Il comune più brutto d’Italia è questo: in confronto Baghdad è la capitale della moda | Roba da terzo mondo

Obbrobrio - Infoiva
In Italia esiste un luogo terribile che nessuno si aspetterebbe di vedere: scopri tutto qui e confronta tu stesso.
Quando si pensa all’Italia, si pensa a Roma, Venezia, Firenze. Alla bellezza scolpita nel marmo, ai tramonti toscani, alle coste da cartolina. L’Italia che incanta, che fa sognare i turisti di tutto il mondo, quella dei borghi arroccati, delle piazze piene di vita, dei vicoli profumati di basilico.
L’Italia, si dice, è tutta bella. Ma dietro questa visione da brochure patinata, c’è anche un’Italia che arranca, che si sporca, che perde smalto. Eppure, anche nei luoghi meno instagrammabili, si nasconde un fascino imperfetto. Peccato però che l’occhio di chi giudica sia spesso impietoso.
Certi comuni finiscono al centro di classifiche malevole, trasformandosi in bersagli facili per la gogna mediatica. Ci sono miti duri a morire. Tipo che ogni borgo italiano sia un gioiello, ogni paese una cartolina. Ma la realtà è un po’ più sfumata. C’è chi ha investito in turismo, e chi invece è rimasto indietro. E quando arrivano certe classifiche, anche il pregiudizio fa la sua parte.
L’Italia spaccata in due
Italia è spaccata in due: un ritornello che si ripete da decenni. I pregiudizi sono perlopiù antimeridionalisti: nord produttivo, moderno, performante; sud pigro, sporco e rallentato. Una narrazione stanca ma ancora viva, alimentata da dati, percezioni e tante semplificazioni.
Non è solo una questione economica. È una faglia culturale, una distanza che parte dalle infrastrutture e arriva fino all’autostima. Basta un’immagine sbagliata, una notizia fuori contesto, e l’eco dello stereotipo si moltiplica all’infinito. Così nascono giudizi sommari. Come questo comune pugliese.
Il comune più brutto di Italia
Questa volta è toccato a Cerignola, in provincia di Foggia. Secondo una classifica virale e discutibile elaborata da Chatgpt, sarebbe il comune più brutto d’Italia. Peggio di Baghdad, addirittura. Non per i numeri, ma per l’aspetto, la percezione e il racconto che se ne fa. “Roba da terzo mondo” hanno scritto sul web. Cerignola è però una città grande, estesa, con oltre 55.000 abitanti. Famosa per i suoi campi, la produzione agricola, e le sue contraddizioni.
Ci sono problemi certamente come disoccupazione, degrado urbano, abbandono delle periferie. Ma c’è anche cultura, musica, e una storia che affonda le radici nei secoli. È la città di Giuseppe Di Vittorio, simbolo del movimento operaio. È un pezzo d’Italia vero, crudo, che non si nasconde dietro facciate barocche. Quindi il problema non è Cerignola, ma lo standard elevato che la turistificazione ha prodotto nell’occhio di chi guarda. E in ogni caso, chi ha deciso che “brutto” vuol dire “senza valore”?