Melatonina, non assumerla per troppi mesi | A risentirne sarà il cuore: l’ultima ricerca è agghiacciante
Melatonina, nuova scoperta - Pexels - infoiva.com
Gli integratori di melatonina non sono così innocui come molti pensano: i risultati del nuovo studio hanno infatti dimostrato tutt’altro
Da anni le pastiglie di melatonina sono diventate il rimedio “facile” per chi fatica ad addormentarsi o si sveglia spesso di notte.
Si comprano in farmacia o al supermercato, spesso senza ricetta e senza un vero confronto con il medico, nella convinzione che si tratti di un aiuto naturale, privo di effetti collaterali rilevanti. L’ultima ricerca, però, invita alla prudenza soprattutto quando l’assunzione diventa una routine che si trascina per mesi o anni.
Secondo i dati presentati alle Scientific Sessions dell’American Heart Association, usare melatonina in modo continuativo per più di dodici mesi è associato a un aumento del 90% della probabilità di sviluppare insufficienza cardiaca nei cinque anni successivi: si passa da un rischio del 2,7% al 4,6%.
Ancora più impressionante il dato sui ricoveri per scompenso, che salgono dal 6,6% al 19%, e quello sulla mortalità generale, dal 4,3% al 7,8%. Numeri che non dimostrano un rapporto di causa-effetto, ma che suonano come un campanello d’allarme per chi assume melatonina a oltranza.
Lo studio che accende i riflettori sull’uso prolungato
La ricerca citata dalla Gazzetta è uno studio osservazionale condotto su oltre 130 mila adulti con insonnia cronica, i cui dati sono stati estratti da un grande database internazionale di cartelle cliniche. I ricercatori hanno confrontato chi aveva assunto melatonina per almeno un anno con pazienti simili – per età, sesso, patologie e farmaci – che soffrivano anch’essi di insonnia, ma non avevano mai utilizzato questo integratore. Nei cinque anni successivi, il gruppo “melatonina” ha mostrato tassi più alti di insufficienza cardiaca, ricoveri correlati e decessi per tutte le cause.
Gli autori dello studio sottolineano che gli integratori di melatonina potrebbero non essere così innocui come si è creduto finora e che, se questi risultati saranno confermati, potrebbe cambiare il modo in cui i medici consigliano i rimedi per il sonno. Allo stesso tempo ricordano i limiti dell’analisi: il lavoro è preliminare, non ancora sottoposto a revisione tra pari, e non può escludere che una parte del rischio cardiaco sia legata all’insonnia stessa o ad altre condizioni che portano i pazienti a usare la melatonina.

Come comportarsi: il “no” ai fai da te di lunga durata
Il messaggio centrale non è “la melatonina fa sempre male”, ma che non andrebbe assunta per troppi mesi senza un controllo medico. Gli esperti invitano a usarla, quando serve, come supporto temporaneo e mirato, dopo aver escluso cause curabili dell’insonnia e aver lavorato sull’igiene del sonno: orari regolari, niente schermi a letto, attenzione a caffeina, alcol e pasti serali. Per chi ha già problemi di cuore, pressione alta, diabete o altri fattori di rischio cardiovascolare, il consiglio è ancora più netto: parlarne con il proprio medico prima di iniziare o proseguire l’integrazione.
C’è poi un altro aspetto sottolineato dal lavoro: negli Stati Uniti, dove lo studio è stato condotto, molti prodotti a base di melatonina venduti da banco non sono sottoposti a controlli rigidi di qualità e purezza, e il dosaggio reale può variare da marchio a marchio. Questo rende ancora più rischioso il fai da te, soprattutto negli usi prolungati e ad alte dosi. In attesa di conferme definitive, il quadro che emerge è chiaro: la melatonina resta uno strumento utile se usato bene e per periodi limitati, ma l’idea di poterla prendere per anni come una semplice “vitamina del sonno” è messa in discussione. E chi la assume da molto tempo farebbe bene a confrontarsi con uno specialista, prima che a risentirne sia proprio il cuore.
