Buste paga più leggere a marzo, perché?

Le buste paga dei lavoratori pubblici e privati a marzo 2022 sono più leggere di quanto ci si aspettasse e, indubbiamente, se rapportate allo stesso mese del 2021. E nonostante sia stato introdotto l’Assegno unico per i figli in pagamento dall’Inps. Solo una famiglia su due riceverà l’assegno unico entro la fine del mese. Tutte le altre famiglie, invece, vedranno nell’immediato i soli tagli delle misure in vigore fino a poco tempo fa, come ad esempio l’Assegno per il nucleo familiare (Anf). Inoltre, la partenza dell’assegno unico per i figli coincide con la revisione delle aliquote e degli scaglioni dell’Irpef.

Confronto tra busta paga del 2022 e 2021: ecco quali sono le differenze

Prendendo in considerazione la busta paga di un operaio con coniuge e due figli minori a carico, secondo i calcoli effettuati da Il Sole 24 ore, si può calcolare su una retribuzione base di marzo 2021 pari a 1750 euro, le seguenti voci incluse nel cedolino:

  • la festività non goduta per 67 euro;
  • gli straordinari al 25% pari a 215 euro;
  • l’Assegno per il nucleo familiare (Anf) per 200 euro;
  • il contributo Ivs per meno 187 euro;
  • il contributo Cigs per 6,10 euro;
  • l’imponibile Irpef è pari a 1.840 euro al quale corrisponde un’aliquota Irpef del 24,28% pari a 447 euro, una detrazione per il lavoro dipendente di 95 euro, una detrazione per il coniuge di 57 euro e una detrazione per i figli a carico di 125 euro;
  • il totale delle ritenute Irpef è pari a 167 euro;
  • il trattamento integrativo della legge numero 21 del 2020 è corrispondente a 102 euro;
  • in totale il reddito netto del mese di marzo 2021 è uguale a 1.974 euro.

Busta paga marzo 2022: scompaiono l’Anf, le detrazioni per i figli e il trattamento integrativo L. 21 del 2020

La busta paga del mese di marzo 2022 è invece molto più ristretta rispetto a quella dello stesso mese di un anno fa. Scompaiono l’Assegno per il nucleo familiare (Anf), le detrazioni per i figli e il trattamento integrativo della legge numero 21 del 2020. Pertanto si avrà:

  • una retribuzione base di 1.798 euro;
  • straordinari al 25% pari a 234 euro;
  • i contributi Ivs pari a meno 187 euro;
  • il contributo Cigs pari a meno 6,10 euro;
  • l’esonero della quota di contributi previdenziali legge numero 234 del 30 dicembre 2021, comma 121, per oltre 16 euro, col segno positivo;
  • l’imponibile Irpef è di 1.856 euro;
  • l’Irpef lorda, ad aliquota del 23,65%, è pari a 439 euro;
  • le detrazioni per il lavoro dipendente sono pari a 193 euro;
  • detrazioni per il coniuge pari a 57 euro;
  • le ritenute Irpef pari a meno 188 euro.

Quale differenza della busta paga di marzo 2022 rispetto a quella di un anno fa?

Complessivamente, dunque, l’operaio riceverà a marzo di quest’anno un mensile netto inferiore di 305 euro rispetto a quello che ha percepito nella busta paga di marzo 2021. Tuttavia, se ha presentato domanda all’Inps dell’Assegno unico per i figli prima della fine di febbraio, l’operaio percepirà un’indennità pari a 350 euro. L’assegno viene corrisposto per la presenza di due figli minori a carico tramite accredito sul conto corrente bancario dell’operaio, oppure tramite carta prepagata o libretto postale.

Assegno unico per i figli, quando vengono pagate dall’Inps le indennità?

In merito al pagamento dell’Assegno unico per i figli, c’è da osservare che dallo scorso 23 marzo sono iniziati gli accrediti degli stipendi per circa 3,2 milioni di lavoratori del pubblico impiego. Da oggi, 29 marzo, iniziano i pagamenti degli stipendi dei lavoratori dei settori privati. In tutto circa 14,5 milioni di lavoratori. La busta paga con mensile più basso rispetto a un anno fa riguarda, dunque, i circa 3,5 milioni di contribuenti che non hanno presentato la domanda all’Inps per l’Assegno unico per i figli entro la fine dello scorso mese. Per chi percepisce il Reddito di cittadinanza, l’accredito dell’Assegno unico per i figli avverrà non prima del prossimo mese. È attesa una circolare Inps che faccia chiarezza sulle modalità di accredito dell’assegno.

 

 

Assegno unico, verifiche dell’Inps ancora in atto, ecco perché molti non hanno preso l’assegno e molti altri solo per un figlio

L’assegno unico universale per i figli a carico sotto i 21 anni di età è ormai una misura che è pienamente attiva. Molti richiedenti hanno ottenuto già l’accredito delle somme spettanti. Molti però non hanno ancora ricevuto niente. Molti si chiedono il perché di questi ritardi. Altri invece si domandano perché hanno ricevuto meno di quanto pensassero. Infatti segnalazioni arrivate a noi di redazione, mettono in luce una particolarità assoluta. Qualcuno ha ricevuto il pagamento per uno dei figli e non per il secondo. In pratica, domande monche e non complete. Ma perché tutto questo?

Assegno unico, entro fine marzo i richiedenti riceveranno tutto

Parliamoci chiaro, nessuno si aspettava che di colpo tutte le domande per l’assegno unico universale per i figli andassero a regime immediatamente. Quando si avvia una novità assoluta e mastodontica come questa, inevitabili ritardi e rinvii. A dire il vero si può essere soddisfatti dal momento che non sono pochi quelli che hanno ottenuto già i pagamenti. Sono tantissime davvero le persone per cui la domanda è andata a buon fine praticamente immediatamente. L’Inps comunque ha ribadito il concetto che le domande pervenute entro il 28 febbraio saranno tutte liquidate entro la fine del mese di marzo.

Quindi, prima di allarmarsi o di iniziare a preoccuparsi, per chi non ha ancora visto nessun pagamento, meglio attendere che finisca marzo. Ogni giorno è buono per ricevere il pagamento.

Ad alcuni un figlio pagato un altro no

Un caso che balza agli occhi è senza dubbio quello di famiglie che hanno ottenuto già l’assegno unico dopo aver presentato domanda a febbraio se non addirittura a gennaio.  Ma si trovano a fare i conti con la domanda accolta per un figlio e per altri no. In pratica, hanno avuto un pagamento monco.

Sul sito dell’Inps, nell’area personale dei contribuenti (My Inps ndr), si può verificare lo stato della domanda. E si può notare come la domanda, anche se unica, distingue tutti i figli per codice fiscale. E si può trovare un figlio con pratica accolta, mentre un altro con pratica in istruttoria. In base a ciò che spiega l’Inps, la fase di istruttoria di una domanda è separata per ogni figlio. Lo ha ribadito l’Inps che ha tranquillizzato tutti su eventuali problemi. Anche perché se la domanda per uno dei figli è già stata accolta e se la domanda è unica, difficilmente qualcosa andrà storto per gli altri non ancora pagati.

Domanda in Istruttoria, nessun problema, o forse si

Va ricordato anche che non deve destare allarme la parola istruttoria. Una pratica è in istruttoria quando si entra nella fase di raccolta e controllo delle informazioni e dei dati utili ai fini dell’accettazione o meno della pratica. Ogni amministrazione effettua questa fase di istruttoria prima di licenziare positivamente o negativamente una domanda. Certo, ogni caso è diverso dal momento che una pratica in istruttoria può dipendere dal fatto che l’Inps non ha ancora completato i controlli ma anche che lo stesso Istituto ha trovato qualcosa che non andava nella stessa pratica.

Tipico esempio le anomalie nell’Isee piuttosto che l’erronea indicazione della composizione del nucleo familiare nella domanda, dove ricordiamo, va aggiunto il codice fiscale del marito.

L’Inps rispetterà i tempi tecnici prestabiliti

Anche il decreto che ha varato l’assegno unico universale parla infatti di 60 giorni di tempo entro cui l’Inps dovrebbe completare la valutazione delle domande. Entro 60 giorni. Ecco perché probabilmente chi ha fatto domanda a gennaio, oggi si trova ad aver già tutto liquidato, mentre chi ha provveduto a febbraio, deve ancora pazientare. Fino a quando dai mesi prossimi la misura entrerà definitivamente a regime e problemi non ve ne saranno più. Resta il fatto che l’Inps ha promesso di chiudere le pratiche di febbraio entro il 31 marzo.

La data delle domande di assegno unico è fondamentale

E resta il fatto che anche se accolte in ritardo, le domande presentate entro la fine di giugno daranno diritto agli arretrati dal primo marzo. Nessuno perderà nulla quindi con l’assegno unico. Diverso il caso di chi presenta la domanda dopo giugno o se dopo giugno provvede ad ottenere un Isee in corso di validità. In questo caso la domanda parte solo dal mese in cui la domanda è stata presentata.

Assegno unico per i figli, da oggi iniziano i pagamenti per 2 milioni di famiglie

Al via i pagamenti dell’assegno unico per i figli a favore di oltre due milioni di famiglie italiane. I pagamenti avverranno a partire dalla giornata di oggi, 15 marzo, fino a lunedì 21 marzo 2022. Il contributo dell’Inps a favore delle famiglie con figli a carico arriva a pochi giorni dall’emissione delle prime buste paga in versione “light”. Ovvero snellite delle vecchie detrazioni e degli assegni ai nuclei familiari.

Assegno unico per i figli, chi riceverà i pagamenti a partire da oggi, 15 marzo 2022?

I pagamenti dell’Inps degli assegni unici per i figli andranno a vantaggio delle famiglie che hanno presentato domanda entro il 28 febbraio scorso. In totale, a inoltrare l’istanza entro la fine del mese di febbraio sono state 3,04 milioni di famiglie italiane. I primi due milioni di assegni in arrivo fanno capo alle famiglie che hanno inoltrato la domanda al momento dell’apertura di gennaio. I pagamenti si concluderanno entro la fine di marzo, purché le pratiche siano accolte dall’Inps.

Come verificare il pagamento dell’assegno unico per i figli?

Il pagamento da parte dell’Inps dell’assegno unico per i figli si può verificare dalla propria area personale del portale dell’Istituto previdenziale. Più nel dettaglio, il portale riporta l’esito della domanda (l’accoglimento della pratica) e se sia stato disposto il pagamento. Le prime domande inoltrate nel mese di gennaio 2022 dell’assegno unico sono state messe in pagamento nella scorsa settimana. Pertanto, proprio in questi giorni sarà possibile verificare il pagamento avvenuto e l’accredito sul proprio conto corrente indicato nell’istanza. Bisogna considerare che la data di valuta è stata posticipata di tre o quattro giorni rispetto al giorno del bonifico.

Assegno unico per i figli, la soddisfazione per la riforma del ministro per la Famiglia e le Pari opportunità

Soddisfatto il ministro per la Famiglie e per le Pari Opportunità, Elena Bonetti. “Da oggi le famiglie italiane con figli a carico inizieranno a ricevere sul proprio conto corrente gli importi dell’assegno unico e universale – ha detto il ministro – È un giorno importante, che segna concretamente un nuovo passo e ridisegna il paradigma delle scelte nelle politiche familiari. Sono grata a tutti coloro che in questi mesi hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto che investe nei giovani e riattiva, come indicato più volte dal Presidente Draghi, quel gusto del futuro necessario all’Italia per ripartire”.

Assegno unico per i figli, cosa deve fare chi non ha presentato ancora la domanda?

Per tutte le famiglie che non abbiano ancora presentato la domanda per l’assegno unico per i figli c’è tempo fino al 30 giugno 2022. Questa data è importante per non perdere gli arretrati per i mesi da marzo in poi. Chi presenterà domanda a partire dal 1° luglio prossimo, riceverà l’accredito del solo mese di presentazione dell’istanza senza gli arretrati.

Presentazione domanda Inps assegno unico per i figli, cosa avviene se si invia in ritardo?

Chi ha già presentato domanda a partire dal 1° marzo 2022 e per le famiglie che la presenteranno successivamente c’è da attendere che l’Inps concluda tutte le verifiche dell’istruttoria. L’Istituto previdenziale chiarisce che la messa in pagamento degli assegni avviene entro i 60 giorni successivi dal giorno dell’invio della domanda.

Quali sono le risposte dell’Inps sulle domande dell’assegno unico per i figli?

La fase dell’istruttoria e di verifica successiva alla presentazione della domanda all’Inps per l’assegno unico per i figli può avere diversi esiti. L’Inps, infatti, può accogliere la pratica e metterla, dunque, in pagamento. Diversamente, l’istanza può essere “respinta”, “decaduta”, “rinunciata” o “in evidenza alla sede”. In quest’ultimo caso, la pratica presenta delle problematiche e necessita di documentazione integrativa per essere accolta. Il contribuente visualizza la domanda “in evidenza al cittadino” proprio perché c’è necessità di integrare la documentazione.

Cosa avviene se la domanda dell’assegno unico per i figli non viene accolta?

L’Inps prevede che varie domande delle famiglie dell’assegno unico per i figli possano non essere accolte al primo invio. Il rischio è tanto più elevato quanto più le famiglie abbiano provveduto a inviare l’istanza senza l’ausilio dei patronati (il 56% del totale delle richieste). Ma l’Istituto previdenziale assicura che le domande che risultino difformi o incomplete verranno gestite velocemente comunicando alle famiglie le informazioni che vanno corrette o integrate ai fini del pagamento dell’assegno.

Assegno unico figli, in arrivo decreto attuativo: dal 2022 importo base di 180 euro, aiuti a stranieri e maggiorazioni giovani madri

È in arrivo il decreto attuativo del Family act relativo all’assegno unico per i figli. Dal 2022 saranno 19 i miliardi di euro all’anno che il governo impegnerà per gli aiuti in partenza del 1° gennaio prossimo. La misura è stata anticipata nel corso del 2021 dall’assegno ponte, prorogato fino al 30 ottobre 2021 per dar modo di presentare domanda. I lavoratori autonomi, inoltre, presentando domanda entro fine ottobre non perderanno gli arretrati calcolati dal 1° luglio 2021. La misura  che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2022 si traduce in un aiuto economico di circa 180 euro mensili che arrivano fino a 250 euro per il terzo figlio.

Assegno universale figli: quali sono le risorse, un terzo arriva dalle detrazioni Irpef

Tra le novità del decreto attuativo anche gli aiuti agli stranieri e le maggiorazioni per le giovani madri e i disabili. Per il finanziamento della misura, ormai pronta per il Consiglio dei ministri del governo Draghi, sono pronti sei miliardi di euro che si andranno ad aggiungere ai 6,2 miliardi per le detrazioni Irpef, ai 5,1 degli assegni familiari e ai 770 milioni del premio alle nascite. Altri fondi saranno recuperati dall’accorpamento degli altri bonus temporanei della stessa finalità e natura.

Decreto assegno unico universale per i figli: le prossime tappe per l’approvazione definitiva

Tra le riforme in tema delle tasse, dunque, la delega fiscale relativa all’assegno unico dei figli permetterà riforme strutturali fin dall’inizio del 2022. La delega dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri la prossima settimana o, al massimo, entro la fine della successiva. In seguito, il provvedimento sarà sottoposto all’esame delle commissioni compente per materia al Parlamento e, infine, alla Conferenza unificata. Dopo 30 giorni si arriverà all’approvazione definitiva.

Cosa prevede l’assegno unico universale per i figli e quali sono gli importi?

L’assegno universale per i figli prevede un importo minimo di circa 180 euro per ogni figlio minorenne. Ulteriori 80 o 90 euro possono essere richiesti per il terzo figlio minorenne presente in famiglia e così via. L’importo pieno viene corrisposto alle famiglie che abbiano un Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) più contenuto. Il che dovrebbe corrispondere a un tetto Isee di circa 9 mila euro.

Isee per la richiesta dell’assegno universale per i figli

Tuttavia, l’assegno sarà corrisposto anche alle famiglie che abbiano un Isee più elevato dei 9 mila euro. Dalle anticipazioni sulla misura, infatti, non vi sarà uno sbarramento per redditi superiori, ma il decrescere dell’assegno per i figli sarà piuttosto morbido al crescere di redditi e del patrimonio. Il minimo, dunque, di assegno che le famiglie vedranno riconoscersi potrà essere intorno ai 40 o 50 euro mensili per il primo figlio, anche in corrispondenza di un Isee più elevato.

Assegno per i figli dai 18 ai 21 anni di età

La base dell’assegno universale per i figli rappresenta il via anche ai meccanismi per altri sostegni. Il primo è l’indennità aggiuntiva per le madri con figli fino a 21 anni di età o per figli disabili. Infatti, tra i 18 e i 21 anni è possibile ricevere l’assegno per figli che siano a carico del nucleo familiare. È necessario, tuttavia, che i figli siano inseriti in percorsi di formazione o di avviamento al lavoro. In alternativa il requisito richiede l’inserimento nelle liste di collocamento.

Figli disabili e stranieri: l’assegno universale anche a loro

Per i figli disabili, l’assegno universale sarà corrisposto fino ai 21 anni e anche oltre. L’indennità è prevista, infatti, a condizione che il figlio rimanga a carico della famiglia. L’assegno verrà riconosciuto anche agli stranieri.

Assegno universale per i figli e Reddito di cittadinanza

Da ultimo sarà necessario verificare quale sarà il rapporto tra l’assegno universale per i figli e il Reddito di cittadinanza. Chi percepisce già il Reddito, infatti, dovrà decurtare la quota relativa alla presenza di figli in famiglia. Il meccanismo sarà necessario per evitare che vi siano famiglie che percepiscano due indennità, quella dell’assegno ai figli e quella del Reddito di cittadinanza.

Assegno unico per i figli a carico anche per lavoratori autonomi, le novità

L’Assegno per il Nucleo Familiare (ANF) è una prestazione economica erogata dall’INPS ai nuclei familiari di alcune categorie di lavoratori dipendenti e anche autonomi.

Assegno unico per autonomi

A partire da luglio 2021 sarà riconosciuto l’assegno unico, ovvero un sostegno, il cui importo varia a seconda della condizione economica del nucleo familiare. L’importo dell’assegno unico sarà composto da una quota fissa e una variabile, la parte variabile è calcolata in base al numero dei figli e alla loro età, oltre che sulla base del coefficiente dell’Isee.

In particolare:

  • Quota fissa dai 50 ai 100 euro;
  • Quota variabile che tiene conto del Reddito ISEE.

L’importo mensile dovrebbe aggirarsi da 200 a 250 euro per ogni figlio. L’assegno, verrà esteso anche ai lavoratori autonomi e agli incapienti.

Chi sono gli incapienti? Sono i soggetti non tenuti a pagare l’Irpef perché hanno un reddito troppo basso secondo i limiti fissati dalla norma (articolo 14 del Dl 63/2013, nella versione riscritta dalla manovrina). In sintesi si tratta dei contribuenti che hanno redditi di lavoro dipendente o assimilati, e dichiarano un reddito complessivo non superiore a 8mila euro annui, e dei pensionati con pensione fino a 7.500 euro, redditi di terreni fino a 185,92 euro e il reddito della sola abitazione principale (e pertinenze).

L’assegno unico per i figli dovrebbe essere erogato dal 1° luglio 2021. L’Inps erogherà l’assegno per ogni figlio, dal 7 mese di gravidanza al 21 anno di età.

La domanda deve essere presentata:

  • dai lavoratori dipendenti privati al datore di lavoro con modello ANF/DIP (SR 16)
  • dai lavoratori titolari di prestazioni previdenziali alla Sede INPS territorialmente competente sulla base della residenza del richiedente con il modello ANF/PREST (SR 32)
  • dai pensionati da lavoro dipendente alla Sede INPS territorialmente competente sulla base della residenza del richiedente con gli appositi modelli (ad esempio: AP 01 anzianità, AP 02 vecchiaia e AP 57 VO IO).

In arrivo assegno di 150 euro mensili per famiglie con figli a carico

Il disegno di legge 1473, presentato al Senato nel 2014 e ora in esame, prevede che tutte le agevolazioni riconosciute finora alle famiglie, dall’assegno al nucleo familiare ANF, al sussidio per famiglie numerose ossia con almeno tre figli minori, passando dalle detrazioni IRPEF per minori a carico, saranno sostituite da un assegno universale per ciascun figlio a carico di 150 euro al mese fino a 26 anni, ma in misura ridotta dai 18 anni in poi.

Un figlio può essere considerato a carico o meno a seconda della sua autonomia economica, ovvero rientra nei carichi di famiglia se con reddito inferiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili compresi redditi soggetti a tassazione sostitutiva o esenti.
Se in corso di anno d’imposta viene superata la soglia, si perde la detrazione fiscale, completamente. Una detrazione IRPEF aggiuntiva scatta inoltre per i figli minori di 3 anni. Le altre forme di sostegno al reddito sono gli assegni familiari (ANF) e gli assegni alle famiglie numerose.

Potranno beneficiare dell’assegno mensile di 150 euro per ogni figlio fino a 18 anni e di 100 fino ai 26 le famiglie con reddito ISEE fino a 50mila euro. Superato questo limite, e fino a 70mila euro, l’importo scalerà progressivamente. Ogni figlio inoltre fa salire la soglia di 5mila euro.
Ciò significa che verrebbero escluse da questo beneficio il 15% delle famiglie.

Vera MORETTI