Aziende agricole: reso noto il Piano Strategico Nazionale per la PAC

La PAC è la Politica Agricola Comune e viene definita dall’Unione Europea periodicamente, i Paesi dell’Unione Europea devono poi adeguarsi a essa attraverso i Piani Nazionali. In vista della Nuova PAC dell’Unione Europea, l’Italia ha preparato la bozza del Piano Strategico Nazionale che prevede importanti novità per le aziende agricole e per chi comunque lavora in questo importante ambito.

Cos’è il Piano Strategico Nazionale per la PAC?

Il Piano Strategico Nazionale per la PAC in Italia viene realizzato dal Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, anche conosciuto come MIPAAF, e mira all’attuazione e al coordinamento dei programmi della PAC per il quadriennio 2023-2027.

Il Piano Strategico Nazionale ha a disposizione ben 51 miliardi di euro destinati all’agricoltura tra il 2023 e il 2027, gli stessi derivano da fondi europei e cofinanziamento nazionale. L’obiettivo comune è potenziare competitività delle imprese agricole e raggiungere una maggiore sostenibilità ambientale.

Il piano strategico ha l’obiettivo di facilitare il ricambio generazionale nel settore agricolo aumentando anche la sicurezza e la qualità del lavoro. Occorre ricordare che i Piani Strategici presentati dai vari Paesi devono tenere in considerazione il Green Deal e il Farm To Fork che mirano a un’agricoltura maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale attraverso una diminuzione dell’uso dei pesticidi, un maggiore sostegno all’agricoltura biologica e a un uso consapevole e razionale delle risorse idriche.

Gli Eco-Schemi della Nuova PAC

La Nuova PAC inoltre prevede degli eco-schemi, si tratta di una sorta di macro-settori a cui prestare particolare attenzione, a essi è riservata una percentuale specifica degli aiuti all’agricoltura. Gli eco-schemi sono:

  • zootecnia (riduzione antibiotici e pascolo-allevamento semibrado);
  • inerbimento delle colture pluriennali;
  • olivi di rilevanza paesaggistica;
  • sistemi foraggeri estensivi;
  • colture a perdere di interesse mellifero.

Come divide gli stanziamenti il Piano Strategico Nazionale per la Politica Agricola Comune

I 51 miliardi destinati all’Italia sono composti da 40 miliardi di fondi europei e 11 miliardi di cofinanziamento nazionale e regionale. Il Piano Nazionale strategico ha diviso in quote annuali tali somme per i diversi settori, in particolare il piano del MIPAAF prevede attualmente per ogni anno:

  • 3,6 miliardi per i pagamenti diretti (sicuramente i più apprezzati dalle aziende agricole e vedremo in seguito a cosa sono riservati);
  • 323,9 milioni per l’Ocm (Organizzazione Comune di Mercato) vino;

  • 250 milioni per l’Ocm ortofrutta;

  • 34,6 milioni per l’Ocm olio d’oliva;

  • 5,2 milioni per l’Ocm miele.

Ai 51 miliardi si aggiungono ulteriori risorse che saranno dedicate dall’Italia al mondo dell’agricoltura, in particolare sono disponibili 9.7 miliardi di euro per i prossimi 7 anni dedicati al piano di sviluppo rurale (fondi FESR) e 910 milioni di euro derivanti dalla Next Generation EU.

Obiettivi da realizzare

L’obiettivo, come detto, è anche favorire il ricambio generazionale, proprio per questo un sostegno supplementare sarà rivolto ai giovani imprenditori agricoli tra 35 e 40 anni di età.

Il Piano Strategico Nazionale prevede inoltre un ruolo centrale delle Regioni che potranno quindi declinare/utilizzare i fondi in base ad esigenze specifiche di sviluppo. La gestione del rischio viene però riservata al livello nazionale.

Le scelte fatte dall’Italia all’interno del PSN sono volte a sostenere il reddito agricolo e incrementare la resilienza degli agricoltori aumentando anche la competitività sia nel breve che nel lungo periodo.  Sostenere il reddito agricolo vuol dire far in modo che coloro che lavora in questo settore possa avere lo stesso reddito di chi è impegnato in altri settori produttivi. Questo resta un importante incentivo per far in modo che sempre più persone si dedichino all’agricoltura.

Tra gli obiettivi vi sono anche una maggiore sicurezza alimentare, bio-diversità, tutela dell’eco-sistema e sostenibilità economica della produzione agricola e parità di genere attraverso l’incentivazione della presenza delle donne nelle aziende agricole.

Vantaggi e aiuti per le aziende agricole con il nuovo Piano Strategico Nazionale per la PAC

Cosa cambia per le aziende agricole con il Piano Strategico Nazionale? Come va ad impattare questo sulla qualità della vita di chi in questo settore ogni giorno si impegna e lavora? Dal punto di vista pratico questo per le aziende si traduce in aiuti di diverso genere, ad esempio sono previsti contributi in favore delle aziende che si occupano di allevamento e si impegnano nella riduzione dell’uso di antibiotici. Questi allevatori saranno destinatari di contributi diretti.

Pagamenti diretti sono previsti anche in favore di aziende che si impegnano:

  • nella produzione integrata certificata;
  • in pratiche di agricolture agro-biologiche con avvicendamento di colture principali, come quella dei cereali, con colture miglioratrici, cioè leguminose, che hanno l’effetto di concimare in modo naturale i terreni ( si tratta di una pratica di non sfruttamento intensivo dei terreni che veniva praticato in modo costante dai nostri avi);
  • in pratiche di inerbimento per la gestione ecologica del contrasto alle erbe infestanti;
  • pagamenti diretti sono infine previsti per la coltivazione di essenze floreali e specie mellifere, l’obiettivo è sostenere l’apicoltura.

Gli incentivi per l’apicoltura in uno dei settori dell’agricoltura più fragili

Le api sono le sentinelle ambientali, la loro presenza infatti è indice di una buona qualità dell’aria. La loro vita è però messa a rischio da un uso eccessivo di pesticidi e dall’inquinamento. Il rischio è di perdere la biodiversità garantita dalla loro capacità di impollinazione. Inoltre offrono un prodotto, il miele, ma non solo, di eccellenza per gusto e proprietà nutraceutiche, proprio per tali caratteristiche l’apicoltura viene particolarmente incentivata. L’Unione Europea, insieme ad altre istituzioni, come gli enti locali e lo Stato, mettono a disposizione incentivi per l’apicoltura. Ecco il quadro completo.

Gli incentivi per l’apicoltura dal MIPAAF

Gli incentivi per l’apicoltura sono contenuti nel bando MIPAAF 2022 (Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali). Gli obiettivi sono:

  • migliorare la qualità dei mieli e valorizzare sul mercato i prodotti che derivano dall’apicoltura (ricordiamo che il miele non è l’unico prodotto, ci sono anche la cera d’api e la pappa reale che hanno importanti proprietà);
  • difesa delle api dall’inquinamento ambientale che negli anni ha drasticamente ridotto il numero di alveari presenti in Italia;
  • monitoraggio della produzione e del mercato;
  • attività di ricerca volta a migliorare l’apicoltura e superare le criticità.

Possono accedere alle risorse enti pubblici, organizzazioni e privati che abbiano una comprovata esperienza in questo importante settore dell’agricoltura.

Aiuti all’apicoltura di Agea

Ulteriori incentivi all’apicoltura sono previsti da Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura). In questo caso sono previsti finanziamenti per:

  • assistenza tecnica e formazione professionale degli apicoltori;
  • lotta alla varroasi, si tratta di un acaro che danneggia le covate delle api e di conseguenza ne riduce drasticamente il numero vista la facilità con cui si propaga;
  • razionalizzazione della transumanza;
  • provvedimenti a sostegno dei laboratori di analisi;
  • misure di sostegno per il ripopolamento del patrimonio apicolo comunitario;
  • collaborazione con gli organismi specializzati per la realizzazione di programmi di ricerca.

La domanda per ottenere gli aiuti all’apicoltura di Agea deve essere presentata entro il 15 aprile di ogni anno alla Regione o Provincia nel cui territorio è ubicato l’allevamento di api. Può essere presentata da:

  • singoli allevatori o imprese che siano però in regola con la denuncia delle arnie;
  • organizzazioni, associazioni e unioni di apicoltori;
  • consorzi di tutela del settore apistico.

In base alla tipologia di lavoro per il quale si richiede il finanziamento, si può ottenere dal 50% fino al 100% di quanto effettivamente speso. Sarà l’Amministrazione a cui è stata presentata la domanda a stilare una graduatoria con indicati gli importi a cui hanno diritto i singoli soggetti che hanno presentato la domanda e i pagamenti sono erogati entro il 15 ottobre dell’anno in cui è stata presentata la domanda.

Bandi per incentivi all’apicoltura regionali

Ulteriori bandi per gli incentivi all’apicoltura sono previsti dalle Regioni, ad esempio la Regione Piemonte ha stanziato finanziamenti per apicoltori che abbiano almeno 52 alveari, il bando per accedere è aperto dal 1° agosto 2021 al 31 luglio 2022. In questo caso è possibile ottenere finanziamenti per l’acquisto di attrezzature per la lavorazione, conservazione e il confezionamento dei prodotti derivanti dall’apicoltura e macchine e attrezzature specifiche per favorire il nomadismo delle api.

La Regione Toscana invece ha istituito un bando per favorire la commercializzazione del miele rivolta esclusivamente agli apicoltori con partita IVA e che pratichino il nomadismo.

Questi sono solo alcuni bandi disponibili per aiuti all’apicoltura, rivolgendosi ad associazioni che si occupano di agricoltura sul proprio territorio è possibile conoscere tutte le opportunità che caratterizzano questo interessante settore. Naturalmente l’apicoltura è un settore dell’agricoltura, quindi coloro che professionalmente allevano api possono accedere anche a tutti gli altri incentivi e aiuti previsti per questo settore dell’economia. Proprio per questo vi invitiamo alla lettura di ulteriori approfondimenti:

Agricoltura 4.0: cos’è e gli incentivi per le aziende agricole

Strategia Farm To Fork: come cambieranno agricoltura e consumi

Agricoltura: tutte le novità nella legge di bilancio 2022

Le legge di bilancio 2022, legge 34 del 2021, stanzia circa 2 miliardi di euro per l’agricoltura, settore che sempre più viene attenzionato. Ecco quali sono le principali misure adottate nel campo dell’agricoltura 2022.

Novità fiscali per l’agricoltura con la legge di bilancio 2022

La prima misura in favore dell’agricoltura è l’abolizione dell’IRAP per coloro che esercitano attività di allevamento, agriturismo e per le attività in cui è prevista la determinazione del reddito forfettaria.

Novità importanti anche per gli accertamenti fiscali, in particolare le cartelle di pagamento ricevute dalle aziende agricole entro il 31 marzo 2022 devono essere pagate entro 180 giorni e non entro 60 giorni come in “regime ordinario”. Deve però essere sottolineato che a questo punto non coincidono più i termini per il pagamento con quelli previsti per il ricorso, infatti questo deve comunque essere esercitato entro 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento.

Per poter ottenere il pagamento rateale delle cartelle emesse è necessario provare con documenti la situazione di difficoltà economica temporanea se l’importo è inferiore a 60.000 euro, in passato la soglia prevista era di 100.000 euro. In caso di mancato pagamento si decade dal beneficio dopo il mancato pagamento di:

  • di 5 rate consecutive nel caso in cui il piano rateale sia stato chiesto dopo il 1° gennaio 2022;
  • per le richieste di pagamento rateale in essere al 8 marzo 2020 il beneficio del pagamento rateale si perde dopo il mancato pagamento di 18 ratei;
  • infine, per quelli concessi dopo l’8 marzo 2020 invece il beneficio si estingue dopo il mancato pagamento di 10 rate consecutive.

Il comma 25 della legge di bilancio 2022 invece conferma per il 2022 l’esenzione dall’IRPEF per i redditi dominicali e agrari dichiarati dai coltivatori diretti e dai IAP (Imprenditori Agricoli Professionali).

Il comma 527 porta invece novità per chi si occupa di allevamento bovini e suini, infatti per il 2022 viene prorogata la percentuale di compensazione del 9,5% da applicare in detrazione sull’IVA dovuta.

Dal 1° gennaio 2022 la soglia massima dei crediti di imposta è fissata in 2 milioni di euro.

Incentivi per giovani e donne che investono in agricoltura

Ulteriori misure sono previste per incentivare l’ingresso di giovani e donne in agricoltura. La prima misura riguarda gli under 40 che possono beneficiare della decontribuzione al 100%. Tale misura è diretta esclusivamente a coltivatori diretti e IAP che si iscrivono alla previdenza agricola entro il 31 dicembre 2022. L’esonero contributivo è previsto per un periodo massimo di 24 mesi.

Il comma 523 della legge di bilancio 2022 comprende misure particolarmente importanti volte a favorire il ricambio generazionale all’interno di aziende già esistenti e a favorire l’ingresso delle donne in agricoltura. Le misure previste sono:

  • mutui agevolati a tasso zero per investimenti in agricoltura. L’importo massimo finanziabile a tasso 0 è pari al 60% della spesa ammissibile;
  • contributo a fondo perduto pari al 35% della spesa ammissibile;

Gli aiuti sono concessi nel rispetto della normativa sugli aiuti di Stato.

Gli aiuti sono rivolti ad aziende che effettuano esclusivamente attività agricole descritte dall’articolo 2135 del codice civile da almeno 2 anni rispetto al momento in cui viene richiesta l’agevolazione. Questi sono inoltre subordinati al subentro nella conduzione dell’attività agricola da parte di:

  • un giovane imprenditore di età compresa tra 18 e 40 anni;
  • una donna (in questo caso non sono previsti limiti di età);
  • una società composta per almeno metà delle quote di partecipazione da giovani di età compresa tra 18 e 40 anni o da donne.

Le aziende agricole oltre ad essere destinatarie di aiuti specifici sono inoltre destinatarie di incentivi e agevolazioni rivolte a tutte le altre imprese, in particolare il comma 44 prevede l’estensione al 2022 del credito di imposta del piano industria 4.0

Per conoscere le misure previste per il Piano Industria 4.0 leggi la guida: Piano Industria 4.0 e finanza agevolata. Benefici per le imprese.

Legge di bilancio 2022: gli altri aiuti previsti dalla legge di bilancio 2022

Infine, occorre ricordare che ci sono misure specifiche per alcuni settori dell’agricolatura, ad esempio:

  • favorire la filiera delle carni bianche e delle uova;
  • favorire il recupero di zone interessate da incendi boschivi;
  • apicoltura (comma 860);
  • vigilanza e controllo pesca marittima;
  • cura e recupero della fauna selvatica;
  • promozione dello sviluppo del comparto frutta da guscio, canapa, frutta a guscio;
  • coricoltura (coltivazione nocciole) (861);
  • colture di piante aromatiche e officinali biologiche (865);
  • ristorazione con valorizzazione dei prodotti agricoli (868);
  • funzionamento e apertura di nuovi impianti ippici;
  • tutela del sughero;
  • controllo delle specie esotiche invasive;
  • tutela dei produttori di vini DOP, IGP e vino biologico (842);
  • contenimento degli effetti degli attacchi dell’insetto Ipstypographus, denominato “bostrico” .