Patente, con questo trucco non perdi più punti | Secondo la Legge è legalissimo: basta una frase e sei al sicuro
Patente (Depositphotos) - Infoiva.com
C’è un modo legale per evitare il taglio dei punti dopo una multa: basta una risposta precisa alla richiesta dei vigili.
Da quando esiste il sistema della patente a punti, ogni multa fa paura due volte: per la sanzione da pagare e per i punti che se ne vanno, avvicinando un po’ di più al rischio di sospensione.
La situazione si complica quando l’infrazione viene rilevata da autovelox o tutor e a casa arriva il verbale senza che sia chiaro chi fosse, davvero, alla guida in quel momento.
Per anni la regola è stata ferrea: se il proprietario non indicava il nome di chi guidava, oltre alla multa principale scattava automaticamente una seconda sanzione salata, proprio per la mancata comunicazione dei dati del conducente. In pratica, chi riceveva il verbale si trovava stretto in una morsa: pagare, perdere i punti e, in più, rischiare un’altra multa se non era in grado di identificare con certezza chi fosse al volante.
La svolta della Cassazione: quando “non ricordare” ti salva
Il “trucco” oggi usato da molti nasce da un’ordinanza della Corte di Cassazione (n. 9555/2018), che ha cambiato le carte in tavola. I giudici hanno stabilito che il proprietario dell’auto multata non è più automaticamente obbligato a indicare il conducente, e che la mancata comunicazione dei dati non comporta per forza né la perdita dei punti né la seconda sanzione aggiuntiva. A una condizione: deve riuscire a dimostrare che, in buona fede, non è in grado di sapere chi guidava.
E qui entra in gioco la famosa “frase” che mette al sicuro. Entro 60 giorni dalla richiesta, il proprietario deve comunque rispondere, spiegando per iscritto che il veicolo è usato in modo condiviso – per esempio da coniuge, figli o altri familiari – e che, a causa del tempo trascorso, non è possibile ricordare con precisione chi fosse alla guida al momento dell’infrazione. Sarà poi il giudice, caso per caso, a valutare se questa giustificazione è credibile e sufficiente a evitare sia il taglio dei punti sia la famigerata seconda multa.

Come usare il “trucco” senza trasformarlo in un boomerang
Attenzione però: non basta ignorare il verbale o fare finta di nulla. Il proprietario deve rispondere nei tempi indicati, motivando in modo chiaro la propria impossibilità a identificare il conducente. Il nodo decisivo è la buona fede: la Corte non ha aperto la porta a scuse generiche, ma ha riconosciuto che nelle famiglie dove l’auto viene usata da più persone non è realistico pretendere che il proprietario ricordi ogni singolo spostamento di mesi prima.
In pratica, il “trucco” è tutto qui: non tacere, ma scrivere che l’auto è condivisa e che, proprio per questo, non è oggettivamente possibile indicare un solo responsabile dell’infrazione. Così la mancata indicazione del nome non è più punita in automatico e i punti sulla patente possono restare intatti. Resta naturalmente la multa principale da pagare, ma per chi è a corto di punti questa interpretazione della Cassazione è diventata una vera ancora di salvezza, da usare però con prudenza e solo quando la situazione corrisponde davvero alla realtà.
