“Pago col bancomat…” “Ma che, sei pazzo?” | Da oggi il tabacchino ti rifiuta la carta: per forza col contante

Tabacchi (Fonte: Facebook @civico99bartabacchi) - www.infoiva.com
Attenzione a dove compri la merce e in che tabaccai, perché da oggi non ti accetteranno più la carta. Scopri tutto qui.
In un mondo in cui puoi comprare una casa con un clic, un’auto via app e un biglietto aereo senza mai uscire dal letto, ci sono ancora luoghi dove il tempo sembra essersi fermato. I tabaccai, ad esempio. Un’istituzione tutta italiana che, paradossalmente, resiste più di molte start-up digitali.
Durante la pandemia, quando tutto chiudeva, i tabaccai erano lì: luci accese, serrande alzate, pacchetti di sigarette e ricariche telefoniche a disposizione. Immortali. Anche ora, con la digitalizzazione che avanza, sono il rifugio per bollettini, francobolli e, soprattutto, chiacchiere da quartiere.
Ma c’è un lato oscuro dietro il banco in legno e la puzza di tabacco freddo. Quello dei no ai pagamenti digitali. Sarà sicuramente capitato a tutti: si chiede un pacchetto di sigarette, si tira fuori il bancomat e ci si sente dire “Solo contanti, mi spiace” oppure “Ho il pos rotto”.
Pagamenti in contanti
È una scena che si ripete da anni, specialmente per acquisti sotto i 5 euro. Una prassi che fa storcere il naso e che, a dirla tutta, è sbagliata. Non solo perché infrange una norma, ma perché è eticamente discutibile in un paese che vuole combattere l’evasione e promuovere la tracciabilità.
Il cliente ha diritto a pagare con carta anche per una caramella, e rifiutare il pagamento non dovrebbe mai essere un’opzione, soprattutto per un esercizio che svolge un servizio pubblico essenziale. Ma adesso le cose potrebbero essere cambiate radicalmente.
Addio al pagamento bancomat
Ilsecoloxix ha diffuso le informazioni. A Genova, un tabaccaio ha detto “no” al pagamento con bancomat di un pacchetto di sigarette da 5,50 euro. La cliente, indignata, ha chiamato la Guardia di Finanza, che ha multato il titolare per 35,50 euro. Ma il tabaccaio, Lorenzo Cavana, non ci ha visto e ha deciso di portare la questione in tribunale. Assistito dai legali Alessandro Gazzolo e Michele Bonacchi, ha sostenuto una tesi molto chiara.
“Le sigarette hanno un prezzo imposto dallo stato e le commissioni bancarie, non scaricabili sul cliente, lo costringono a vendere in perdita”. Una tesi forte, che il giudice di pace ha clamorosamente accolto, annullando la sanzione e condannando la prefettura alle spese legali. Secondo i legali, questa sentenza crea un precedente importante e potrebbe cambiare l’approccio dei commercianti alla questione del pos. Il punto è che, senza la possibilità di applicare un sovrapprezzo, ogni pagamento elettronico sulle sigarette diventa un piccolo salasso per l’esercente.