranti e l’alimentare puntando tutto sulla qualità.

Una cambiamento che si riflette anche nelle cifre e anche per quello che riguarda il vino italiano. Infatti, secondo il Censis, negli ultimi 40 anni il consumo di vino italiano è calato del 40%, dall’inizio della crisi (2008) ha perso un ulteriore 8%, mentre la spesa è salita del 3,5%. Qualcosa vorrà pur dire…