Carta di identità a pagamento, il Governo ha deciso per l’addebito in busta paga | Te lo scalano dallo stipendio ogni mese

Uomo disperato

Uomo disperato (canva) Infoiva.com

Dal 2026 la “carta di identità” digitale, sarà a pagamento: previsto un canone annuale con addebito diretto in busta paga per gli italiani.

Una delle innovazioni digitali più utilizzate dagli italiani si prepara a cambiare volto. Tutto sarà diverso di come lo conoscevi.

La tua carta di identità digitale, nata come servizio gratuito e simbolo di semplificazione, presto avrà un costo fisso da pagare ogni anno.

Il Governo ha definito le modalità di addebito, che coinvolgeranno direttamente i lavoratori. Nessuno potrà esimersi dal pagamento.

La misura riguarda milioni di cittadini che accedono ogni giorno ai servizi pubblici online.

Dal digitale gratuito al digitale a pagamento: carta di identità

Negli ultimi anni, il Sistema Pubblico di Identità Digitale, è diventato lo strumento chiave per dialogare con la Pubblica Amministrazione. Ha permesso di accedere in pochi clic a portali come INPS, Agenzia delle Entrate, PagoPA, e decine di altri servizi essenziali. Un progetto pensato per avvicinare i cittadini al digitale, garantendo sicurezza e semplicità d’uso.

All’inizio, il sistema era offerto senza costi, spesso attivabile gratuitamente tramite enti come Poste Italiane. La gratuità è stata uno dei fattori determinanti del suo successo: milioni di famiglie hanno aderito senza esitazioni, vedendo nello SPID un alleato per gestire pratiche burocratiche in tempi rapidi. Col tempo, però, la prospettiva è cambiata: prima alcuni provider hanno introdotto un costo per l’attivazione, ora l’intero utilizzo annuo diventerà a pagamento, aprendo un nuovo capitolo nella gestione dell’identità digitale in Italia.

Pagamento "carta di identità digitale"
Pagamento identità digitale (Canva) infoiva.com

Canone annuale e addebito in busta paga: cosa cambia

La novità più rilevante riguarda l’introduzione di un canone annuale per mantenere attivo il proprio SPID (una sorta di carta di identità digitale). Una decisione che segna la fine della sua gratuità e che coinvolgerà direttamente milioni di utenti già registrati. L’importo – ancora in definizione presso i singoli gestori – sarà dovuto per continuare ad accedere a portali pubblici e servizi essenziali. Secondo le prime indicazioni, per i lavoratori dipendenti la somma potrà essere scalata direttamente dalla busta paga, semplificando la riscossione ma rendendo inevitabile il prelievo.

Una modalità che, nelle intenzioni, dovrebbe garantire regolarità nei pagamenti ed evitare interruzioni del servizio, ma che inevitabilmente solleva dubbi e malumori. Per molti cittadini, il passaggio dallo SPID gratuito a quello a pagamento rappresenta un cambio di paradigma non solo economico ma anche culturale: uno strumento nato per incentivare il digitale diventa ora un servizio in abbonamento. Resta da capire se questa trasformazione porterà a un miglioramento tecnologico o se, come già accaduto in altre occasioni, sarà percepita solo come un’ulteriore tassa nascosta.