Caffè, allarme rosso per gli Over 60 | L’ultima scoperta è agghiacciante: ecco quali sono i rischi

caffe macinato

Il caffè pericoloso (foto canva) - infoiva.com

Caffè, allarme rosso per gli over 60: una nuova ricerca ha acceso i riflettori sui rischi nascosti di un consumo eccessivo

In Italia il caffè è un rito quotidiano, un gesto che scandisce le giornate fin dal mattino. La tazzina al bar, il caffè dopo pranzo, quello “della pausa” e quello offerto agli amici: per molti è quasi impensabile rinunciarci, anche quando si superano i 60 anni. Anzi, spesso proprio chi è in pensione finisce per berne ancora di più, convinto che basti “sentirsi bene” per non correre alcun rischio.

Negli ultimi anni, diverse ricerche hanno mostrato come il caffè, entro certi limiti, possa avere effetti benefici sul cuore, sul metabolismo e perfino sul cervello. Ma questo non significa che valga la regola “più ne bevo, meglio è”, soprattutto dopo una certa età. L’organismo cambia, il metabolismo rallenta, le capacità di recupero non sono più quelle di prima: ciò che a 30 anni viene tollerato senza problemi, a 60 o 70 anni può avere un impatto diverso, in particolare sulle funzioni cognitive.

È proprio su questo punto che arriva l’allarme: una recente ricerca internazionale ha messo in relazione il consumo elevato di caffeina con un peggioramento di alcune abilità mentali negli over 60. Non stiamo parlando di una tazzina ogni tanto, ma di abitudini consolidate, fatte di caffè ripetuti durante la giornata. Lo studio non dimostra che il caffè “causi” direttamente il danno, ma mostra una correlazione che, vista l’età dei soggetti coinvolti, ha spinto gli esperti a lanciare un avvertimento molto chiaro.

Cosa ha scoperto lo studio: il legame tra troppo caffè e declino cognitivo

La ricerca, presentata alla Conferenza internazionale dell’Alzheimer’s Association, ha analizzato i dati di oltre 8.400 persone con più di 60 anni, arruolate nella Biobanca britannica. Gli studiosi hanno confrontato le abitudini di consumo di caffè e tè con l’andamento di alcune funzioni mentali nel tempo, in particolare la cosiddetta “flessibilità cognitiva”: la capacità di cambiare strategia, risolvere problemi, elaborare informazioni in modo rapido ed efficace.

Dai risultati è emerso che chi beveva quantità elevate di caffè mostrava, nel periodo osservato, un peggioramento più marcato di queste abilità rispetto a chi ne consumava poco o in modo moderato. In media, la flessibilità cognitiva di chi beveva meno caffè si riduceva di quasi il 9% in meno rispetto ai grandi consumatori, con effetti sul problem solving e sulla velocità di elaborazione dei dati. Curiosamente, per il il quadro sembrava opposto: le persone che non lo bevevano o lo consumavano raramente avevano risultati peggiori, mentre un consumo regolare appariva associato a performance migliori, sempre entro i limiti considerati sicuri.

Niente più caffè al supermercato
Allarme caffè (Fonte: Canva) – www.infoiva.com

Quante tazzine al giorno e cosa devono fare davvero gli over 60

Il messaggio degli esperti è meno agghiacciante di quanto sembri a prima vista, ma va preso sul serio: il caffè non è “vietato” agli over 60, purché si rispettino le dosi consigliate e si tenga conto delle condizioni di salute personali. Le linee guida indicano come soglia di sicurezza per gli adulti sani circa 400 mg di caffeina al giorno, pari – indicativamente – a un massimo di 4-5 tazzine di espresso, se non si assumono altre fonti di caffeina (tè, bevande energetiche, cola, cioccolato). Questa quantità, però, dovrebbe essere distribuita nella giornata, non concentrata in un’unica soluzione.

Con l’avanzare dell’età, il buon senso suggerisce di stare anche un po’ sotto questa soglia, valutando con il medico eventuali patologie (ipertensione, problemi cardiaci, disturbi del sonno, ansia) o farmaci che possono interagire con la caffeina. Per chi ha più di 60 anni, l’obiettivo non è azzerare il caffè, ma trasformarlo in un piacere consapevole: qualche tazzina ben distribuita, senza esagerare, evitando di berlo nelle ore serali e limitando lo zucchero, che non dovrebbe superare i 40 grammi al giorno complessivi, tra caffè, dolci e altre fonti.

Gli stessi ricercatori ricordano inoltre che la salute del cervello non si gioca solo sulla quantità di caffè bevuta. Per gli over 60 restano fondamentali le regole “classiche” contro l’invecchiamento cerebrale: tenere la mente allenata con lettura, giochi di logica e attività sociali; seguire una dieta equilibrata in stile mediterraneo; fare movimento regolare; dormire bene e a sufficienza. In questo quadro, un caffè gustato con moderazione può continuare a far parte della giornata, ma l’idea di riempire la tazzina all’infinito per “tirarsi su” rischia davvero di presentare il conto, soprattutto quando le capacità cognitive iniziano naturalmente a rallentare.