“Ci dispiace, non possiamo rinnovarla”: Patente, stop immediato a chi ha questa patologia | La Legge è già in vigore
Addio patente - Canva - infoiva.com
Una recente stretta sui requisiti sanitari per la guida prevede lo stop al rinnovo della patente in caso di gravi patologie.
Negli ultimi mesi si è tornati a parlare con insistenza di patente e salute, perché le nuove regole hanno reso molto più rigidi i controlli sull’idoneità fisica e psichica degli automobilisti. Non basta più aver superato l’esame tanti anni fa: a ogni rinnovo viene valutato se il conducente è ancora davvero in grado di tenere un veicolo sotto controllo in sicurezza. E per qualcuno questo significa sentirsi dire, all’improvviso, un secco “no” allo sportello.
Il Codice della Strada prevede infatti che chi chiede il rilascio o la conferma della patente dimostri una idoneità psicofisica adeguata. Dietro questa formula ci sono visite mediche, accertamenti, certificati specialistici e, nei casi più delicati, il giudizio delle commissioni mediche locali.
Se emergono problemi di salute ritenuti incompatibili con la guida, la conseguenza può essere la sospensione del documento o il mancato rinnovo, con effetti pesanti sulla vita quotidiana di chi si trova all’improvviso senza più la possibilità di mettersi al volante.
Occhi puntati su vista, udito, cuore, sistema nervoso e psiche
La stretta non riguarda una sola malattia, ma un gruppo di patologie considerate ad alto rischio per la sicurezza. Tra le più delicate ci sono i gravi disturbi visivi, come una cataratta non correggibile o una forte riduzione della capacità di vedere bene la strada, i segnali e gli ostacoli. Accanto alla vista, anche l’udito è sotto osservazione: problemi che non possono essere compensati con protesi possono impedire di percepire sirene, clacson o altri suoni fondamentali, rendendo pericolosa la permanenza al volante.
Nel mirino finiscono poi le patologie cardiovascolari, come aritmie importanti o esiti di infarto, che possono provocare improvvisi malori mentre si guida. A queste si aggiungono le malattie neurologiche, tra cui condizioni come la sclerosi multipla o il morbo di Parkinson, che possono alterare riflessi, coordinazione e controllo dei movimenti. Infine, non vengono trascurati i disturbi psichici più gravi, come psicosi, turbe profonde della personalità o ritardi mentali importanti, che possono compromettere lucidità, capacità di giudizio e prontezza nelle decisioni in situazioni critiche.

Non sempre è addio definitivo: patente speciale e ruolo dei medici
Attenzione però: avere una diagnosi non significa automaticamente perdere per sempre la patente. La normativa prevede la possibilità di rilasciare una patente speciale quando, dopo accertamenti approfonditi, si stabilisce che la persona può comunque guidare in condizioni di sicurezza, magari con controlli più frequenti o, in alcuni casi, con adattamenti al veicolo. Le commissioni mediche valutano ogni situazione singolarmente, tenendo conto della gravità della malattia, dell’andamento nel tempo e dell’efficacia delle terapie in corso.
Può accadere quindi che chi soffre di una patologia cronica ma ben stabilizzata, seguita con cure adeguate e monitoraggi costanti, venga considerato idoneo alla guida, mentre nei casi più seri si arrivi allo stop al rinnovo per tutelare la sicurezza di tutti. È una prospettiva che preoccupa molti cittadini, perché per tante persone la patente non è solo comodità, ma l’unico modo per raggiungere il lavoro, i servizi, le cure. Per questo è fondamentale essere informati, rivolgersi a specialisti e affrontare le visite con trasparenza: conoscere le regole e il ruolo dei medici aiuta a capire che l’obiettivo non è “punire i malati”, ma trovare il punto di equilibrio tra diritto alla mobilità e sicurezza stradale per chi guida e per chi condivide la strada ogni giorno.
