Scandalo carburante diluito, occhio a questi distributori | Pensi di fare il pieno ma è quasi tutta acqua
Truffa rifornimento - Pexels - infoiva.com
Scandalo carburante diluito, occhio a questi distributori: pensi di fare il pieno ma nel serbatoio ti ritrovi gasolio mescolato con acqua
Chi guida tutti i giorni lo sa: fare rifornimento è diventato sempre più costoso, e proprio per questo ci si aspetta almeno di mettere nel serbatoio carburante pulito e regolare. L’idea che da qualche parte la pompa possa erogare gasolio annacquato, al punto da trasformare il pieno in una trappola, sembra quasi una leggenda metropolitana. E invece episodi recenti dimostrano che il pericolo è fin troppo reale, tanto che le forze dell’ordine hanno acceso un faro su alcune stazioni di servizio sospette.
Il meccanismo è sempre lo stesso: si arriva al distributore, si inserisce la pistola, si guarda il prezzo che corre sul display convinti di portare a casa chilometri di autonomia.
Poi, dopo pochi metri, l’auto comincia a strattonare, perde potenza, si accendono spie sul cruscotto. È il primo campanello d’allarme di un carburante contaminato, spesso proprio da acqua miscelata al gasolio, aggiunta per aumentare il volume e incassare di più a danno degli automobilisti. Una pratica illegale che può provocare guasti costosi e mettere fuori uso pompe, iniettori e altre parti delicate del sistema di alimentazione.
Quando il pieno è “annacquato”: il caso scoppiato in Campania
Uno degli episodi più clamorosi è emerso di recente in Campania, dove la Guardia di Finanza è intervenuta dopo le segnalazioni di diversi automobilisti che lamentavano danni alle proprie vetture subito dopo il rifornimento. I controlli hanno preso di mira un impianto di distribuzione nella zona di Benevento: i militari hanno eseguito misurazioni nelle cisterne, scoprendo che il gasolio non era affatto quello che i clienti si aspettavano di acquistare. Nelle vasche, infatti, è stata individuata una quantità significativa di acqua mescolata al carburante, ben oltre qualsiasi margine accidentale.
Le analisi del laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane hanno confermato la non conformità del gasolio per autotrazione: il punto di infiammabilità risultava inferiore ai limiti previsti dalla legge, proprio a causa della miscelazione illegale con acqua e sedimenti. Circa 9mila litri di gasolio sono stati sequestrati e, come se non bastasse, i controlli hanno rivelato anche una pistola di erogazione alterata, che forniva meno carburante rispetto a quanto indicato dal totalizzatore sulla colonnina. Il titolare dell’impianto è stato denunciato per frode in commercio, a dimostrazione di quanto possa essere pesante la risposta penale a queste condotte.

Come riconoscere le “pompe annacquate” e cosa fare se sospetti una truffa
Il problema del carburante diluito con acqua non è solo una questione di principio, ma un rischio concreto per il motore. Anche piccole quantità di acqua possono corrodere serbatoio, pompa, rail e iniettori, provocando blocchi improvvisi, difficoltà di avviamento, perdita di potenza e consumi anomali. Se dopo il rifornimento l’auto inizia a comportarsi in modo strano, con strattoni in accelerazione e spie del motore che si accendono senza motivo apparente, è fondamentale non sottovalutare i segnali. In questi casi, continuare a circolare può aggravare il danno, mentre rivolgersi subito a un’officina permette di diagnosticare la presenza di acqua nel carburante e limitare le conseguenze.
Se il meccanico conferma che il guasto dipende da gasolio o benzina “sporchi”, il passo successivo è tutelarsi sul piano legale. Bisogna conservare la ricevuta del rifornimento, farsi rilasciare una relazione tecnica che colleghi in modo chiaro il danno al carburante erogato e, se possibile, richiedere un campione del carburante presente nel serbatoio. Con questa documentazione si può presentare denuncia alla Guardia di Finanza o ai Carabinieri e chiedere il risarcimento danni al gestore dell’impianto, anche tramite lettera raccomandata indirizzata alla stazione di servizio e alla compagnia petrolifera. Dimostrare il nesso tra pieno annacquato e guasto non è sempre semplice, ma è l’unico modo per non trasformare una truffa al distributore in un conto salatissimo a totale carico dell’automobilista.
