Caro energia, i contributi per le imprese agricole e del turismo

Nel decreto legge “Energia”, oltre ai crediti di imposta per il consumo dei carburanti, dell’energia elettrica e del gas, sono previste anche agevolazioni per le imprese agricole, della pesca e del turismo. Per il settore agricolo, infatti, il decreto legge  numero 21 del 2022 dispone:

  • la rinegoziazione dei finanziamenti ottenuti attraverso la garanzia Ismea gratuita;
  • l’aumento delle risorse del Fondo per lo sviluppo delle aziende agricole;
  • la cessione del credito di imposta per il caro prezzo dei carburanti.

Per le imprese che operano nel turismo e per quelle agrituristiche, il provvedimento dispone il credito di imposta, nella percentuale del 50% di quanto versato per la seconda rata del 2021 dell’Imu. Il credito di imposta può essere ottenuto anche dalle imprese che svolgano attività congressuali e fieristiche, dai aziende che gestiscono parchi e dai complessi termali.

Agricoltura, con il decreto ‘Energia’ arriva la rinegoziazione dei finanziamenti

Con il decreto “Energia” arriva la rinegoziazione dei mutui agricoli grazie alla garanzia Ismea. Il governo ha previsto che si possa rinegoziare e ristrutturare i finanziamenti agricoli, in particolare quelli contratti dalle imprese agricole, da quelle della pesca e dalle aziende dell’acquacoltura. In concreto, il mutuo può essere allungato fino a 25 anni di quanto residui da rimborsare. La misura consente alle imprese del settore di poter contrastare la crisi di liquidità conseguente all’incremento dei costi delle materie prime e dell’energia in atto già dalla metà del 2021. Il legislatore ha pertanto considerato la mancanza di corrispondenza tra l’aumento dei costi sopportate dalle imprese agricole e della pesca e i prezzi di vendita, pressoché stabili, con la conseguenza della riduzione dei margini di guadagno.

Garanzia Ismea per le imprese agricole e della pesca, in cosa consiste?

Il decreto “Energia” prevede anche la possibilità della garanzia Ismea gratuita a favore delle imprese agricole e della pesca. La garanzia opera secondo quanto prevede il decreto legislativo numero 102 del 2004, all’articolo 17. Il sostegno, pertanto, va letto nella direzione del supporto alla patrimonializzazione delle imprese del settore. Il provvedimento, inoltre, rafforza il Fondo centrale di garanzia: ogni singolo beneficiario potrà richiedere la garanzia fino 5 milioni di euro. Ulteriori incrementi per 35 milioni di euro sono stati previsti per il Fondo per lo sviluppo delle imprese agricole, istituito dal comma 128 dell’articolo 128, della legge di Bilancio 2021.

Bonus carburanti per le imprese agricole e della pesca: chi può chiedere il credito di imposta?

Ulteriori interventi a favore delle imprese del settore agricolo e della pesca sono stati previsti per far fronte al caro carburanti. Infatti, le imprese possono richiedere un contributo straordinario corrispondente al 20% dei costi sostenuti per acquistare i carburanti utilizzati effettivamente nel corso dei mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2022. Il credito di imposta può essere ceduto dalle imprese agricole e della pesca beneficiarie ad altri soggetti, tra i quali le banche e gli altri istituti di intermediazione finanziaria.

Imprese agricole, si può utilizzare il digestato come fertilizzante

Le imprese agricole, inoltre, potranno usare il digestato come fertilizzante per i terreni. La norma mira a incrementare l’uso dei sottoprodotti vegetali e degli scarti della lavorazione delle imprese della filiera agricola e alimentare per far fronte alla scarsità di prodotti chimici. L’intervento, inoltre, deve essere inquadrato nell’ottica di favorire l’economia circolare, andando a ridurre i fertilizzanti chimici e limitare i costi di produzione delle imprese del settore.

Credito di imposta imprese turistiche per acconto Imu: di cosa si tratta?

Per le imprese del settore del turismo e ricettive il decreto “Energia” ha previsto un credito di imposta sull’Imu. Infatti, per tutto l’anno in corso viene riconosciuto un credito di imposta del 50% di quanto versato per la seconda rata dell’Imu del 2021. La rata Imu deve essere riferita agli immobili compresi nella categoria catastale D/2. I proprietari devono essere anche i gestori delle attività turistiche.

Turismo, chi può richiedere il credito di imposta del 50% sulla seconda rata Imu 2021?

Per richiedere il credito di imposta sulla seconda rata Imu del 2021 è necessario che le imprese turistiche abbiano patito una diminuzione dei corrispettivi oppure del fatturato nel secondo trimestre del 2021 rispetto allo stesso periodo del 2019. La diminuzione deve essere di non meno del 50%.

Quali imprese turistiche possono chiedere il credito di imposta del 50% dell’Imu?

Possono richiedere il bonus del 50% di credito di imposta sulla rata Imu le imprese turistiche:

  • che gestiscono strutture ricettive all’aria aperta;
  • quelle fieristiche, congressuali;
  • i complessi termali e i parchi tematici;
  • i parchi faunistici e acquatici;
  • le aziende di attività agrituristiche.

Il 50% del credito di imposta risulta detassato e si può utilizzare in compensazione mediante modello F24.

Turismo, come si presentano le domande per i contributi a fondo perduto e i crediti d’imposta

In arrivo i contributi a fondo perduto e i crediti di imposta per le imprese che svolgano la propria attività nel turismo. I tempi per la presentazione delle domande delle misure sono già fissati. Occorrerà solo attendere l’avviso del ministero del Turismo entro 60 giorni con l’apposito provvedimento. I contributi e i crediti di imposta sono previsti dall’articolo 1 del decreto legge numero 152 del 6 novembre 2021. Conti alla mano, togliendo i giorni di festività, le imprese interessate ai contributi avranno circa 70 giorni di tempo per preparare tutta la documentazione necessaria e inviarla.

Contributi e crediti di imposta al settore turistico, chi può presentare la domanda?

Secondo quanto prevede il decreto legge 152, possono presentare domanda di contributi a fondo perduto e di crediti di imposta le seguenti imprese del turismo:

  • quelle alberghiere;
  • le strutture per l’attività di agriturismo;
  • le strutture ricettive all’aria aperta;
  • le imprese del comparto del turismo, dunque quelle fieristiche, ricreative, congressuali;
  • gli stabilimenti balneari, i porti turistici, i complessi termali, i parchi a tema (faunistici e acquatici).

Tutte queste tipologie di imprese turistiche possono richiedere un contributo a fondo perduto o un credito di imposta sugli interventi, previsti dal decreto stesso, alle strutture. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità del servizio turistico secondo quanto prevede il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) nella misura 4.2.1.

Contributi e i crediti di imposta delle imprese del turismo: come si presenta la domanda?

Per presentare domanda dei contributi a fondo perduto e dei crediti di imposta delle imprese che operano nel settore del turismo occorrerà seguire la procedura telematica. Si dovrà accedere al portale del ministero del Turismo dove sarà a disposizione delle imprese interessate la nuova piattaforma. Per l’accesso, si attendono le istruzioni che il ministero del Turismo fornirà. I tempi però sono ristretti: dal momento in cui il ministero aprirà la piattaforma, la domanda dovrà essere presentata entro i successivi 30 giorni.

Quali sono i dati da inserire nella domanda dei contributi a favore delle imprese del turismo?

La sezione dei dati anagrafici della piattaforma per le domande dei contributi a fondo perduto e dei crediti di imposta delle imprese del turismo richiederà, innanzitutto, l’inserimento dei dati del legale rappresentante dell’azienda richiedente. Il legale rappresentante dovrà anche sottoscrivere la domanda con la firma digitale, oltre a procedere con la compilazione dei dati anagrafici richiesti. Lo stesso dovrà allegare anche il codice fiscale e il documento di identità. Nella domanda dovrà essere indicato anche il Documento unico di regolarità contributiva (Durc). Si tratta di uno dei passaggi al quale prestare particolare attenzione: in presenza di un Durc non in regola e non valido, l’impresa verrà esclusa dai contributi.

Quali sono informazioni catastali e di attività richieste dalla domanda di contributi a favore delle imprese del turismo?

L’inserimento delle informazioni che la piattaforma chiedere all’impresa del turismo per la richiesta dei contributi contiene anche l’indicazione dell’attività che esercita l’impresa stessa. Sarà necessario riportare le informazioni sulla sede presso la quale verrà realizzato l’intervento oggetto di contributo. Saranno tre le informazioni principali da inserire:

  • i dati catastali dell’immobile sul quale deve essere effettuato l’intervento oggetto di contributo e di credito di imposta;
  • il tipo di struttura ricettiva o di servizio turistico;
  • la tipologia di attività svolta presso la sede dove verrà realizzato l’intervento oggetto di contributo.

Domanda di contributi imprese del turismo: le informazioni sul tipo di intervento

In merito agli interventi per i quali le imprese turistiche faranno richiesta dei contributi e del credito di imposta, è necessario che venga compilata la relativa sezione. In particolare bisognerà indicare:

  • il titolo, il giorno di inizio e la data di fine dei lavori;
  • un abstract del progetto;
  • la descrizione più dettagliata dei lavori.

Interventi edili, in muratura o di impiantistica tra i contributi alle imprese turistiche: quali documenti vanno allegati?

Per gli interventi relativi a opere dell’edilizia, murarie e di impianti è necessario prestare particolare attenzione. Infatti, nella terza sezione, quella inerente le dichiarazioni e i documenti da allegare, il dicastero dei Trasporti chiede che venga inserita la copia del contratto di affitto. In alternativa si dovrà inserire la copia di qualsiasi contratto inerente la sede dove dovrà essere svolto l’intervento. I documenti da allegare sono obbligatori per le imprese che facciano richiesta nel caso in cui siano gestori di attività ricettiva o di servizi turistici per interventi relativi alle opere murarie o agli impianti in immobili oppure per aree di proprietà delle persone fisiche che non svolgano un’attività economica. Risulta altresì necessario inoltrare la dichiarazione sostitutiva del certificato di iscrizione alla Camera di commercio. Infine, vanno allegati:

  • tutte le certificazioni richieste;
  • i permessi necessari;
  • copia dei permessi a costruire.

Contributi a fondo perduto turismo: quali sono i documenti da allegare?

Proprio in merito alle certificazioni e ai permessi da allegare alla domanda di richiesta dei contributi del settore del turismo, bisognerà fare in fretta. I tempi per la domanda di 30 giorni dall’apertura della piattaforma del ministero del Turismo potrebbero risultare ristretti, soprattutto per i documenti da caricare. Considerando i 60 giorni del decreto, le imprese potrebbero avere a disposizione solo 70 giorni per:

  • consultare un tecnico abilitato che asseveri la congruenza dei costi massimi unitari;
  • faccia anche la verifica di coerenza dei giorni indicati per l’avvio e la conclusione degli interventi;
  • ottenere la certificazione di compatibilità per non arrecare danni significativi secondo quanto prevede il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr).

Dopo la presentazione della domanda per il fondo perduto, il richiedente deve fare il monitoraggio costante

L’ottenimento del fondo perduto o del credito di imposta per interventi su strutture del turismo obbliga il beneficiario a presentare, ogni 6 mesi dalla data di inizio dell’intervento:

  • l’analisi del livello di utilizzo dei contributi ricevuti e degli investimenti inerenti;
  • l’iscrizione delle spese totali ammissibili inerenti il progetto stesso;
  • l’indicazione delle singole voci di spesa riportate in maniera dettagliata.

Tax credit vacanze ad agenzie e tour operator fino al 31 dicembre 2021

Il decreto Sostegni bis ha aperto ad agenzie di viaggio e a tour operato per la tax credit sulle vacanze. In particolare, si tratta dei pacchetti con destinazione delle vacanze in Italia. Il maggior numero dei beneficiari della tax credit è assicurato dal comma 3, dell’articolo 7, del decreto legge numero 73 del 2021. Il decreto Sostegni bis va dunque a modificare il comma 1 dell’articolo 176 del decreto legge numero 34 del 2020.

Agenzie di viaggi e tour operator si aggiungono alle strutture per l’utilizzo del bonus vacanze

Con la variazione introdotta dal decreto Sostegni bis, il governo ha inteso dare un “maggiore contributo all’obiettivo di rivitalizzare la domanda dei viaggi“. Infatti, le misure limitative introdotte per l’emergenza Covid hanno determinato un impatto al ribasso su tutto il turismo. Il settore comprende, da quanto si legge nella Relazione illustrative, oltre alle strutture ricettive, agli agriturismi e ai bed and breakfast, anche i tour operator e le agenzie di viaggio. Queste ultime due categorie hanno registrato riduzioni di oltre l’80% dei ricavi dall’inizio dell’emergenza Covid.

Bonus vacanze: da chi è stato richiesto dall’introduzione del Dl 34 del 2020

Nei numeri, alla fine del 2020 sono state 1.886.000 le famiglie che hanno prenotato il bonus vacanze per un impiego complessivo delle risorse pari a 820 milioni di euro. Ma meno della metà lo hanno effettivamente usato, per un numero di famiglie pari a 788mila.

Risorse del bonus vacanze nel 2020 e 2021: ancora 500 milioni da utilizzare

Le famiglie che non hanno ancora utilizzato il bonus vacanze (pari a circa 1,1 milioni) sono attese per l’utilizzo delle risorse pari a circa 500 milioni di euro. Potranno farlo entro il 31 dicembre 2021. In totale, i fondi stanziati dal decreto legge numero 34 del 2020 sono pari a 2,5 miliardi di euro, dei quali 1,67 miliardi per il 2020 e 733,8 per l’anno in corso. L’estensione della tax credit ai tour operator e alle agenzie di viaggi mira, pertanto, ad agevolare l’utilizzo delle risorse stanziate.

Chi può richiedere il bonus vacanze e con quali requisiti?

La domanda per l’utilizzo del bonus vacanze doveva essere presentata entro il 31 dicembre 2020. Il bonus, invece, può essere utilizzabile fino al 31 dicembre prossimo. L’inizio dell’utilizzo del bonus da parte di chi ha presentato domanda era fissato al  1° luglio del 2020. È necessario, per usufruire dello sconto, che almeno un giorno delle vacanze rientri tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2021: ciò in vista delle vacanze natalizie con le quali si concluderà la possibilità di utilizzare il bonus. Il credito,  utilizzabile da uno solo dei componenti di un nucleo familiare, è determinato in:

  • 500 euro per ogni famiglia con un figlio a carico;
  • 300 euro per le famiglie composte da 2 persone;
  • 150 euro per le famiglie di una sola persona.

Chi paga deve essere lo stesso soggetto che utilizza il bonus vacanze?

È importante sottolineare che il componente del nucleo familiare Isee che paga può anche non coincidere con chi intende utilizzare il bonus vacanze. Il codice fiscale dell’utilizzatore, in ogni modo, deve essere riportato sulla fattura, sul documento commerciale, sullo scontrino o sulla ricevuta fiscale. Per la presentazione della domanda del bonus vacanze, scaduta a fine 2020 il valore dell’Isee non doveva superare i 40mila euro. La domanda si presentava in modalità telematica, utilizzando le credenziali Spid o Cie (Carta d’identità elettronica).

Detrazione del bonus vacanze nella dichiarazione dei redditi

La tax credit del bonus vacanze va utilizzato nella misura dell’80% come sconto e, per il restante 20%, come detrazione d’imposta nella dichiarazione dei redditi. La detrazione vale per il periodo d’imposta 2020 o 2021 a seconda dell’anno di utilizzo del bonus. Ciò significa che, per la detrazione da indicare nella dichiarazione dei redditi da parte della persona fisica che ha utilizzato il bonus vacanze (pari al 20% del bonus massimo), è necessario far riferimento alla data del pagamento. Se questa non supera il 31 dicembre 2020, la detrazione va effettuata nella dichiarazione dei redditi da presentare nel 2021 per l’anno di imposta 2020. Per i soggiorni pagati a partire dal 1° gennaio 2021, la detrazione d’imposta dovrà essere indicata nella dichiarazione dei redditi del 2022 per l’anno di imposta 2021.

Utilizzo del bonus vacanze: cosa c’è da sapere

Il bonus è utilizzabile dalle sole persone fisiche per il pagamento dei servizi di turistici usufruiti in Italia. I servizi devono essere resi da imprese del turismo e ricettive, da agriturismi, da bed and breakfast e, da ultimo, da tour operator e agenzie di viaggio.

Bonus vacanze, cosa deve fare l’esercente

Il fornitore del servizio turistico, che può essere la struttura ricettiva, l’agenzia di viaggio o il tour operator, per applicare lo sconto al momento dell’incasso, deve accedere all’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate con le credenziali di Fisconline o Entratel, oppure con lo Spid, Carta di identità elettronica o la Carta nazionale dei servizi. Il fornitore dovrà inserire:

  • il Qr Code o il codice univoco associato al bonus vacanze che viene fornito dal cliente;
  • il codice fiscale del beneficiario (cliente) che deve essere indicato anche nella fattura, nel documento commerciale, nello scontrino o nella ricevuta fiscale;
  • l’importo totale del corrispettivo dovuto al lordo dello sconto da applicare.

L’ agriturismo tira, anche a Natale

La formula della vacanza in agriturismo è una di quelle che, negli ultimi anni, hanno subito meno flessioni, specialmente in Italia. Tanto che, secondo i dati sono forniti da Agriturismo.it, dalla ricerca di Nextplora e dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo, nel nostro Paese, gli agrituristi valgono più di 1 miliardo di euro, sono oltre 5 milioni e la maggior parte di loro sceglie la struttura dell’ agriturismo per l’ospitalità familiare (45,2%) e la buona cucina (24,2%).

Inoltre, l’agriturista tipo ha tra i 35 e i 65 anni, è sposato (l’87%) e parte o in coppia o in famiglia (il 75,8% ha uno o più figli). In Italia oggi sono presenti oltre 21mila aziende dedite all’agriturismo (21744), +4,1% in più rispetto al 2013.

La vacanza in agriturismo va forte anche a Natale, dal momento che l’agriturista ama rilassarsi e degustare i prodotti tipici, ma allo stesso tempo visitare attrazioni naturalistiche o storiche nei dintorni.

Tre milioni e 500mila persone hanno soggiornato in agriturismo negli ultimi 12 mesi e tra questi, dato importante, l’86% si ritiene soddisfatto e vuole ripetere l’esperienza.

La regione italiana più ambita, sia per l’italiano sia per lo straniero, rimane la Toscana con il 54% delle preferenze, seguita dall’Umbria (34%), da Veneto e Sicilia (20%) e dal Friuli Venezia Giulia (14%).

L’87% degli agrituristi proviene dall’Europa, tra cui il 35% dalla Germania, il 12% dal Belgio e dall’Olanda e l’8% dal Regno Unito.

Per quanto riguarda la crisi, il 61% degli agrituristi italiani dichiara di aver sentito l’influenza negativa sulle proprie vacanze in agriturismo, contro il 68% del 2014. Tutt’altro scenario per gli agrituristi stranieri: ben l’80% dichiara che la crisi non ha inciso in alcun modo sulle loro vacanze.

Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo 2015, tra gli strumenti digitali più usati per poter scegliere la vacanza giusta, in agriturismo e non, si trovano le recensioni, i commenti letti online e gli articoli specializzati in viaggi. Per quanto riguarda l’ispirazione offline, invece, sono molto influenti i consigli di amici e parenti e la nostalgia delle vacanze passate.

Dati interessanti questi sulle vacanze in agriturismo, sui quali potrà contare la quarta edizione di Agriturismoinfiera, la rassegna dedicata alle aziende agrituristiche italiane che si terrà a Milano il 24 e il 25 gennaio 2016 al Parco delle Esposizioni di Novegro.

Vado a vivere in campagna

 

Accesso al credito sempre più difficile, se non possibile, per i giovani under 30 che decidono di mettersi in proprio. Imprese a 1 euro, Srl semplificate, finanziamenti fantasma: tutti specchietti per allodole per tanti ragazzi che decidono di fare il salto salvo poi trovarsi senza terra sotto i piedi?

E di terra, o meglio di imprese agricole, parla Coldiretti, denunciando l’impossibilità per le aziende agricole under 30 di accedere al credito rispetto a quelle adulte. Secondo un’ indagine condotta da Coldiretti/Swg in occasione della presentazione degli strumenti Ismea per l’accesso al credito e per il sostegno all’innovazione e al ricambio generazionale, gli agricoltori del terzo millennio avrebbero meno della metà di chances rispetto ai loro padri di ottenere finanziamenti per avviare e portare avanti la propria attività.

Coldiretti ci tiene però a sottolineare come negli ultimi 10 anni si sia assistito ad una “storica inversione di tendenza” con un aumento del 4,2% dei giovani agricoltori titolari di imprese individuali iscritte alle Camere di Commercio nel secondo trimestre del 2012.

Ma quante sono oggi le imprese agricole under 30 in Italia? Secondo un’analisi Coldiretti su dati Movimprese, si contano circa 62mila imprese attive in agricoltura condotte da giovani con meno di 30 anni, che però, nel 17% dei casi, mettono a nudo come l’ostacolo più grosso per il proprio futuro risieda nella difficoltà di ottenere finanziamenti.

Aumenta la voglia di fare impresa in agricoltura: la metà dei giovani tra i 18 ed i 34 anni preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che fare l`impiegato in banca (23%) o lavorare in una multinazionale (19%).

Una vera e propria inversione di tendenza, confermata anche dal boom delle iscrizioni agli Istituti Agrari: +11% sul totale di iscritti, mentre calano le iscrizioni ai Licei, almeno secondo i dati 2012 del Miur. Dall’indagine Coldiretti/Swg emerge poi che il 36,5% dei giovani under 30 ha una scolarità alta (specializzato, laureato, laureando), il 56% media (scuole superiori) e il 6,5% bassa (scuole medie).

Ma la parola d’ordine deve essere ‘accesso al credito’: “occorre investire in intelligenti attività di accompagnamento alla progettazione, adeguati meccanismi di assistenza allo start up, filiere corte di accesso al credito gestiti dai confidi come Creditagri Italia“, conclude Vittorio Sangiorgio, delegato nazionale dei giovani Coldiretti. Insomma, tutti a vivere in campagna, a dispetto del cugino di città…

Alessia CASIRAGHI

 

Turismo in crisi? Il governo è il grande assente

Quella appena trascorsa è stata una lunga settimana per Infoiva. La prima, vera settimana di rientro dalle vacanze che abbiamo deciso di impegnare proprio cercando di fare un primo bilancio della stagione in via di chiusura. Ci abbiamo visto lungo, dal momento che in settimana sono uscite le prime stime elaborate da Federalberghi

E siccome ci abbiamo visto lungo, abbiamo voluto andare sul territorio a sentire alcune delle più importanti Federalberghi locali, per tastare il polso degli operatori che ogni giorno “si sporcano le mani”. Le istanze che abbiamo raccolto sono state molto simili tra loro: la tassa di soggiorno? Una jattura. L’Imu? Una rapina? Le misure del governo a sostegno del turismo? Inesistenti.

Insomma, chi più chi meno, gli operatori locali hanno passato un’estate vissuta pericolosamente, confortati unicamente dal bel tempo di agosto (dopo un giugno e un luglio altalenanti) e già proiettati con molti timori chi alla stagione invernale, chi all’estate 2013. Con un solo, unico auspicio: che gli italiani, la prossima estate, abbiano di che spendere per le ferie.

 

Federalberghi Emilia: lasciateci liberi di fare impresa

Confturismo Veneto: investire nel settore, via tasse e rigidità

Più città d’arte, meno mare in Toscana. La parola a Paolo Corchia

Estate all’ombra del Colosseo. Qual è il bilancio?

Agriturismo, vero trend dell’estate 2012

Italia, il turismo è “verde” speranza

Ascoltare in questi giorni le varie Federalberghi regionali non è stata un’esperienza particolarmente consolante. La stagione turistica che ci lasciamo alle spalle è stata difficile per Emilia Romagna, Lazio, Veneto, Toscana e molte altre regioni; Federalberghi ha poi confermato a livello globale le stime dei cali, specialmente su agosto: -10% di presenze dall’inizio dell’anno.

Ma c’è un settore che pare abbia sofferto meno degli altri: quello dell’agriturismo. Secondo Turismo Verde – Cia l’aumento, seppur minimo (+1%), è dovuto ai picchi di presenze registrati soprattutto nel week-end di Pasqua, nei ponti del 25 aprile e dell’1 maggio e nel periodo estivo; in controtendenza rispetto al dato globale, per esempio, è agosto, con più di 1,5 milioni di ospiti, e le prenotazioni di settembre fanno prevedere un aumento di soggiorni in campagna stimato fino al 3%.

Infoiva non poteva quindi lasciarsi sfuggire l’occasione di sentire chi rappresenta questo settore ancora “vivo”, Giuseppe Gandin.

Leggi l’intervista al presidente di Turismo Verde – Cia Giuseppe Gandin.

Agriturismo, vero trend dell’estate 2012

 

di Alessia CASIRAGHI

Diario di un albergatore di campagna. Gli agriturismi sono risultati, secondo i dati emersi dalla relazione di Federalberghi diffusa ieri, l’unico comparto turistico italiano ad aver superato indenne questa tormentata (e torrida) estate 2012. Anzi che ha registrato una seppur lieve crescita: presenze in aumento dell’1 % nel 2012, con un boom pari a 1,5 milioni di turisti registrato nel solo mese di agosto, complici i soggiorni ‘mordi e fuggi’, il classico weekend fuori porta, e i prezzi rimasti invariati rispetto agli scorsi anni.

Ma qual è l’aria che si respira tra chi, come imprenditore, ha deciso di intraprendere questa attività, quasi sempre coniugandola con quella più prettamente agricola? Infoiva lo ha chiesto a Giuseppe Ganbin, Presidente di Turismo Verde, l’associazione nazionale agrituristica della Cia-Confederazione italiana agricoltori.

Un primo bilancio a caldo sull’andamento per il settore degli agriturismi della stagione turistica che si sta concludendo.
Anche se è un po’ presto per avere dati precisi, posso dire che il bilancio di questa estate 2012 è stato positivo, anche se abbiamo registrato una contrazione nella durata dei soggiorni e una spesa minore, perchè il turista media cercava di risparmiare il più possibile. Tutto sommato non ci possiamo lamentare. I numeri sulle presenze si sono mantenuti stabili rispetto al 2011 anche perchè i nostri prezzi sono invariati da 2-3 anni, nonostante l’aumento dello sgravio fiscale che pesa sul settore agricolo. L’agriturismo è oggi l’unico settore in crescita, che continua ad assumere manodopera, e ad avere un bilancio in attivo.

Quali sono le Regioni che hanno registrato maggior affluenza?
Toscana, la Puglia sta crescendo molto, è la regione del sud che registra la maggior crescita. Non se la cava male nemmeno la Sicilia, un po’ meno la Sardegna, più penalizzata quest’anno. Mantengono una buona posizione Veneto e Emilia Romagna.

Qual è la durata media del soggiorno in agriturismo?
Il soggiorno massimo dura una settimana, ma il weekend resta il più gettonato. Il picco delle richieste si è registrato nel mese di agosto, ma solo nelle aree balneari e montane, e nelle zone limitrofe, che hanno visto crescere il numero delle prenotazioni. Più penalizzate le zone all’interno e le aree continentali, anche a causa del clima torrido che si è respirato il mese scorso.

Perchè scegliere una vacanza in un agriturismo?
Per la posizione, la maggior parte delle nostre strutture si trovano in campagna o nelle aree vicino alle zone balneari, e poi per i cibi genuini che la nostra agricoltura è in grado di offrire. Dal produttore al consumatore in maniera diretta.

Capitolo Imu. Che impatto ha avuto e avrà sul settore degli agriturismi italiani?
L’agriturismo è riconosciuto dallo Stato come realtà agricola, non come azienda turistica, e per questo presenta delle limitazioni per legge sotto moltissimi punti di vista, sia per quanto riguarda i giorni di apertura, il numero massimo di ospiti che possiamo accogliere, solo per citarne alcuni. Dall’altra parte però si trova gravato della medesima tassazione cui sono sottoposte le imprese turistiche e commerciali: dall’Imu  alla Tarsu, senza dimenticare che per noi la tassa sui rifiuti si moltiplica per tre. Oltre alla Tarsu, come imprese agricole ci troviamo a far fronte alla tassa sui rifiuti agricoli, più quella sugli scarti di lavorazione agricola. Per usare una metafora, è come comprare una Ferrari, ma non poter fare più del 50 all’ora.

L’applicazione della tassa di soggiorno ha inciso negativamente sul turismo?
La tassa di soggiorno è un altro capitolo discusso. In Veneto, ad esempio, la tassa di soggiorno sugli agriturismi è equiparata a quella degli hotel 4 stelle, anzi si trova a cavallo fra i 4 e 5 stelle  (3 euro per gli hotel 5 stelle, 2,50 euro per gli agriturismi e 2 euro per gli hotel 4 stelle). E le nostre tariffe di prezzo non sono certo quelle degli hotel a 5 stelle! Il nostro però è un settore numericamente debole (1%)  e troppo poco ascoltato perchè le cose cambino in tempi brevi.

Il rincaro dei carburanti e la stretta del fisco quanto hanno inciso sull’afflusso di turisti nella Regione?
Ha pesato tantissimo, sia per quanto riguarda l’afflusso dei turisti, sia per quanto riguarda, come aziende agricole, la coltivazione: l’agricoltura oggi è totalmente meccanizzata e l’aumento dei carburanti è stato il colpo di grazia.

Com’è attualmente l’umore dei vostri associati? C’è ottimismo, pessimismo…
L’umore è positivo, anche se va sottolineato che il buon andamento dell’estate non si è tradotto in un vero e proprio guadagno: ci ha permesso di mantenere il capitale, ma non certo di riuscire ad aumentare gli introiti, che si ritrovano volatilizzati in tasse, rincari e pressione fiscale in aumento.

Se potesse fare un appello al ministro Gnudi, che cosa chiederebbe come priorità per il vostro settore?
Dovremmo rivolgerci piuttosto a Catania, al Ministro dell’agricoltura Cattaneo non essendo riconosciuti come strutture ricettive turistiche. Quello che chiederei è l’aumento degli investimenti a favore del settore agricolo e una maggiore facilità nell’accesso al credito per chi decide di aprire un agriturismo o per chi già ha intrapreso questa attività. Rappresentiamo una risorsa preziosa per il Paese in questo preciso momento storico ed economico, un’economia quasi di ritorno dal momento che molti giovani che si trovano senza lavoro decidono di ricominciare ‘in campagna’, comprandosi o affittando un appezzamento per aprire una propria attività turistica. Chiediamo di essere valorizzati e non stretti dalla morsa degli oneri fiscali.

 

 

Agriturismi in calo dopo un 2011 esplosivo

di Vera MORETTI

Se il 2011 è stato molto florido per le aziende agrituristiche, con una domanda in crescita del 9% e un giro d’affari aumentato dell’8,8% rispetto al precedente, il 2012 non promette gli stessi risultati, a causa del calo di presenze del 4% e della flessione del 5% del volume d’affari.
Agriturist, presentando la sua Guida 2012, ha reso noto queste cifre e indica la crisi come la maggiore colpevole di questo calo, nonché la nuova Imu che presto colpirà gli italiani.

I turisti stranieri sono, al contrario, in aumento, grazie al crescente numero delle compagnie low cost, anche se la durata del soggiorno è ridotta all’osso, con una media di 4 giorni e un record negativo previsto per Pasqua: pernottamenti di una sola notte.
Per questo, le previsioni per l’anno corrente sono di un preoccupante -9%, anche se le strutture si stanno organizzando con iniziative capaci di incuriosire gli ospiti.

Tra queste, sempre più diffusa è la degustazione di prodotti tipici (+12,8%), ma anche le attività culturali (+7,9%), l’equitazione (+5,8%), le escursioni naturalistiche e ambientali (+26%), la bici (+21,2%), corsi vari su mondo rurale, tra i quali i corsi di cucina rappresentano il “pezzo forte“(+102%).

Tra le regioni “regine” della tradizione agrituristica, spicca la Toscana, che si conferma leader del settore, seguita dal Trentino, anche se le crescite più significative sono state messe a segno nel 2010 da Puglia (+26,6%), Calabria (+21,6%), Lazio (18,2%), Umbria (13), Emilia Romagna (12,5%).

Agriturismo: nel 2009 l’istat ha registrato un incremento del 2,9%. La Toscana è reggina

Secondo un’indagine Istat, risulterebbe che nel 2009 c’è stato un importante incremento di strutture agrituristiche. Le aziende agricole autorizzate all’esercizio dell’agriturismo censite nel 2009 sarebbero 19.019 cioè 539 in più (+2,9%) rispetto all’anno precedente. Gli incrementi più significativi riguardano la ristorazione e l’alloggio, che crescono, rispettivamente, di 407 e 347 unità. Oltre la metà delle aziende si trova in collina, più di un terzo in montagna e solo il 14,8% in pianura.

L’attività agrituristica è relativamente più concentrata nel Nord del Paese, dove si rilevano il 45,1% delle aziende, seguono il Centro con il 34,4% e il Mezzogiorno per il restante 20,5%. Gli agriturismi aumentano soprattutto nel Mezzogiorno. Le aziende con ristorazione sono prevalentemente localizzate nelle regioni settentrionali e nel Mezzogiorno (rispettivamente il 44,8% e il 32,1% del totale); circa l’80% degli alloggi agrituristici e’ equamente ripartito tra Nord e Centro.

Ma quali sono le regioni con il maggior numero di agriturismi? Toscana e Alto Adige, 4.046 aziende agrituristiche la prima, 2.863 aziende la seconda, sono le regioni in cui l’agriturismo risulta storicamente più radicato. L’attività agrituristica è significativa anche in Veneto, Lombardia e Umbria (con oltre mille aziende), Piemonte, Emilia-Romagna, Campania, Sardegna, Marche e Lazio (con oltre 700 aziende). Più di un’azienda agrituristica su tre è a conduzione femminile; è in Toscana che la presenza di donne alla guida di un agriturismo raggiunge la massima concentrazione, pari a circa un quarto del totale nazionale. Nel corso del 2009, sono 1.336 le nuove aziende autorizzate all’attività agrituristica e 797 quelle cessate; rispetto al 2008, risultano in aumento sia le nuove autorizzazioni (+143 unità) sia le cessazioni (+364 unità).