Giovanni Pitruzzella sulla liberalizzazione delle professioni

In occasione dell’audizione del 4 giugno scorso, avvenuta presso la Commissione Attività produttive della Camera, dove è in corso la Relazione al Parlamento riguardante la liberalizzazione delle attività economiche e la riduzione degli oneri amministrativi sulle imprese svolta, Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Autorità Garante per la concorrenza e il mercato, ha sottolineato che le disposizioni normative introdotte negli ultimi anni e la loro attuazione regolamentare hanno contribuito ad aprire il mercato dei servizi professionali regolamentati.

Le misure adottate hanno contribuito:

  • all’abolizione dell’obbligatorietà delle tariffe professionali e del divieto di pubblicità da parte dei professionisti;
  • al libero accesso alle professioni non regolamentate;
  • all’ampliamento della pianta organica e della dimensione geografica dei distretti dei notai; alla fornitura di servizi professionali anche attraverso società di capitali.

Ciò che Pitruzzella ha voluto specificare è che, anche in questo settore, la regolamentazione deve intervenire solo se necessario a tutelare interessi pubblici che sarebbero altrimenti sprovvisti di effettiva tutela.

Le norme introdotte, però, a volte rischiano di essere vanificate da alcuni riferimenti circa l’adeguatezza del compenso del professionista rispetto al decoro professionale e l’importanza dell’intervento.
Quando ciò avviene, ammonisce il garante, il rischio che si reintroducano le tariffe di riferimento per le prestazioni professionali diventa concreto, tanto da far dimenticare la liberalizzazione apportata in proposito dalle normative.

Inoltre, il riferimento all’adeguatezza della tariffa, oltre che estremamente generico, non è affatto necessario per garantire la qualità delle prestazioni, a fronte, peraltro, del potere in capo agli ordini professionali di indagare sulla corretta esecuzione della prestazione professionale nel suo complesso, secondo parametri qualitativi.

Riferendosi poi alla legge del 1913 che regolamenta la professione notarile, la quale qualifica come “illecita concorrenza” tra notai, perseguibile con sanzioni disciplinari, la possibilità, tra l’altro, di effettuare “riduzioni di onorari, diritti o compensi” o, più in generale, di servirsi “di qualunque altro mezzo non confacente al decoro e al prestigio della classe notarile”, Pitruzzella, la definisce una previsione che mantiene ingiustificate forme di controllo, da parte dell’Ordine, sulla libertà dei professionisti di organizzare la propria attività, con esplicito riferimento alla determinazione dei compensi richiesti per le proprie prestazioni e ciò a fronte della liberalizzazione dell’esercizio dell’attività professionale e della determinazione delle relative tariffe.

Qualche perplessità ha suscitato nel presidente dell’Autorità Garante per la concorrenza e il mercato anche la recente riforma forense: l’eliminazione dell’obbligo di fornire un preventivo in forma scritta unitamente alla previsione di parametri per la determinazione del compenso spettante agli avvocati sembrano, in sostanza rappresentare un passo indietro rispetto all’integrale abrogazione delle tariffe.

Inoltre va ricordato che i criteri per la distribuzione geografica delle sedi dei notai sono tuttora orientati a garantire determinati livelli di attività e di reddito ai professionisti interessati.
In questo ambito, l’Antitrust si riferisce al criterio distributivo delle sedi notarili basato su un livello minimo di domanda, che stabilisce che la distribuzione delle sedi notarili tra i Comuni dei vari distretti sia basata sulla garanzia, per ogni singolo notaio, di un livello minimo di domanda (popolazione di almeno 7.000 abitanti) e di un livello minimo di reddito annuo (almeno 50.000 euro di onorari professionali repertoriali).

Pitruzzella si scaglia anche contro gli ostacoli all’accesso alle professioni, già nella fase di ammissione ai corsi universitari formativi per il futuro svolgimento della professione.
Occorrerebbe tenere conto del “fabbisogno di professionalità del sistema sociale e produttivo”, criterio non strettamente legato all’offerta formativa delle università e idoneo a restringere ingiustificatamente l’accesso ai corsi di laurea prppedeutici all’esame di abilitazione professionale.

Vera MORETTI

La riduzione della pressione fiscale può far ripartire l’Italia

Da più parti viene richiesto un intervento per ridurre la pressione fiscale, considerato il primo provvedimento utile per uscire dalla crisi.
E anche Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust, è di questo avviso, suggerendo di proseguire nella spending review che era stata avviata dalla scorsa legislatura.
La riduzione delle spese delle pubbliche amministrazioni, oltre alla lotta all’evasione, potrebbero contribuire ad una lenta ripresa, quanto mai urgente.

Pitruzzella ha infatti dichiarato: “Ci troviamo in una situazione di grave recessione e per ricreare coesione sociale, per dare risposte ai disoccupati ed alle famiglie che si trovano sulla soglia della povertà bisogna rimettere in moto l’economia. Solo se si producono risorse si possono poi ridistribuire risorse. In questa prospettiva forse qualche aggiustamento della riforma Fornero nell’immediato si potrebbe fare, fermo restando che l’obiettivo finale deve essere la stabilità del rapporto di lavoro“.

Il presidente dell’Antitrust ha espresso il suo parere riguardo gli esodati, problematica che va risolta per garantire al Paese, oltre ad una crescita economica, anche un’equità sociale dalla quale è impossibile prescindere.

Per riuscire in tutto ciò ”il risanamento va coniugato insieme con politiche dirette a stimolare la crescita e sotto questo profilo vorrei osservare che è importante quello che il governo farà anche sul tavolo europeo. C’è una connessione strettissima tra le politiche dell’Europa e le attività ed i risultati dell’economia sul piano nazionale e, lo stesso quadro europeo consente qualche forma di flessibilità per esempio per finanziare spese per investimenti produttivi. Si avvia dunque una stagione di grande interesse, il ‘cantiere Europa’ è aperto e credo che il governo ed il parlamento italiano dovranno impegnarsi approfonditamente su questo campo“.

Vera MORETTI

Eurostrike, Italia contro l’austerity

 

IERI

Elezioni Regionali: finalmente c’è una data. Il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ha fatto sapere ieri che le elezioni regionali in Lazio, Lombardia e Molise si svolgeranno il 10 e 11 febbraio 2013. Alla notizia, che arriva un giorno dopo la richiesta del Tar di indire nuove elezioni entro 5 giorni nella Regione Lazio, ha reagito subito Renata Polverini, che su Twitter ha fatto sapere di essere pronta a una riduzione dell’organico: “Confermo la mia volontà di votare per 50 consiglieri invece degli attuali 70”

Monti incontra Cameron: si sono dati appuntamento ieri a Palazzo Chigi il Presidente del Consiglio e il Premier Britannico per discutere sul bilancio dell’Unione europea 2014-2020 che verrà portato in Consiglio europeo il 22 e 23 novembre prossimi. “Le nostre posizioni presentano dei punti non perfettamente coincidenti, è questo un understatement britannico, – ha dichiarato Mario Monti – ma anche molti punti in comune. Primo fra tutti l’idea che il bilancio dell’Unione sia orientato alla crescita e allo sviluppo della competitività dell’economia europea”. Nel pomeriggio il Premier ha ricevuto una telefonata da molto lontano: all’altro capo della cornetta c’era infatti il neoeletto Presidente Barack Obama, che lo ha ringraziato “per l’attenzione con cui segue la politica di risanamento e di riforma in corso in Italia e l’impegno del governo italiano per il rafforzamento dell’Eurozona”. Endorsement anglosassone per Mr Monti.

Ddl diffamazione: è passato quasi in sordina ieri in Parlamento un emendamento della Lega, appoggiato anche dall’Api, al Ddl Diffamazione destinato a riaccendere la polemica. Palazzo Madama ha approvato infatti con voto segreto l’emendamento voluto dalla Lega che dà al giudice la possibilità di infliggere, come pena massima, la reclusione fino a un anno per chi è condannato per diffamazione a mezzo stampa. L’emendamento passa così nell’Aula del Senato con 131 voti favorevoli, 94 contrari e 20 astenuti.

Apple e Antitrust: l’Antitrust ha messo alle strette il colosso di Cupertino: Apple Italia sarà infatti tenuta – per la prima volta da quando opera in Italia -a riconoscere ai propri clienti il diritto “alla garanzia biennale del venditore prevista dalla normativa italiana a tutela dei consumatori”.

OGGI

Proteste austerity: una mobilitazione che, solo in Italia, ha coinvolto le piazze di oltre 50 città. Eurostrike è la giornata paneuropea di protesta indetta dalla Confederazione europea dei Sindacati contro la politica di austerità in Europa: a Milano i cortei hanno preso di mira istituti di credito e filiali bancarie, salvo poi dividersi in due tronconi, uno verso piazza Vetra, mentre l’altro ha raggiunto corso Magenta con l’intenzione di “assediare” gli uffici della comunità europea. Lo sciopero contro la politica di austerity si aggiunge, a Milano, alle manifestazioni della Cgil, e dei lavoratori del S.Raffaele. Sono invece 4 i cortei che stanno attraversando la capitale: da Palazzo Chigi a Montecitorio l’obiettivo dei manifestanti è raggiungere il Parlamento, dove proprio quest’oggi si svolgeranno le votazioni sulla legge di stabilità.

Medico di Castevolturno: un cold case rimasto silente per quasi 8 anni è forse giunto al capolinea. Sono stati rinvenuti nella villetta di un medico di Castelvolturno, Domenico Belmonte, ora in stato di fermo con l’accusa di omicidio e di occultamento di cadavere, i corpi senza vita di Elisabetta Grande e Maria Belmonte, rispettivamente moglie e figlia del medico, scomparse il 18 luglio del 2004. I resti rinvenuti in un’intercapedine della villetta dell’omicidio, sarebbero di due donne, ma per accertarne l’identità occorre attendere i risultati del test del Dna.

Meno 4.000 statali: la scure del rigor montis è pronta a colpire l’esercito degli statali. Secondo quanto annunciato, prima via Twitter, poi ufficializzato, dal ministro Patroni Griffi ad essere colpito dal taglio saranno oltre 4 mila dipendenti statali, per un totale di 4.028 esuberi, o meglio, come li ha definiti il ministro per la Pubblica Amministrazione e Semplificazione, ‘eccedenze’. La scure colpirà in particolare l’organico non dirigenziale della Difesa (1.562), dei Beni Culturali (664), dell’Inail (648), dei Trasporti (598).

Let the Skyfull: la creatività dei membri del Pd sembra non esaurirsi mai, e prosegue la carrellata di ‘placard’ che ritraggono in versione ironica i 5 candidati alle Primarie del Pd, dopo l’arena a 5 di lunedì sera su Sky. Stavolta i ‘fantastici 5’ hanno lasciato spazio agli 007 di sua maestà con Skyfull, parodia dell’ultima pellicola dedicata a James Bond, Skyfall. E l’ardua sfida ora è capire chi tra Renzi, Bersani e Vendola assomigli di più a Daniel Craig. O forse meglio un Tabacci in versione Sean Connery?

Italia Francia: in campo questa sera gli azzurri di Prandelli incontreranno a Parma i cugini d’oltralpe guidati da Deschamps. Il ct della nazionale è pronto a schierare il tridente: Candreva a destra, da tornante, Balotelli centravanti ed El Shaarawy a sinistra.

DOMANI

Al via Eicma: il meglio delle due ruote e degli accessori dedicati a bikers e appassionati. Aprirà le porte al grande pubblico domani – dopo l’anteprima solo per addetti ai lavori del 13 e 14 novembre – Eicma, la 70ma Esposizione internazionale del motociclo, ospitata presso i padiglioni della fiera di Milano Rho. Motociclisti e amanti delle due ruote potranno scoprire le novità Guzzi, Vespa, Ducati, Benelli e non solo fino a domenica 18 novembre.

#Cinema Acciaio: una storia di amicizia che è anche una storia di formazione amara, salata e dura, proprio come l’acciaio delle fonderie Lucchini. E’ la storia di Anna e Francesca, le due amiche quattordicenni protagoniste di Acciaio, la pellicola tratta dal romanzo di Silvia Avallone – Premio Campiello Opera Prima 2010 – che racconta la vita ai margini dell’Isola d’Elba, a Piombino, dove ha sede una delle più grandi acciaierie d’Italia, la Lucchini. Protagonisti del film anche Michele Riondino, il Commissario Montalbano junior nei panni di un operaio in Fabbrica, e Vittoria Puccini, un grande amore che torna dal passato. Un ritratto dai toni agrodolci che ricorda da vicino un dramma attuale come quello dell’Ilva di Taranto.

#Cinema Quell’estate: una famiglia come tante, un’estate come tante, quella del 1981, sullo sfondo dei colli toscani. Il cinema italiano sceglie ancora una volta la Toscana per raccontare una storia di famiglia: dal padre, cui presta il volto Alessandro Haber, reduce da un infarto e incerto sul suo futuro, alla madre, che non riesce a superare il dramma di un tradimento. E ancora la figlia ventenne, interpretata dalla quasi neomamma Diane Fleri, che si trova anche nel film alle prese con una gravidanza inaspettata, e ancora le ribellioni adolescenziali di Matteo, il figlio più piccolo, che proprio in quell’estate conoscerà il suo primo amore. Una regia tutta femminile che porta la firma di Guendalina Zampagni, al suo esordio dietro la macchina da presa.

#Cinema Vitriol: un altro esordiente per il cinema italiano: Francesco Afro De Falco, giovane autore napoletano, esce nelle sale con il thriller dal sapore mediterraneo – il film è ambientato a Napoli – che strizza l’occhio alle trame nordiche degli Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson. Un mockumentary che ha per protagonista una Lisbeth amante dell’architettura che si lascia sedurre dai misteri occulti di una Napoli segreta e massonica.

 

Alessia CASIRAGHI

Murdoch o Marchionne?

 

Sergio Marchionne, ad della Fiat, non ci sta e dalle pagine di Repubblica oggi risponde a Della Valle e rassicura gli italiani: ” guadagniamo all’estero per poter produrre in Italia”. Il futuro di Fabbrica Italia? Tutto da rivedere. E incerto appare anche il destino di un’altra azienda italiana: La7, l’emittente tv di proprietà di TI Media. Colpo di scena finale (o non ancora, visto che mancano ancora 6 giorni allo stop delle offerte vincolanti) del tycoon australiano Rupert Murdoch: News Corps mette gli occhi sul fortino radical chic della tv italiana. Cosa ne penserà stavolta Enrico Mentana?

IERI

Omicidio volontario: è questa l’accusa che pende su Lisandra Aguila Rico, la 21enne cubana che ieri ha confessato di aver preso parte all’aggressione sfociata in delitto della coppia di coniugi di Lignano Sabbiadoro. La ragazza è indagata per duplice omicidio in concorso con ignoti: con lei sul luogo del delitto, secondo gli inquirenti, era presente il fratello 24enne, su cui ora pende un mandato di cattura internazionale, perché si teme sia fuggito a Cuba. L’individuazione dei presunti assassini è stata resa possibile grazie al rinvenimento di tracce ematiche sul luogo del delitto: il dna presente sulla scena del crimine, in un mozzicone di sigaretta, ha trovato parziale corrispondenza con un campione di dna prelevato dalla madre dei due ragazzi, che possiede una gelateria proprio di fronte al negozio di casalinghi dei coniugi Burgato.

Polvere sulla Polverini: il bianco candore (almeno del tubino) della presidente della Regione Lazio rischia di macchiarsi in fretta. Ieri, nel corso del Consiglio Regionale, indetto per approvare la mozione sulla spending review interna al Consiglio (revoca auto blu, dimezzati i rimborsi) la Polverini ha tuonato a proposito dell’affaire Fiorito, nuovo scandalo a basa di ostriche e champagne scivolate sulla carta di credito della Regione: “siamo come la nave Concordia. Ci siamo sfracellati su uno scoglio. E per fortuna non ci sono ancora morti. O invertiamo la rotta o è inutile andare avanti”. E a qualcuno sembra di intravedere l’angelo dell’Apocalisse.

OGGI

L’ira di Marchionne: non ci sta ad essere attaccato e replica sulle pagine di Repubblica: “La Fiat non lascerà l’Italia. Guadagniamo all’estero per poter produrre in Italia”. I dati sulle vendite Fiat in agosto non sono per niente incoraggianti: -17,7% sul mercato europeo. E prosegue il tenzone fra l’amministratore delegato Fiat e il patron di Tod’s Diego Della Valle, reo di aver accusato i vertici Fiat qualche giorno fa: “tutti parlano a 100 all’ora – replica Marchionne. – perche’ Fiat e’ un bersaglio grosso, più delle scarpe di alta qualità. Ci sarebbe da domandarsi chi ha dato la cattedra a molti maestri d’auto improvvisati”.

Sky compra La7?: il magnate australiano di News Corps Murdoch mette gli occhi sull’azienda di proprietà di TI Media. Dopo l’interesse mostrato dai vertici Mediaset all’acquisto del canale, anche se a frenare gli entusiasmi del Biscione ci ha pensato l’ombra dell’Antitrust, è la volta dell’azienda di Murdoch, che sembra aver avuto accesso all’information memorandum, i dati ‘sensibili’ di La7 che a Mediaset era stato negato. Il verdetto è atteso per il 24 settembre, termine ultimo di presentazione delle offerte vincolanti. E se tra i due litiganti spuntasse un terzo incomodo? In pole position sembra esserci infatti Discovery Channel.

Ilva di Taranto: dopo gli scioperi, il sequestro previsto dall’autorità giudiziaria, e la marcia incessante dei lavoratori di Taranto, oggi i vertici dell’Ilva presenteranno un piano di investimenti per 400 milioni di euro, che prevede l`intervento di super tecnici per il risanamento dello stabilimento siderurgico.

Milan Champions: si aprono le danze europee per la squadra di Allegri, reduce da due brucianti sconfitte in campionato. I bookmakers quotano la vittoria del club di Milanello, nel match casalingo contro l’Anderlecht, a 1.53. Per i rossoneri quella di stasera sarà la notte della verità. Almeno per la panchina di Massimiliano Allegri, che già comincia a tremare.

DOMANI

Picasso a Milano: la vernice è prevista per domani, mentre il grande pubblico dovrà attendere giovedì. Picasso torna a Milano, a Palazzo Reale, che ospiterà fino al 6 gennaio 2013, oltre 200 opere (non solo pittura, ma anche bozzetti, libri, fotografie) provenienti dal Museo Nazionale Picasso di Parigi. Un viaggio da Nizza a Parigi, da La Coruna a Barcellone, sulle tracce di una delle anime più scandagliate del ‘900.

Juve – Chelsea: dopo la trasferta vittoriosa a Genova di domenica, i bianconeri sono già in viaggio per Londra. Destinazione: Stamford Bridge, dove domani sera sfideranno la sorte contro il Chelsea di Di Matteo.

Alessia CASIRAGHI

C’è chi salpa, c’è Chi resta (in topless)

 

Prima tappa della crociera elettorale di Silvio Berlusconi, che ha fatto la sua prima apparizione in pubblico ieri a Bari, intervistato da Alessandro Sallusti. Se l’ex Presidente del Consiglio non scioglie ancora il riserbo circa la sua possibile ricandidatura, a fare il suo nome ci pensa nientemeno che la famiglia reale inglese, che accusa Mondadori France, e la rivista Closer, di violazione della privacy della Principessa Kate, dopo la pubblicazione del topless (non proprio scottante) della Middleton in vacanza in Provenza. L’istanza di ritiro delle copie compromesse è stata presentata oggi al Tribunale di Nanterre. Ma Chi sarà il prossimo imputato?

IERI

Il Cavaliere getta l’ancora: una lunga intervista concessa a Sallusti a bordo della nave da crociera salpata sabato da Venezia. Silvio Berlusconi, dopo il forfait di venerdì ad Atreju, apre le danze su quello che sarà il futuro del Pdl: il primo punto all’ordine del giorno? Abolire l’Imu “La casa è il pilastro su cui ogni famiglia fonda il suo futuro” afferma il Cav. E a proposito del candidato più discusso del momento, Matteo Renzi, l’ex Presidente del Consiglio spende parole di elogio: con lui “la sinistra può diventare un partito socialdemocratico”. La domanda è d’obbligo: meglio fondare il proprio futuro su un camper o una nave da crociera?

Rossi “una vittoria per Sic”: ha dedicato all’amico e compagno in pista il suo secondo posto sul circuito di Misano Adriatico, lo stesso intitolato a Marco Simoncelli, a meno di un anno dalla sua scomparsa. “E’ un grande risultato, lo voglio assolutamente dedicare al Sic e alla sua famiglia. Sicuramente lui mi ha dato una mano”. Valentino Rossi è tornato in pista.

L’Inter prende il Toro per le corna: vittoria 2-0 ieri sera per i nerazzurri di Stramaccioni. Il Torino resta a bocca asciutta mentre il ct dell’Inter promette ai tifosi la vittoria già giovedì al Meazza. Volano Juve ( 3 a 1 contro i Genoa) Lazio e Napoli. E l’incognita Samp?

Alluvione a Lipari: una ‘bomba d’acqua’ che si abbatte su vicoli e viuzze dell’isola maggiore delle Eolie e lascia dietro di sé danni per 30 milioni di euro. Costruttori senza scrupoli, abusivismo edilizio o la forza inarrestabile della natura?

OGGI

Kate su Chi: lo scandalo a corte sembra non conoscere tregua. Stavolta a riaccendere la miccia è il settimanale Chi, diretto da Alfonso Signorini, che esce oggi in edicola con un’ “edizione straordinaria”, per regalare ai lettori italiani l’esclusiva del topless dell’algida Kate. E mentre la casa reale si infuria con Mondadori (e Berlusconi, anche se stavolta, ironia della sorte, il Cavaliere non c’entra), oggi al Tribunale di Nanterre gli avvocati della coppia reale chiederanno formalmente il ritiro delle copie di Closer dalle edicole francesi. E se in Italia chiedessero invece il sequestro dello smoking sfoggiato da Signorini in prima pagina?

Area C Milano: si riaccendono le telecamere su Milano. E non certo quelle della Settimana della Moda, o almeno non ancora (il debutto è atteso mercoledì), ma della cara vecchia Area C. Torna la congestion charge più discussa d’Italia, dopo la sospensione per volere del Consiglio di Stato dello scorso 25 luglio. A tenerla a battesimo, oltre al padrino Pierfrancesco Maran, 200 agenti che presidieranno la cerchia dei Bastioni.

Delitto di Lignano: si intravede una luce nel mistero del truce assassinio di Rosetta Sostero e Paolo Burgato, coniugi uccisi a Lignano Sabbiadoro il 19 agosto scorso. E’ in stato di fermo da oggi una barista cubana di 21 anni, il cui profilo genetico è risultato compatibile con il Dna rinvenuto nella casa del massacro. La ragazza, fuggita nel Salernitano, lavorava in un bar proprio di fronte al negozio di casalinghi delle due vittime: la donna, secondo gli inquirenti, ha agito insieme al fratello 24enne, attualmente ricercato. All’origine dell’omicidio ci sarebbe una rapina finita male: la coppia avrebbe riconosciuto gli aggressori, che hanno perso il controllo della situazione.

Buon compleanno Occupy: a un anno dalla prima manifestazione che invase Zuccoti Park a New York per combattere contro l’ineguaglianza economica, Occupy Wall Street ha deciso di festeggiare la ricorrenza con un’iniziativa ambiziosa. Alle 9.30, ora americana, le 15.30 in Italia, gli indignati formeranno una catena umana davanti al New York Stock Exchange per impedire o almeno rallentare l’inizio delle contrattazioni. Il toro va preso per le corna.

Mediaset-La7: il matrimonio non s’a da fare. Mediobanca, l’advisor di TI Media, il gruppo di cui fa parte La7, avrebbe negato i ‘dati sensibili’ all’azienda del Biscione perché un’eventuale acquisizione da parte di Mediaset avrebbe fatto sorgere problemi di Antitrust. E dopo il tanto rumore maturato in rete quando l’azienda della famiglia Berlusconi aveva palesato il suo interesse per La7 (Mentana in primis), il rischio di un nuovo monopolio mediatico sembra scongiurato. E TI Media vola in Borsa.

DOMANI

Telese si mette in Pubblico: prima uscita domani in edicola per il nuovo quotidiano diretto da Luca Telese, ex firma de Il Fatto Quotidiano e volto di La7. ‘Pubblico’, questo il nome del giornale, si dice pronto a : “un’informazione intesa come nuovo punto di riferimento per i progressisti, per dire ciò che a sinistra molti pensano e non trovano”.

Milan- Anderlecht: appuntamento domani sera alle 20.45 con il match di andata della Champions League che vedrà i rossoneri in campo contro i giocatori il club belga. Il Milan riuscirà a risollevare le sorti della squadra dopo il ko di sabato contro l’Atalanta?

Alessia CASIRAGHI

L’auto in Italia non si vende, si aggiusta

 

Siamo partiti dal Presidente di Federauto, passando per il mondo variegato delle concessionarie in Italia. Oggi Infoiva focalizza la sua attenzione su un altro tassello fondamentale del settore automobilistico in Italia: le carrozzerie. Tappa obbligata per chi incorre in sinistri o provoca danni alla propria autovettura, ma anche porto sicuro quando gli italiani, con le tasche svuotate da crisi e pressione fiscale, e meno disposti a spendere, decidono di riparare la cara vecchia auto. Il nuovo può attendere momenti più propizi.

Ne abbiamo discusso con il Presidente della neonata Federcarrozzieri, Davide Galli, l’associazione che riunisce le carrozzerie indipendenti in Italia. Il bilancio non è dei più rosei: in Italia dilaga il sommerso e il controllo dello Stato è praticamente assente. Federcarrozzieri chiede più rispetto delle regole e un mercato più liberale, che non sia appannaggio delle ‘solite’ compagnie assicurative.

Leggi l’intervista a Davide Galli, Presidente di Fedecarrozzieri

 

Federcarrozzieri, la realtà indipendente italiana

 di Alessia CASIRAGHI

Crisi del comparto dell’auto, italiani poco disposti a spendere (tenendosi anche i graffi sull’auto) e egemonia incontrastata delle Compagnie Assicurative. La vita non è facile per le carrozzerie indipendenti in Italia, che a marzo 2012 hanno deciso di unirsi in un’associazione, la neonata Federcarrozzieri, che riunisce le carrozzerie non fiduciarie in Italia. Infoiva ha intervistato il suo Presidente, Davide Galli.

In che misura il vostro settore ha risentito della crisi del mercato dell’auto?
Il primo sentore di crisi lo abbiamo ravvisato qualche anno fa, quando è stata introdotta la patente a punti e il nuovo codice della strada: una misura che ha sicuramente sensibilizzato i cittadini a guidare con maggior attenzione e responsabilità, e che dall’altra parte ha segnato un calo drastico dei sinistri. Sottolineando l’importanza di un tale provvedimento, è evidente che per noi che ripariamo vetture incidentate, questo ha rappresentato un primo balzello verso il declino del mercato delle riparazioni. Con l’arrivo della crisi vera e propria, quella economica, sono cominciate invece a mancare anche le riparazioni a pagamento, ovvero quelle non direttamente connesse a un sinistro.  Oggi il cliente privato, quando deve decidere se riparare una piccola botta, o un graffio o effettuare una qualsiasi manutenzione straordinaria sulla vettura, magari ci pensa 4 o 5 volte.

Gli italiani quindi rinunciano all’estetica della loro autovettura in tempo di crisi?
Rinunciano all’estetica ma anche alla funzionalità: il privato infatti non è in grado di stabilire se il tipo d’urto o il danno presente sulla sua vettura sia un danno estetico o funzionale. Per scoprirlo è necessario  effettuare delle misurazioni, perchè un urto contro un marciapiede, per esempio, che va a compromettere sia carrozzeria che meccanica, solo in caso di frenata particolarmente brusca ci si rende conto che la vettura non è più allineata come prima. Un altro punto va evidenziato: i circuiti di revisione dell’auto obbligatori per legge non prevedono ad oggi una verifica della carrozzeria o del telaio della macchina, che quindi circola non riparata e spesso, purtroppo, risultando pericolose sia per il conducente che per la collettività stessa.
Da ultimo non vanno dimenticate tutte quelle vetture incidentante che hanno ricevuto un indennizzo dall’assicurazione, ma che l’assicurato decide di non riparare. Qualche hanno fa era stata introdotta una legge che obbligava la vittima di sinistro a fornire alla propria compagnia assicurativa un documento fiscale che certificasse l’avvenuta riparazione, per poter ricevere l’indennizzo. Oggi questa legge non c’è più, con la conseguenza, come molto spesso accade, che la vettura non venga riparata o il lavoro di riparazione venga effettuato presso carrozzerie non esistenti (il sommerso) a prezzi bassissimi. I dati oggi parlano di un riparato di ragione che si aggira attorno al 30%, mentre il 70% risulta non riparato.

Gli italiani rinunciano ad acquistare nuove vetture e aggiustano le vecchie. Questo ha favorito il settore dell’autoriparazione?
Si, anche se ad oggi si è intravisto solo un piccolo spiraglio. Nell’ultimo semestre, diciamo da febbraio 2012, si è registrato un lieve segno più sulla riparazione di vetture che normalmente non transitavano più in carrozzeria. Faccio un esempio: fino a qualche anno fa, ma anche l’anno scorso, in caso di  classico tamponamento con una Punto, dal valore tra i 2000 e i 3000 euro, l’autovettura veniva di preferenza demolita o venduta, in ogni caso non riparata, oggi la stessa auto viene sottoposta a riparazione. Questo per noi rappresenta chiaramente un un vantaggio, ma attualmente si tratta di un indotto che presenta cifre talmente basse, e in ogni caso non in grado di bilanciare l’ammanco dovuto alla crisi e economica.

Il settore dei veicoli commerciali presenta sostanziali differenze rispetto al circuito privato?
Per quanto riguarda le aziende il discorso è diverso:  nel caso di auto che hanno subito danni anche di leggera entità – parliamo di danni risolvibili con un investimento di 3 – 4 000 euro – le aziende, proprietarie del veicolo, preferiscono sostituire la vettura. La sostituzione è in ogni caso ancora privilegiata in caso di veicoli commerciali perchè l’acquisto di una nuova vettura presenta per l’azienda dei vantaggi a livello fiscale, essendo detraibile dalle tasse.

Avete riscontrato problemi con i rientri dei pagamenti assicurativi? 
Il discorso è ampio e difficilmente generalizzabile. Ci sono zone d’Italia che hanno ancora molte difficoltà ad incassare dalle compagnie assicurative le liquidazioni dei sinistri riparati: i motivi vanno ricercati non necessariamente negli uffici sinistri, ma si parla di pratiche ferme talvolta negli uffici locali. In altre zone d’Italia al contrario i pagamenti arrivano sistematici e puntuali. Il dato generale ad oggi che riguarda un po’ tutto lo stivale è l’assenza dei ritardi storici di una volta da parte delle compagnie assicurative. Il problema è semmai ancora nel passato: molte carrozzerie presentano ancora un conto salato da incassare dalle assicurazioni risalente al passato recente, parlo di 2-3 anni fa. Oggi la legge prevede l’incasso a 30 giorni in caso di doppia firma, e 60 giorni in caso di monofirma con assenza del Cid.

Quali sono i problemi che riscontrate attualmente con le compagnie assicurative?
Da un lato va sottolineato il predominio di 3 o 4 compagnie assicurative a livello nazionale, che determinano in alcuni casi leggi in grado di penalizzare l’indipendenza della categoria degli autocarrozzieri. Mi spiego meglio: a febbraio 2012 è stato inserito nel decreto legge un articolo, poi fortunatamente cancellato, l’art. 29, che obbligava, in caso di incidente, l’assicurato a recarsi presso una carrozzeria convenzionata. In caso contrario, l’assicurato veniva penalizzato del 30% sulla liquidazione. Questo ci è apparso da subito anticostituzionale, perchè anche nel caso di carrozzerie convenzionate, generalmente la convenzione è prevista con 1 o 2 compagnie assicurative. Una legge che penalizzava assicurato e carrozziere, e che favoriva unicamente, come appare evidente, la Compagnia Assicurativa, che si ritrovava a incassare il 30% della liquidazione sempre e comunque. Abbiamo lottato come Federcarrozzieri e la legge, fortunatamente non è passata. I metodi, tuttavia,che le compagnie assicurative adottano per cercare di manipolare il sinistro e poterlo risarcire il meno possibile però esistono: dalla scatola nera in cui viene inserito un modulo Cps in grado di registrare i dati del sinistro e di comunicare in tempo reale con la centrale operativa, facendo si che l’auto ritirata dal carro attrezzi venga condotta verso una carrozzeria convenzionata, ad altri piccoli metodi adoperati dalle compagnie affinchè il sinistro rimanga proprio e non venga riparato da terzi, con tariffe magari differenti.

Che cosa chiedereste al Governo per sostenere un settore vitale dell’economia nazionale come il vostro?
Da un lato chiediamo maggiore controllo. Si tratta di un problema di base che affligge la categoria e che purtroppo il Governo non potrà risolvere nell’immediato: i controlli in Italia sono ancora latitanti. Oggi esistono 14/15 000 carrozzerie da Nord a Sud, delle quali una buonissima parte appartiene al sommerso. E’ impensabile che chi investe, chi assume personale in regola, chi rispetta le normative sia giuridiche che fiscali venga fortemente penalizzato dall’esistenza di un sommerso, che, in un momento di crisi economica e di scarso potere d’acquisto del singolo cittadino, riesce a vincere essendo maggiormente competitivo. Chi può abbassare il prezzo oggi? Chi ha meno costi perchè non rispetta la legge.
Sempre in tema di controllo, vorremmo rivolgere l’attenzione del Governo su un altro punto:  in Italia l’Antitrust e gli organi di Vigilanza sulle assicurazioni non sono mai esistiti. Quello che chiediamo è che ci sia almeno il rispetto delle regole della libera concorrenza, che non vengano perpetrati condizionamenti da parte delle assicurazioni nel riparare l’auto presso centri convenzionati, che all’automobilista sia lasciata libera scelta. Proprio in questo giorni si sta discutendo la possibilità di mettere mano all’indennizzo diretto, nato nel 2007, voluto e a solo vantaggio delle Assicurazioni: quello che noi come Federcarrozzieri ci auspichiamo è che venga operata un correzione dell’indennizzo in senso più liberale.

La scelta di riunirvi in un’associazione, la Federcarrozzieri, sul modello di quanto fatto in Germania, quali benefici ha avuto e avrà sul vostro settore?
Se guardiamo il passato, un’associazione  di carrozzieri che potesse difendere l’indipendenza non esisteva. Esistevano ed esistono ancora oggi le Confederazioni, che però vedono affiancati al loro interno, tra gli associati, sia carrozzerie indipendenti che carrozzerie fiduciarie. Questo crea un evidente conflitto di interessi. A marzo 2012 è nata la Federcarrozzieri, per poter difendere chi prima non si sentiva difeso e rappresentato. Non solo, il fatto di aver creato un organismo più snello e così specializzato ha eliminato i tempi morti: tutto quello che è idea, che è sviluppo viene tradotto immediatamente in azione e solo nel giro di pochi mesi sono stati portati avanti quattro grandi progetti. L’ultimo riguarda una campagna di marketing di massa attraverso l’utilizzo di coupon che permettono di ottenere sconti presso le carrozzerie aderenti, mentre a giugno scorso abbiamo sottoposto una denuncia all’Agcm (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) riguardante due compagnie assicurative (Zurich e Vittoria), che avevano inserito nella loro polizza una clausola che obbligava l’assicurato a non cedere il credito al carrozziere, nel caso in cui non si fosse recato presso una carrozzeria convenzionata. La nostra denuncia insieme ad altre sigle impegnate nella tutela dei consumatori, ci ha permesso di fare qualcosa di concreto, per noi e per gli assicurati, quasi sempre ignari di questi metodi poco liberali.

Riforma forense, il Cnf freddo con l’Antitrust

Il Consiglio nazionale forense interviene sul parere dell’Antitrust sulla riforma forense e lo fa con una nota molto fredda: “La riforma forense è in Parlamento, e sarà il Parlamento, così come previsto dalla Costituzione, a valutare con terzietà tutte le opinioni e a deliberare le soluzioni che ritiene più adeguate alla effettiva tutela dei diritti dei cittadini – si sostiene nel giudizio -. Il Consiglio nazionale forense si augura che anche il governo assuma le sue decisioni in autonomia, visto il ritardo inspiegabile sulla sua decisione in merito alla richiesta della stessa commissione Giustizia della Camera di assegnare la riforma in deliberante. Il parere dell’Antitrust sulla riforma forense non presenta alcun profilo di novità e ripete gli stessi argomenti che con lettera, anch’essa, come il parere attuale, non sollecitata ma inviata motu proprio ai destinatari, l’Autorità aveva diffuso un anno fa“.

Gli argomenti allora proposti – sottolinea il Cnfsono stati esaminati dalla commissione e poi dall’aula del Senato e ritenuti inconferenti, e così dalla commissione Giustizia della Camera, che li ha anch’essa ritenuti inconferenti. Gli effetti finali di alcune posizioni ‘mercantilistiche’ sono stati infatti tutti a svantaggio dei cittadini e a vantaggio di ben individuati centri di potere economico“.

L’atto camera 3900 è stato modificato con emendamenti di tutti i partiti della maggioranza – ricorda il Cnfproprio per renderlo compatibile con la riforma delle professioni. Solo una lettura ‘univoca’, ‘orientata’ a prescindere e approssimativa, dunque, giustifica le osservazioni del parere di oggi“.

La tempistica studiata con il cronometro mediante la quale si è creata la coincidenza tra l’emissione di un parere non sollecitato e la seduta del Consiglio dei ministri in cui si dovrebbe varare l’assenso alla approvazione in commissione Giustizia in sede legiferante – conclude la nota del Consiglio nazionale forenserivela che vi è una regia diretta a esautorare il Parlamento a cui partecipano soggetti non legittimati a pronunciarsi sull’operato del Parlamento stesso. Un nuovo colpo di scena che l’Avvocatura denuncia come una violazione dei principi di libertà e autonomia riconosciutile dalla Costituzione“.

Benzina, basta chiacchiere. Via le accise!

di Davide PASSONI

Diciamola tutta. Quando si parla di prezzi della benzina, in Italia, non ci si annoia mai. Tra consumatori, governo, petrolieri, gestori delle pompe, Antitrust ogni giorno c’è una novità. Di solito a danno di imprese e cittadini.

L’ultima trovata viene proprio dall’Antitrust, che ha chiesto al governo di istituire una banca dati con tutti i prezzi dei carburanti praticati dai singoli impianti: un’iniziativa che permetterebbe ai consumatori di scegliere dove rifornirsi al costo più basso. La proposta porta la firma nientemeno che del presidente, Giovanni Pitruzzella, ed è stata inviata al presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. Da questa banca dati, secondo l’Antitrust, arriverebbe “un forte stimolo concorrenziale nel settore della distribuzione carburante. La reale percezione, da parte degli automobilisti, delle diversificazione dei prezzi sul territorio, costituisce infatti uno dei pochi elementi in grado di ridurre il potere di mercato delle imprese esistenti“.

Secondo l’Antitrust, è “possibile realizzare la banca dati senza costi aggiuntivi a carico della finanza pubblica: i modelli sperimentati in altri Paesi, e in particolare negli Usa, forniscono elementi utili per ipotizzare sinergie tra pubblica amministrazione ed imprese private che già svolgono con successo in Italia questo servizio, anche se basandosi solo sulle segnalazioni fornite in maniera discontinua e volontaria da parte degli automobilisti“.

Ma, diciamo noi, quale ricettività può avere il governo su una materia del genere, se si parla di tutela del consumatore? Il governo che, lo ricordiamo, ha appena deliberato l’introduzione di un’accisa di 2 centesimi al litro sui carburanti per finanziare gli interventi pro terremotati in Emilia. Per carità, viva la solidarietà, ma invece di cavare i soldi per l’Emilia tagliando spese, sprechi, prebende, dismettendo il patrimonio immobiliare, eliminando i vitalizi per gli ex senatori, deputati, consiglieri ecc ecc, la solidarietà la fanno sempre imprese e cittadini comuni. In una linea di continuità con i precedenti governi – di centro, di destra, di sinistra – che hanno sempre fatto in modo di rendere permanente un prelievo che avrebbe dovuto essere temporaneo, dalla guerra d’Abissinia in giù. Il modo più rapido per far fronte all’emergenza, dicono loro. No, il modo più facile per incassare senza il coraggio di cambiare, diciamo noi.

E allora, cara Antitrust, bella idea la tua. Ma siamo sicuri che ai consumatori e alle aziende possa bastare? A quelle persone che per spostarsi hanno bisogno dell’auto, a quelle aziende che pagano ogni giorno il carburante alle proprie flotte aziendali, a quei professionisti che con l’auto o il furgone ci lavorano e che se vedessero il proprio fatturato incrementarsi così come si alza il prezzo della benzina sarebbero le persone più felici del mondo. Basta a questa gente sapere dove pagare di meno qualcosa che potrebbe pagare meno della metà (il 58% del prezzo della benzina e il 52% di quello del gasolio è formato da tasse) se qualcosa, nello Stato funzionasse come dovrebbe? Noi non crediamo.

Sciopero dei tassisti, la serrata il 23 gennaio

Di Paola PERFETTI

Si respira un’aria tesa nel sistema dei professionisti. La riforma Monti, che concede il via libero all’aumento del numero delle licenze e l’ok alle liberalizzazioni nel quadro delle nuove misure di rilancio della crescita, non è andato giù a molti, soprattutto ai tassisti che, riuniti in un Parlamentino nella rossa Bologna, hanno deciso di dare sfogo alla loro protesta.

Era già accaduto nel pomeriggio di martedì 10 gennaio all’aeroporto di Linate di Milano. Accadrà di nuovo, ed in formato nazionale, il 23 gennaio, quando i professionisti su quattro ruote incroceranno le braccia contro le misure annunciate dal governo Monti.

Ma non solo. Lunedì 16 gennaio, e non più sabato 14 come precedentemente stabilito, i tassisti fuori turno saranno al Circo Massimo a Roma per una grande assemblea nazionale per un’ assemblea generale chiamata a decidere eventuali altre iniziative.

In quell’occasione, una delegazione raggiungerà la sede dell’Antitrust per contestare, cifre alla mano, le inesattezze contenute nella relazione dell’Autorità: “La categoria in caso di decisione unilaterale da parte del governo si riserva di assumere tutte le iniziative ritenute più opportune” – dice il comunicato uffiicale del sindacato.

Ma non tutti sono d’accordo con la serrata dei taxi.

Contrario allo sciopero è l’Adoc (associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori), per il quale le liberalizzazioni dovrebbero essere adottate in tutti i settori considerato che un maggior numero di taxi porterebbe a una diminuzione dei prezzi a vantaggio dei consumatori e alla creazione di circa 20mila posti di lavoro in Italia.

E contrario lo è anche Codacons, che sulle pagine di Adnkronos ribatte:”Di questo passo ‘l’Italia non andrà da nessuna parte, e non si uscirà mai dalla crisi. La liberalizzazione nel settore dei taxi è un provvedimento atteso da decenni, che può realmente portare benefici non solo agli utenti, ma anche agli stessi tassisti, vista la possibilità di licenze compensative assegnate peraltro gratuitamente”.

Sempre per il Codacons i tassiti sono avvisati: “in caso di blocchi stradali e danni agli utenti in occasione dello sciopero del 23, non esiteremo a presentare una raffica di denunce in Procura, così come avvenuto nel 2007, quando un elevato numero di taxi bloccò per ore e ore la circolazione stradale a Roma, impedendo il passaggio di auto e mezzi pubblici. Protesta che è valsa a 500 tassisti un processo in Tribunale”.

A quel punto non è detto che caleranno i prezzi, perché sarà una oligarchia e i piccoli saranno schiacciati” – spiega Il Fatto Quotidiano – “Del resto, in paesi come Irlanda e Olanda, tra i pochi in Europa dove il servizio è stato deregolamentato, ad aumentare non sono stati solo i prezzi, ma anche i suicidi dei propri colleghi”.