Arma di Taggia, brasiliano accusato di evasione

Un  38enne brasiliano, Alexandre Martins, è indagato per una presunta evasione fiscale per circa 2 milioni e 800 mila euro ad Arma di Taggia, nell’entroterra imperiese. Stando alle indagini della Guardia di Finanza ligure, il ragazzo avrebbe  raggiunto un ragguardevole giro d’affari attraverso la vendita online di apparecchiature fotografiche.

Secondo l’accusa, l’indagato avrebbe venduto merce online, rigorosamente, in nero. Aveva un negozio-laboratorio di macchine fotografiche e telecamere di alta specializzazione nel centro della tranquilla cittadina ligure, ma a metterlo nei guai è stata l’attività parallela su E-bay.

La sentenza è attesa per il 24 gennaio.

Evasione fiscale, imprenditore trentino arrestato

Un imprenditore trentino di 43 anni operante nel settore delle pulizie industriali e civile è stato arrestato dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trento, per aver sottratto fraudolentemente i beni aziendali al fine di evitare le procedure di riscossione derivanti dall’omesso versamento di 786.000 euro di imposta sul valore aggiunto.

L’imprenditore avrebbe svolto normalmente la propria attività per diversi anni con alle dipendenze circa 70 persone, non versando l’Iva e facendo ricadere su terzi, inconsapevoli della frode, la responsabilità amministrativa e penale nonché, ovviamente, azzerando la possibilità per l’Amministrazione finanziaria di recuperare il debito fiscale contratto nel tempo.

Evasione fiscale, 800mila euro sottratti a Genova

La guardia di finanza ligure ha scovato una maxi evasione fiscale al termine di un normale controllo di routine su un’impresa edile di Busalla, nell’entroterra genovese: la ditta non avrebbe dichiarato al Fisco ricavi per ben 800mila euro nelle ultime cinque dichiarazioni dei redditi.

“La consistente evasione delle imposte sui redditi e dell’Iva – spiegano le fiamme gialle del capoluogo ligure – è stata ricostruita anche attraverso il controllo dei conti bancari dell’aziende”. Non passa giorno che un’azienda non venga colta di sorpresa…

d.S.

Giordano: “Il Redditometro non è la soluzione”

Terminato il periodo di prova e rodaggio, in questi giorni entra a pieno regime il famigerato Redditometro. Il nuovo strumento messo a punto dall’Agenzia delle Entrate è così già in grado di sfornare la prima lista di potenziali evasori fiscali che potrebbero ricevere l’invito a presentarsi negli uffici dell’ente di riscossione per spiegare le ultime spese, nel caso dovessero sorgere discrepanze con quanto dichiarato precedentemente al Fisco nei mesi scorsi. Il sistema sarà in grado di ricostruire per ciascun contribuente le spese effettuate di cui l’amministrazione fiscale ha certezza e di metterle a confronto con il reddito dichiarato. In materia di Redditometro abbia ascoltato l’interessante parere del Presidente nazione di ADICONSUM Pietro Giordano.

Presidente Giordano, nei mesi scorsi l’ADICONSUM ha diffuso un comunicato stampa spiegando come la lotta all’evasione fosse una battaglia di civiltà e di equità. Non crede che il Redditometro sia lo strumento giusto per arginare questa terribile piaga del nostro Paese?

Non sarà lo strumento giusto per sconfiggere la vera evasione, quella dei grandi patrimoni, quella che incide in modo più gravoso sulle casse dello Stato, sarà impossibile con questo strumento scovare tutti i fondi neri presenti all’estero nei paradisi fiscali. Il vero problema non è tanto la piccola evasione quotidiana dei piccoli commercianti, quanto l’evasione continua e sistematica di alcune grandi categorie di professionisti.

Il principio su cui si basa il Redditometro è che “tutto quanto è stato speso nel periodo d’imposta sia stato finanziato con i redditi del medesimo periodo”.

Il rischio in questo caso è che siano sempre gli stessi ad essere penalizzati, in questo caso i lavoratori dipendenti, non i grandi professionisti. Oggi sarebbero possibili tutti i controlli per colpire duramente i veri evasori fiscali e non accanirsi su chi, magari dopo 30 anni di sacrifici e risparmi, si è potuto permettere una vacanza di 3.000 euro.

Quali sarebbero per lei le misure da adottare alternative, o congiunte, al Redditometro?

Soprattutto accordi bilateri con gli Stati, sul modello tedesco, che assicurano più riservatezza ai grandi patrimoni, con un occhio sempre rivolto a scovare le varie società di comodo sparse per il mondo. Il Redditometro quindi è una delle soluzioni, non quella definitiva e risolutiva.

 

Jacopo MARCHESANO