Dopo la questione dell’Irap per le imprese ed i professionisti con o senza organizzazione, un’altra questione che entra ed esce dalle aule della Cassazione e senza dubbio quella relativa ai compensi versati agli Amministratori delle società. Ora pare che la questione possa dirsi risolta. A risolvere (per ora) la faccenda è stata la recente sentenza n. 24957 del 10 dicembre 2010 della Corte di Cassazione, in cui la Corte ammettendo una certa confusione sul punto nella giurisprudenza di legittimità stabilisce la deducibilità dei compensi corrisposti agli amministratori. È importante il passaggio contenuto nella sentenza relativo alla prevalenza della qualità del costo sulla quantità dello stesso, con la libertà per l’imprenditore di impostare la sua strategia d’impresa. La spettanza e la deducibilità dei compensi agli amministratori, afferma inoltre la Corte, è determinata dal consenso che si forma tra le parti, senza che all’Amministrazione sia riconosciuto un potere specifico di valutazione di congruità. Le norme antielusione presenti consentiranno all’Erario di valutare compensi insoliti o sproporzionati. Il testo della sentenza non riporta l’ordinanza di agosto n. 18702/10 che stabiliva, invece, l’indeducibilità del compenso all’amministratore unico e socio della società.
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