“Gravi difetti di sicurezza”: migliaia di automobilisti in serio pericolo | Ecco i modelli finiti nella bufera
Traffico intenso (canva) Infoiva.com
Un’ondata di richiami ha travolto un grande gruppo automobilistico: centinaia di migliaia di veicoli nel mirino per possibili rischi di guasti.
Negli ultimi mesi le autorità di controllo hanno acceso i riflettori su una lunga serie di difetti di sicurezza emersi su modelli diversi, venduti in vari Paesi e in anni di produzione ravvicinati.
Non si tratta di un semplice aggiornamento di routine, ma di una campagna di richiamo che coinvolge centinaia di migliaia di auto, con alle spalle segnalazioni di incendi, malfunzionamenti e componenti ritenute non all’altezza degli standard richiesti.
Il quadro che emerge è quello di un sistema sotto pressione: linee di carburante, batterie ad alto voltaggio, parti esterne della carrozzeria, airbag e perfino software legati alla sicurezza attiva hanno mostrato criticità tali da richiedere l’intervento coordinato di enti regolatori, tribunali e stesse case costruttrici. Per molti automobilisti tutto questo significa una sola cosa: controllare il proprio numero di telaio e capire se il veicolo che guidano ogni giorno rientra o meno in questa enorme operazione di richiamo.
Tutti i marchi e i modelli finiti nel maxi richiamo
Come riporta Autoblog, al centro della bufera c’è il gruppo Stellantis, con oltre 700.000 veicoli richiamati a livello globale. In Europa, l’Autorità Federale dei Trasporti tedesca ha individuato un difetto nella connessione della linea di carburante ad alta pressione al rail, con rischio di perdita di carburante e potenziale incendio: questo intervento riguarda un’ampia gamma di modelli dei marchi Opel, Peugeot, Citroën, Fiat, DS, Alfa Romeo e Lancia prodotti tra il 2022 e il 2025.
Negli Stati Uniti il richiamo più imponente coinvolge oltre 320.000 ibride plug-in per problemi alle batterie ad alto voltaggio fornite da Samsung SDI: nel mirino ci sono in particolare le Jeep Wrangler prodotte tra il 2020 e il 2025 e le Jeep Grand Cherokee costruite dal 2022 al 2026. A queste si aggiungono più di 123.000 Wagoneer e Grand Wagoneer, richiamate per il rischio di distacco delle finiture delle porte laterali in marcia, e circa 27.000 Maserati con un’anomalia software che può impedire la visualizzazione della telecamera posteriore in retromarcia. Sul fronte italiano pesa infine la class action legata agli airbag Takata montati su vari modelli Citroën e DS prodotti tra il 2009 e il 2019.

Cosa devono fare i proprietari e perché è fondamentale intervenire
Per chi possiede uno dei veicoli coinvolti, il primo passo è verificare con attenzione le comunicazioni ufficiali ricevute dal costruttore o dal concessionario e controllare il proprio telaio sui canali dedicati ai richiami. In molti casi viene chiesto ai clienti di evitare certe condizioni d’uso – come la ricarica delle ibride plug-in – fino all’esecuzione dell’intervento in officina, proprio per ridurre al minimo il rischio di incendio o guasto improvviso durante la marcia.
La casa automobilistica ha già avviato le campagne di richiamo e sta predisponendo aggiornamenti software, sostituzioni di componenti difettose e verifiche gratuite presso la rete autorizzata. Per gli automobilisti non rispondere a queste chiamate può significare continuare a circolare con un veicolo potenzialmente pericoloso. Prenotare l’intervento, seguire le istruzioni ricevute e non sottovalutare avvisi e lettere è l’unico modo per trasformare un difetto critico in un semplice passaggio in officina, rimettendo la sicurezza al centro e riducendo davvero il rischio di trovarsi, all’improvviso, in una situazione di pericolo di vita.
