Mutui in aumento per gli italiani

Chi si appresta a chiedere un finanziamento alle banche per accendere un mutuo, forse può ben sperare: una nota di Abi, infatti, conferma il 2015 è caratterizzato da una ripresa per quanto riguarda l’accesso al credito delle famiglie italiane.

Più precisamente, l’Associazione bancaria italiana ha affermato che, nei primi sette mesi dell’anno in corso, il complesso dei mutui concessi alle famiglie italiane è stato pari a 26,6 miliardi di euro, cifra pari all’82% in più di quanto erogato nel 2014, fermo a 14,6 miliardi.

Ma, a frenare gli entusiasmi, ci sono gli addetti ai lavori del settore immobiliare, che ad oggi non confermano un aumento delle compravendite.
Ma allora, a cosa si deve questo aumento? Sembri si tratti soprattutto delle surroghe, le sostituzioni di un mutuo in corso con un altro a tassi più vantaggiosi, cosa molto comune negli ultimi mesi.

Inoltre, i tassi di interesse sono diminuiti, sia fissi sia variabili.
Con euribor e eurirs ai minimi storici che hanno ridotto i tassi, i mutuatari hanno avuto la possibilità di ambire a percentuali più elevate del valore dell’immobile.
Sono aumentati, mediamente, i cosiddetti loan to value, cosa che ha permesso alle banche di erogare, complessivamente, importi più elevati.

La conseguenza principale è che le cifre sono tornate quelle del 2011, anche se i dati relativi al periodo prima della crisi sono ancora lontani.

Vera MORETTI

Sospese le rate delle imprese Abi per 15,6 miliardi

Da un monitoraggio sull’Accordo per il Credito 2013 è emerso che, da ottobre 2013 a maggio 2015 sono state accolte complessivamente 44.554 domande di sospensione del pagamento delle rate per un controvalore complessivo di debito residuo pari a 15,6 miliardi di euro, e di conseguenza una maggiore liquidità a disposizione delle imprese pari a 1,9 miliardi.

Ciò è stato reso noto da Abi, che ha effettuato la ricerca rinnovandola con il nuovo Accordo per il Credito 2015 in collaborazione con tutte le Associazioni di impresa, e che sarà valido fino al 31 dicembre 2017.

Ciò che emerge è che :

  • il 26,8% è riferito ad imprese del settore commercio e alberghiero;
  • il 14,6% è riferito ad imprese del settore industria;
  • il 18,8% è riferito ad imprese del settore edilizia e opere pubbliche;
  • l’8,1% è riferito ad imprese del settore artigianato;
  • il 6,3% è riferito ad imprese del settore agricoltura;
  • il restante 25,4% agli altri servizi.

Da una nota dell’Associazione Bancaria Italiana si legge: “Si ricorda che il nuovo Accordo per il Credito 2015 consente di sospendere anche i finanziamenti che hanno già beneficiato di tale strumento negli anni passati, con la sola esclusione di quelli per i quali la sospensione è stata richiesta nei 24 mesi precedenti”.

Vera MORETTI

Mutui in ripresa? Forse sì, forse no

Il mercato dei mutui e il suo andamento sono stati studiati da Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana, il quale si è detto piuttosto ottimista per il prossimo futuro.
In occasione della presentazione della relazione annuale dell’Abi, infatti, Patuelli ha dichiarato, senza mezzi termini, che il 2015 è l’anno della definitiva ripresa, a cominciare proprio dal mercato dei prestiti per la casa, che nei primi mesi del 2015 ha subito un’impennata positiva del 64%.

Buone notizie arrivano da più fronti, poiché Abi ha ripetuto sostanzialmente ciò che Bankitalia aveva precedentemente affermato, con la convinzione che le banche avrebbero attivamente partecipato per rendere possibile la ripresa.

Ma non è tutto oro quello che luccica, poiché è ancora tristemente attuale l’amara situazione di due aspiranti mutuari su tre che si vedono negata la richiesta di finanziamento.
Per ora, dunque, la ripresa è solo astratta.

Vera MORETTI

Mutui immobiliari aumentati del 20%

Dopo mesi, e forse anni, di risultati altalenanti e pericolosamente tendenti al ribasso, il primo trimestre 2014 ha segnato un’impennata nella domanda di mutui immobiliari, con un incremento del 20%.

Questo dato, incoraggiante, è stato reso noto dal Rapporto immobiliare realizzato dall’Agenzia delle entrate e dall’Associazione bancaria italiana.

Giovanni Sabatini, direttore generale di Abi, ha confermato che “sul fronte dei mutui per le abitazioni i segnali cominciano a essere positivi”.

Le famiglie, dunque, se decidono di chiedere un mutuo in banca, vedono la loro situazione personale migliorata, anche grazie ad un contemporaneo calo dei prezzi degli immobili ed un repentino ribasso dei tassi d’interesse proposti dagli istituti di credito.

Nel 2013, invece, il mercato immobiliare delle abitazioni ha continuato la sua discesa, scivolando a un nuovo minimo: sotto quota 407mila unità vendute, il 9,2% meno del 2012, e anche sotto il precedente minimo di 430mila unità, segnato dal mercato immobiliare italiano nel 1985.

Vera MORETTI

Abi interessata alle imprese agricole

Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, intervenuto in occasione dell’apertura dell’anno accademico dei Georgofili, storica istituzione fiorentina che promuove gli studi di agronomia, selvicoltura, economia e geografia agraria, ha confermato l’attenzione, da parte dell’Associazione bancaria italiana, per il comparto agricolo.

A questo proposito, il presidente ha dichiarato: “Le banche in Italia hanno sviluppato il credito agrario visto come un settore imprenditoriale e come tale valutandolo senza privilegi o discriminazioni. Possiamo constatare da parte delle banche in Italia un rinnovato e più forte interesse verso il comparto agricolo, con la nascita di nuovi settori dedicati e lo sviluppo di prodotti specifici“.

La collaborazione tra banche ed imprese agricole potrà crescere e diventare sempre più consistente se le aziende svilupperanno una cultura d’impresa.

Vera MORETTI

Accesso al credito: continua la striscia negativa

Nessuna tregua per le imprese e le famiglie: la stretta creditizia non accenna a rallentare e, anzi, diventa sempre più soffocante.
Di fronte all’ovvietà dei fatti, anche l’Associazione bancaria italiana, nel suo rapporto mensile di febbraio, ha dovuto confermarlo.

Il secondo mese dell’anno è stato contraddistinto da un calo del 2,9% dei finanziamenti richiesti da imprese e famiglie, che va a sommarsi al -2,3% registrato a gennaio 2014.
L’indagine dell’Abi rileva che, viceversa, rispetto a febbraio 2013 il calo è stato del 3%, meno peggiore, anche se non migliore, di gennaio (-3,29%) e dicembre (-4,5%).

Per quanto riguarda i depositi, a febbraio hanno segnato un incremento su base annua dell’1,1% (in arretramento rispetto al +2,3% di gennaio) mentre la raccolta a medio-lungo termine (tramite obbligazioni, cioè) ha subito un crollo del 9,4%.

Prosegue senza soste, inoltre, la crescita delle sofferenze bancarie. A gennaio 2014 le sofferenze lorde sono risultate pari a 160,4 miliardi contro i 155,9 miliardi di dicembre 2013. Il rapporto sofferenze lorde/impieghi è, però, all’8,4%, lo stesso livello del ’99.
 
Vera MORETTI

Moratoria sui crediti delle imprese prorogata di 3 mesi

La moratoria sui crediti delle imprese è stata prorogata di altri tre mesi, fino al 30 giugno prossimo.
A deciderlo è stata l’Associazione bancaria italiana, che lo ha diffuso al termine dell’esecutivo dell’Associazione, tenutosi a Milano.

Il pacchetto messo a punto dal settore bancario in accordo con il ministero dell’Economia e delle Finanze e tutte le associazioni rappresentative del mondo imprenditoriale, che prevede una serie di iniziative a sostegno delle imprese in difficoltà manterrà la sua validità per ulteriori tre mesi.
Nel frattempo, banche ed imprese sono al lavoro “per definire un nuovo accordo compatibile con l’evoluzione della congiuntura economica e delle condizioni operative delle banche”.

Il pacchetto contiene misure che permettono alle banche di sospendere mutui e leasing, di allungare la durata di mutui, anticipazioni bancarie e scadenze del credito agrario di conduzione ma anche di concedere finanziamenti connessi ad aumenti di mezzi propri delle pmi.
La proroga delle misure è stata decisa “alla luce della situazione economica ancora complessa per il paese e in vista del varo di nuove iniziative di sostegno alle pmi”.

E proprio con questo intento, l’Abi ha avviato il confronto con i rappresentanti delle imprese per individuare insieme le linee guida sulla cui base realizzare, entro il nuovo termine di fine giugno un nuovo accordo.
Dal comunicato di Abi si legge: “In particolare dal confronto avuto finora “è emersa una visione comune su una serie di temi rilevanti per lo sviluppo del paese che potranno essere inseriti nel nuovo accordo”.

Vera MORETTI

Il problema del credito al centro del Forum di Confcommercio

Durante il Forum di Confcommercio tenutosi a Cernobbio il 22 e 23 marzo, l’accento è stato posto sul problema del credito, sul quale tutti i partecipanti hanno voluto esprimere la loro opinione.

Carlo Sangalli, presidente di Unioncamere, ha sottolineato l’esigenza di una “ancora più rafforzata collaborazione tra banche ed imprese che devono lavorare, in Europa e in Italia, per rilanciare il flusso del credito all’economia reale. E’ una scelta di responsabilità, tanto più importante in tempi di così grande incertezza”.

Dopo il cappello introduttivo di Sangalli, il primo intervento è stato quello di Enrico Cucchiani, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, per il quale “non è vero che in Italia vada tutto male: gli indicatori macroeconomici italiani sono migliori di quelli dell’Eurozona e molto migliori di quelli degli Usa e del Giappone. Il problema è la mancanza di competitività e di liberta economica del nostro Paese, che si accompagna a un pesante crollo degli investimenti”.
Cucchiani si è soffermato anche sulla questione del credit crunch, ricordando che in Italia la contrazione del credito, pur essendo meno elevata rispetto ad altri Paesi, si fa sentire maggiormente perché è erogato per il 70% dalle banche, anche a causa della difficoltà, da parte dei piccoli imprenditori, di rivolgersi ad altri canali.

Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione bancaria italiana, ha dichiarato che “in Italia esiste una serie di anomalie, alcune non rapidamente rimovibili, da affrontare con forza. A cominciare da una pressione fiscale insopportabile e da una carenza cronica di infrastrutture. Bisogna riflettere su come rimettere in moto la competitività, tutti insieme: in questo banche e imprese sono sullo stesso fronte, facce diverse della stessa medaglia”.
Patuelli si è anche opposto alla criminalizzazione degli istituti bancari, ma ha anche affermato, in merito ai debiti della PA come sia “urgente che dai buoni propositi si passi a provvedimenti che inneschino un circuito virtuoso di liquidità a chi ne ha bisogno e mettano in moto un meccanismo di buona finanza basato sulla moratoria dei crediti rinnovata due giorni fa dalle banche”.

Alessandro Azzi, presidente di Federcasse, ha spiegato il lavoro che le banche cooperative stanno cercando di svolgere, pur trattandosi, anche per loro, di un periodo particolarmente difficile.
Per questo Azzi ha voluto sottolineare la necessità di una “normalizzazione del Paese: la società è disorientata, delusa e inquieta: servono più semplificazione, più legalità, più giustizia”.

Giovanni Da Pozzo, presidente di Finpromoter, ha voluto ricordare come la crisi gravi inevitabilmente sui bilanci: “da qui l’elevata percezione del rischi da parte degli intermediari che comporta un costo del credito più alto, accentuato anche dal fatto che le imprese italiane sono bancocentriche”.

Andrea Misticoni, direttore centrale di Euler Hermes Italia, ha infine sottolineato che “nel 2013 continuerà la turbolenza economica, anche se nella seconda metà dell’anno si apriranno i primi spiragli di ripresa, mentre per la ripresa bisognerà aspettare il 2014”.

Vera MORETTI

Ferrara: 30 imprese crescono in rete

Sono 7 i contratti di rete iscritti, ad oggi, nel Registro delle imprese di Ferrara, che coinvolgono oltre 30 imprese della provincia. L’ultimo, in ordine di tempo, quello sottoscritto stamattina (27 aprile) in Camera di Commercio fra le società “Tubi Costruzioni Srl”, “Echosid Ingegneria e Impianti Srl” e “Delta Engineering Services Srl”.

L’accordo, che si pone l’obiettivo di trasferire ricerca ed innovazione nei settori, in particolare, delle energie rinnovabili e degli scarichi industriali, è stato raggiunto grazie all’impegno e ad uno strutturato percorso di accompagnamento messo a punto da Unioncamere Emilia-Romagna in collaborazione con Universitas Mercatorum, che ha visto la forte e convinta adesione delle imprese e delle associazioni territoriali di categoria. “Abbiamo creduto fortemente e sostenuto fin dal principio il contratto di rete per le reali potenzialità dello strumento – ha dichiarato Carlo Alberto Roncarati, presidente di Unioncamere Emilia-Romagna e della Camera di Commercio di Ferrara – e il raggiungimento del settimo contratto di rete è il segnale che le imprese vogliono reagire e che davvero è possibile restituire vitalità al nostro sistema economico. E’ necessario – ha concluso Roncarati – non fermarsi adesso ma considerare questo importante traguardo come un nuovo punto di partenza, affinché si possa continuare a lavorare insieme per rendere sempre più il contratto di rete strumento a misura di impresa, intervenendo nella semplificazione delle procedure e degli aspetti tributari, facilitando l’inclusione di imprese estere nelle reti e agevolando la partecipazione alle gare pubbliche come previsto dallo Statuto delle imprese”.

Il contratto di rete in pillole introdotto dalla legge n. 33/2009, ha subito, nei mesi, numerose modifiche. Con il contratto di rete due o più imprese si obbligano ad esercitare in comune una o più attività economiche rientranti nei rispettivi oggetti sociali allo scopo di accrescere la reciproca capacità innovativa e la competitività sul mercato. Il contratto è redatto per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, e deve indicare:

– l’indicazione degli obiettivi strategici e delle attività comuni poste a base della rete che dimostrino il miglioramento della capacità innovativa e della competitività sul mercato;
–  la durata del contratto le modalità di adesione di altre imprese e le relative ipotesi di recesso;
– l’individuazione di un programma di rete, che contenga l’enunciazione dei diritti e degli obblighi assunti da ciascuna impresa partecipante e le modalità di realizzazione dello scopo comune.

La legge prevede, infine, a favore delle reti di impresa vantaggi fiscali, amministrativi e finanziari, nonché la possibilità di stipulare convenzioni con l’A.B.I. (Associazione Bancaria italiana) per un miglior accesso al credito. 

Fonte: camcom.gov.it

Varese: la Turchia si riconferma partner commerciale

È uno dei mercati a più alto tasso di crescita: i dati relativi ai primi tre trimestri del 2011 ci dicono che il prodotto interno lordo della Turchia è cresciuto al ritmo dell’8,9% annuo. Questo nonostante la situazione di crisi in cui versa gran parte d’Europa. Per l’immediato futuro le prospettive sono altrettanto allettanti per gli investitori: le analisi più accreditate sottolineano come l’economia di Istanbul sia destinata a non fermare la propria corsa, anzi i tassi di aumento del pil resteranno vicini al 4% per almeno i prossimi tre, quattro anni.

Considerazioni tanto più importanti alla luce del fatto che l’Italia si è ormai consolidata come quarto partner commerciale turco: dopo aver toccato quota 16,7 miliardi di euro (di cui 10,2 miliardi di esport e 6,5 di import) tra il nostro Paese e la Turchia l’interscambio è ulteriormente cresciuto nel 2011: nella relativa classifica l’Italia si è collocata subito dopo Germania, Russia e Cina, ma prima degli Stati Uniti.

In questo quadro s’inserisce la reattività del sistema economico varesino rispetto alle prospettive di collaborazione con le imprese turche. Basti pensare che in un arco di tempo decennale, per la precisione nel periodo 2001/2010, l’export provinciale s’è incrementato di ben il 129%. Lo scorso anno poi il volume complessivo è stato pari a 161 milioni di euro, con una bilancia commerciale attiva per quasi 75 milioni di euro.

Ci sono insomma tutte le condizioni per fare della Turchia un partner sempre più rilevante per il Sistema Varese. Da qui il supporto della Camera di Commercio a una missione imprenditoriale che, all’inizio di maggio, si svolgerà nel Paese a cavallo tra Europa e Asia. Una missione promossa dai Ministeri degli Esteri e dello Sviluppo Economico in collaborazione con Confindustria, Ice (agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese),Unioncamere e Associazione bancaria italiana.

Le adesioni devono essere fatte pervenire entro venerdì 23 marzo e per ogni ulteriore informazione è possibile rivolgersi all’Ufficio Internazionalizzazione della Camera di Commercio varesina (tel. 0332/295.313; e-mail:internazionalizzazione@va.camcom.it).  

Fonte: camcom.gov.it