McDonald’s, menù sempre più Made in Italy

I fast food di McDonald’s che sorgono su territorio nazionale parleranno ancora di più italiano.
Sono stati siglati, infatti, due importanti accordi con l’obiettivo di localizzare ulteriormente la produzione in Italia.

L’intesa ha come protagonisti due dei principali ingredienti dei menu firmati McDonald’s, ovvero le patate e il pollo, che d’ora in poi verranno forniti rispettivamente da Amadori e Patate Pizzoli, due marchi al 100% Made in Italy.

Roberto Masi, amministratore delegato di McDonald’s Italia, ha confermato l’accordo: “Da oggi troverete finalmente nei nostri ristoranti patatine fritte italiane, coltivate nel nostro paese da agricoltori italiani e lavorate in Italia, nello stabilimento di Budrio, in provincia di Bologna”.

Nicola Pizzoli, amministratore delegato di Pizzoli Spa, ha poi aggiunto: “Questo progetto con McDonald’s Italia è motivo di orgoglio per la nostra impresa e un primo passo verso una collaborazione che contiamo di rafforzare in futuro. La nostra impresa, infatti, inizierà nel primo trimestre 2015 la costruzione in provincia di Bologna di un nuovo stabilimento che sarà il più grande del Sud Europa, in grado di trasformare oltre 200.000 tonnellate all’anno di patate provenienti da diversi bacini agricoli italiani, con un investimento pari a 40 milioni di Euro”.

Amadori non è una nuova conoscenza per la catena di fast food più conosciuta in Italia, e al mondo, poiché è dal 1996 che è fornitore ufficiale, ma ora viene estesa anche ai Chicken McNuggets, i bocconcini di pollo che ogni giorno vengono acquistati da quasi 80mila clienti.

L’accordo raggiunto segna un incremento del 70% dei volumi forniti dall’azienda, che porterà da 5.200 tonnellate a 9.000 tonnellate vendute.
Il rafforzamento dell’accordo si tradurrà in un potenziamento dell’attività produttiva dello stabilimento di Mosciano Sant’Angelo di Amadori.

Vera MORETTI

Idee innovative in mostra a Bologna

Le idee più innovative e le aziende a caccia di cervelli hanno trovato un punto di incontro alla Borsa della Ricerca, un evento che fino a venerdì fa di Bologna, e più precisamente di Palazzo Re Enzo, la capitale dell’innovazione e della ricerca.

L’appuntamento, giunto alla sua terza edizione, consente a ricercatori provenienti da tutta Italia di incontrare 60 aziende a caccia di cervelli e di idee. I dati parlano di numeri importanti: 500 progetti innovativi nati nelle migliori università nazionali e internazionali e 800 incontri one to one durante i quali i giovani ricercatori avranno l’opportunità di presentare le proprie proposte ai responsabili delle aziende.

C’è chi promette lunga vita agli alimenti grazie ad un nuovo tipo di imballo che mantiene intatte le proprietà organolettiche dei prodotti, chi propone un metodo per individuare le taglie dei vestiti senza bisogno del camerino, chi propone algoritmi che consentono di risparmiare energia e acqua nella produzione industriale e chi presenta guide multimediali che permettono l’accessibilità ai contenuti culturali, anche in presenza di deficit sensoriali o disturbi del linguaggio: idee e settori sono i più svariati e hanno attirato l’attenzione di nomi di primo piano nel panorama industriale, come Alenia, Electrolux, Elica, Enel Green Power, Amadori, Beghelli, Datalogic, Dallara, Lamborghini e TetraPak.

L’evento è ideato e organizzato da Emblema (società specializzata nel creare iniziative in ambito di placamento e ricerca), Fondazione Crui, Camera di Commercio di Bologna e Dassault Systems.

Francesca SCARABELLI