Scadenza in arrivo per le addizionali Irpef

La fine di novembre, come di consueto, coincide con la scadenza della seconda rata degli acconti Irpef relativi:

  • alle imposte IRPEF, IRES, IRAP
  • alla “cedolare secca” sulle locazioni di immobili abitativi
  • alle imposte patrimoniali su immobili e attività finanziarie all’estero (IVIE e IVAFE)
  • all’ imposta sostitutiva per i “minimi”.

Per ciascuna imposta/contributo è possibile adottare alternativamente il metodo storico o il metodo previsionale.

Con il metodo storico l’acconto 2013 è determinato in base all’importo indicato:

  • al rigo “differenza” ovvero “IRES dovuta o differenza a favore del contribuente” di Unico 2013
  • al rigo “Totale imposta” del modello IRAP 2013.

Per determinare l’ammontare da versare va considerato anche l’eventuale saldo a credito risultante dal modello UNICO / IRAP

Con il metodo previsionale è possibile versare in misura inferiore a quanto risulta sulla scorta del criterio storico qualora si presuma di conseguire un reddito nel 2013 inferiore a quello relativo al 2012; in tal caso occorre:

  • determinare l’imposta presunta sulla base delle disposizioni fiscali per l’anno 2013
  • versare la percentuale minima prevista per l’acconto.

I contribuenti che applicano questo criterio dovranno successivamente verificare se quanto versato in sede di acconto si rivela sufficiente o meno; tale verifica va effettuata in sede di determinazione del saldo 2013 (in Unico 2014). In caso di incapienza, sarà opportuno procedere al ravvedimento operoso dei minori acconti versati.

Si ricorda che, a decorrere dal 2013:

  • l’acconto IRPEF passa dal 99% al 100%;
  • l’acconto IRES passa dal 100% al 101%.

Con il metodo storico, la seconda (o unica) rata dell’acconto IRPEF 2013 va determinata sul 100% (in luogo del 99%) del rigo RN33 “Differenza” di UNICO PF 2013.
Si rammenta, infatti, che l’art. 11 del DL 76/2013 ha disposto l’aumento dal 99% al 100% dell’acconto IRPEF dovuto in relazione all’anno 2013 (e a quelli successivi). Tuttavia, tale modifica produce effetti esclusivamente sulla 2° o unica rata di acconto; pertanto, per stabilire l’ammontare dovuto a titolo di 2° o unica rata, sarà necessario:

  • determinare l’acconto complessivamente dovuto in misura pari al 100% dell’imposta dovuta per il periodo d’imposta precedente, indicata nel rigo RN33
  • sottrarre a tale ammontare quanto eventualmente versato come 1° rata.

Per quanto riguarda le ADDIZIONALI IRPEF regionali e comunali, entro il 02/12/2013 non è dovuto alcun acconto.

In presenza di determinate fattispecie, a seguito di recenti modifiche normative, se si adotta il criterio storico, è d’obbligo procedere alla rideterminazione della base su cui calcolare l’acconto 2013, e può risultare “conveniente” determinare l’acconto con il metodo previsionale in luogo di quello storico.

In caso di mancato o insufficiente versamento degli importi dovuti, il contribuente può ricorrere all’istituto del ravvedimento operoso per sanare la propria posizione; in tal caso, occorre applicare na sanzione ridotta con le seguenti modalità:

  • dallo 0,2% al 2,8%, se il pagamento è effettuato entro 14 giorni dalla scadenza, tenendo presente che per ogni giorno di ritardo va applicato lo 0,2%
  • del 3% per pagamenti eseguiti con ritardo superiore a 15 giorni ma non superiore a 30 giorni
  • del 3,75% per pagamenti eseguiti oltre 30 giorni ed entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno della violazione.

Andranno inoltre versati gli interessi calcolati su base giornaliera al 2,5% .

 

Oltre all’Irpef, arrivano le addizionali comunali

Il reddito delle persone fisiche viene tassato dall’Irpef, ma, in alcuni comuni, sono state aggiunte le addizionali.
La decisione di ricorrere ad una nuova tassa è stata preda da 1.989 amministrazioni comunali su 8.096, le quali hanno deciso di rifarsi dal mancato pagamento della prima rata dell’Imu.
I sindaci che ormai si erano abituati all’idea di riscuotere la nuova tassa sugli immobili, sono rimasti senza risorse e così sono ricorsi alle addizionali, che comunque serviranno solo temporaneamente a tappare i buchi delle casse comunali.

Si sa, le addizionali sono destinate a scomparire, e forse per questo un quarto dei Comuni italiani ha pensato di aumentarne l’aliquota rispetto allo scorso anno, arrivando così allo 0,8%. Tra i centri più grandi che adotteranno questa procedura ci sono Biella, Campobasso, Chieti, Gioia Tauro, Messina e Rieti, oltre a centinaia di piccoli e piccolissimi Comuni.

Anche le esenzioni cambiano a seconda dei Comuni di appartenenza: fino a 13.500 euro ad Arezzo; fino a 15 mila euro a Lecco, Reggio Emilia, Pavia; 14mila a Lucca; 40mila a Santa Margherita Ligure.

In molte città, come ad esempio a Milano, dove la soglia di esenzione è passata da 33.500 euro a 15 mila, si sta dando fondo alla leva addizionale per ripianare i conti del municipio. Ma lì l’aliquota dello 0,8% sarà applicata solo ai redditi superiori ai 75 mila euro, e le altre in misura proporzionale.

L’aliquota massima dello 0,8% è stata adottata altrove col correttivo dell’esenzione per alcune fasce di reddito. Accade a Trieste (esenzione fino a 7.500 di reddito) Ascoli e Macerata (fino a 8.500 euro di reddito), Rovigo (fino a 8.619), Cremona, Genova, Matera, Salerno e Sondrio (fino a 10 mila) Padova e Vicenza (fino a 15 mila).

Vera MORETTI

Stangata d’autunno: agli italiani costerà 450 euro

 

Il portafoglio degli italiani, che ormai non ha nemmeno più lacrime da versare dopo il rientro dalle vacanze d’agosto, si prepara a surriscaldarsi vertiginosamente in vista del prossimo autunno.

Previsti esborsi fino a 450 euro in più a famiglia, rispetto ai precedenti mesi del 2012, nel periodo compreso tra settembre e dicembre 2012. E’ la stangata d’autunno, così ribattezzata dopo che le indagini svolte da Ref Ricerche e Unioncamere Indis su 3 profili  tipo di famiglia con stili di consumo medi, hanno evidenziato un aumento della spesa annua complessiva di almeno il 20%, rispetto ai 12 mesi precedenti.

A pesare come una spada di Damocle sul portafoglio degli italiani saranno Imu ( la seconda rata più cara rispetto a giugno dovrà essere pagata entro il prossimo 17 dicembre), le addizionali Irpef regionali e comunali, i rincari di luce e gas, l’aumento dell’Rc Auto e i prezzi schizzati alle stelle dell’oro nero, la benzina. La stagione degli scontoni del weekend si è conclusa proprio oggi.

Addio estate, in tutti i sensi.

Alessia CASIRAGHI

Ecco come (e di quanto) si sono alleggerite le buste paga degli italiani

di Vera MORETTI

Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro fornisce chiarimenti circa gli effetti che le nuove addizionali Irpef regionali e comunali.

La nota dolente è che si faranno sentire sulle buste paga dei lavoratori dipendenti e sulle pensioni perché “lavoratori dipendenti e pensionati pagheranno il loro tributo al salvataggio del Paese”. E le buste paga saranno alleggerite a seconda della città in cui si pagano le tasse, anche se l’aumento delle addizionali regionali è uguale per tutti, ovvero dello 0,33%.

Gli scaglioni di reddito interessati sono pari a 20.000 euro, 40.000 euro e 60.000 euro e il calcolo è effettuato sullo stipendio lordo annuo.
In ciascuna provincia e per ciascuno scaglione di reddito, sono stati fatti i confronti con i singoli prelievi che sono con segno positivo (maggiore prelievo) e automaticamente è stato messo in evidenza quanto diminuisce il netto in busta (con segno negativo).

Con questo metodo, emerge che nel Lazio il netto in busta paga scende di 86 euro su un reddito di 20mila euro l’anno, di 172 su 40mila e di 258 su 60mila. In Lombardia, il netto diminuisce di 65,48 euro per il primo scaglione, di 210,46 per il secondo e di 316,46 per il terzo. In Puglia, la perdita è, rispettivamente, di 126 euro, 276 e 442 euro. La situazione è uguale per coloro che abitano in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Campania, Sicilia: si perdono 66 euro su 20mila annui, 132 euro su 40mila e 198 euro su 60mila.

Tasse: previsti aumenti a Milano, Torino, Roma, Firenze, Bari e Palermo

Le città di Milano, Torino, Roma, Firenze, Bari e Palermo stanno preprando ritocchi alle tasse previsti per il 2012 per un totale che potrebbe toccare i 10 miliardi di euro in più rispetto a quanto entra già nelle casse municipali. Grazie all’effetto del federalismo municipale, i Comuni potranno metter mano alle tariffe dell’Irpef ritoccandole a proprio vantaggio.

Ogni Comune potrà chiedere fino allo 0,4% del reddito delle persone fisiche mentre le Regioni potranno invece dal 2013 aumentare il costo con quote variabili fra l’1,4 e il 3%, a seconda delle fasce di reddito dei contribuenti, la grossa fetta andrà quindi alle regioni, mentre i Comuni dovranno accontentarsi di ritocchi.

Si stima che in città come Bari e Firenze l’aumento potrebbe arrivare a oltre mille euro l’anno in più per quei contribuenti che dichiarano un reddito di 50 mila euro.