UFFICIALE: presentato l’Assegno di Cittadinanza | 603,40€ al mese: anche se non hai mai lavorato in vita tua

Banconote (pexels) infoiva.com
L’assegno di cittadinanza è il nuovo efficace strumento per i cittadini che non hanno mai lavorato. Scopri tutto qui.
Nel parlare comune, la cittadinanza è spesso ridotta a un documento, un timbro sul passaporto o un dato anagrafico. Ma in realtà è molto di più. Essere cittadini significa appartenere a una comunità, condividere diritti e doveri, contribuire, ognuno secondo le proprie possibilità, alla costruzione del bene collettivo.
Il senso civico, tanto celebrato quanto dimenticato, dovrebbe essere la bussola morale che guida i comportamenti quotidiani: rispettare le regole, prendersi cura degli spazi comuni, garantire la solidarietà sociale. In questo contesto, uno stato equo e moderno non può ignorare chi è più fragile, chi non ce l’ha fatta.
Ma anche chi ha vissuto una vita di fatiche invisibili. Perché essere cittadini non significa solo produrre reddito, ma anche esistere con dignità, qualunque sia il proprio percorso. È da questo principio che nascono forme di tutela economica come il nuovo assegno di cittadinanza.
Che cos’è l’assegno di cittadinanza?
Il concetto non è nuovo, e in parte affonda le sue radici nel più noto reddito di cittadinanza, che in Italia ha fatto discutere per anni. Ma l’idea di un reddito minimo garantito esiste in molti paesi. Ogni stato ha trovato il proprio modo per sostenere le fasce deboli della popolazione, soprattutto anziani, disoccupati di lungo corso o invalidi.
In Europa, il principio guida è quello della non discriminazione: se sei parte della comunità, hai diritto a non essere lasciato indietro. In Italia però, l’esperimento del reddito di cittadinanza ha avuto luci e ombre, ma ha aperto la strada a nuove riflessioni sull’equità. E oggi nasce una nuova forma di sostegno economico: l’assegno di cittadinanza.
L’assegno di cittadinanza
Quifinanza.itha diffuso le informazioni. La sentenza n.94/2025 della Corte Costituzionale ha cambiato le carte in tavola. Ha stabilito che anche chi ha versato contributi solo dal 1° gennaio 1996 in poi ha diritto all’integrazione al trattamento minimo. In pratica, anche i pensionati contributivi che fino a oggi erano esclusi potranno ricevere un assegno pari almeno alla soglia fissata dallo stato: per il 2025, parliamo di 603,40 euro al mese.
Questa nuova misura è stata ribattezzata da molti “assegno di cittadinanza”, perché rappresenta un diritto universale minimo per chi ha lavorato, anche solo in parte, nella società italiana. Non importa che tu abbia fatto un lavoro discontinuo, che tu sia un ex artigiano, bracciante, impiegato part-time o colf: se l’importo dell’assegno che ricevi è sotto soglia, lo stato lo integra. Ma attenzione: ci sono condizioni. L’assegno deve essere intestato alla persona interessata, e non è cumulabile su più prestazioni o veicoli di sostegno.