Salone del Mobile di Milano 2021: informazioni, biglietti e numeri dell’evento

Dal 5 al 10 settembre 2021 il Salone del Mobile di Milano accoglie i suoi visitatori, riparte da questo grande evento nazionale, dopo le lunghe soste dovute al Covid 19,  il settore delle fiere in Italia e i primi dati sembrano confermare l’ipotesi di un’Italia in forte ripresa.

Salone del Mobile di Milano 2021: banco di prova per la ripresa dell’economia

In Italia il settore del design è sempre stato essenziale per l’economia e il Salone del Mobile di Milano è un banco di prova per capire la probabile evoluzione economia del Bel Paese, proprio per questo la data del 5 settembre era molto attesa e il taglio del nastro da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato un importante segno delle aspettative che si nutrono su questo evento. Proprio il Presidente Mattarella ha sottolineato che da qui riparte l’economia del Paese, una sorta di prova generale visto che si tratta da sempre di un evento simbolo per l’industria italiana perché in grado di attirare milioni di visitatori, tra giornalisti, lavoratori del settore e appassionati, provenienti non solo dall’Italia, ma da tutto il mondo.

Salone del Mobile di Milano 2021: i numeri di una grande esposizione

Quest’anno l’allestimento della Fiera è stato curato dall’architetto Stefano Boeri, accompagnato da Andrea Caputo, Maria Cristina Didero, Anniina Koivu, Lukas Wegwerth, Marco Ferrari, Elisa Pasqual e Giorgio Donà. A loro si affianca Annalisa Rosso che cura la piattaforma del Salone del Mobile: uno strumento innovativo il cui obiettivo è far dialogare gli spazi virtuali con quelli reali in modo da offrire un’esperienza totale. L’area di esposizione è di 210.000 metri quadrati ed è organizzata in modo da favorire la permanenza in sede nel pieno rispetto delle normative Anti-Covid. Ci sono spazi di esposizione, ma anche dedicati al conferenze, networking e incontri. Ci saranno oltre 423 brand, 50 designer indipendenti e oltre 170 progetti realizzati da 48 scuole di design internazionali.

Si tratta di un appuntamento sicuramente atteso, non solo perché nel 2020 non è stato possibile allestire il Salone del Mobile di Milano, ma anche perché trattasi del primo evento nazionale importante del dopo Covid e si celebra il sessantesimo dalla nascita della manifestazione.

Dal 5 al 10 settembre 2021 c’è la fiera eco-sostenibile

L’obiettivo di questa importante edizione 2021 è rendere l’evento una vera banca del design in cui immergersi nella creatività e nel saper fare dell’industria dell’arredo e del design rendendo il Salone del Mobile di Milano un appuntamento importante non solo per stakeholder e per aziende specializzate nel settore, ma anche per il grande pubblico cioè per chi semplicemente ama il mondo del design e dell’arredo. L’obiettivo sembra essere stato centrato, perché ad oggi, 7 settembre nel mezzo della Fiera del Mobile di Milano già si contano migliaia di visitatori e nella sola giornata di apertura dell’evento sono stati contati 30.000 visitatori.

Il Salone del Mobile di Milano 2021 si caratterizza anche per una filosofia eco-sostenibile, infatti gli allestimenti utilizzati sono tutti riutilizzabili e smontabili in questo modo non vi saranno sprechi e sarà ridotto l’impatto ambientale della fiera stessa. E’ stato calcolato che da questa piccola attenzione deriveranno immissioni di CO2 in meno di 1,2 milioni di chilogrammi. D’altronde la sostenibilità ambientale è il filo conduttore anche di molte aziende che hanno deciso di esporre presso l’evento fieristico. Per l’esposizione di arredi e oggetti di design particolarmente attenti all’ambiente e all’economia circolare.

Orari e come arrivare al Salone del Mobile Milano 2021

Per chi vuole visitare il Salone del Mobile di Milano è bene ricordare che l’evento si svolge a Rho Fiera, località raggiungibile utilizzando la linea della metropolitana M1, oppure per chi arriva in auto è possibile percorrere l’ A4 con uscita Fiera Milano. Infine, per chi vive fuori città è possibile raggiungere la Fiera attraverso l’Autostrada E 35. Chi arriva in aeroporto da Malpensa e Linate sono disponibili bus e navette per la Fiera. Gli spazi di Rho Fiera sono dotati inoltre di ampi parcheggi per visitatori ed espositori. L’ingresso al Salone del Mobile Milano è aperto dalle ore 10:00 alle ore 19:00 per i visitatori, mentre per gli espositori dalle ore 9:30 alle ore 19:30. Naturalmente c’è l’orario continuato. Attenzione al giorno di chiusura, cioè il 10 settembre perché gli orari saranno ridotti e la fiera chiuderà i battenti alle ore 16:00.

L’ingresso presso il Salone del Mobile di Milano costa 15 euro e i biglietti possono essere acquistati esclusivamente sul sito online del Salone. Al momento dell’acquisto è necessario indicare anche il giorno in cui si vuole visitare il Salone, inoltre si può effettuare un solo acquisto per ogni ordine, il biglietto è personale e non cedibile.  Scopri tutti gli eventi e le info sul sito https://www.salonemilano.it/it ed è possibile chiedere info all’indirizzo e-mail visitatori.saloni@fieramilano.it.

Infine, è bene ricordare che per poter visitare il Salone del Mobile di Milano 2021 è necessario esibire il Green Pass.

Il Made in Italy alla conquista dell’Africa

Nonostante si tratti ancora di cifre contenute, perché in divenire, l’Africa Subsahariana rappresenta un enorme potenziale, anche se ad oggi la classe medio-alta rappresenta una fetta di popolazione molto ridotta. Si tratta, però, di numeri destinati ad aumentare in maniera esponenziale, poiché gli abitanti, 880 milioni in 47 diversi Paesi, sono per il 41% di età inferiore ai 15 anni e la classe borghese è in rapida ascesa.
Per questo, gli investimenti a cui pensare potranno dare i loro frutti a medio-lungo termine.

Attualmente, il mercato dell’arredamento vale 9,6 miliardi di dollari e, considerando gli 11 Paesi più dinamici e interessanti, che sono Sud Africa, Nigeria, Costa d’Avorio, COngo, Kenya, Ghana, Senegal, Etipia, Angola, Camerun e Tanzania, il valore dell’export di mobili italiani è aumentato del 132,2% dal 2009 al 2015, passando da 67 a 158 milioni di euro.

Il presidente di Assarredo, Claudio Feltrin, ha dichiarato in proposito: “Ci vorrà del tempo perché in quest Paesi si consolidino le giuste condizioni economiche e il gusto adatti ai prodotti del design italiano. Ma è opportuno farlo ora, per essere pronti quando, tra 5-10 anni, queste condizioni si presenteranno“.

Per questo occorre investire in modo continuativo, appoggiandosi a partner locali affidabili, con i quali avviare una collaborazione, cominciando da quei Paesi che dimostrano di avere un contesto economico già piuttosto stabile.

In questo senso, Federlegno Arredo ha avviato un anno fa un progetto pilota, con l’apertura di uffici Ice in Paesi strategici come Sud Africa, Angola, Ghana, Etiopia e Mozambico.

Potenzialità enormi derivano sia dalle fasce più economiche, con prodotti destinati ai progetti di Social Housing, sia a quelle medio-alte, soprattutto nel residenziale e nel contract, quest’ultimo già abbastanza sviluppato. In questo ambito, infatti, i prodotti Made in Italy sono utilizzati nei complessi residenziali ma anche negli hotel di categoria più alta o nelle sedi delle multinazionali.

Il retail al contrario sembra ancora ostico, e in futuro da sviluppare solo nelle capitali come punto d’appoggio specialmente per i professionisti.

Considerando i Paesi, ovviamente il Sud Africa è quello che si differenzia da tutti, per la sua situazione culturale, ma anche sociale ed economica, molto simile all’Europa. E infatti, vi sono già presenti le principali aziende di design che rappresentano un punto di riferimento per l’intero continente.

Vera MORETTI

Le imprese italiane all’Italian Luxury Interiors di Miami

Il Made in Italy piace tanto, sempre di più, oltreoceano, dove non ha bisogno di presentazioni.
E non si tratta solo di food e fashion, che comunque rimangono tra i settori di traino per il nostro export negli Stati Uniti, ma, questa volta, è il turno dell’arredo e del design di alta classe.

A questo proposito, le aziende del settore che desiderano far conoscere negli States la qualità della loro tradizione artigianale, possono inviare la propria candidatura per partecipare all’Italian Luxury Interiors di Miami, in programma in autunno, e precisamente il 3 e 4 ottobre 2017.
Chi volesse partecipare non ha tempo da perdere, perché le candidature si chiudono il 28 luglio.

E’ decisamente un’occasione da non perdere, poiché è considerato il più importante evento del Nord America dedicato all’arredo e al design. Organizzato all’interno dell’International Contemporary Furniture Fair, lo spazio dedicato al Made in Italy ospiterà la produzione d’eccellenza di tante piccole imprese italiane del settore.

Inviare la propria candidatura, per volare direttamente a Miami, occorre inviare il modulo di adesione all’indirizzo email: arredamento.artigianato@ice.it.

Le imprese che desiderano partecipare avranno il supporto di Confartigianato e dell’Agenzia ICE, insieme per far decollare le esportazioni non solo delle grandi aziende, ma anche delle piccole e medie imprese, colonna portante dell’economia italiana.

Vera MORETTI

Ripresa per la manifattura italiana

L’industria pesante italiana sta vivendo un periodo di ripresa evidente anche dai consuntivi che riguardano il secondo trimestre 2015.
Meccanica e industria elettrica ed elettronica, infatti, possono esibire dati che incoraggiano all’ottimismo e che vanno a rinforzare i numeri, già di per sé positivi, del primo trimestre dell’anno.

Ora, però, hanno ricominciato a sorridere anche gli imprenditori della manifattura tipica del Made in Italy, a cominciare dalla moda fino all’alimentare, passando per legno e arredo.

Ciò è quanto emerge da un’indagine condotta dal Centro studi di Unioncamere e dall’Area Studi e Ricerche dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne.

Ad esempio, i saldi tra preconsuntivi di aumento e di diminuzione della produzione e del fatturato delle imprese manifatturiere ammontano rispettivamente a +20 e a +22%, considerando sempre il secondo trimestre 2015.

I miglioramenti più netti arrivano dalle imprese con almeno 50 addetti, con un saldo positivo del 28% per produzione e 34% per fatturato, mentre le piccole imprese si assestano a +12%.

I numeri, inoltre, mostrano una sostanziale differenza tra i comparti dell’industria leggera e della manifattura pesante, con la prima in affanno rispetto alla seconda.

L’industria “pesante” viene trainata in particolare dalle industrie elettriche ed elettroniche (+27 la produzione e +36 il fatturato) a cui si affianca il comparto delle industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto che, favoriti dalla ripresa delle immatricolazioni automobilistiche, vanta un’analoga performance in termini di produzione collocandosi appena dietro per quanto concerne il fatturato (+33).

Più defilate le industrie chimiche, petrolifere e delle materie plastiche che fanno segnare un +26 di produzione e un +30 di fatturato.
Ancora più indietro è il sistema moda, con una percentuale positiva solo del 12%.

L’artigianato, benchè presenti dati in positivo, si mostra più prudente, e infatti ha chiuso il secondo trimestre con un saldo di +9 in termini di produzione e +8 come fatturato.

A dare maggior slancio al manifatturiero è stato in particolare il Mezzogiorno, considerando che al sud il settore ha chiuso il secondo trimestre con un buonissimo +26%in termini di produzione e del 29% di fatturato.

Complice di questo risultato è la domanda estera, che ancora una volta la fa da padrone sui mercati.

Vera MORETTI

Federlegno e UniCredit insieme per sostenere le imprese del settore arredo

Grazie ad una convenzione stipulata tra FederlegnoArredo e UniCredit, sono 11 i milioni di euro concessi alle imprese associate a FederlegnoArredo nel 2012.

Questo accordo si basa su una linea di credito revolving per consentire alle imprese di utilizzare singoli finanziamenti per far fronte a spese ed investimenti in vista di manifestazioni fieristiche organizzate da FederlegnoArredo, ma anche per finanziare il ciclo con l’acquisto di scorte di materie prime e/o semilavorati, o per smobilizzare ordini/fatture o contratti di fornitura.

A beneficiarne, sono state le 60 imprese che fanno parte del’associazione, 43 delle quali hanno sede nel nord Italia, 12 nelle regioni del centro Italia e 5 nel sud Italia, tutte contattate in contemporanea ad altre 576 imprese potenzialmente interessate all’iniziativa, in occasione delle edizioni dello scorso anno dei Saloni e di MADE expo.

Questa iniziativa è stata avviata anche per l’anno in corso, con esito positivo, per ora, da parte di 33 imprese, interessate ai progetti che caratterizzeranno il 2013.
Si tratta di dati positivi, se si pensa alla situazione difficile che il comparto Legno-Arredo sta attraversando, e che si registrano grazie alla collaborazione di due realtà importanti, sicuramente, due dei pilastri della nostra economia nazionale.

Vera MORETTI

Arredo e design, l’Italia… emerge

Lo abbiamo detto tante volte, non perché siamo bravi ma perché i fatti e l’economia lo testimoniano numeri alla mano: le aziende che esportano e che sono forti all’estero, specialmente in un momento come questo, sono le uniche che possono sopportare i colpi della crisi. Un discorso che vale per buona parte delle filiere produttive italiane, non ultima la filiera del legno e dell’arredo.

Diversi sono i mercati mondiali sui quali i mobili e il design made in Italy vanno forte. Abbiamo parlato ieri della Cina, verso la quale gli occhi dei nostri imprenditori del legno guardano con interesse e.. golosità. Un altro dei principali sbocchi per l’industria del legno-arredo italiana è poi rappresentato dal mercato Usa, con un giro di affari di 700 milioni di euro all’anno. Per consolidare la presenza delle imprese del legno-arredo in questo mercato, il Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito del programma di Promozione Straordinaria del made in Italy negli Stati Uniti, ha promosso un Progetto di promozione della filiera legno-arredo made in Italy in Nord America che – grazie alla collaborazione di FederlegnoArredo – prevede il coinvolgimento di alcuni dei più prestigiosi studi di architettura americani, i principali player dell’architettura e dell’interior design a livello globale.

Il Ministero, attraverso FederlegnoArredo, organizza un concorso chiamato “Emerge Italy”, rivolto ai giovani progettisti dipendenti di studi nordamericani che seguono progetti internazionali, specialmente nelle aree del Golfo Persico, Russia, Cina, India, Singapore, Sudafrica e Messico. “Emerge Italy” avrà come tema l’ideazione di nuovi prodotti pensati per le aziende italiane dei settori illuminazione, ufficio, cucina, bagno, living, camera da letto e finiture d’interni. Alle aziende italiane, poi toccherà mettere in produzione questi progetti.

Con questa iniziativa – spiega Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredoaggiungiamo un nuovo importante tassello a un percorso che la federazione ha iniziato due anni fa e che punta a fare crescere la quota export dei nostri prodotti in un mercato sempre più attratto dall’italian style, soprattutto fra le giovani generazioni“.

Una commissione mista, composta da Ministero, FederlegnoArredo, IIDA (International Interior Design Association) e AIA (American Institute of Architect) premierà cinque prodotti. Gli studi di architettura e le associazioni che vedranno i propri architetti premiati ospiteranno con una formula di stage un gruppo di giovani progettisti italiani under 35 selezionati dal Ministero, da FederlegnoArredo e dal Politecnico di Milano, con lo scopo di rendere più fluidi i rapporti di reciprocità fra strutture americane e realtà italiane.

Ad aprile i vincitori del concorso, accompagnati dalle figure senior del rispettivi studi di architettura, saranno premiati durante l’edizione 2013 de ISaloni di Milano. A maggio, poi, il Ministero, con FederlegnoArredo e in collaborazione con ICE, parteciperà con uno stand organizzato alla fiera ICFF di New York, per promuovere i risultati del concorso e presentare gli oggetti realizzati. A giugno sarà poi la volta della fiera Neocon di Chicago, dove sarà organizzata una serie di eventi mirati per le aziende italiane. In occasione di MADE expo Milano, a ottobre 2013, infine, sarà organizzato l’evento di chiusura del progetto, che vedrà la partecipazione congiunta dei partner italiani ed americani.

Il progetto Emerge Italy – dice Giovanni De Ponti, direttore generale di FederlegnoArredo – rappresenta un aspetto fondamentale delle attività che la nostra federazione promuove tra le aziende associate sui mercati internazionali. Il Ministero ha dimostrato di credere nel nostro settore mettendo a disposizione risorse importanti in un momento sicuramente tra i più difficili. Sono certo che questa collaborazione andrà avanti e che le nostre aziende saranno seguite con sempre maggiore attenzione“.

Partner del Mise e di FederlegnoArredo per la creazione e la promozione del concorso negli Usa saranno le associazioni americane IIDA e AIA, entrambe dotate di una capillare presenza sul territorio. Il progetto verrà inoltre svolto con il supporto di ICE Agenzia e IACC Chicago (Italian American Chamber of Commerce of Chicago).

L’Italia dell’arredo mira alla Cina

Se è vero che le aziende italiane che sentono meno la crisi sono quelle più esposte sull’export, tra i mercati sui quali puntare la Cina rappresenta senz’altro uno di quelli più vivi nello scenario internazionale. Per questo, Ice, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha deciso di sviluppare nuove strategie per dare la possibilità, alle imprese italiane, di essere più efficaci sul mercato cinese.

In questa ottica è stato avviato “La Cina arreda Italiano“, un progetto organizzato in collaborazione con FederlegnoArredo, Cosmit, Cna e Confartigianato, con l’obiettivo di incrementare il numero delle aziende italiane del settore arredo operanti nel continente asiatico.

Nonostante una crescita del 2,1%, nei primi nove mesi del 2013, registrata dall’export italiano del settore mobili, elettrodomestici e apparecchi di illuminazione, la quota di mercato dell’Italia sulle importazioni cinesi è ferma al 4,8%, preceduta da Germania (19,8%), Giappone (17,1%), Corea del Sud (8,7%) e Stati Uniti (5,8%).

Riccardo Monti, presidente dell’Ice, ha infatti affermato: “La Cina ha circa 80 città con oltre 5 milioni di abitanti. Oggi, come Sistema Italia dell’abitare, presidiamo a stento una decina di città. Il potenziale è dunque di proporzioni vastissime. Il Paese sta vivendo un processo di urbanizzazione rapidissima; parliamo di centinaia di milioni di persone che nei prossimi vent’anni andranno a vivere in città. Ed è in corso un programma di upgrading, di miglioramento del patrimonio abitativo. Le abitazioni, cioè, diventano più grandi e meglio arredate. La gente spende sempre di più per la casa e per la filiera italiana si tratta di un’opportunità enorme che dobbiamo cominciare a sfruttare”.

Per questo, è fondamentale studiare strategie di comunicazione che puntino a diffondere la cultura dell’abitare italiano, anche attraverso alcune attività che verranno svolte in Italia e in Cina, con il coinvolgimento di media, decision maker, Vip e distributori cinesi.

Ice punta a far convergere architetti, designer e costruttori verso il mercato del Sol Levante, ma anche di far coincidere il design italiano con il gusto cinese. Per arrivare ad avere maggiori sintonia con quanto richiesto dal mercato, sono previsti corsi di formazione ad hoc, in modo da poter focalizzare le energie sulla realizzazione di prodotti più adatti.

Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, ha aggiunto: “Il mercato cinese è un mercato che potenzialmente può dare grosse soddisfazioni. La nostra federazione sta lavorando alacremente per fornire il proprio supporto alle imprese italiane. Nei progetti c’è l’apertura di un ufficio dedicato presso l’Ice di Shanghai e un grande evento fieristico per il prossimo anno. Mi auguro che la Cina possa presto arrivare in vetta alle graduatorie dei Paesi maggiormente utilizzatori del prodotto italiano, come lo sono già gli Usa, la Russia e la Germania”.

Vera MORETTI

La filiera dell’arredo? Ha la febbre…

di Davide PASSONI

Se il Salone del Mobile di Milano e il momento della celebrazione indiscussa e indiscutibile dell’estro, della creatività, dell’artigianalità e della tenacia del sapere fare italiano nel campo dell’arredo e del design di alta qualità, non dobbiamo però nascondere a noi stessi che la situazione nella quale versa il settore non è delle più favorevoli. Benvenuti nel club, direte voi… Certo, ma in queste situazioni la filosofia del “mal comune mezzo gaudio“, non è proprio da sposare.

Lo sa bene il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero, che nei giorni scorsi ha presentato alla stampa i risultati del Termometro vendite dell’associazione, un’indagine alla quale hanno partecipato oltre 630 imprese scelte tra le più rappresentative all’interno della filiera del legno, compilando un questionario sulle aspettative per l’anno in corso. Risultati secondo i quali, sono parole dell’associazione, restano “drammaticamente negative” le prospettive per l’inizio del 2013: a gennaio il 60% delle imprese dichiarava ordinativi in flessione, in stagnazione per il 30%, in crescita solo per il 10%. Previsioni positive, invece, per le aziende vocate all’export, per il 64% delle quali continuerà a crescere.

Il quadro economico per le imprese associate a FederlegnoArredo resta dunque di “forte difficoltà” sul mercato nazionale; anche nell’ultimo quadrimestre del 2012 il risultato delle vendite in Italia rimane stabilmente negativo (-10% rispetto al 2011), migliorano di poco le vendite estere (+4%). Sempre secondo il Termometro vendite di FederlegnoArredo, i consumi interni nel settore legno e arredo caleranno dell’11,2% tra il 2012 e il 2013, mentre la previsione per il 2013 nel saldo della bilancia dei pagamenti è positiva per 8 miliardi di euro. Purtroppo, però, dal 2007 al 2013 si sono persi 15 miliardi e 322 milioni di euro in termini di fatturato alla produzione. Nello stesso periodo, nel macrosettore legno e arredo sono stati persi 67mila addetti e 14mila imprese.

Una spirale negativa alla quale FederlegnoArredo cerca di porre un freno soprattutto guardando oltre confine, dal momento che i consumi e la domanda interni sono più che depressi, sono praticamente sotto terra. Snaidero ha infatti ricordato che FederlegnoArredoha un ufficio a Chicago, due settimane fa ne ha aperto uno a Mosca e presto faremo altrettanto anche a Londra, Shanghai e Belgrado. Poiché molte imprese nel nostro settore sono medie o piccole, non tutte hanno la possibilità di avere una struttura aziendale interna di marketing. La federazione si sta spendendo per accompagnare le nostre aziende in giro per il mondo, con missioni all’estero cui partecipano ogni volta 15-20 imprese, e facendo venire in Italia gli acquirenti stranieri, come è avvenuto di recente con i buyer russi che abbiamo portato in Veneto e Lombardia“.

E per far ripartire i consumi in Italia? Snaidero ha una soluzione: “Inserire gli arredi fra le detrazioni Irpef del 50% previste per le ristrutturazioni edilizie“. Può essere un primo, piccolo passo per ridare ossigeno a un settore in apnea. Un passo al quale ne dovrebbero seguire altri, soprattutto dal mondo bancario, che purtroppo, però ancora non vediamo. Resta da sperare che il prossimo governo, quando si degnerà di prendere forma e operatività, abbia l’intelligenza e la sensibilità per cogliere i segnali e le proposte che arrivano da questo settore.

Arredo e design, non è tutto oro quello che luccica. Anzi…

di Davide PASSONI

Mancano poco più di due settimane alla partenza di quella follia collettiva che, per Milano, rappresenta il Salone del Mobile. Cinque giorni nei quali il capoluogo lombardo diventa la capitale mondiale di uno dei prodotti più belli, vincenti ed esportati della media e piccola impresa italiana: il mobile e il design. Cinque giorni nei quali l’ubriacatura di feste, eventi, presentazioni, viavai da fiera rischia di far perdere, per un po’, il contatto con una realtà, quella dell’arredo e del design, che per tante imprese artigiane non è per nulla rose e fiori.

Se infatti, ne siamo certi, tra gli stand della Fiera di Milano ci saranno decine di marchi e di realtà combattivi, innovativi e pronti ad aggredire il mercato con prodotti di altissima qualità, le cifre del settore in Italia sono tutt’altro che confortanti e le ha presentate nei giorni scorsi FederlegnoArredo: fatturato alla produzione quasi dimezzato negli ultimi 5 anni chiusura di oltre 10mila aziende del settore.

I principali distretti mobilieri italiani sono in sofferenza, dalla Brianza al Nordest alle Marche. Un calo di vendite e di fatturato le cui cause e dinamiche non sono dissimili da quelle che, in tutti questi mesi, abbiamo trovato analizzando la situazione di alcune delle più importanti filiere del made in Italy: calo della domanda interna, difficoltà di sostenere investimenti e sviluppo a causa della stretta al credito, strategie fiscali sul settore dell’arredo e della casa che non hanno fatto altro che deprimere ulteriormente i consumi.

Ecco, durante questa settimana cercheremo di capire dalla voce di chi opera nel settore quali sono le principali problematiche e, soprattutto, quali le possibili soluzioni per uscire da un’impasse che sta mettendo a rischio, tanto per cambiare, una delle eccellenze manifatturiere italiane.

La Cina sceglie l’arredo Made in Italy

Giustamente celebrata per la moda, per il buon cibo e per la bellezza dei paesaggi naturali e architettonici, l’Italia è ben nota nel mondo anche per il suo design di alta qualità, tanto che uno dei settori che hanno maggior successo in Cina è quello dell’arredo, al quinto posto tra i settori del Made in Italy che esportano nel Paese del Dragone: nel 2011 sono state effettuate vendite per 221 milioni di dollari, con una crescita del 46% rispetto all’anno precedente.

Il settore arredo costituisce l’1,3% delle vendite italiane in Cina, mentre l’Italia risulta il 4º fornitore di Pechino, dopo Giappone, Germania e Stati Uniti. Più nel dettaglio, l’Italia occupa posizioni di rilievo per i mobili, con una quota del 20,7%, per i materassi, per sedie e divani e l’illuminazione.

Anche il 2012 sembra partire sotto i migliori auspici: nel primo trimestre dell’anno in corso, infatti, l’arredo Made in Italy ha registrato un incremento del 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo una quota del 9% che permette al Bel Paese di superare gli Stati Uniti in questa classifica.
Un dato, questo, ancora più significativo se confrontato con i numeri degli altri Paesi europei che vedono, ad esempio, le esportazioni tedesche in Cina crescere appena del 6% e quelle nipponiche e coreano addirittura calare rispettivamente del 23 e del 31%.

Francesca SCARABELLI