A Natale borse firmate? No, borse di studio

Il comparto della pelletteria è uno tra i più ricchi e vivaci per la piccola e media impresa italiana. Tenerlo attivo e creativo è interesse non solo del proprio settore, ma dell’intera economia del Paese. Ecco perché assume grande importanza l’iniziativa lanciata dall’Alta Scuola di Pelletteria Italiana (Aspi), che per Natale ha chiesto alle aziende associate di destinare al sostegno della formazione dei giovani, ovvero all’apprendimento e alla trasmissione di quel “saper fare” che costituisce la prima ricchezza del comparto della pelletteria di lusso, le risorse solitamente riservate agli omaggi natalizi.

L’appello di Karlheinz Hofer, presidente dell’Alta Scuola di Pelletteria Italiana: “A Natale risolvi il problema dei regali aziendali scegliendo un dono davvero speciale, che parli di te e della tua azienda. Scommetti sui nuovi talenti e sul futuro della pelletteria di lusso. E sponsorizza le borse di studio che permetteranno a tanti ragazzi e ragazze di acquisire le competenze adeguate per entrare da protagonisti nel mercato del lavoro“.

Molti imprenditori hanno già manifestato la volontà di intervenire a supporto dei tanti allievi della scuola, mettendo a disposizione nuove risorse economiche integrative. Gucci, per esempio, ha risposto alla proposta con ben dieci sottoscrizioni.

Durante tutto l’anno – prosegue Hoferorganizziamo percorsi formativi e di specializzazione, con l’obiettivo di trasmettere le competenze e la passione per la professione. Ma dato il costante aumento delle richieste di figure tecniche da parte delle aziende del nostro territorio e il rinnovato interesse dei giovani per questo settore, sentiamo anche il bisogno e il dovere di ricercare risorse finanziarie aggiuntive affinché i candidati meritevoli possano accedere ai vari corsi. Ogni anno, infatti, molti aspiranti pellettieri di talento, privi di basi economiche sufficienti, non riescono a frequentarli“.

E siccome non si fa niente per niente, in segno di riconoscenza e per dare la giusta visibilità all’impegno di chi ha aderito all’iniziativa, Aspi invierà a tutti i clienti e i fornitori degli sponsor un biglietto d’auguri elettronico personalizzato, impegnandosi a garantire un ritorno di immagine attraverso i suoi strumenti di comunicazione.

Per info: Laura Chini, 335 465935, Tiziana Morganti – Teresa Sampugnaro, 055 756039, www.altascuolapelletteria.it, info@altascuolapelletteria.it

Mipel: la produzione vola al 20%

Non esiste la seconda generazione nel settore della conceria, è una forte riflessione fatta dai produttori di pelletteria italiani che espongono al Mipel in fieramilano a Rho fino a mercoledì 7 marzo. Uno sguardo al futuro rivela una sempre crescente mancanza di tecnici specializzati nei vari stadi della filiera della pelle, mettendo a serio rischio la capacità produttiva di domani. Un tema quanto mai attuale, soprattutto per gli imprenditori della zona di Firenze, primo territorio di produzione nazionale del settore pellettiero.

“Nel 2011 la produzione in valore si è attestata sui 4 miliardi e 550 milioni di euro – dichiara Giorgio Cannara, presidente Aimpes/Mipel –  con un aumento di circa il 20% rispetto all’anno precedente. Le esportazioni fanno registrare 3 miliardi e 841 milioni (+30% sul 2010) a fronte di un import di circa 1 miliardo e 850 milioni di euro (+12% sul 2010)”.

“Le previsioni di crescita delle produzioni di pelletteria nei prossimi 3 – 5 anni, dicono che ci sarà un aumento della produttività intorno al 20, 30% – commenta Andrea Calistri della Sapaf di Scandicci e fondatore dell’Alta Scuola di Pelletteria-. Questo significa che il comparto avrà necessità di formare almeno due, tre mila nuovi addetti che possano occupare posti specialistici della filiera della pelle”.

Proprio a Scandicci è attiva, da circa 10 anni, l’Alta scuola di pelletteria italiana che prevede corsi di formazione di periodo variabile, dai due mesi fino ai due anni. “La scuola prepara, ogni anno, circa 100 nuovi addetti specializzati nelle varie discipline – continua Calistri – ancora troppo pochi per la richiesta in crescita”.

Le principali figure ricercate sono tre: il modellista, il prototipista e il tagliatore di pelli pregiate. I primi due si occupano di approntare il primo esemplare della borsa disegnata dallo stilista. Questo passaggio è estremamente importante perché, realizzando il prototipo, è possibile valutare tempistica e modalità da applicare poi alla produzione, parametri che definiscono, in ultima analisi, il prezzo dell’articolo e il suo posizionamento nella fascia di mercato. Anche il tagliatore esperto fa un mestiere delicato perché, soprattutto a contatto con pellami particolarmente pregiati come per esempio il coccodrillo, è quanto mai importante non sprecare nemmeno un centimetro di materiale.

“Sarebbe importante che i giovani capissero – puntualizza Calistri – che lavorare nel settore della pelle è una vera e propria opportunità, non soltanto di occupazione ma anche di carriera. Un tecnico esperto può arrivare a guadagnare anche 2500 euro al mese con una tendenza in crescita”.

I dati economici relativi al comparto della pelle rivelano una netta tendenza all’export, mentre i mercati interni sono ancora un po’ in sofferenza.

“Il vero problema – spiega Piero Peroni, presidente di Cna Federmoda Firenze – è culturale. In Italia non viene riconosciuta la qualità artigiana delle produzioni. Questo ha cresciuto una generazione che punta alle grandi firme. La giovane donna di oggi preferisce la borsa griffata anche se falsa, piuttosto che il prodotto artigiano sconosciuto ma di buona qualità. Se noi italiani fossimo in grado di dare il giusto valore alle produzioni “Made in Italy”, come avviene in Cina e Giappone che sono mercati in espansione non solo per le grandi aziende ma anche per le piccole produzioni artigiane, il nostro mercato interno soffrirebbe meno”.

Fonte: agenparl.it