Documenti IVA precompilati dell’Agenzia delle Entrate, ecco quali sono tutti i vantaggi

Tra i modelli del Fisco precompilati non c’è solo il 730 ed il Redditi. E questo perché, in via sperimentale, l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione dei documenti precompilati pure per i titolari di partita IVA. Si tratta, nello specifico, della comunicazione delle liquidazioni periodiche IVA e delle bozze dei registri IVA delle fatture emesse e degli acquisti.

Vediamo allora come si utilizzano questi documenti IVA precompilati dell’Agenzia delle Entrate, e soprattutto quali sono i vantaggi per i titolari di partita IVA che utilizzano questi modelli con i dati precaricati da parte del Fisco.

Ecco la panoramica sui documenti precompilati dell’Agenzia delle Entrate per i titolari di partita IVA

Nel dettaglio, la novità relativa ai documenti IVA precompilati dell’Agenzia delle Entrate è scattata, in via sperimentale, a partire dalle operazioni IVA effettuate dall’1 luglio del 2021. Con i modelli precompilati che, per i soggetti passivi IVA residenti, ed anche per quelli stabiliti in Italia, sono accessibili da un’apposita area riservata del sito internet dell’Agenzia accedendo tramite le credenziali.

Partendo dalle bozze messe a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, il titolare di partita IVA può effettuare la convalida senza aggiunte, oppure può procedere con delle integrazioni. Ed il tutto con il vantaggio che, convalidando i documenti IVA precompilati dell’Agenzia delle Entrate, il contribuente non avrà l’obbligo di tenuta dei registri.

Dai registri fatture emesse agli acquisti, ecco come si ottiene la bozza della Comunicazione IVA

L’Agenzia delle Entrate, mensilmente, alimenta i dati presenti nelle bozze dei registri, principalmente, sia con i dati relativi alle fatture elettroniche, sia attraverso l’esterometro. In questo modo il titolare di partita IVA, convalidando il registro delle fatture emesse ed il registro delle fatture acquisti, sarà esonerato dalla tenuta dei registri per il trimestre di riferimento. Così come, sempre per il trimestre di riferimento, con la convalida dei registri il titolare di partita IVA avrà accesso, sempre dalla propria area riservata, alla bozza della Comunicazione IVA.

Quali sono i termini di accesso, di lavorazione e di convalida per i documenti IVA precompilati

Per i contribuenti, i citati documenti IVA precompilati dell’Agenzia delle Entrate sono accessibili, per la consultazione e per la lavorazione, dal primo giorno del mese e fino alla fine del mese successivo al trimestre di riferimento. Mentre per quel che riguarda la convalida dei documenti IVA precompilati i termini si aprono a partire dal giorno 20 del mese successivo al trimestre di riferimento, e fino alla fine dello stesso mese.

Gli italiani tornano ad essere disponibili all’acquisto, soprattutto per il cibo

Gli italiani sono usciti un po’ malconci dalla crisi economica, e forse in alcuni casi ancora non hanno visto la luce in fondo al tunnel, perciò, la prudenza ancora prevale quando si devono fare acquisti.
Forse, però, un’inversione di tendenza si sta verificando, in particolare nel settore alimentare, dove, invece, la disponibilità agli acquisti sembra aver ripreso vita.

Ricordiamo che, negli anni della crisi più nera, anche la spesa alimentare era stata particolarmente colpita, ma ora ha ripreso a crescere, per un totale del 14,3% in più sul totale dei consumi delle famiglie, quota decisamente superiore rispetto alla media dei principali Paesi europei, attestatisi all’11,4%.

Tutto ciò è stato testimoniato da una ricerca del Censis presentata a Milano da Massimiliano Valerii, direttore generale dell’Istituto e intitolata “Il futuro dell’alimentazione: tra stili di vita contemporanei e nuovi modelli di fruizione”.
Il cibo torna ad essere il principale interesse degli italiani, per ben il 91%, e, quando si tratta di fare una scelta, non si pensa in primo luogo al prezzo, come accade nel resto del mondo, ma a fattori qualitativi come trasparenza delle informazioni (94,4%), funzionalità (88,4%), salute (84,6%), eticità (83,5%).
A questi si aggiunge l’italianità, valore per il quale è disposto a pagare qualcosa in più (85,5%), in linea con un fenomeno globale di domanda di italian food che dal 2010 al 2015 è cresciuto nel mondo del 36,5%.

Si tratta, comunque, di fattori molto soggettivi, perciò, quando gli italiani decidono cosa portare sulle loro tavole, le soluzioni sono davvero molteplici: cibo pronto e semipronto (utilizzato da oltre 31 milioni di italiani), cibi salutisti (26 milioni), take-away acquistato on line (19,4 milioni), alimenti e bibite nei distributori automatici (25,3 milioni).
Ma, qualunque sia la scelta, gli italiani si informano prima in rete (57%, percentuale che sale al 74,2% nel caso dei mllennial, anche se, al momento dell’acquisto, sono ancora pochi coloro che lo fanno online. Per il cibo, si preferisce “toccare con mano”.

Un fattore dal quale non si può prescindere è la marca: il 67,3% è disposto a pagare di più per i prodotti della marca di fiducia.

Così ha commentato questi risultati Massimiliano Valerii: “E’ interessante notare come, più si ampliano offerta e canali, e più la marca assuma un ruolo di guida e di garanzia: gli italiani, compresi i millennial, sono disposti a pagare di più per il prodotto di marca, soprattutto quando comprano alimenti salutistici (71,1%), cibi pronti o semipronti (69,6%), prodotti nei distributori automatici (71,3%). E anche quando ordinano cibo cucinato a domicilio, dove quindi la ‘marca’ è il ristorante o la piattaforma di acquisto”.

Vera MORETTI