Moratoria debiti Pmi: Abi e Ministro dell’Economia al tavolo delle trattative

Il 28 gennaio scorso il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti si è seduto al tavolo delle trattative con l’Abi e tutte le imprese che nel 2009 hanno firmato l’accordo per la moratoria dei debiti per le piccole e medie imprese. Il termine della moratoria, fissato per il 31 gennaio 2011 fa comunque i conti con la volontà delle parti firmatarie di ottenere una proroga di ulteriori 6 mesi ovvero fino al prossimo luglio.

All’ordine del giorno oltre all’asupicata proroga c’erano anche l’impiego di strumenti di semplice accessibilità e la rimodulazione del debito residuo dopo che nei giorni scorsi non si è riusciti a trovare un accordo comune sull”impiego dei derivati, cioè quei strumenti atti a mettere al riparo i soggetti dal rischio di tasso proposti dalle banche, e sull’intervento del Fondo di garanzia.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Associazione Bancaria Italiana e le altre rappresentanze d’impresa avevano già accordato precedentemente una proroga portando la moratoria a concludersi “al fine di fornire alle imprese le flessibilità necessaria per agire in modo da agganciare la ripresa”. La speranza delle imprese è che un ulteriore slittamento sia fattibile.

Mirko Zago

Dal 31 gennaio prende avvio il Click Day per regolarizzare i lavoratori extracomunitari

Al via oggi il tanto atteso Click Day con cui è possibile per i datori di lavoro, regolarizzare i lavoratori non appartenenti alla Comunità Europea. Le modalità  per ottenere il nulla osta al lavoro subordinato per il dipendente extracomunitario avverranno esclusivamente per via telematica.

A regolamentare l’impiego di lavoratori extracomunitari è il DPCM del 30 novembre 2010 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre scorso con relazione all’operazione flussi 2010. Secondo il protocollo d’intesa siglato dal Consiglio Nazionale con il Ministero dell’Interno è possibile inviare le domande senza limitazioni avvelendosi del contributo dei Consulenti del lavoro, mentre il singolo datore può presentare un massimo di 5 istanze.

L’assegnazione delle quote disponibili avverrà in base alla graduatoria stilata rispettando l’ordine di arrivo delle domande. Le modalità sono in realtà simili a quanto già avvenuto in passato e ci si augura che non avvengano disguidi come capitato per il Click Day di qualche settimana fa inerente all’assegnazione di fondi Inail per progetti di sicurezza nei luoghi di lavoro. In tale occasione un eccesso di domande aveva di fatto creato un black-out del sistema e diverse contestazioni per le modalità di assegnazione.

Ecco il riepilogo utile per la corretta presentazione: Procurarsi i documenti necessari ed effettuare le verifiche precedenti la richiesta; stilare la domanda on line sul sito del ministero interno; confermare la domanda e scaricare il mini client precedentemente il 31 gennaio; Alle ore 7.30 della data prevista è necessario regolare l’orologio e riattivare il mini client, la procedura viene ultimata alle ore 8 collegandosi al sito e inviando la domanda.

Ecco la guida della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro

Mirko Zago

L’Imposta Municipale Unica potrebbe compromettere la realizzazione del federalismo fiscale

La realizzazione del federalismo fiscale potrebbe trovarsi difronte ad un ostacolo, si tratta della nuova imposta municipale unica (IMU). In caso di una maggior onerosità per le imprese, fa sapere Giorgio Guerrini, Presidente di Rete Imprese Italia, l’appoggio al federalismo fiscale potrebbe subire un’inversione di rotta. L’IMU andrà a sostituire l’Ici relativamente alla tassazione per seconde case e immobili produttivi con una aliquota media stimata al 7,5 per mille contro quella attuale pari al 6,4 per mille. Ad allarmare è in particolare l’eliminazione, nella nuova versione del testo del decreto sul fisco municipale ripresentato al Governo, dell’obbligo di riduzione alla metà dell’IMU per gli immobili produttivi delle imprese o dati in locazione. Saranno i singoli Comuni, facoltativamente a decidere se propendere per tale riduzione o meno, con un evidente aggravio dei costi.

Rete Imprese Italia che rappresenta Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti chiede che si ritorni alla precedente formulazione del decreto rispettando l’intento di abbassare il carico fiscale promesso dall’introduzione del federalismo fiscale con riguardo soprattutto alle imprese.

Il Presidente Giorgio Guerrini, in merito ha sostenuto: “Ci aspettiamo che la riforma garantisca maggiore responsabilità delle amministrazioni pubbliche, migliori servizi, riduzione degli sprechi, eliminazione delle sovrapposizioni tra livelli di
governo e dell’oppressione burocratica. I recuperi di efficienza della P.A. ed i conseguenti risparmi dovranno essere prioritariamente destinati a ridurre la pressione fiscale che grava su imprese e famiglie
”.

Mirko Zago

In calo nell’ultimo mese le vendite al dettaglio

Le performance registrate nello scorso mese di novembre relative alle vendite al dettaglio non sono delle migliori. Si è assistito infatti ad un calo del -0,3% su cui ha pesato in particolare la riduzione dello 0,50% del comparto alimentare e dello 0,2% per quanto riguarda i prodotti non alimentari, secondo i dati rilevati dall’Istat. Affianco al dato negativo occorre però considerare che comunque rispetto all’anno precedente una certa ripresa c’è, stimata al +1% per i prodotti alimentari e del +0,9% per gli altri beni. A rimanere pressochè  invariate (+0,1%) sono state le vendite negli ultimi undici mesi; quelle relative ai prodotti alimentari sono scese (-0,4%) mentre quelle dei prodotti non alimentari sono cresciute (+0,3%). Anche analizzando il dato in un periodo più breve, relativamente agli ultimi tre mesi, si assiste ad un calo dello 0,2%.

Per quanto riguarda i comparti che sembrano resistere mostrando spiragli di crescita va osservato che a influire positivamente sono state le vendite della grande distribuzione (+1,5%) e le vendite delle imprese operanti su piccole superfici  con un incremento del +0,6% (la variazione è positiva sia per i prodotti alimentari con un+0,2%, sia per quelli non alimentari con un +0,8%). Focalizzandosi sulla grande distribuzione tanto le vendite di prodotti alimentari tanto quelle di prodotti non alimentari sono aumentate dell’1,4%. Ancora una volta le rilevazioni dell’Istat testimoniano quindi che effettivamente esistono dei settori con le carte in regola per far auspicare la tanto attesa ripresa economica.

Mirko Zago

Preoccupazione dal settore lusso per la nuova comunicazione telematica delle fatture

Dal primo maggio le imprese dovranno adeguarsi alle nuove regole di comunicazione telematica delle fatture qualora l’importo sia pari o superiore ai 3mila euro (3.600 per i privati). A stabilirlo è l’articolo 21 del decreto legge 78/2010 provvedimento del 22 dicembre 2010 che impone di identificare il cliente, oltre una certa soglia di acquisto, richiedendo dati tra cui il codice fiscale. La misura è giustificata dalla necessità di migliorare i controlli anti frode, rendendo così più tracciabili le trattative d’acquisto e impedire evasioni.

I commercianti sembrano però non aver accolto di buon occhio la novità, per loro infatti si prospettano costi aggiuntivi necessari per aggiornare i sistemi di gestione informatica. Questi ultimi dovranno essere abilitati alla memorizzazione dei nuovi dati richiesti e come se non bastasse ci si esporrebbe ad altri maggiori rischi tra cui figura la mancanza di privacy negli acquisti e un conseguente allontantamento dal mercato italiano. A temere la diaspora di acquirenti sono soprattutto quanti operano nel settore del lusso. Giuseppe Aquilino, presidente nazionale della Federdettaglianti Orafi ha espresso le sue perplessità:  “Chi fa acquisti importanti spesso desidera la massima riservatezza, un desiderio che non ha motivazioni di carattere fiscale. Se non la trova da noi, questa riservatezza, andrà a cercarla altrove. Basta analizzare le dinamiche commerciali del nostro settore per scoprire che la clientela, per acquisti di elevato valore, è disponibile a una grande mobilità. E’ dunque probabile, per esempio, che a fronte delle nuove regole molti clienti si orientino verso commercianti ‘disinvolti’ o verso Paesi che prevedono condizioni più semplificate delle nostre“.

Si teme in sostanza che per favorire il rispetto delle norme italiane in tema fiscale si finisca per penalizzare le stesse imprese nostrane regolari, incentivando il consumatore finale a rifornirsi da mercati esteri magari andando incontro anche ad illeciti. Un ulteriore rischio è la ridondanza delle informazioni richieste al cliente, qualora questo paghi con assegno o carta di credito. Queste forme di pagamento infatti già prevedono un trasferimento di dati di identificazione e chiederli due volte non avrebbe giustificanti. Nel frattempo Federdettaglianti, per permettere una maggior riflessione sulle conseguenze che la nuova normativa apporterebbe, auspica un rinvio dell’entrata in vigore almeno per la parte relativa al business to consumer.

Mirko Zago

La Regione Abruzzo incentiva l’assunzione di lavoratori svantaggiati

Si chiama “Welfare to Work” (Determinazione dirigenziale N. DL 23/41) il progetto che mira ad incentivare l’assunzione di lavoratori svantaggiati promosso dalla Regione Abruzzo. Il progetto prevede l’erogazione da parte dell’assessorato regionale alle Politiche Attive del Lavoro di 1,5 milioni di euro provenienti da fondi nazionali oltre che bonus assunzionali da destinari ai datori di lavoro stanziati nel territoro regionale e la cui impresa conti un numero inferiore ai 50 dipendenti intenzionati ad assumere sia a tempo determinato che indeterminato persone svantaggiate.

I casi contemplati al fine di accedere alle risorse sono nello specifico l’assunzione con contratto di lavoro a tempo pieno (almeno 30 ore settimanali) ed indeterminato; assunzione con contratto di apprendistato; pasaggio da contratto a tempo determinato (inferiore a 12 mesi)  a tempo indeterminato; assunzione con contratto di lavoro a tempo pieno (pari a superiore a 30 ore settimanali) e determinato di almeno 12 mesi.

I lavoratori che possono rientrare nel programma del bando Welfare to Work devono essere residenti in un comune della Regione Abruzzo, oppure iscritti all’A.I.R.E. tenuta da un Comune della Regione Abruzzo, oppure iscritti presso un centro per l’impiego della Regione Abruzzo. Devono inoltre rientrare nelle seguenti categorie:

a) lavoratori in cassa integrazione o in mobilità con legislazione in deroga, purchè si tratti di altra azienda rispetto a quella di provenienza del lavoratore;

b) lavoratori disoccupati e/o inoccupati da più di 12 mesi, non percettori di ammortizzatori sociali o altri sostegni al reddito.

I bonus previsti sono di 2.000 euro per ogni soggetto assunto con contratto a tempo determinato della durata di almeno 12 mesi. In tutti gli altri casi il bonus previsto è pari a 5.000 euro. Per le richieste è possibile presentarsi agli sportelli della Regione Abruzzo e inviare la modulistica per mezzo raccomandata A/R a partire dalle ore 8.00 del 20 gennaio 2011 e fino alle ore 24.00 del successivo 31 marzo. Modulistica e recapiti sono presenti nel sito della Regione Abruzzo.

Mirko Zago

Alleggerimento burocratico e nuove facilitazioni per le Pmi

Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, è sempre più convinto che la semplificazione normativa sia la strada giusta per agevolare le imprese, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni. Sarà in particolare la riforma degli incentivi, prevista per gennaio 2012, ad alleggerire il carico burocratico che attualmente grava  sulle spalle degli imprenditori. Per agevolare le Pmi si ricorrerà ad uno sfoltimento di 30 delle attuali 100 leggi nazionali che regolamentano l’attività imprenditoriale e  sarà previsto un nuovo raggruppamento degli incentivi in tre categorie: automatici (detrazioni e bonus fiscali); bandi di finanziamento per programmi organici e complessi e infine finanziamenti per grandi progetti oltre i 20 milioni di euro. Grazie al risparmio permesso dalla riforma si conta di istituire anche un Fondo Unico per la “flessibilità nell’uso dei finanziamenti necessaria all’attuazione della programmazione” e si auspica di riservare  il 50% delle risorse per favorire il sostentamento delle piccole e medie imprese.

Tra le agevolazioni più attese ci sono i cosiddetti “voucher” destinati a quanti vorranno aggregarsi in consorzi e cooperative o sfruttare il contratto di rete. Il ministro ha assicurato che il passaggio da vecchio a nuovo ordinamento sarà graduale per permettere una facile integrazione e un buon funzionamento del sistema. Il governo dal canto suo sta cercando di potenziare concretamente la crescita industriale, puntando sul “made in Italy” e sull’ innovazione tecnologica. A favore di quest’ultimo punto sono stati stanziati 770 milioni per 220 progetti, coinvolgendo oltre 1550 imprese e 600 enti di ricerca, con investimenti per 2 miliardi di euro con l’intento di raggiungere l’obiettivo annuale di crescita dell’1% del Pil.

Intervistato da Il Sole 24 Ore, il ministro Romani ha commentato: “Siamo stati i primi in Europa a recepire la direttiva Small business act e la maggioranza è ora impegnata a rispettare i tempi previsti per la legge annuale sulle Pmi. Le previsioni di crescita annunciate dal rapporto non saranno compromesse in quanto gli interventi previsti dalla legge possono essere attuati a prescindere dalla forma giuridica adottata e, in ogni caso, essa rappresenta solo una parte, anche se importante, di una strategia più complessiva che il ministero ha concepito a favore delle piccole e medie imprese“.

Mirko Zago

Per gli italiani il fisco è ingiusto ma la colpa è dell’evasione

Secondo una ricerca realizzata dal Censis per il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili,  il “fisco” sembra avere per gli italiani una cattiva reputazione.  I tre aggettivi che lo descrivono stando alle statistiche sono “ingiusto”  (36,2%), inefficiente (25,5%) ed esoso (23,7%). Ciò che appare più sorprendente è però il fatto che per il 44% degli intervistati il male maggiore sarebbe l’evasione fiscale mentre è la metà a ritenere che il problema principale sia invece l’eccessivo carico tributario. Nonostante le numerose manovre atte a contrastare le frodi, 6 italiani su 10 percepiscono un aumento negli ultimi 3 anni di quanti riescono a farla franca.

Cosa infastidisce i contribuenti? Dell’81,1% degli intervistati che dichiarano che le tasse sono eccessive, il 47,3% ritiene ingiusto il canone Rai, seguito dal 14,5% che sembra avverso al pagamento del bollo auto e dell’Ici (12,7%). Seguono la tassa sulla nettezza urbana (12,1%) e l’Irpef (11,6%).  Ciò che infastidisce di più è la sproporzione esistente tra il quantitativo di tasse pagate e servizi ricevuti, infatti il 55,7% degli intervistati sarebbe disposto a pagare anche più tasse a patto che i servizi erogati aumentassero in modo equo. A spaventare i contribuenti ci sarebbe anche l’eccessiva difficoltà a rispettare scadenze, compilare moduli e mancanza di regole univoche, in sostanza è la burocrazia ancora una volta a provocare disagio quasi nell’80% degli intervistati. Ad essere contestati sono poi la mancanza di tutele (72,3%, troppo pochi conoscono lo Statuto del contribuente, strumento fondamentale di tutela), l’eccessivo carico di documenti per richiedere agevolazioni (72,8%), tempi d’attesa eccessivi per i rimborsi (68,2%).

Ma qual è la percezione della salute del sistema fiscale per gli italiani da tre anni a questa parte? Secondo il 36,8% le cose sarebbero peggiorate, per il 48,6% lo stato delle cose sarebbe sostanzialmente rimasto inalterato,  è invece il 14,6% a percepire dei miglioramenti. La maggioranza è concorde però nel ritenere che si sia assistito ad un miglioramento per quanto concerne la facilità dei pagamenti. Rimane comunque fondamentale il supporto del commercialista per la dichiarazione dei redditi (vi si affida il 40,5% degli intervistati) e dei Caf (a cui ricorre il 41,5%).

Quali sono le proposte di miglioramento? Il 51,7% degli italiani ritiene di fondamentale importanza l’inasprimento dei controlli anti evasione,  il 23,4% chiede di abbassare il livello dell’imposizione fiscale e il 22,1% di semplificare il sistema tributario. Altre proposte sono l’aumento di forme di tutela del contribuente (20%), federalismo fiscale (16,6%), introduzione del quoziente familiare (12,5%).

Claudio Siciliotti presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili alla conferenza stampa di presentazione della ricerca ha affermato:  “Vi sono davvero tutti i presupposti per poter combattere l’evasione fiscale non sulla pelle dei cittadini, ma con la loro collaborazione, nel segno di una vera nuova stagione fatta di efficienza nel dare e nel chiedere. Ecco perché  riteniamo quanto mai opportune le considerazioni che abbiamo formulato in questi giorni sul quadro complessivo disegnato dalle misure fiscali introdotte in questi ultimi due anni, alcune delle quali già in vigore, altre di prossima attivazione. Non possiamo gettare al vento questa occasione confondendo l’efficienza con la ferocia. L’efficienza presuppone uno Stato capace di esigere quello che gli è dovuto, ma al contempo intransigente con se stesso nel dare ai cittadini quanto loro spetta. Noi oggi rischiamo invece di buttare via tutto secondo la classica logica del chi troppo vuole, nulla stringe“.

Fonte: Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili

Mirko Zago