Iva al 10% anche per il check-up di caldaie private

La richiesta di chiarimenti è arrivata da una società che si occupa di installazione e manutenzione di caldaie, soprattutto in abitazioni di privati.
Il quesito riguarda il bonus energia e la sua interpretazione.

Ebbene, l’Agenzia delle Entrate ha voluto specificare che l’Iva da applicare in questi casi, durante l’obbligatorio controllo di impianti di riscaldamento installati in “fabbricati a prevalente destinazione abitativa privata”, quindi, sia condomini sia case private, è il 10 per cento.

Inoltre, l’agevolazione, diretta al consumatore finale, cioè quello che sopporta il peso dell’imposta, premia soltanto gli interventi pro efficienza e non altri tipi di prestazioni, ad esempio la copertura assicurativa della responsabilità civile verso terzi, per le quali non sia indicato un corrispettivo distinto.

In più, sull’integrazione e mantenimento in efficienza degli impianti in questione, l’Amministrazione finanziaria aveva anche precisato che il beneficio è applicabile anche alle prestazioni di manutenzione obbligatoria, previste per gli impianti elevatori e per quelli di riscaldamento, consistenti in verifiche periodiche e nel ripristino della funzionalità, compresa la sostituzione delle parti di ricambio usurate, a fronte delle quali vengono corrisposti canoni annui.

Se, dunque, la società che ha risollevato il problema ha applicato l’Iva ordinaria dovrà “risarcire” i propri clienti e poi chiedere il rimborso al Fisco, senza potersi avvalere dei meccanismi di variazione delle fatture.
Ciò significa che potrà recuperare l’imposta entro due anni dalla data del versamento solo a condizione che dimostri di averla realmente restituita agli utenti. In questo modo, la neutralità del tributo è garantita e, nello stesso tempo, si evita il rischio di indebiti arricchimenti.

Vera MORETTI

Parquet, l’aliquota Iva è ordinaria

Il parquet che si mette in posa senza fare uso di prodotti adesivi è a tutti gli effetti un materiale da rivestimento: il cosiddetto parquet flottante sconta quindi quindi l’aliquota ordinaria e non quella agevolata per il suo acquisto, in quanto tale caratteristica non lo rende comunque riconducibile alla categoria dei “beni finiti”, che beneficiano dell’Iva al 10%, ma a quella dei materiali di rivestimento.

L’intervento, riconducibile all’ipotesi di “pavimento verso l’esterno”, può invece fruire della detrazione del 55% per risparmio energetico, purché sussistano i requisiti di “trasmittanza termica” previsti dall’allegato B al decreto del ministro per lo Sviluppo economico 11 marzo 2008.

IVA: prorogati i tempi di regolarizzazione

L’Agenzia delle Entrate ha allungato i tempi per la regolarizzazione dell’aliquota Iva: chi non è riuscito ad adeguare i sistemi informatici al cambiamento dell’Iva, dal 20 al 21%, potrà versare avrà tempo fino al 27 dicembre, per le fatture emesse nel mese di novembre, mentre il 16 marzo 2012 è la data limite per la regolarizzazione delle fatture emesse nel mese di dicembre.

La nuova aliquota Iva al 21%, prevista dal Dl 138 del 2011, entrata in vigore lo scorso 17 settembre ha causato non pochi problemi di natura tecnica e gestionale agli operatori economici. Per questo l‘Agenzia delle Entrate ha scelto di concedere più tempo per regolarizzare le fatture emesse erroneamente con la vecchia aliquota.

Nel caso in cui sia stata emessa fattura o sia stato pagato in tutto o in parte il corrispettivo prima che si realizzassero i presupposti per l’imposizione, l’operazione si considera effettuata alla data di emissione della fattura o del pagamento” chiarisce la circolare n. 45/E dell’Agenzia delle Entrate. “In questo caso l’aumento dell’Iva non si applica agli acconti pagati entro il 16 settembre, che hanno scontato l’aliquota del 20%, mentre per le fatture a saldo emesse successivamente ed eventuali altri acconti e’ necessario applicare la nuova aliquota del 21%.” Nel caso di fatture anticipate emesse entro il 16 settembrequeste scontano l’aliquota del 20% anche se il bene è stato consegnato o il servizio è stato pagato successivamente a tale data”.

Con l’introduzione della nuova aliquota il metodo matematico per la determinazione dell’imposta da versare diventa l’unico applicabile per i commercianti al minuto. Ma come si determina il nuovo imponibile? “Dividendo l’importo complessivo dei corrispettivi per alcuni valori ,121 per le operazioni che scontano l’Iva del 21%”.

Alessia Casiraghi

Prezzi aumentati del 53% per gli italiani negli ultimi 10 anni

La penna a sfera, il tramezzino al bar e il cono gelato. Sono solo alcune delle 100 voci del paniere stilato da Casper, il Comitato contro le speculazioni e per il risparmio, che ha stimato un aumento dei prezzi per beni e servizi di largo consumo pari al 53,7% negli ultimi 10 anni.

Rincari a due cifre dall’entrata in vigore dell’euro che hanno determinato un progressivo impoverimento delle tasche degli italiani: la perdita del potere d’acquisto per le famiglie si aggira infatti attorno al 39,7%.

L’ondata di rincari non è però finita, sottolinea Casper, il Comitato di cui fanno parte anche Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori – perché ‘il recente scatto dell’aliquota Iva dal 20 al 21% deciso dal governo produrrà un ulteriore incremento dei listini al dettaglio ’.

Tra i beni e i servizi che hanno registrato un raddoppio dei prezzi nell’ ultimo decennio troviamo l’italianissima pizza Margherita con un +93,5%, i jeans da uomo di marca con un + 95,2% e i pomodori pelati con un +96,9%. Ma l’aumento dei prezzi è triplicato si se guarda a beni come la penna a sfera (207,7%), il cono gelato (159,7%) e il tramezzino al bar (192,2%).

Alessia Casiraghi