Elettrodomestici vecchi, questo non va mai buttato: “Contiene quantità di oro” | Se riesci ad estrarlo hai svoltato
Oro negli elettrodomestici: dove si trova e perché è difficile da recuperare
Oro negli elettrodomestici: il prezioso metallo difficile da recuperare.
L’oro presente negli elettrodomestici, come il microonde, non è una leggenda metropolitana, bensì una realtà ingegneristica. Si tratta di oro a 22 carati, il che indica una purezza del 90%, composto da 22 parti di oro puro e 2 parti di altri metalli, quali rame o argento. La sua presenza è strategicamente essenziale: viene impiegato principalmente nei circuiti del pannello di controllo e in altre connessioni cruciali, dove garantisce un’eccellente conducibilità elettrica, resistenza alla corrosione e durabilità, aspetti fondamentali per la longevità e l’affidabilità dei dispositivi moderni.
Tuttavia, le quantità di oro in ogni singolo apparecchio sono estremamente ridotte, spesso a livello di pochi milligrammi. Questa esiguità, unita alla complessità dei processi chimici tradizionalmente impiegati e alla necessità di strumentazioni altamente specifiche, ha reso finora l’estrazione dell’oro dai rifiuti elettronici un’impresa costosa, energivora e poco efficiente su larga scala. Il problema non si limita ai microonde; televisori, cellulari, computer, frigoriferi e fotocamere sono tutti esempi di dispositivi che contengono piccole, ma collettivamente significative, quantità di questo metallo prezioso. La sfida globale è sempre stata come recuperare queste risorse in modo più sostenibile ed economicamente vantaggioso, riducendo l’impatto ambientale dell’estrazione mineraria e della gestione dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).
La rivoluzione svizzera: estrarre oro dagli scarti con il latte scremato
Oro dagli scarti con il latte scremato: l’innovazione della rivoluzione svizzera.
Un’innovazione promettente e decisamente sorprendente arriva da un gruppo di ricercatori del Politecnico Federale di Zurigo e dell’Empa-Swiss Federal Laboratories. Questi scienziati hanno sviluppato un metodo potenzialmente rivoluzionario per estrarre l’oro dai dispositivi elettronici obsoleti con un approccio eco-compatibile. La chiave di questa scoperta risiede nell’utilizzo di un elemento inaspettato e quotidiano: il latte scremato.
Come descritto in un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista Advanced Materials, i ricercatori hanno scoperto che, in determinate condizioni di calore controllato e acidità specifica, le proteine del latte scremato possono riorganizzarsi in speciali strutture microscopiche, note come fibrille amiloidi. Queste fibrille, una volta formate e purificate, sono utilizzate come base per creare un innovativo aerogel: una sostanza estremamente leggera, resistente all’acqua e caratterizzata da una struttura altamente porosa. L’aspetto più straordinario di questo aerogel è la sua capacità selettiva di attrarre e catturare metalli preziosi, rendendolo uno strumento ideale e non tossico per isolare l’oro dai complessi e variegati circuiti elettronici, separandolo efficacemente da altri componenti.
I risultati ottenuti da questa tecnica sono stati particolarmente impressionanti e concreti: partendo da un campione di 20 schede madri di vecchi computer, notoriamente ricche di micro-componenti dorati, i ricercatori sono riusciti a ricavare una pepita d’oro a 22 carati del peso di ben 450 milligrammi. Questa quantità, sebbene possa sembrare modesta a prima vista, rappresenta un successo significativo considerando la complessità e la bassa concentrazione dell’oro nei RAEE. Questa scoperta non solo offre una soluzione più efficiente e meno inquinante per il riciclo dell’oro, ma apre anche nuove e stimolanti prospettive per la gestione dei rifiuti elettronici su scala industriale. Potrebbe, infatti, cambiare radicalmente il modo in cui trattiamo i vecchi elettrodomestici e i dispositivi tecnologici che non ci servono più, trasformando ciò che prima era considerato semplice spazzatura in una preziosa risorsa recuperabile, promuovendo così un’economia circolare più robusta e sostenibile per il futuro.
