Questa spiaggia italiana è un cimitero: ti fai il bagno ed esci in bara di mogano | Letale per chiunque entri

Questa spiaggia italiana è un cimitero: ti fai il bagno ed esci in bara di mogano | Letale per chiunque entri

Spiaggia italiana (pexels) infoiva.com

Incredibile ma vero: esiste una spiaggia-cimitero proprio in Italia. Scopri qual è per non metterci piede.

Spiagge italiane: croce e delizia delle estati mediterranee. Sabbia fine o sassi appuntiti? Da nord a sud, ogni litorale ha i suoi fedelissimi. Chi ama la sabbia dorata, chi preferisce la ghiaia che non si attacca alla pelle. Ma mentre i bagnanti discutono su dove stendersi, c’è una verità che nessuno può più ignorare.

Il mare non è più quello di una volta. Non solo in termini poetici, ma in senso proprio. Perché sotto quell’azzurro cristallino si nasconde sempre più spesso un cocktail tossico di plastica, sostanze chimiche e, a volte, anche morte silenziosa.

Negli ultimi anni, il numero di zone balneari inquinate è salito vertiginosamente. Non si tratta solo di acque torbide o alghe anomale: molte spiagge sono diventate vere e proprie trappole invisibili. Tra rifiuti sommersi, reti fantasma, bottiglie di plastica e scarichi abusivi, l’idea di fare un bagno rigenerante è sempre meno scontata.

L’inquinamento e la plastica

Il problema dell’inquinamento marino non riguarda solo l’Italia. L’intero pianeta è soffocato da tonnellate di plastica che finiscono in mare ogni giorno. La più famosa è la Great Pacific Garbage Patch, la famigerata isola di plastica che galleggia nell’Oceano Pacifico tra California e Hawaii.

Grande circa tre volte la Francia, è una distesa grigia e oleosa di rifiuti, bottiglie, microplastiche e resti di reti da pesca. Ma l’inquinamento non si ferma lì. Colpisce anche le coste più insospettabili, arrivando ovunque grazie alle correnti. Ed è proprio questo che rende il mare, oggi, un luogo meno sicuro di quanto ci si ostini a credere.

Plastica (pexels) infoiva.com

Spiaggia-cimitero in Italia

Ma cosa sta succedendo e soprattutto, dove? Il 3 luglio, Bruno Rossi, 57 anni, originario di Conegliano, è morto improvvisamente sulla spiaggia di Lu Impostu, vicino a San Teodoro, in Sardegna. Era in vacanza con la moglie, si è allontanato per una passeggiata tra gli scogli e poi un bagno. Un momento di relax che si è trasformato in tragedia: arresto cardiaco fulminante, molto probabilmente causato dal caldo estremo.

A quell’ora la temperatura infatti toccava i 40 gradi. La brezza marina attenuava la percezione del caldo, ma non il suo effetto sul corpo. Nello stesso giorno, su un’altra spiaggia poco distante, a Budoni, un uomo di 75 anni ha perso la vita per lo stesso motivo. Due morti in poche ore, nello stesso tratto di costa, entrambe legate all’insidiosa illusione del fresco che il mare offre. Si pensa che l’acqua basti a proteggere dal caldo. La spiaggia non è colpevole, certo. Ma è testimone di come anche i paradisi terrestri possano trasformarsi in trappole.