Quote rosa per la Cassa forense

Anche nella Cassa forense entrano le quote rosa.

E’ stato deciso, infatti, dal Comitato dei delegati dell’ente pensionistico degli avvocati, a seguito di una mozione presentata dal Comitato pari opportunità, che ogni lista presentata durante le elezioni dei membri della Cassa forense dovrà avere una rappresentanza di ciascun genere.

In particolare, per ogni lista almeno un quinto dovrà essere costituito da avvocate o, al contrario, da avvocati, se la maggioranza dovesse essere femminile.

Alberto Bagnoli, presidente della Cassa forense, ha accolto positivamente questa nuova norma: “Siamo molto soddisfatti della mozione approvata: l’obbligatorietà della rappresentanza di genere è un ulteriore riconoscimento al percorso di democraticità e partecipazione che abbiamo intrapreso all’interno dei nostri organi collegiali“.

Vera MORETTI

Approvata la riforma previdenziale degli avvocati

Buone notizie per l’Avvocatura, in merito alla riforma previdenziale. Sono state illustrate da Alberto Bagnoli, presidente della Cassa nazionale di assistenza e previdenza forense, al XXXI Congresso nazionale forense in corso a Bari da ieri, 22 novembre, fino a domani, 24.

“La Cassa forense – ha detto Bagnoli partecipa a questo Congresso portando risultati concreti. Abbiamo superato lo stress test della sostenibilità cinquantennale varando una riforma previdenziale approvata dai ministeri che soddisfa i criteri di solidarietà e adeguatezza delle prestazioni. Possiamo contare su un patrimonio che supera i 5 miliardi di euro con un avanzo di esercizio di 550 milioni di euro; siamo riusciti a contenere gli effetti negativi dell’andamento generale dei mercati attestandoci su un rendimento della gestione mobiliare al 3,2%; abbiamo deliberato di costituire un fondo immobiliare d’investimento che a regime arriverà al miliardo di euro, avviando la selezione della Sgr che dovrà gestirlo“.

Questi ragguardevoli risultati sono stati raggiunti nonostante la situazione non sia delle più rosee, poiché per il terzo anno consecutivo il reddito degli avvocati è calato e, ad oggi, ben il 22% degli avvocati iscritti alla Cassa dichiara redditi non superiori a 10mila euro. C’è però anche un 24% di professionisti non iscritti alla cassa perché non raggiungono il limite minimo di reddito e, pensando a questa consistente fetta di avvocati, è stata ipotizzata una legge professionale che renda l’iscrizione a Cassa e Albo indipendentemente dal proprio reddito.

Si tratterebbe, ha detto Bagnoli, di un “traguardo eccezionale non solo per i professionisti, ma anche per la Cassa stessa che, in ragione della sua appartenenza all’ordinamento professionale, allontana da sé ogni sconsiderato tentativo di soppressione ovvero di inglobamento in enti sottratti alla gestione diretta della categoria in funzione dei propri interessi“.

Ci sono problematiche ancora lungi dall’essere risolte, non ultima la decisione frutto della spending review, che prevede un versamento allo Stato da parte della cassa forense di un 5% del risparmio forzoso sui costi intermedi, destinato a salire del 10% il prossimo anno.

Per risolvere ciò, Bagnoli chiede che la Cassa abbia totale autonomia, per poter ovviare alla doppia tassazione dei patrimoni, che altrimenti potrebbero essere destinati unicamente alla funzione previdenziale ed assistenziale.

Vera MORETTI

Alberto Bagnoli difende il patrimonio della Cassa forense

Si è appena svolto a Roma il X congresso della Previdenza forense, al quale è intervenuta, tra gli altri, Elsa Fornero, ministro del Lavoro.

Tra le tematiche “calde”, ha tenuto banco la crisi economica e le conseguenze negative che essa ha portato alla categoria e alla cassa professionale. Questo perché sono aumentati i problemi di carattere organizzativo e processuale, che non sembrano vicini ad una soluzione.

Sono stati analizzati anche la situazione politica attuale e gli interventi legislativi sulla professione forense e gli enti privati. A questo proposito, infatti, il governo ha deciso di apportare modifiche al sistema pensionistico, con la richiesta, rivolta alle casse private, di garantire una sostenibilità finanziaria a 50 anni allo scopo di mettere lo Stato al riparo da eventuali ripianamenti di futuri disavanzi.

Ma, utilizzando le parole di Alberto Bagnoli, presidente della Cassa forense: “le casse non si sono sottratte ai loro obblighi e varando una serie di modifiche regolamentari hanno superato il test della sostenibilità, un risultato che il ministro del Lavoro ha riconosciuto nell’ultimo incontro organizzato con i vertici delle casse. Eppure, sembra che al governo ancora non basti”.

Il problema del sistema pensionistico della cassa forense riguarda il numero degli iscritti, che ad oggi sono 162.820, con 25.397 che beneficiano della pensione, e che, pensando all’invecchiamento della categoria e all’ingresso nella categoria delle nuove generazioni, è destinato a salire.

La questione più annosa è dunque riuscire a garantire una pensione a tutti gli iscritti, ma, stando alle parole di Bagnoli, appare sempre più utopico.

Ora, in virtù della spending review, si chiede alle casse private un taglio alle spese intermedie del 5% nel 2012, i cui proventi finiranno dritti nelle tasche dell’Erario. Un’assurdità frutto di una norma che insiste in un errore evidente: quello di includere le casse private nell’elenco Istat delle pubbliche amministrazioni. Ma noi non ci arrendiamo e aspettiamo fiduciosi il pronunciamento del Consiglio di Stato in merito alla legittimità di questa classificazione, atteso per fine ottobre. Nel frattempo continueremo a fare quello che meglio sappiamo fare. Tutelare il futuro dei nostri associati“.

Vera MORETTI

Cassa forense apre al dialogo con Fornero e Severino

Alberto Bagnoli, presidente della Cassa forense, ha commentato l‘invito che il ministro del Lavoro ha rivolto agli enti previdenziali privati per discutere di previdenza in vista del prossimo 30 settembre 2012, termine per la presentazione al governo dei nuovi bilanci tecnici a 50 anni. “Apprezzo l’iniziativa presa dal ministro Fornero, e spero sia solo il primo passo di un cammino condiviso per affrontare le problematiche previdenziali dei professionisti”.

La stessa soddisfazione è stata espressa dal presidente della Cassa forense per le parole pronunciate dal ministro della Giustizia, Paola Severino, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario forense, quando ha manifestato la volontà di aprire un tavolo di consultazione con l’Avvocatura per affrontare le criticità della giustizia. “Vogliamo essere presenti ai tavoli di confronto per dare il nostro fattivo contributo affinchè le problematiche dell’Avvocatura e della sua previdenza siano affrontate parallelamente a quelle della giustizia: è solo attraverso il dialogo costruttivo -conclude Bagnoli- che si può sperare di trovare la soluzione migliore per tutelare presente e futuro dei professionisti”.