Natale magro per gli italiani

Gli italiani si stanno preparando ad un altro Natale “di vacche magre”, all’insegna del risparmio e, in molti casi, della povertà.
Confcommercio, infatti, alla luce di un’indagine appena condotta, in collaborazione con Format Ricerche, sul mood degli italiani a un mese dalle festività natalizie, conferma che quello del 2013 sarà un Natale di crisi, e forse nemmeno l’ultimo.

Chi sperava, dunque, in una ripresa rapida o, almeno, di festeggiare con spumante e panettone anche la fine della crisi, rimarrà deluso, perché le famiglie italiane, provate da un lungo periodo di privazioni, non hanno nessuna voglia, e nessuna possibilità, di spendere e spandere, e anzi prevedono altri 12 mesi all’insegna del rigore.

Sono ben sette italiani su dieci a pensarla così, e addirittura due su tre coloro che sono convinti che la crisi durerà ancora per almeno due anni.
D’altra parte, sarebbe difficile pensarla diversamente, considerando che, rispetto ad un anno fa, ben il 47% della popolazione si sente più povera.
E, da questa considerazione, alla decisione di non fare regali, il passo è breve.

Nonostante la sfiducia nel futuro, in generale gli italiani non vogliono rinunciare al rituale del regalo e, nell’86% dei casi, si stanno già guardando in giro per accontentare i propri cari. Per piacere o per dovere? In questo caso le percentuali sono quasi in parità.

A vivere il Natale 2013 in maniera più dimessa sarà il 69.3% degli intervistati, contro i 66,4 del 2012.
Ma questa escalation in negativo dura, a dire il vero, dal lontano 2008, perciò, parlare di festività sottotono sembra ormai una triste consuetudine.

Ovvio che siano in minoranza gli ottimisti, coloro che ritengono che questo sia l’ultimo Natale di recessione: sono il 20% contro i disillusi, il 68,6%, convinti al contrario che, a questo, ne seguiranno altri, tutti ugualmente con la cinghia tirata.

A sentire maggiormente questo periodo di difficoltà sono le donne, e in generale nelle persone tra i 24 e i 54 anni, ma in minor numero se di sesso maschile. Lo scetticismo, inoltre, prevale presso coloro che risiedono nelle regioni del Mezzogiorno, ed in particolare nelle grandi aree metropolitane.

In un contesto del genere non stupisce che in vista delle prossime festività natalizie aumenti la percentuale degli italiani che dichiarano di “non” essere intenzionati a fare acquisti per i regali di Natale: erano il 13,7% nel mese di novembre del 2012, sono oggi il 14,2% coloro che non sono intenzionati a fare gli acquisti per i regali in vista del Natale 2013.

La quasi totalità delle famiglie (l’85,8%) restano comunque intenzionate ad effettuare i regali (erano l’86,3% l’anno scorso). L’area di difficoltà cresce presso i consumatori più giovani, ossia presso coloro che hanno meno di 34 anni, presso i consumatori che risiedono nelle grandi aree metropolitane di Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli, Bari, e presso i consumatori che risiedono nelle regioni del Nord-Est dal Friuli Venezia Giulia al Veneto, una volta vero e proprio locomotore dello sviluppo del paese, oggi alle prese con una crisi che da economica si sta velocemente trasformando in crisi sociale.

I motivi che tengono gli italiani lontani dai negozi sono molteplici: la diminuita capacità di spesa degli italiani, la minore propensione ad effettuare acquisti in un periodo di crisi (calo della fiducia), anche se ciò non basta per scalfire l’importanza di una festività considerata ancra importante e sacra, regalo o non regalo.

Ciò che maggiormente preoccupa è come la quasi la metà dei consumatori giudichi la propria condizione economica in una posizione di svantaggio rispetto a soli dodici mesi fa. Il 47,4% degli italiani si ritiene difatti “più povero” rispetto a prima e, di questi, due su dieci esprimono giudizi decisamente marcati.
In sostanza la popolazione si divide in due parti se si pensa che esiste una seconda metà che constata una certa invarianza della propria situazione e che risulta del tutto minimale la quota di chi, al contrario, si pensa attualmente più ricco.
Più nel dettaglio il 34,6% degli italiani ritiene che nel 2013 la situazione economica della propria famiglia è diventata “un po’ meno buona” rispetto alla condizione del 2012, mentre il 9,8% ritiene che la condizione economica della propria famiglia oggi è diventata “assai meno buona” rispetto a quella dei dodici mesi precedenti.
Per il 54,1% la situazione è rimasta stazionaria A questi dati fanno riscontro quelli relativi alla previsione degli italiani circa la condizione economica della propria famiglia per il 2014 (prossimi 12 mesi). Soltanto il 4% degli italiani ritiene che la condizione economica della propria famiglia migliorerà entro i prossimi 12 mesi.
Secondo il 20% circa la condizione economica della propria famiglia peggiorerà ancora nel corso del 2014 mentre secondo il 72,4% la propria condizione economica resterà pressoché la stessa del 2013.

Vera MORETTI

Natale in rosso… per i consumi

Lo abbiamo visto all’inizio della settimana e le voci che abbiamo ascoltato non fanno altro che ripetercelo: il Natale che ci aspetta tra meno di tre settimane sarà uno dei meno allegri della storia recente, almeno sul fronte dei consumi. Sondaggi, inchieste, voci fanno a gara a spingersi nel terreno del pessimismo. E allora sentiamo anche che cosa dice Confesercenti con il suo sondaggio commissionato a Swg.

In realtà, nulla di nuovo rispetto a quanto già sentito da consumatori e commercianti: per questo Natale, gli italiani spenderanno 36,8 miliardi, ossia il 3% in meno rispetto al 2011 (allora spesero 38 miliardi). Un dato che, secondo il sondaggio, è soprattutto frutto di un tira e molla emotivo: da una parte la crescita della speranza nelle prospettive del Paese, dall’altra l’aumento del numero di coloro i quali temono che quello del 2012 sarà il peggior Natale del triennio di crisi nel quale siamo immersi. Entrando nelle cifre, sono il 54% del totale quelli che provano ad affidarsi alla speranza (comunque in calo rispetto al 2011, quando erano il 51%), mentre sono il 38% (19 milioni) quelli che vedono il Natale alle porte come il peggiore dal 2010: e qui l’impennata rispetto allo scorso anno è più sensibile, visto che si arriva al 38% da un 25%.

Ma che cosa c’è alla base di questa caduta di fiducia? Soprattutto, dice il sondaggio, una forte diminuzione del cosiddetto “effetto Natale“, quel mix di leggerezza nella spesa e ridotta attenzione al budget che, di solito, caratterizza gli acquisti natalizi: un mix che ha portato la spesa prevista dagli 11 miliardi di euro del 2011 ai 10,7 di quest’anno.

Sempre restando ai freddi numeri, sono venti milioni gli italiani che non vedono differenze con l’anno passato, mentre poco più della metà (11 milioni) prova a vedere rosa. A conferma del fatto che le donne salveranno il mondo (se non l’economia), tra gli ottimisti prevalgono le rappresentanti del gentil sesso.

Pressoché unanime in tutti gli studi effettuati in questo periodo l’analisi sulla destinazione (magra…) delle 13esime. Le italiche formiche destineranno 11 miliardi e 739 milioni al risparmio, accantonandoli per cercare di tappare le falle aperte nel loro bilancio familiare dalle manovre e dalle tasse di questo scellerato 2012. Risultato, la quota destinata agli acquisti calerà di circa 2 miliardi rispetto allo scorso anno, attestandosi a 17 miliardi e 787 milioni. Certo, perché restano da pagare mutui, bollette, tasse, debiti, Imu e balzelli vari: un salasso per il quale serviranno circa 12 miliardi (+641 milioni rispetto al 2011), oltre ad altri 13 per

Circa 12 miliardi provenienti dalle tredicesime, invece, verranno usati per far fronte ai mutui e pagare i debiti (+641 milioni sul 2011), mentre quasi 13 miliardi e mezzo saranno destinati ad affrontare le necessità familiari e della casa di abitazione.

Caro Babbo Natale, quest’anno durante il tuo giro fai pure a meno di fermarti in Italia: ci piacerebbe tanto poter ricevere i tuoi regali ma, scusaci, non ne abbiamo più per pagarti il disturbo. Per cui, magari, limitati a chiamare la tua amica Befana e a farle scaricare una camionata di carbone di fronte a Palazzo Chigi; sempre ammesso che il ministro Clini non ti denunci per disastro ambientale…

Crisi di panico da regali di Natale? Consolatevi…

di Alessia CASIRAGHI

Vi sentite in colpa perché non avete ancora comprato i regali di Natale? Consolatevi, non siete i soli. Secondo l’annuale indagine di Confcommercio sugli acquisti per i regali di Natale 2011 otto italiani su dieci acquistano i doni natalizi nel mese di dicembre, ma ben uno su tre, dato in aumento rispetto allo scorso anno, aspetta la settimana immediatamente precedente il Natale per darsi da fare tra pacchetti, pacchetti, shopping compulsivo, traffico estenuante e ricerche inconcludenti.

Ma dove comprano i regali gli italiani? E’ in aumento anche la percentuale di chi ricorrerà ai punti vendita tradizionali, +4,8% rispetto al 2010, mentre una grossa fetta di acquirenti lo farà via Internet (+5,6%). La maggior parte tuttavia, acquisterà presso le grandi strutture commerciali, saranno il 62,8% nel 2011 contro il 61,8% nel 2010.

Qual è la stima di spesa per i pacchetti da mettere sotto l’albero? Il 60,7 % degli intervistati dichiara di prevedere un budget variabile tra i 100 e i 300 euro, mentre diminuisce la quota di chi spenderà più di 300 euro. Di questi il 59,2% pagherà in contanti, mentre il resto si dividerà equamente tra bancomat (20%) e carta di credito (20,7%).

I meno spendaccioni? Facile a dirsi, i giovani, soprattutto provenienti Centro e del Sud Italia. Mentre per quanto riguarda la tipologia di acquisto Confcommercio mette al primo posto i generi alimentari (71,2%), seguiti dai prodotti per la cura della persona (63,7%) e da giocattoli e giochi per bambini (54,2%).

A causa della crisi economica, sono in calo gli acquisti di capi di abbigliamento, libri, Cd e Dvd e vino. Ma il Natale 2011 sarà soprattutto tecnologico. Il 17,6% degli intervistati opterà per telefoni cellulari, il 4,5% per smartphone e l’1,2% per i tablet. Pensateci, l’anno prossimo se non altro potrete acquistare i vostri regali comodamente dal vostro iPad…

A Natale il made in Italy è sotto l’albero

Champagne o spumante? Foie gras o tartufo? Frutta esotica o mandarino? A Natale vince il made in Italy. Lo conferma un’analisi condotta da Coldiretti sulla base dell’indagine “Xmas Survey 2011” di Deloitte.

Italiani decisi a uscire dalla crisi favorendo l’acquisto di prodotti autoctoni e legati alla tradizione nazionale. Se il budget previsto dalle stime è di 625 euro a famiglia, saranno gli acquisti all’insegna del made in Italy a caratterizzare la spesa degli italiani. Tre su quattro “il 73 per cento intende acquistare prodotti Made in Italy mostrando un livello di patriottismo molto più elevato della media dei cittadini europei che, solo nel 60 per cento dei casi, hanno lo stesso obiettivo di sostegno al proprio Paese” spiega Coldiretti.

Sebbene la spesa degli italiani per Natale abbia subito un leggero calo rispetto al 2010, -2,3%, saranno privilegiati acquisti attenti al risparmio e alla reale utilità.

“La spinta verso spese utili colpisce soprattutto i regali, -3%, piuttosto che il cibo e le bevande per i quali il budget rimarrà sostanzialmente stabile” ci tiene a precisare Coldiretti.

La nuova tendenza degli italiani è sintomo dell’affermarsi di uno stile di vita attento a ridurre gli sprechi. Come? Spazio a ricette personali e fai da te per le serate speciali, doni che hanno il sapore della tradizione, magari acquistando direttamente dagli imprenditori agricoli o nei mercati e nelle botteghe. Saranno gettonati i mercatini natalizi, le iniziative attente al legame con il territorio e legate alla promozione di prodotti made in Italy.

Niente acquisti online? “La metà degli italiani utilizzerà sia internet che il negozio per cercare regalie comparare i prezzi, – afferma Coldiretti – ma solo il 10 % acquisterà direttamente on line.”

Alessia Casiraghi