Pensioni, è ufficiale: a giugno ci saranno i “1481 euro di scarto” nel cedolino | Finalmente giustizia è fatta

Novità in ambito pensionistico

Novità in ambito pensionistico (Fonte: Canva) - www.infoiva.com

Come mai si parla di quei “1481 euro di scarto” nei cedolini pensionistici da giugno? Facciamo chiarezza.

Quando finalmente si giunge al momento della tanto sospirata pensione, l’ex lavoratore dovrà mettere in conto di iniziare un nuovo capitolo della propria vita, fatto sicuramente di momenti piacevoli lontani dal lavoro, ma anche di una rivalutazione economica.

Infatti il cedolino pensionistico sarà più light rispetto alla busta paga, visto che non ci sono straordinari per cercare di aumentare il prezzo finale. Inoltre, gli aumenti che l’INPS attiva quotidianamente con l’adattamento del carovita, saranno sempre più bassi di quelli aziendali.

Adesso sono in molti che stanno cercando di capire il discorso che sta circolando in rete di quei “1481 euro di scarto” nel prossimo cedolino. Facciamo chiarezza.

Gli aumenti della pensione

Come possiamo leggere da quifinanza.it, in Italia si sta parlando di aumenti della pensione e di aiuti concreti per gli anziani che non sono autosufficienti, abbiamo visto un primo discorso con la prestazione universale.

Anche perché è un discorso che lo Stato prima o dopo dovrà affrontare visto che si parla di un aumento di over 65 di quasi 1,7 milioni in un solo decennio. La voce principale rimane comunque la spese previdenziale visto che soltanto nel 2024 avrebbe raggiunto i 400,4 miliardi di euro.

Il divario tra i pensionati
Il divario tra i pensionati (Fonte: Canva) – www.infoiva.com

Quei 1481 euro di scarto che hanno diviso l’opinione pubblica

Ed eccoci giunti al fulcro del nostro articolo, in quanto molti hanno ipotizzato che dal prossimo mese ci possa essere un aumento del cedolino pensionistico, in quanto si è parlato di uno scarto di 1481 euro. Il discorso in realtà è molto più complicato e sotto certi versi più allarmante, come riportano da quifinanza.it. Spieghiamoci meglio.

Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, la spesa previdenziale in merito all’assistenza degli anziani è sicuramente un dato da tenere in considerazione, motivo per cui tutte le regioni devono preoccuparsi dei propri anziani e garantire cure adeguate e metodi assistenziali differenziati, che siano attraverso badanti, rsa e così via. Il dato che ha colpito è stato il divario della spesa media per anziano sostenuta tra il Nord e il Sud, in quanto per i primi si parla di 174 euro e per i secondi di 40 euro. Facendo un esempio concreto, in Calabria si è arrivati a un minimo di 19 euro, contro i quasi 1500 euro spesi nella provincia autonoma di Bolzano, il divario quindi è parecchio esteso. Come riportano quindi dall’articolo: “Il risultato è un’Italia in cui l’accesso alla cura e all’assistenza dipende più dal codice di avviamento postale che dal bisogno effettivo”, dati quindi che meritano un’accurata osservazione.