Fiere italiane in salute, parola di AEFI

La trentesima rilevazione trimestrale sulle tendenze del settore fieristico condotta dall’Osservatorio congiunturale di AEFI (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane) per il periodo luglio-settembre 2016 indica un quadro complessivo in miglioramento rispetto al trimestre precedente e un consolidamento rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente.

L’indagine, che ha coinvolto 26 poli fieristici italiani associati AEFI, evidenzia un trend positivo per quanto riguarda espositori, visitatori e superficie occupata. Restano stabili gli indicatori relativi al numero di manifestazioni.

Particolarmente positivo l’andamento del numero degli espositori, con un saldo del +27% registrato dalle risposte degli associati AEFI, in significativo aumento rispetto al trimestre precedente, quando il saldo era +12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando si attestava a +16%.

Interessante lo spaccato relativo alla provenienza, da cui emerge un’ottima performance degli espositori italiani, con un saldo del +31%. Gli stranieri Ue segnano un saldo positivo del +23% mentre quelli extra Ue, fanno registrare un saldo del +15%.

I dati dell’Osservatorio AEFI trovano ulteriore conferma nel raffronto con l’analisi effettuata da ISFCERT-Istituto Certificazione Dati Statistici Fieristici riconosciuto da ACCREDIA relativamente alle fiere certificate.

Confrontando infatti l’andamento delle ultime due edizioni di 37 manifestazioni professionali internazionali che si sono svolte nei primi nove mesi del 2016 e che si sono affidate all’Istituto ISFCERT per ottenere la certificazione dei dati fieristici statistici sia nel 2015 che nel 2016 – e sono quindi comparabili – si evidenzia ancora un aumento del numero dei visitatori, delle visite – intese come numero degli ingressi univoci giornalieri – degli espositori e della superficie complessivamente occupata. 

In particolare, i visitatori hanno registrato una crescita totale del 2,5%, con gli italiani che sono aumentati dell’1,4% e gli stranieri del 6,5%; gli ingressi univoci giornalieri hanno subìto complessivamente un incremento del 5,4% (italiani +4,9%; esteri +9,4%). I dati indicano poi che gli espositori sono cresciuti del 2,2% (italiani +3%; stranieri +0,8%). Infine relativamente alla superficie occupata, le manifestazioni professionali certificate nei primi nove mesi del 2016 hanno registrato +3,2%.

Fiere italiane in salute

Le fiere italiane se la passano tutto sommato bene. La 28esima rilevazione trimestrale sulle tendenze del settore fieristico, condotta dall’Osservatorio congiunturale di AEFI per il periodo gennaio-marzo 2016, indica infatti un quadro in generale stazionario.

L’indagine, che ha coinvolto 25 poli fieristici italiani associati AEFI, evidenzia – attraverso i saldi positivi e negativi definiti in base alle risposte degli associati che hanno partecipato all’analisi – un trend positivo per tutti gli indicatori considerati, salvo che per il numero di manifestazioni e fiere.

Infatti, seppur la maggioranza dei quartieri coinvolti nell’indagine (52%) abbia registrato una situazione di stabilità, per la prima volta il saldo – risultato della differenza tra coloro che prevedono un aumento e coloro che una diminuzione – è negativo (-16%). Questo dato sulle fiere è anche conseguenza del fatto che diverse manifestazioni si sono concentrate nel 2015 per cogliere gli effetti di Expo. Si conferma inoltre stabile, con un saldo nullo, l’andamento degli espositori, con una lieve crescita (+ 4%) degli italiani e degli europei.

La superficie espositiva occupata dalle fiere registra un leggero aumento, mentre sono incoraggianti le performance relative ai flussi di visitatori: in aumento per il 48% degli associati coinvolti nell’indagine, invariato per il 28% e diminuito per il 24%. Il saldo, pari al +24%, rimane ampiamente positivo anche se meno brillante sia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sia a fine anno.

Lo spaccato della provenienza dei visitatori nelle fiere indica una crescita più significativa degli italiani, +20%, seguiti dagli europei (+12%) e da quelli provenienti dai Paesi extra Ue, che registrano un saldo positivo del +8%.

Infine, a sottolineare la fase di assestamento della ripresa, anche l’andamento del fatturato delle fiere risulta stabile. Le aspettative per i prossimi mesi, in questo quadro generale, continuano dunque a essere positive per tutti gli indicatori considerati.

Fiere italiane tra competitività e minacce

Il settore delle fiere in Italia gode di buona salute, ma ci sono alcuni fattori che ne possono minare la redditività, la competitività se non addirittura l’esistenza stessa. Se n’è parlato nei giorni scorsi a Venezia, durante l’assemblea di inizio anno dei soci di Aefi, l’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane.

Quali sono questi fattori di rischio per il comparto fiere? Secondo quanto emerso dai lavori dell’assemblea, sono principalmente tre: la tassazione immobiliare dei padiglioni fieristici, la possibilità di operare secondo regole europee in tema di trasparenza e l’assetto societario delle fiere.

Nella sua relazione, il presidente di Aefi, Ettore Riello, è partito dall’importante traguardo che l’associazione è riuscita a raggiungere con il “riconoscimento del ruolo delle fiere, arrivato a inizio 2015 dal Ministero dello Sviluppo Economico, che ha inserito a pieno titolo le fiere nel Piano di promozione straordinaria per il Made in Italy”, ricordando però che “tale risultato, verrà completamente vanificato se non accompagnato da un altrettanto sensibile politica fiscale sugli immobili, definendo un livello di tassazione sostenibile”. 

“Quello che chiediamo e auspichiamo – ha proseguito Riello è che la tassazione, per quanto riguarda l’applicazione dell’Imu, sia più equa nei confronti dei padiglioni fieristici, trattati come strutture commerciali, e non calcolando i giorni effettivamente utilizzati per le esposizioni con disposizioni univoche su tutto il territorio nazionale. Da tempo il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia delle Entrate sono al lavoro per cercare di trovare una soluzione e modificare la normativa. I continui rinvii iniziano a mettere le fiere in seria difficoltà”.

Sul fronte delle regole europee Riello ha anche sottolineato l’importanza del sistema fieristico italiano, secondo in Europa, che subisce però la forte concorrenza dei tedeschi e dei francesi. In particolare il sistema tedesco è fortemente finanziato dagli enti territoriali, soprattutto dai Lander e dalle Camere di Commercio per quanto riguarda le strutture espositive, e dai ministeri competenti per le attività delle singole manifestazioni.

Sul tema dell’assetto societario, l’assemblea ha preso atto che, nonostante le continue attività dell’Associazione, ancora non è stata definita e riconosciuta la specificità delle partecipazioni delle Camere di Commercio nelle fiere (art. 10, L. 7 agosto 2015, n. 124) che, per la particolarità e la complessità dell’attività che svolgono, sono “essenziali” e “necessarie per lo svolgimento delle funzioni istituzionali“. “Ritengo che i soci pubblici debbano restare nell’assetto societario delle fiere, affinché le manifestazioni fieristiche continuino ad essere competitive e ad accompagnare le imprese italiane nel loro processo di crescita”, ha aggiunto Riello.

Infine, una stoccata da parte di Riello al decreto attuativo della Riforma Madia sulle partecipate pubbliche, che obbliga gli enti fieristici a operare sul mercato secondo una logica di trasparenza gestionale. “E’ inaccettabile. Le fiere operano nel libero mercato e per continuare a essere competitive devono poter operare secondo la specifica normativa applicata in Europa. In caso contrario, saremmo l’unico sistema fieristico al mondo ad avere un assetto diverso, concedendo così un grande vantaggio ai nostri competitor stranieri”.

Un 2015 in crescita per il settore fieristico italiano

La 27esima rilevazione trimestrale sulle tendenze del settore fieristico condotta dall’Osservatorio congiunturale di Aefi (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane) per il periodo ottobre-dicembre 2015 indica un quadro in ripresa rispetto al trimestre precedente e un consolidamento rispetto al corrispondente periodo del 2014.

L’indagine, che ha coinvolto 26 poli fieristici italiani associati Aefi, evidenzia – attraverso i saldi positivi e negativi definiti in base alle risposte degli associati che hanno partecipato all’analisi – un trend positivo per tutti gli indicatori considerati: numero di manifestazioni, espositori e visitatori complessivi, superficie occupata e fatturato totale del settore fieristico. Diminuiscono in particolare le situazioni di stazionarietà, a vantaggio di un maggior ottimismo.

Riprende a crescere il numero di manifestazioni (il 38,45% dei quartieri coinvolti nell’indagine ha ospitato più rassegne e il 46,18% ha registrato stazionarietà, evidenziando la tenuta del sistema). Il saldo, pari al +23%, è particolarmente significativo.

Il numero degli espositori, con un saldo del +23% per gli associati che hanno risposto, conferma l’andamento positivo del settore fieristico sul trimestre precedente, quando il saldo era pari a +16%. Dall’analisi della provenienza degli espositori, emergono in forte ripresa gli italiani (+27%), mentre gli europei sono stabili e gli stranieri extra Ue fanno registrare un +4% .

Crescono anche le superfici occupate: il 46,14% dei partecipanti all’indagine registra infatti un incremento, nonostante il saldo del +19% sia più contenuto rispetto al trimestre precedente (+29%). Il maggiore contributo all’aumento della superficie complessiva occupata proviene dagli espositori italiani, +15%, mentre registrano una leggera contrazione le aree occupate dagli espositori stranieri.

Particolarmente positivi i dati relativi ai flussi di visitatori del settore fieristico: in aumento per il 61,52% degli intervistati, invariato per il 11,57% e diminuito per il 26,91%. Il saldo del +35%, al netto della componente stazionaria, conferma la dinamica positiva, con un incremento marcato rispetto al trimestre precedente (+25%).

Lo spaccato dei visitatori evidenzia una crescita sostenuta degli italiani, +27%, seguiti dagli europei (+19%). Stabili quelli provenienti dai Paesi extra Ue, che registrano un saldo nullo. Il tasso di crescita più contenuto dei visitatori esteri è imputabile principalmente al calo del flusso di viaggiatori causato dalle tensioni geopolitiche registrate nell’ultimo trimestre dell’anno.

Infine, a dimostrazione di un trend di ripresa del settore fieristico, l’andamento del fatturato segna, nel trimestre in esame, un +27%; un dato particolarmente positivo nonostante il leggero decremento rispetto al trimestre precedente (+33%).

Ottimistiche le previsioni per l’anno appena iniziato, che promette di essere buono per il settore fieristico, sia per quanto riguarda il numero di espositori, in aumento per il 46,14% dei quartieri che hanno partecipato all’indagine, sia per i visitatori, per cui si prevede un +35%.

Il Piano straordinario del governo per il made in Italy

Che il rilancio del made in Italy sia una fissa del premier Renzi e che ne voglia fare uno dei pilastri dell’azione di governo in ambito economico è cosa risaputa. Va in questa direzione anche il recente “Piano straordinario per il Made in Italy” varato dal governo e presentato a Milano dal viceministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, con il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi e il presidente di Aefi (l’Associazione Fiere italiane) Ettore Riello.

Un programma che prende ispirazione dall’imminente Expo2015 di Milano e che prevede, per quest’anno, uno stanziamento di 261 milioni da destinare a 5 principali aree di intervento, tra le quali “il potenziamento dei grandi eventi in Italia“, a beneficio del made in Italy.

Ecco il perché della presenza di Aefi. Forte sarà infatti il supporto alle manifestazioni fieristiche maggiormente cresciute in Italia e all’estero negli ultimi anni, con l’obiettivo di favorire l’internazionalizzazione delle imprese esportatrici di prodotti, eccellenze e know-how made in Italy.

Le fiere interessate dal Piano sono infatti più di oltre 40 e conteranno su finanziamenti totali per 48 milioni di euro purché abbiano “una posizione di leadership nel proprio settore a livello globale”.

Come ha ricordato il viceministro Calenda, “la cifra destinata nel 2015 al made in Italy ammonta a sei volte la media dei precedenti stanziamenti, e dimostra l’impegno del governo a favore dell’export. Il settore delle fiere svolge un ruolo cruciale nella promozione del sistema Paese e dei nostri prodotti, per questo all’interno dei fondi sono stati stanziati ben 48 milioni di euro, per potenziare i grandi eventi fieristici”.

Si respira aria nuova tra gli imprenditori – ha concluso Calenda -, questo può essere un anno straordinario per le esportazioni”.