Contributi a fondo perduto per agroindustria, automotive e settori strategici: chi e come può accedere?

Lo stanziamento di 750 milioni di euro rientranti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) va a favore della ricerca, dello sviluppo e dell’innovazione nei settori considerati strategici. Si tratta di un mix di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati, utilizzabili anche tra di loro, per la copertura fino al 100% delle spese per gli investimenti. Le agevolazioni sono previste dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) che ha emanato il decreto del 13 gennaio 2022, poi pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 36 del 12 febbraio 2022.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per progetti di ricerca e di innovazione: le risorse della misura

I fondi messi a disposizione nell’ambito del Pnrr ammontano a 750 milioni di euro e sono destinati all’attuazione dell’investimento al punto 5.2 relativo alla competitività e alla resilienza delle filiere produttive. Il 40% delle risorse andrà a favore dei progetti presentati dalle imprese situate in Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna, Calabria, Abruzzo, Basilicata e Molise.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti delle filiere: quali imprese possono presentare domanda?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati del ministero per lo Sviluppo Economico possono essere richiesti dalle seguenti filiere o imprese:

  • agroindustria;
  • design, moda e arredo;
  • automotive;
  • microelettronica e semiconduttori;
  • metallo ed elettromeccanica;
  • chimico e farmaceutico.

Quali sono gli ambiti delle spese nell’ambito dei contributi a fondo perduto per la ricerca e l’innovazione?

Gli investimenti devono garantire una spesa relativa alla ricerca innovativa industriale e fondamentale, allo sviluppo sperimentale e agli studi di fattibilità. Premialità eventuali in termini di contributi sono previste a favore delle piccole e medie imprese che provvedano, peraltro, alla diffusione dei risultati della ricerca e dell’innovazione e a una effettiva collaborazione tra soggetti ammessi alla ricerca.

Contributi a fondo perduto, chi può richiedere i finanziamenti e da quando?

Nell’ambito dei contributi a fondo perduto per la ricerca e l’innovazione, le imprese dovranno attendere il provvedimento del ministero per lo Sviluppo Economico che detterà le condizioni e i termini per la presentazione delle domande di finanziamento. Si tratterà, in ogni modo, di domande a sportello dedicate ai Contratti di sviluppo. I progetti presentati dalle imprese per la concessione dei contributi a fondo perduto devono avere come obiettivo quello della nascita, dello sviluppo o del consolidamento della filiera produttiva di appartenenza. Sono previsti anche programmi di integrazioni tra le filiere, in particolare per il rafforzamento dell’operatività delle piccole e medie imprese.

Contributi a fondo perduto per ricerca e innovazione Pmi: quali sono le agevolazioni ottenibili?

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati possono anche essere combinati per sostenere il progetto presentato dalle imprese. Più nello specifico, si possono combinare i seguenti strumenti:

  • contributi in conto impianti o in conto interessi;
  • finanziamenti agevolati;
  • contributi diretti alle spese.

Aiuti alle imprese, quali caratteristiche ha il finanziamento agevolato per ricerca e innovazione?

La tipologia di contributo, e l’eventuale integrazione tra gli strumenti proposti dal ministero per lo Sviluppo Economico, sarà definito in base all’accordo raggiunto in fase di presentazione della pratica. Nel caso in cui si ottenga il finanziamento agevolato, è necessario considerare un prestito che può essere concesso fino al 75% delle spese ritenute ammissibili. Sono necessarie le garanzie ipotecarie o bancarie o assicurative e la restituzione in 10 anni. Il periodo di pre-ammortamento non può superare i quattro anni. È necessario ottenere un finanziamento bancario nel caso in cui l’azienda, con il proprio progetto, ottenga il contributo in conto interessi. La durata è pari a quella del finanziamento agevolato.

Intensità degli aiuti per i progetti di ricerca e innovazione

Intensità degli aiuti per i progetti di ricerca e innovazione delle imprese può essere raggiunta per il:

  • 100% delle spese sostenute per la ricerca fondamentale;
  • 50% per la ricerca industriale;
  • 25% per lo sviluppo sperimentale;
  • 50% per lo studio di fattibilità.

Contributi a fondo perduto Pmi in ricerca e innovazione: come aumentare la copertura delle spese?

Sono previste, in ogni modo, delle premialità a favore delle imprese. Infatti, le percentuali della copertura delle spese per la ricerca industriale e per lo sviluppo sperimentale possono aumentare fino all’80% dei costi agevolabili. Si arriva a questa percentuale sommando la premialità del 10% per progetti delle medie imprese; del 20% per progetti delle piccole imprese; del 15% per progetti che prevedano una effettiva collaborazione tra le imprese (una deve essere una piccola e media impresa oppure due imprese appartenenti a Stati membri diversi). Il 10% (medie imprese) o il 20% (piccole imprese) in più spetta anche se la Pmi diffonde ampiamente i risultati della sperimentazione. Rientrano nella diffusione sia le conferenze che le pubblicazioni.

Quali sono le spese ammissibili per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti Mise in ambito di ricerca e innovazione?

Le spese ammissibili ai contributi a fondo perduto per la ricerca e l’innovazione e i finanziamenti riguardano:

  • le spese per il personale del soggetto che presenta il progetto (ricercatori, tecnici e personale ausiliario);
  • i nuovi strumenti e le nuove attrezzature funzionali al progetto;
  • le spese di ricerca contrattuale come licenze e brevetti;
  • le consulenze per i progetti di innovazione, di ricerca e di sviluppo;
  • le spese generali;
  • i materiali che devono essere utilizzare per svolgere le attività previste nell’ambito del progetto.

Contributi a fondo perduto Mise per collaborazioni grandi imprese e Pmi

Nell’ambito dei contributi a fondo perduto del Mise per la ricerca e lo sviluppo possono rientrare anche le grandi imprese. In particolare la collaborazione di una grande imprese e una Pmi produce un aiuto del 15% dei costi ammissibili per la grande impresa e il 50% per quelli della Pmi nel caso in cui quest’ultima sostenga almeno il 30% delle spese ammissibili per il progetto.

Contributi a fondo perduto in c/impianti, in arrivo aiuti alle Pmi fino al 60%

Il ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti ha firmato un nuovo decreto che prevede contributi a fondo perduto in conto impianti volti a sostenere le piccole e medie imprese (Pmi) per le spese relative a investimenti innovativi e sostenibili. Le spese devono rientrare nell’ambito della trasformazione digitale e tecnologica delle imprese con l’obiettivo di aumentare la competitività e la crescita economica. Il decreto, ad oggi al vaglio di registrazione della Corte dei Conti, è in linea con il piano Transizione 4.0 delle imprese in rapporto all’economia circolare e all’efficienza energetica.

Contributi a fondo perduto alle piccole e medie imprese: le risorse disponibili

In totale, le risorse stanziate per i contributi a fondo perduto a favore delle imprese ammontano a 678 milioni di euro. I fondi derivano sul React Eu, asse prioritario VI del Piano operativo nazionale “Imprese e competitività” del settennato 2014-2020. La maggior parte delle risorse (428 milioni di euro) sono destinate alle regioni del Centro e del Sud Italia: Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Calabria e Molise. Altri 250 milioni di euro sono destinate alle regioni del Centro e del Nord: Friuli Venezia Giulia, Province autonome di Trento e Bolzano, Emilia Romagna, Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto, Lombardia, Liguria, Lazio, Umbria e Marche. Il 25% dei fondi stanziati andranno a favore delle piccole e medie imprese.

Contributi a fondo perduto Pmi, quali sono le spese ammissibili?

I contributi a fondo perduto in c/impianti prevedono la copertura di spese ritenute ammissibili per investimenti relative all’acquisto di nuove immobilizzazioni materiali e immateriali. Si possono pertanto acquistare:

  • macchinari, attrezzature e impianti;
  • opere murarie nel limite del 40% delle spese ammissibili;
  • beni informatici e relative licenze sui beni materiali ammissibili;
  • acquisto di certificazioni ambientali.

Misura dei contributi a fondo perduto a seconda della localizzazione delle piccole e medie imprese

I contributi a favore delle piccole e medie imprese verranno erogati in conto impianti. La misura varia a seconda della localizzazione delle imprese. Per la “zona A“, comprendente tute le regioni del Centro e del Sud Italia escluso l’Abruzzo, il contributo è fissato al 60% delle spese ammissibili sostenute dalle micro e dalle piccole imprese della Puglia, della Sicilia, della Campania e della Calabria; il finanziamento scende al 50% per le imprese di media dimensione; inoltre, il contributo base è del 50% per le micro e piccole imprese della Sardegna, del Molise e della Basilicata e al 40% per le imprese di media dimensione di queste tre regioni. Per tutte le altre regioni la misura del contributo è fissata al 35% per le micro e piccole imprese; e al 25% per le imprese di media dimensione.

Contributi a fondo perduto piccole e medie imprese, quando si potranno presentare le domande?

Per la presentazione delle domande dei contributi a fondo perduto delle piccole e medie imprese in conto impianti è necessario attendere il provvedimento del direttore generale del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise). Nel decreto di prossima emissione saranno specificati i termini e le modalità con le quali si potranno inoltrare le istanze. La richiesta dei contributi, in ogni modo, non può essere cumulata con altre domande relative a forme pubbliche di aiuto alle imprese sugli stessi beni. Saranno invitate a presentare domanda le imprese operanti nelle attività economiche dei servizi alle imprese e della manifattura.

 

Credito di imposta sui beni 4.0, quali scadenze dei bonus?

Quali scadenze per il credito di imposta sui beni 4.0 nei prossimi anni? La legge di bilancio 2022 ha prolungato la scadenza delle agevolazioni fiscali dei bonus sui beni materiali e immateriali 4.0 anche ai prossimi anni. Peraltro, la legge 234 del 2021 ha previsto scadenze differenti a seconda che si tratti di beni materiali o immateriali.

Bonus beni materiali e immateriali 4.0, quando scade l’agevolazione fiscale del credito di imposta?

La proroga dei bonus per i beni materiali 4.0 è stata fissata all’anno 2025. La scadenza riguarda gli acquisti effettuati non oltre il 30 giugno 2026 purché l’ordine sia stato accettato e sia stato pagato l’acconto del 20% entro la fine del 2025. Per i beni immateriali è necessario far riferimento all’allegato B della legge 232 del 2016 (legge di Bilancio 2017). Il beneficio fiscale è valido fino a tutto il 2023 nella misura del 20% della spesa sostenuta. Il massimale dell’acquisto è fissato a un milione di euro.

Bonus per i beni 4.0, quali sono le percentuali per il credito di imposta?

Per tutto il 2022, il bonus spettante sui beni 4.0 risultano di percentuali più favorevoli. Infatti, per tutto l’anno, è previsto un credito di imposta pari a 40% per gli investimenti effettuati per un importo massimo fino a 2,5 milioni di euro; il 20% per gli investimenti compresi tra i 2,5 e i 10 milioni di euro; il 10% per gli investimenti tra i 10 e i 20 milioni di euro.

Cosa avviene se un bene 4.0 viene ordinato nel 2022 e consegnato nel 2023?

Tali percentuali sono ammissibili anche per i beni consegnati nei primi sei mesi del 2023, ovvero entro il 30 giugno del prossimo anno. Le condizioni per usufruire delle percentuali di credito di imposta più favorevoli (per i beni materiali 4.0 acquistati nel 2022 e per quelli prenotati entro il 1° semestre del 2023 le aliquote sono, rispettivamente, del 40%, del 20% e del 10% con massimale di 20 milioni di euro) sono:

  • l’ordine deve essere stato fatto entro il 31 dicembre 2022;
  • deve essere stato pagato l’acconto pari al 20% entro la fine dell’anno 2022.

Quale percentuale di credito di imposta si può ottenere se il bene 4.0 viene consegnato dopo il 30 giugno 2023?

Viceversa, se il bene 4.0 dovesse essere consegnato dopo il 30 giugno 2023, oppure non dovessero essere state rispettate le condizioni valide per la prenotazione (ordine e acconto pagato entro il 31 dicembre 2022 del 20%), si applicherebbero le percentuali del credito di imposta previste per l’acquisto dei beni 4.0 dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2025. Ovvero del 20% (investimenti fino a 2,5 milioni di euro); del 10% per investimenti in beni 4.0 tra i 2,5 e i 10 milioni di euro; e del 5% sui beni tra i 10 e i 20 milioni di euro.

Scadenze e percentuali di credito di imposta per i beni immateriali 4.0

Per l’acquisto di beni immateriali 4.0 si applicano percentuali e limiti di spesa differenti. Detto che il beneficio fiscale valido fino a tutto il 2023 è nella misura del 20% della spesa sostenuta su un massimale di acquisto fissato a un milione di euro, per gli acquisti effettuati entro il 30 giugno 2024 non si potrà eccedere la cifra di 200 mila euro. In tal caso l’ordine deve essere accettato e l’acconto deve essere stato pagato per il 20% entro il 31 dicembre 2023. Per l’intero anno 2024 la percentuale di credito di imposta scende al 15%, mentre per il 2025 la riduzione sarà al 10%. Rimane sempre la possibilità di prenotazione entro la fine dell’anno precedente.

 

Credito di imposta in arrivo per le aziende che usano imballaggi riciclati

In arrivo un nuovo credito di imposta per le aziende e le attività che utilizzano gli imballaggi riciclati. A darne il via libera è stato il ministero per la Transizione ecologica in base al decreto del 14 dicembre scorso. Il provvedimento è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 33 del 9 febbraio 2022. Si tratta di un contributo corrispondente al 36% delle spese ammissibili e documentabili, per le attività che acquistino prodotti realizzati con materiali la cui provenienza derivi da raccolta differenziata.

Quali sono i prodotti in plastica, carta e alluminio ammessi al credito di imposta del 36% per gli imballaggi?

Tale raccolta deve riguardare gli imballaggi in plastica o biodegradabili. Vanno bene anche i compostabili in base a quanto prevede la normativa Uni En 13432.20022. Oltre ai prodotti sopra elencati, ai fini del credito di imposta del 36% sull’utilizzo di imballaggi riciclati, sono ammessi anche la carta e l’alluminio. Il credito di imposta si può domandare fino a un massimo di 20 mila euro all’anno e per ogni richiedente.

Credito di imposta sugli imballaggi, specifiche tecniche dei prodotti ammessi all’incentivo

Più nel dettaglio, gli imballaggi riciclati ammessi al credito di imposta devono essere acquistati dalle aziende richiedenti e possedere le seguenti caratteristiche:

  • i prodotti finiti ottenuti da materiali provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica. Il riciclo di questi prodotti dovrà essere di almeno il 30% e avere le caratteristiche richieste dalla normativa Uni 10667;
  • gli imballaggi compostabili in base a quanto prevede la normativa Uni En 13432.20022. In questa categoria rientrano gli imballaggi in cartone e in carta, con eccezione di quelli stampati con inchiostri, in carta spalmata o trattata con prodotti chimici differenti da quelli utilizzati, di norma, nell’impasto cartaceo;
  • gli imballaggi realizzati con il legno, non impregnati.

Ulteriori caratteristiche degli imballaggi acquistati per avere il credito di imposta del 36%

Altre caratteristiche che devono possedere gli imballaggi per ottenere il credito di imposta riguardano quelli derivanti dalla raccolta differenziata della carta. Il riciclo, in questo caso, deve essere di almeno il 70%. Per gli imballaggi ottenuti dalla raccolta differenziata di alluminio, il riciclo deve essere di almeno il 50%.

Come certificare le spese per gli acquisti di imballaggi riciclati ai fini del credito di imposta?

L’acquisto di imballaggi che danno diritto al credito di imposta del 36% deve essere certificato dall’attestazione del presidente del collegio sindacale. In alternativa, le spese possono essere documentate da un professionista equivalente. Ai fini del credito di imposta si possono certificare anche le spese sostenute negli anni 2019 e 2020. In tal caso, le imprese possono presentare specifica domanda al ministero per la Transizione ecologica.

Come presentare domanda di bonus sugli imballaggi da parte delle imprese interessate?

Tutte le domande inerenti il bonus sull’utilizzo degli imballaggi da materiale riciclato possono essere presentate sulla piattaforma del ministero per la Transizione ecologica. Tale piattaforma sarà messa a disposizione dei richiedenti entro 2 mesi dalla data di comunicazione dell’apertura della piattaforma stessa. Per rimanere aggiornati è necessario consultare la sezione delle “news” del sito istituzionale del ministero.

Contributi alle Pmi per la connessione a banda larga, voucher da 300 a 2.000 euro

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 33 del 9 febbraio 2022 il decreto del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) per l’erogazione dei contributi alle piccole e medie imprese per la connessione a internet a banda larga. Si tratta del Piano Voucher fase 2 (dopo la fase 1 a favore delle famiglie) per il quale il Mise ha stanziato 609 milioni di euro con il decreto del 23 dicembre scorso. Il provvedimento va nella direzione di realizzazione di una delle missioni del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). I contributi alle imprese andranno da 300 euro a 2.000 euro.

Voucher banda larga, quali imprese possono richiedere il contributo e per cosa?

I contributi della fase 2 della banda larga delle imprese permetteranno di sostenere interventi intesi all’incremento della velocità della connettività alla rete e di miglioramento del servizio. L’incremento della velocità di connessione deve essere realizzato mediante qualsiasi tecnologia. Il voucher è destinato alle sole micro, piccole e medie imprese (mPmi) iscritte al Registro delle imprese. Non è possibile ottenere il voucher per il semplice cambio del gestore dei servizi di connettività per servizi equivalenti. Deve esserci un miglioramento di tipo “step change”, inteso come incremento effettivo della velocità di connessione sulla base di tre singoli importi (del voucher) corrispondenti a diversi livelli di prestazioni.

Voucher per la connettività delle piccole e medie imprese: quali sono gli importi dei contributi?

I tre livelli di servizi di connettività corrispondono, dunque, alle tre tipologie di voucher, di differente importo, richiedibili dalle micro, piccole e medie imprese. Il voucher può essere dell’importo minimo di 300 euro, relativo a contratti dai 18 ai 36 mesi, per il passaggio a una velocità massima di connessione in download tra i 30 mega bit per secondo e i 300 mega bit per secondo. In alternativa la velocità di connessione può andare da oppure 300 mega bit per secondo a un gigabit per secondo.

Voucher di 2.000 euro alle imprese per la banda larga: quali sono i requisiti per fare richiesta?

L’importo del secondo voucher raggiunge i 500 euro di contributo per i contratti dai 18 ai 36 mesi. La velocità di download da raggiungere con il passaggio deve essere compresa 300 mega bit per secondo a un gigabit per secondo. Il terzo voucher assicura un contributo a fondo perduto di 2.00 euro per contratti dai 24 ai 36 mesi, per passaggi a connettività elevate, con velocità massima di download superiori a 1 gigabit per secondo.

Contributi per la banda larga delle imprese: da quando si può presentare domanda dei voucher?

La gestione degli interventi per l’incremento della connettività in banda larga delle imprese è affidata a Infratel. Nei prossimi 30 giorni la società realizzerà il Piano tecnico e un manuale operativo che descrivano, in maniera dettagliata, le modalità degli interventi a favore delle imprese e le modalità di richiesta dei voucher.

 

Superbonus 80%, nei contributi a fondo perduto turismo anche wifi e mobili: domande dai prossimi giorni

Novità in arrivo per il superbonus 80%, la misura a vantaggio degli alberghi e delle attività turistiche e dei contributi a fondo perduto previsti dal decreto del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Il decreto legge 152 del 2021, infatti, è stato meglio specificato dall’elenco delle spese ammissibili dal ministero del Turismo. Il dicastero guidato da Massimo Garavaglia ha stilato, infatti, la lista di quanto rientri nei contributi a fondo perduto.

Spese rientranti nel superbonus 80% e contributi a fondo perduto del turismo: anche wifi, mobili e terme

Tra le spese finanziabili dal superbonus e dai contributi, anche quelle per il wifi, i mobili e le terme. Rimane invariata la percentuale delle spese che deve essere vincolata all’efficienza energetica: il 50%. Intanto è quasi pronta la piattaforma del ministero del Turismo per la presentazione delle domande del superbonus e dei contributi a fondo perduto: si prevede che la domanda potrà essere presentata già dai prossimi giorni.

Contributi a fondo perduto turismo e superbonus 80%: ecco le spese ammissibili aggiornate

Secondo i chiarimenti del ministero del Turismo, dunque, anche i mobili, il wifi e le piscine termali faranno parte del paniere delle spese ammissibili ai fini del superbonus 80% e dei contributi a fondo perduto. I finanziamenti andranno a vantaggio degli alberghi e delle strutture turistiche secondo quanto prevede il decreto del Pnrr numero 152 del 2021. L’elenco delle spese dovrà, in ogni modo, tener presente dei vincoli, in primis delle risorse stanziate. Primo tra tutti, quello relativo al 50% di risorse che verranno messe a disposizione per l’efficienza e la riqualificazione energetica. La metà dei 500 milioni di euro stanziati fino al 2024 dovrà andare a vantaggio dell’impatto ambientale.

Superbonus 80% e contributi a fondo perduto: gli obiettivi della riduzione delle emissioni

Infatti, tra i vincoli dei contributi a fondo perduto a favore delle imprese operanti nel turismo vi sono una serie di obiettivi ai quali gli interventi devono tendere. In primis, i lavori devono permettere la riduzione della dispersione termica, la schermatura solare e la produzione di acqua calda. Inoltre, nella direzione degli obiettivi della riduzione delle emissione e del cambiamento climatico devono essere programmati anche i lavori relativi agli impianti di climatizzazione invernale e della building automation.

Quali altre spese sono finanziabili con il superbonus 80% e i contributi a fondo perduto del turismo?

Ulteriori obiettivi dei contributi a fondo perduto del turismo e del superbonus 80% riguardano:

  • la riqualificazione antisismica (miglioramento del comportamento antisismico dell’immobile o spese per beni destinati a strutture esistenti);
  • l’abbattimento delle barriere architettoniche;
  • i lavori di manutenzione straordinaria, di restauro, di risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia;
  • la realizzazione e la ristrutturazione delle piscine termali, degli spogliatoi e dei servizi igienici;
  • gli investimenti in digitalizzazione (spese per wifi, dispositivi per i pagamenti elettronici, sistemi di gestione e relative licenze, router e modem);
  • l’acquisto dei mobili, dei complementi di arredo e l’illuminotecnica;
  • spese per le prestazioni dei professionisti per relazioni, attestati tecnici, asseverazioni nella misura massima del 10% dei costi ammissibili.

Contributi a fondo perduto turismo e superbonus 80%, da quando si può presentare la domanda?

Si hanno novità in merito alla presentazione delle domande del superbonus 80% per il turismo e dei contributi a fondo perduto. Il ministero del Turismo, infatti, sta mettendo a punto la piattaforma che deve essere pronta entro il giorno 21 febbraio 2022. Particolare attenzione deve essere tenuta in considerazione sui tempi. Infatti, dall’apertura della piattaforma, le imprese potenzialmente beneficiarie dei contributi avranno 30 giorni di tempo per presentare tutta la pratica. Difatti, tra permessi, visti e documenti vari, sono addirittura 29 le richieste alle quali adempiere per inviare la richiesta.

Importi degli interventi ammessi al superbonus 80% e ai contributi a fondo perduto

Tra gli interventi finanziabili dal superbonus 80% del turismo, anche il credito di imposta relativo agli interventi realizzati tra il 7 novembre 2021 e la fine di gennaio 2024. Si può ottenere il credito di imposta anche per gli interventi avviati a partire dal febbraio del 2020. Tuttavia, è necessario che le relative spese siano state sostenute a partire dal 7 novembre 2021. L’importo degli interventi varia da un minimo di 40 mila euro a un massimo di 100 mila euro.

Contributi a fondo perduto Sostegni, 2,6 miliardi di aiuti: ecco cosa si può chiedere

Contributi a fondo perduto e crediti di imposta, in arrivo 2,6 miliardi di euro dal decreto legge Sostegni ter alle imprese e alle attività commerciali. Sono i numeri del decreto legge numero 4 del 2022 che arrivano dalla nota di lettura dei tecnici del Senato. Si va dal credito di imposta di 540 milioni di euro per le imprese energivore ai fondi messi a disposizione dei negozi e delle attività commerciali che hanno subito i maggiori danni dall’emergenza sanitaria. Il testo di conversione del decreto in uscita dal Senato disporrà circa la metà dei fondi (1,2 miliardi di euro) da destinare a contenere i costi dell’energia elettrica.

Contributi a fondo perduto imprese in difficoltà settore wedding e intrattenimento, quali sono?

I contributi a fondo perduto andranno a favore della maggior parte delle imprese danneggiate dalle chiusure delle attività per la pandemia e per la difficoltà della ripresa. Risorse per 40 milioni di euro andranno a favore del settore del wedding, all’Ho.re.ca., ai settori dell’intrattenimento, alle imprese di catering, a quelle che organizzano cerimonie e feste, ai bar e ristoranti e agli altri esercizi simili che non hanno cucina. Infine ai gestori delle piscine. Allo stesso tempo, nel decreto sono stati stati stanziati altri 20 milioni di euro per le discoteche, le sale da ballo e i locali assimilati che hanno subito la chiusura per le misure di prevenzione della pandemia. Queste ultime attività devono risultare chiuse al 27 gennaio 2022.

Contributi a fondo perduto per negozi e attività commerciali, a chi andranno?

Altri 200 milioni di euro andranno ai negozi e alle attività economiche danneggiati dall’emergenza sanitaria. In attesa del relativo provvedimento per l’invio della domanda dei finanziamenti, ad oggi sono note tutte le attività che beneficeranno dei contributi: agli esercizi commerciali non specializzati (codice Ateco 47.19); al commercio al dettaglio di carburante per autotrazione (47.30); al commercio di apparecchiature audio e video in esercizi specializzati (47.43); agli articoli di abbigliamento (47.6); agli articoli culturali e ricreativo (47.71).

Aiuti ai negozi dal decreto Sostegni ter, quali altre attività possono richiedere i contributi?

E ancora, i contributi a fondo perduto andranno al commercio al dettaglio di calzature e di articoli in pelle (47.72); agli articoli di profumeria, cosmetici, erboristeria (47.75); al commercio di piante, fiori, fertilizzanti, semi, animali domestici, alimenti per animali domestici (47.76); agli articoli di gioielleria e orologi (47.77); al commercio di altri prodotti a esclusione di quelli di seconda mano (47.78); ai prodotti di seconda mano in negozio (47.79).

Crediti di imposta, esoneri contributivi e risorse al turismo: ecco quali sono in arrivo

Il decreto Sostegni ter ha stanziato ulteriori risorse per sostenere le rimanenze di magazzino nei settori del tessili e della moda. È previsto un credito di imposta con domande delle imprese fino al limite delle risorse per 100 milioni di euro. Il governo ha stanziato altrettante risorse al Fondo unico nazionale del turismo. Per quest’ultimo settore, insieme agli stabilimenti termali, è stato previsto l’esonero contributivo delle assunzioni a tempo determinato o per contratti di tipo stagionale. Le assunzioni devono essere fatte dal 1° gennaio al 31 marzo 2022. L’onere fiscale sarà pari a 60,7 milioni di euro per il 2022 e a 23,7 milioni di euro per il prossimo anno. Altri bonus affitti per il settore turistico impiegheranno 128,1 milioni di euro.

Contenimento bollette energia elettrica, quali aiuti alle imprese?

La parte più importante dei contributi a fondo perduto per le attività riguarda il contenimento dei costi dell’energia elettrica. Il governo, nel decreto Sostegni ter, ha stabilito la somma di 1,2 miliardi di euro che andranno alle imprese per aiutarle nel pagamento dei costi dell’energia, incrementati nell’ultimo periodo a causa del rincaro delle materie prime. Altri 540 milioni di euro andranno alle imprese energivore.

Esonero contributivo imprese entro marzo 2022, in cosa consiste?

Altri 84,3 milioni di euro andranno a favore delle imprese per l’esonero del contributo addizionale (per Cigo e Cigs) relativo ai mesi di gennaio, febbraio e marzo 2022. I fondi saranno destinati, in particolare, al trattamento di integrazione salariale delle imprese operanti nei settori colpiti dalla pandemia. Ovvero il turismo, la ristorazione, le terme, i parchi divertimento, i trasporti, la distribuzione cinematografica, tv e video, i musei, i cinema, i settori delle cerimonie e delle feste.

Altri contributi a fondo perduto e aiuti alle imprese dal decreto ‘Sostegni ter’

Ulteriori aiuti andranno ai settori dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo. I contributi a fondo perduto ammontano a 50 milioni di euro. Altri 25 milioni di euro andranno al Fondo per le emergenze delle imprese e delle istituzioni culturali. Con 30 milioni di euro il governo finanzia inoltre gli aiuti alle attività dello spettacolo viaggiante e ai circhi. Il contributo permette l’esenzione dal pagamento del canone patrimoniale di concessione, autorizzazione ed esposizione pubblicitaria che già era stato oggetto di precedenti aiuti entro la fine del 2021. Infine, il decreto assegna 60 milioni di euro al settore dello sport.

Nuovi contributi a fondo perduto commercio: ecco i negozi che otterranno gli aiuti

In arrivo nuovi contributi a fondo perduto per le imprese, le attività commerciali e, in particolare, i negozi colpiti dalla crisi dell’emergenza Covid. Si tratta dei fondi messi a disposizione dal governo nel decreto legge “Sostegni ter” che ammontano a 200 milioni di euro. Le domande di contributo dovranno essere presentate in via telematica sul portale del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise). Essenzialmente a beneficiare dei nuovi finanziamenti saranno le varie attività di commercio al dettaglio che rientreranno nei requisiti di perdita di fatturato del 2021 rispetto al 2019.

Contributi a fondo perduto per attività e negozi commerciali: chi può presentare domanda?

I nuovi contributi a fondo perduto del decreto “Sostegni ter” andranno dunque a sostenere le attività commerciali che abbiano subito danni dall’emergenza Covid. L’elenco dei codici Ateco che otterranno gli aiuti del governo è contenuto nella Gazzetta ufficiale del 27 febbraio 2022. Si tratta delle attività che svolgono il commercio al dettaglio, in particolare:

  • in esercizi non specializzati (codice Ateco 47.19);
  • al dettaglio di carburante per autotrazione (codice Ateco 47.30);
  • apparecchiature audio e video in esercizi specializzati (codice Ateco 47.43);
  • articoli di abbigliamento (esercizi specializzati del codice Ateco 47.6);
  • articoli culturali e ricreativo (esercizi specializzati del codice Ateco 47.71).

Nuovi contributi a fondo perduto, quali sono i negozi ammessi e i codici Ateco?

Rientrano tra i negozi commerciali che possono richiedere i contributi a fondo perduto del decreto “Sostegni ter” le attività di commercio:

  • al dettaglio di calzature e di articoli in pelle (esercizi specializzati, codice Ateco 47.72);
  • articoli di profumeria, cosmetici, erboristeria (codice Ateco 47.75):
  • commercio di piante, fiori, fertilizzanti, semi, animali domestici, alimenti per animali domestici (codice Ateco 47.76);
  • articoli di gioielleria e orologi (negozi specializzati, codice Ateco 47.77);
  • commercio di altri prodotti a esclusione di quelli di seconda mano (codice Ateco 47.78);
  • prodotti di seconda mano (in negozio, codice Ateco 47.79).

Contributi a fondo perduto decreto “Sostegni ter”, sono ammessi gli ambulanti?

Anche gli ambulanti sono ammessi all’ottenimento dei contributi a fondo perduto previsti dal decreto “Sostegni ter” per gli aiuti alle attività commerciali danneggiate dall’emergenza Covid. In particolare, i contributi andranno:

  • alle attività che svolgono commercio al dettaglio dei prodotti tessili o dell’abbigliamento o delle calzature (codice Ateco 47.82);
  • commercio al dettaglio di altri prodotti (codice Ateco 47.89);
  • attività di “altro commercio al dettaglio al di fuori dei negozi, dei banchi e dei mercati ” (codice Ateco 47.99).

Contributi a fondo perduto 2022 per negozi e attività commerciali, quali sono i requisiti della domanda?

Il requisito essenziale per richiedere i contributi a fondo perduto spettanti alle attività commerciali e ai negozi degli aiuti del Sostegni ter riguarda il fatturato. Nel dettaglio, è necessario che il fatturato non abbia superato i due milioni di euro nell’anno 2019. Il secondo parametro da considerare è quello del calo di fatturato. Nel 2021 deve essersi registrato un calo di fatturato di almeno il 30% rispetto al 2019 in conseguenza, proprio, dell’emergenza Covid. Inoltre, l’attività commerciale deve avere la sede legale e operativa in Italia. Non devono essere in corso fasi di liquidazione e procedure concorsuali o sanzioni interdittive.

Quanto spetta di importo alle attività commerciali come ristoro a fondo perduto per l’emergenza Covid 2022?

L’importo del contributo a fondo perduto spettante a ciascuna attività commerciale e negozio come ristoro per la perdita di fatturato dovuta all’emergenza Covid è da calcolarsi con l’applicazione della percentuale pari alla differenza fra l’ammontare medio mensile dei ricavi del periodo di imposta del 2021 e l’ammontare medio mensile dei ricavi del 2019. Tale percentuale corrisponderà al 60% per le attività commerciali che abbiano conseguito ricavi nel 2019 non eccedenti i 400 mila euro; al 50% per fatturati nel 2019 tra i 400 mila euro e il milione di euro; al 40% per i ricavi tra 1 e 2 milioni di euro nel 2019.

Contributi a fondo perduto negozi e attività commerciali: come si presenta la domanda sul sito del Mise?

La domanda per ottenere i contributi a fondo perduto del decreto Sostegni ter deve essere presentata in via telematica sul portale del ministero per lo Sviluppo Economico. Le attività interessate dovranno indicare di possedere i requisiti richiesti per ottenere gli aiuti. Si è in attesa del relativo provvedimento del Mise che disciplini i termini e le modalità di presentazione dell’istanza on line.

 

Contributi a fondo perduto fino all’80% per Pmi, artigiani e professionisti: arrivano gli aiuti

In arrivo finanziamenti, anche convertibili in contributi a fondo perduto, fino all’80% delle spese ammissibili per gli investimenti produttivi delle piccole e medie imprese, degli artigiani e dei professionisti. Il decreto del Mise è quello relativo al provvedimento del 19 novembre scorso, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 27 del 2 febbraio 2022. I contributi sono previsti dal decreto del ministero per lo Sviluppo Economico a copertura delle spese relative al design, alla moda, agli accessori, ai media, alla musica e perfino ai giocattoli.

Il Mise stanzia 20 milioni di euro per i contributi e gli aiuti alle imprese e autonomi

La copertura dei finanziamenti e dei contributi a fondo perduto del Mise andrà a favore del capitale circolare e degli investimenti produttivi in conto capitale. Lo stanziamento delle risorse del ministero è pari a 20 milioni di euro sia per il 2021 che per il 2022. Ammessi al beneficio fiscale saranno le piccole e medie imprese artigianali e i professionisti che rientrino negli obiettivi di creatività. I prestiti sono agevolati e a tasso zero, accompagnati da contributi a fondo perduto. Ne potranno beneficiare sia le nuove imprese, ovvero le start up, che le imprese esistenti per il loro consolidamento sul mercato.

In quali settori sono previsti i finanziamenti del Mise per le Pmi e professionisti?

Dettagliato è il quadro delle attività nel quale le piccole e medie imprese artigianali e i professionisti dovranno rientrare. Ovvero:

  • attività nel settore tessile, calzaturificio e pelletteria;
  • legno;
  • fabbricazione e lavorazione del ferro, del vetro, di gioielli, orologi, strumenti musicali e giocattoli;
  • imprese dell’editoria e portali web;
  • trasmissioni televisive e radiofoniche;
  • agenzie pubblicitarie, studi fotografici;
  • professionisti architetti, ingegneri e di design.

Investimenti ammissibili tra finanziamenti a tasso zero e contributi a fondo perduto del Mise 2022

Gli investimenti ammissibili ai finanziamenti e ai contributi a fondo perduto del Mise sono relativi sia alla creazione che al consolidamento delle imprese e dei professionisti beneficiari. In particolare, gli investimenti devono riguardare:

  • le spese ammissibili, comprese quelle relative al capitale circolante, il cui importo non ecceda i 500 mila euro al netto dell’Iva;
  • la durata del finanziamento non deve eccedere i due anni, a partire dal momento in cui viene sottoscritto il decreto di assegnazione degli strumenti finanziari;
  • le imprese non devono essere costituite da più di cinque anni nel momento in cui presentano la domanda di concessione dei finanziamenti e del fondo perduto;
  • per le imprese costituite da oltre cinque anni è previsto il finanziamento dell’ampliamento o della diversificazione della propria attività e dunque dell’offerta dei prodotti o dei servizi oppure modifiche e innovazione del proprio modo di produrre.

Finanziamenti Pmi e professionisti e contributi a fondo perduto, quali sono le spese ammissibili?

In rapporto alle spese che possono essere ammesse al finanziamento a tasso zero o ai contributi a fondo perduto, le piccole e medie imprese artigianali e i professionisti devono valutarle in base ai seguenti principi:

  • si possono coprire le immobilizzazione materiali. Il riferimento è agli impianti, ai macchinari, alle attrezzature, purché nuovi di fabbrica e coerenti con l’attività svolta dal richiedente;
  • le immobilizzazioni immateriali, inerenti l’attività dell’impresa richiedente, compresi i brevetti e le licenzie di uso;
  • le opere murarie al massimo per il 10% della domanda complessiva di finanziamento;
  • il capitale circolante, al massimo per il 50% della richiesta.

Spese per il capitale circolante ammissibili nei finanziamenti e contributi a fondo perduto del Mise

Nel novero delle spese ammissibili relative al capitale circolante dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati del Mise rientrano:

  • le materie prime;
  • i materiali di consumo e le merci;
  • i servizi generali relativi allo svolgimento dell’attività dell’impresa o del professionista che fa richiesta;
  • l’acquisto di beni o servizi da terzi, ovvero le spese per i canoni di leasing, hosting informatici, noleggi;
  • le utenze, le fidejussioni legate al progetto e le perizie tecniche necessarie;
  • il costo dei dipendenti, purché assunti con contratto a tempo indeterminato e che non sia già coperto da altre agevolazioni fiscali.

Quanto si può ottenere di contributi a fondo perduto e finanziamenti dal Mise?

In merito alla misura del beneficio relativo ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti, le imprese richiedenti e i professionisti devono tener conto delle seguenti percentuali e limiti:

  • il contributo a fondo perduto può arrivare al massimo al 40% delle spese ammissibili;
  • i finanziamenti agevolati, a tasso zero e con durata fino a dieci anni, possono coprire l’altro 40% dei costi del progetto.

Contributi a fondo perduto Mise, le start up possono ottenere quote di finanziamenti più alti

Le piccole e medie imprese artigianali start up possono ottenere quote di finanziamenti e di contributi a fondo perduto più alte. La percentuale di agevolazione può arrivare al 50% per le somme apportate da investitori terzi nell’impresa stessa. In tal caso, il finanziamento può essere convertito in contributi a fondo perduto. Il 50% è anche la percentuale alla quale può arrivare il massimo della quota finanziabile, in ogni caso, dalla misura per nascenti attività. Il finanziamento convertito in fondo perduto può essere utilizzato, nei primi cinque anni di attività, esclusivamente a copertura delle perdite o per gli aumenti di capitale.

Contributi a fondo perduto imprese al femminile: arrivano i finanziamenti Mise

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 26 del 1° febbraio 2022 il decreto del Ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) a sostegno dell’imprenditoria femminile. Alle imprese andranno 400 milioni di euro derivanti dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Le imprese favorite saranno le start up e almeno il 40% dei finanziamenti andrà a vantaggio di progetti da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno. Varie le misure previste nell’ambito del fondo perduto e per ciascuna di esse nuovi decreti del ministero per lo Sviluppo Economico fisseranno gli obblighi ai quali dovranno adempiere i beneficiari dei finanziamenti.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Mise per le imprese al femminile: gli ambiti di intervento

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti per l’imprenditoria al femminile andranno a vantaggio delle nascenti imprese e di quelle già operanti nel territorio nazionale. I maggiori contributi finanzieranno le nuove imprese per la realizzazione di progetti che abbiano un alto grado di contenuto innovativo e tecnologico. Si tenderà a privilegiare, dunque, i progetti che concentrino gli sforzi produttivi verso lo sviluppo di prodotti, di soluzioni o di servizi nell’ambito del digitale, dell’internet of thing (IoT) e dell’intelligenza artificiale. I progetti, inoltre, dovranno sostenere l’ambito della ricerca sia pubblica che privata.

Imprenditoria al femminile e Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr): le missioni

I contributi a favore dell’imprenditoria al femminile rientrano tra le missioni del Piano nazionale per al ripresa e la resilienza. Nel dettaglio, il punto 1.2 “Creazione di imprese femminili” della missione numero 5, prevede misure di inclusione e di coesione” a favore delle politiche per l’occupazione. L’ammontare dei finanziamenti nell’ambito del Pnrr è pari a 400 milioni di euro con la ripartizione per più sotto-obiettivi.

Contributi a fondo perduto per l’imprenditoria femminile: la ripartizione delle risorse

In particolare, i 400 milioni di euro destinati all’imprenditoria saranno così ripartiti:

  • 100 milioni di euro a valere sulla misura Smart&Smart Italia a favore delle nascenti imprese al femminile purché innovative;
  • altrettanti milioni di euro per la misura relativa all’autoimprenditorialità;
  • ulteriori 38,8 milioni di euro per la nascita di nuove realtà femminili;
  • 131,2 milioni di euro per far sviluppare e consolidare le imprese al femminile già esistenti.

Contributi per l’imprenditoria al femminile, in quali regioni più finanziamenti?

Il 40% delle risorse andrà a vantaggio delle regioni del Centro-Sud Italia. In particolare, le risorse andranno a finanziare progetti provenienti dalle realtà imprenditoriali della Campania, della Puglia, della Basilicata, della Calabria, del Molise, dell’Abruzzo, della Sardegna e della Sicilia.

Imprenditoria al femminile, come si presenta la domanda di finanziamento?

Per la presentazione delle domande è necessario attendere ulteriori decreti che stabiliranno termini e condizioni per la candidatura dei progetti. La gestione delle risorse per l’imprenditoria al femminile è affidata a Invitalia, previo accordo di finanziamento con il ministero per lo Sviluppo Economico.

Si possono ottenere più contributi per le nuove imprese al femminile?

I soggetti interessati ai contributi e finanziamenti per la nascita e il consolidamento delle imprese al femminile dovranno attenersi a determinati vincoli. Non si può ottenere il doppio finanziamento per gli stessi costi ritenuti già ammissibili nell’ambito di un programma o di uno strumento comunitario. Inoltre, la nascita delle imprese non deve arrecare significativi danni all’ambiente.