56 anni: da oggi vai in pensione prima della menopausa | Il comunicato ufficiale dell’INPS

Una sede dell'INPS

Una sede dell'INPS - Wikicommons - Infoiva.com

La pensione è il miraggio che tutti aspettano, ma non sempre è tutto perfetto come ci si prospetta. 

In Italia, l’età pensionabile è diventata una specie di leggenda che si allontana ogni volta che ci si avvicina. Riforme, contro-riforme, finestre di uscita, quote, scivoli e scalini hanno reso il sistema previdenziale un labirinto burocratico in cui è facile perdersi.

Uomini e donne aspettano il giorno in cui potranno finalmente uscire dal mondo del lavoro, ma quel giorno continua a slittare, tra aspettative di vita più alte e casse pubbliche sempre più fragili. La pensione di vecchiaia, salvo rare eccezioni, si ottiene ormai solo a 67 anni.

Chi vuole uscire prima, deve accettare penalizzazioni o rientrare in casi molto specifici. Le promesse di flessibilità restano sulla carta, mentre nella pratica servono requisiti rigidi e spesso difficili da soddisfare. Non basta aver lavorato una vita intera: bisogna dimostrarlo nei minimi dettagli.

Donne nel mondo del lavoro

Le donne, nel mondo del lavoro, si trovano spesso a combattere una doppia battaglia: quella contro il tempo e quella contro la disuguaglianza. A parità di ruolo e responsabilità, continuano a guadagnare meno degli uomini, accumulano meno contributi e devono spesso interrompere la carriera per la cura di figli o genitori.

Questo squilibrio si riflette anche nel momento della pensione, dove molte si ritrovano con assegni più bassi e meno tutele. La disparità non è solo una questione di reddito, ma anche di accesso ai diritti.

Denaro e risparmi – Canva – www.infoiva.com

La pensione pre-menopausa

Arriva così la novità dell’INPS: per le donne con un’invalidità pari o superiore all’80%, è possibile accedere alla pensione di vecchiaia già a 56 anni. Una soglia che, nella pratica, significa lasciare il lavoro prima della menopausa e alleggerire il peso di anni passati a reggere il doppio carico di vita professionale e personale. Non è una misura nuova, ma il recente comunicato ufficiale ne chiarisce requisiti e modalità, offrendo un’opzione concreta a chi si trova in condizioni di fragilità certificata.

Per avviare la pratica servono almeno cinque anni di contributi, di cui tre versati nell’ultimo quinquennio. Inoltre, anche chi ha una percentuale di invalidità tra il 74% e il 79% può accedere a misure agevolate, pur con modalità differenti. La motivazione è semplice: proteggere chi, per motivi di salute, non può più sostenere un’attività lavorativa continuativa. Non è una fuga dal lavoro, ma un riconoscimento del fatto che non tutte le carriere sono uguali. E che a volte, l’uscita anticipata è una necessità, non un privilegio, come spiega da Ircri.it che ha diffuso le informazioni.