Superbonus, allarme conti fuori controllo

Nuovo allarme conti pubblici per il Superbonus. L’allarme è stato lanciato dal ministro Giorgetti al Forum Ambrosetti che si tiene in questi giorni ed è basato sui dati forniti dall’Agenzia delle Entrate.

Allarme Superbonus, conti fuoi controllo

Sul Superbonus c’è sempre diversità di vedute tra maggioranza e opposizione, mentre la maggioranza lo considera un fardello troppo pesante, Giuseppe Conte, leader del M5S che ha ideato il provvedimento lo ritiene una misura valida e che ha portato un aumento del Pil. A questi dati si uniscono quelli della Guardia di Finanza che nell’ultimo report ha sottolineato che in percentuale i casi di truffa da Superbonus sono più bassi rispetto a quelli perpetrati per altre tipologie di agevolazioni edilizie.

Perché c’è quindi l’allarme Superbonus?

L’Agenzia delle Entrate rende noto che i bonus legati alle ristrutturazioni edilizie sono ormai fuori controllo. Negli ultimi 5 mesi sono saltati fuori altri 35 miliardi di crediti ceduti o scontati che non erano stati previsti. Di questi 4 sono stati già classificati come fasulli. A fine agosto i crediti verificatisi fasulli sono arrivati a 12,8 miliardi.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è dichiarata quindi molto preoccupata perché i soldi del Superbonus stanno già erodendo le risorse della manovra 2024. Creano quindi una vera e propria ipoteca sui conti futuri creando seri problemi all’economia. Secondo l’appunto di Ernesto Maria Ruffini alla premier, i crediti legati ai bonus edilizi che sono stati ceduti o scontati dalle imprese in fattura sono cresciuti da 110 a 146 miliardi di euro. Di questi 23 sono già stati portati in compensazione, gli altri 123 invece probabilmente andranno ad usufruire della detrazione in 4 anni.

In realtà si dubita che possano essere portati tutti in detrazione visto che molte famiglie dovranno affrontare probabilmente problemi legati alla capienza fiscale.

Costi troppo elevati rispetto alle previsioni per il Superbonus e altri bonus edilizi

Tali somme eccedono le previsioni iniziali. Ad esempio il Bonus Facciate doveva costare 5,9 miliardi, ma siamo già giunti a una spesa di 26 miliardi di euro. Per il Superbonus la spesa doveva essere di 35 miliardi. Ne deriva che il ministro Giorgetti nella nota di aggiornamento al DEF delle prossime settimane dovrà le stime per la spesa necessaria alla copertura dei bonus edilizi. A scapito dei contribuenti sulle cui spalle peserà il fardello.

A ciò si aggiunge che in molti cantieri i lavori sono fermi a causa del blocco delle cessioni dei crediti (crediti incagliati) che mettono in difficoltà le imprese che non riescono a proseguire. Questo implica secondo molti la necessità di provvedere a un’ulteriore proroga dei termini per la cessione del credito.

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Allarme superbonus, case con lavori iniziati potrebbero essere pignorate

Allarme superbonus e i suoi effetti che potrebbero portare al pignoramento degli immobili su cui sono iniziati i lavori di ristrutturazione non ultimati.

Allarme superbonus, la decisione del Governo

L’idea dell’introduzione del Superbonus è sempre piaciuta a molti. Ma da circa un anno si stanno verificando degli effetti molto negativi per le imprese operanti nel settore edile. Ad un mese dall’emanazione del Decreto blocca cessioni, deciso dal Governo Meloni, si tirano le somme sugli effetti della decisione. E quello che potrebbe accadere è una situazione catastrofica. Guardando con una lente di ingrandimento la situazione si rischia il pignoramento di molte case, ecco spiegato il perché.

Molti cantieri legati al Superbonus sono partiti, dopo la fase di progettazione ed aver compilato tutta la documentazione necessaria. Dunque le aziende edili hanno iniziato a fare dei lavori per la ristrutturazione negli immobili. Quindi in prima battuta hanno sostenuto dei costi, che si dovevano trasformare in crediti vendibili e quindi in rientro economico. Ma il blocca ferma questo sistema, ma del resto il Governo non aveva i fondi necessari per comprare tutti i crediti.

Allarme superbonus, sempre più vicino il pignoramento

A questo punto le imprese si trovano incagliate in una situazione difficile. Da una parte i cassetti fiscali pieni di crediti non ceduti e dall’altra aver già sostenuto dei costi. Eppure le aziende come possono coprire questi costi? Beh se la situazione rimane questa, le aziende non potranno far altro che richiedere i soldi ai proprietari immobiliari. Eppure non si parla di piccole cifre, ma di importi che possono oscillare anche tra i 20 mila o 40 mila euro. Ma al di là dell’importo, cosa succede se un proprietario di casa non ha tale disponibilità?

Il rischio che il proprietario dovrà richiedere ad un finanziamento per cercare di coprire e pagare alle imprese quanto dovuto. Anche se non è quello che sperava, anzi rifare gli immobili con dei contributi statali che ad oggi non arriveranno mai. Ma se per caso il proprietario non dovesse essere nelle condizioni di poter accedere al finanziamento potrebbe esserci un peggioramento della situazione.

Dal pignoramento alla vendita all’asta

A questo punto sarebbe difficile non pagare e se non lo si può fare, i creditori vanteranno i propri crediti sugli immobili. Si rischia che milioni di case rischiano il pignoramento e poi il rischio della vendita all’asta. E quindi la gente potrebbe perdere la propria casa, per l’introduzione del Superbonus. Un’ipotesi quanto mai reale, ma che deve essere scongiurata. Perché se una parte le imprese edili avrebbero i loro soldi, dall’altra si andrebbe totalmente a scapito dei proprietari di casa, che avevano voglia di ristrutturare casa, e certo non vedersela portata via.