Lo chiamano “borgo dei mostri”: chi si arrischia a entrare lì vede per davvero | Abitano lì da centinaia di anni

cancello e muro in pietra

L'ingresso al Borgo dei Mostri (fonte wikicommons) - infoiva.com

Un borgo che fa tremare anche i più scettici, popolato da mostri. Ma cosa si nasconde davvero dietro quel cancello?

C’è un luogo, nel nostro splendido Paese, dove il tempo sembra essersi fermato e dove la natura ha stretto un patto con l’enigma.

Un posto così suggestivo da sembrare uscito da un racconto mitologico, popolato da creature giganti e volti inquietanti che sbucano ovunque.

Alcuni lo chiamano il “borgo dei mostri”, e chi osa entrarvi racconta esperienze difficili da dimenticare.

Andiamo alla scoperta di questo luogo meraviglioso, uno dei tanti che la nostra bella Italia conserva e offre solo a chi sa cercare.

Il Borgo dei mostri: un luogo meraviglioso

Immerso nella boscaglia, questo luogo affascina e inquieta allo stesso tempo. I pochi che lo conoscono parlano di statue alte metri, animali fantastici e figure grottesche che sembrano osservare i visitatori. E c’è chi giura che, a seconda dell’ora del giorno, quelle stesse sculture cambino espressione.

Passeggiare tra quei sentieri significa per molti abbandonare la realtà e ritrovarsi in una dimensione sospesa, dove ogni elemento ha un significato nascosto. C’è una sorta di silenzio sovrannaturale tra gli alberi, interrotto solo dal rumore dei passi su foglie secche. Ma cos’è davvero questo “parco proibito”, e perché continua a esercitare tanto magnetismo?

scultura in pietra
L’Orco (fonte wikicommons) – infoiva.com

Per vivere un’esperienza fantastica

Tra misteri, leggende e suggestioni, questo luogo esiste davvero e ha un nome: il Sacro Bosco di Bomarzo, noto anche come Parco dei Mostri. Un giardino monumentale a un passo da Viterbo, nato nel Cinquecento e scolpito interamente nella pietra. All’ingresso, due sfingi accolgono i visitatori con una frase che suona come un avvertimento: “Tu ch’entri qua pon mente parte a parte e dimmi poi se tante meraviglie sien fatte per inganno o per arte”. È solo la prima delle tante tappe di un percorso che, nei secoli, ha affascinato studiosi, artisti e curiosi. Nulla qui è casuale: ogni statua rappresenta una prova, un passaggio, un simbolo da decifrare.

Dal gigante che strazia la sua vittima — metafora dell’anima lacerata in cerca della verità — alla Casa Pendente, che mette in discussione ogni certezza del visitatore, ogni angolo del parco sembra avere uno scopo preciso: condurre chi lo attraversa lungo un cammino interiore. Le sculture non sono solo opere d’arte, ma tappe di un itinerario iniziatico ispirato alla Divina Commedia. Il momento più intenso arriva quando si incontra l’Orco, una creatura gigantesca dalle fauci spalancate che nasconde al suo interno una stanza. Qui, dove tutto è silenzio e pietra, si legge una frase enigmatica: “ogni pensiero vola”.  Alla fine del percorso, in cima, si trova il Tempietto, meta simbolica di chi ha attraversato questo labirinto dell’anima. Un luogo che non si dimentica, scolpito nella pietra e nel cuore di chi ha avuto il coraggio di percorrerlo.