A Pasqua peggio la pioggia dei terroristi

Le festività di Pasqua e i ponti di primavera sono di solito, per il turismo, il banco di prova di quella che sarà la stagione estiva di là da venire. E non si tratta di un banco di poco conto. Il sistema dei tour operator e delle agenzie di viaggio, proprie o in franchising, rappresenta infatti una voce consistente nell’economia italiana e mai come a Pasqua agli imprenditori che ne fanno parte vogliono avere indicazioni attendibili per il loro business.

Quello che è certo è che, secondo la Fiavet, la Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo “le prenotazioni turistiche, comprese quelle per Pasqua, sono più legate alle previsioni meteo che al terrorismo e a eventi tragici legati a singole persone”, come ha recente affermato il presidente Fortunato Giovannoni.

Statisticamente un evento terroristico – ha proseguito Giovannoni pensando alle prossime vacanze di Pasqua – non si ripete mai nello stesso luogo. Per questo le zone delle Tunisia, ad esempio, attualmente sono ritenute tranquille. Anzi, per il governo locale la situazione è sotto controllo, anche se non mancano i problemi nelle zone di confine dove, però, i turisti notoriamente non soggiornano”.

Giovannoni si è soffermato anche sul recente schianto dell’Airbus di Germanwings: “Stesso discorso per la recentissima tragedia aerea, a cui sicuramente non seguirà una cancellazione delle prenotazioni dei voli. Le persone che, per Pasqua, hanno deciso di prendere l’aereo lo prenderanno comunque, a patto però che le previsioni meteorologiche siano buone”.

Come scritto ieri, per la prossima Pasqua vincono le destinazioni italiane. Fra le mete preferite tra chi ha scelto per una vacanza all’estero, invece, secondo i dati delle agenzie di viaggio aderenti ad Assoviaggi-Confesercenti ci sono soprattutto destinazioni a lungo raggio: Caraibi, Cuba, Mauritius, Thailandia, Zanzibar. In Europa vincono le isole, specialmente le Canarie, mentre non tramontano mai le grandi città europee, capitali e non, specialmente Barcellona, Londra e Parigi.

Guerra: “Il turismo è ad un passo dal tracollo, ma la politica non ne è al corrente…”

Non ci sono soldi. Come una filastrocca senza soluzione di continuità, ormai ci siamo abituati sentirla in svariate occasioni. Ma c’è un settore in particolare che da anni è in ginocchio e non sembra in procinto di rialzarsi: il turismo. Per fare il punto della questione, abbiamo incontrato il presidente di Assoviaggi Confesercenti, Amalio Guerra, al quale abbiamo chiesto delucidazioni in merito. Già dai comunicati pochi giorni prima delle feste, ne usciva una situazioni ai limiti della sopravvivenza: -33% delle prenotazioni e -20% della disponibilità di spesa per i viaggiatori.

Presidente Guerra, è già possibile un primo bilancio per quanto riguarda il turismo durante le festività appena trascorse?
La flessione rispetto agli anni scorsi è evidente e tangibile, ed è determinata principalmente dall’odierna situazione di incertezza economica e, ovviamente, dalla mancanza di disponibilità economica per una spesa non di prima necessità. Se il 2012 è stato un anno da dimenticare per la crisi del turismo, per le agenzie di viaggio e per i tour operator, il 2013 non ha portato alcun segnale di ripresa. E per il 2014 le previsioni non sono migliori…

Perché il brand Italia continua a perdere posizioni nel quadro del turismo internazionale? “La grande bellezza” italiana inizia a perdere un po’ del suo fascino?
Siamo un paese che non riesce a modernizzarsi. Prendiamo l’esempio del WI-FI: non riusciamo a garantire un accesso gratuito, questo è anche uno dei motivi per cui lo straniero non ha un interlocutore di riferimento per le proprie prenotazioni tramite la rete, come succede in tutti i paesi del mondo. Anche da un punto di vista infrastrutturale il nostro Paese è, a voler usare un eufemismo, carente. Quando arriva in Italia, lo straniero è preda di un sistema confuso e mal organizzato di difficile interpretazione. Poi è chiaro che il turista che vuole fortemente visitare l’Italia viene a prescindere, ma una gran parte ne perdiamo per questi motivi, giusto per citare quelli più banali. Senza dimenticare poi che non siamo un Paese nemmeno così a buon mercato…

In una recente intervista, dichiarava come il settore del turismo italiano fosse «ad un passo dal tracollo»…
Purtroppo si. E la ragione principale è l’impossibilità di accedere al credito. Siamo in una morsa fiscale e non ne veniamo fuori, ma il guaio più grosso è che non c’è  interlocuzione con la politica. Non basta una semplice attività di promozione per il turismo, servono fatti concreti, ma purtroppo nelle istituzioni perdura l’ignoranza  e l’incapacità dell’operare nel settore turistico. Alle imprese italiane al giorno d’oggi è chiesto solo di pagare e all’orizzonte non si scorge il benché minimo investimento per il futuro.

Jacopo MARCHESANO

Crisi e maltempo non fanno decollare l’estate

E’ un’estate all’insegna dell’incertezza, quella che, ormai, sta entrando nel clou.
Se, infatti, la crisi economica aveva contribuito a rendere meno spensierato questo periodo dell’anno, con la metà degli italiani costretta a rinunciare alle agognate ferie, anche le condizioni climatiche hanno messo a repentaglio l’avvio della stagione.

Tra temperature al minimo storico e piogge incessanti, infatti, sono stati molti i turisti ad arricciare il naso e a rimandare la partenza a tempi migliori.

Questo clima non proprio spensierato si respira anche nelle agenzie di viaggio, intervistate da Assoviaggi-Confesercenti: “Le richieste vanno a rilento rispetto all’anno precedente. Molti clienti chiedono informazioni, ma posticipano la conferma delle vacanze. Le condizioni climatiche non aiutano nella scelta della destinazione, mentre l’incertezza nei confronti della possibile applicazione di Imu e Tarsu costringono le famiglie a valutare attentamente la situazione economica prima di prendere la decisione finale. Sia per quanto riguarda l’incoming che per l’outgoing registriamo un ritardo significativo sulle richieste, con dati che confermano l’andamento negativo rispetto all’estate 2012, con un turismo in outgoing a meno 7% e per l’incoming a meno 15%“.

In controtendenza, in questo scenario a tratti desolante, è il turismo religioso, spinto soprattutto dal nuovo Papa, che ha incrementato l’arrivo di fedeli a Roma e, complessivamente, nelle città d’arte.
In crescita anche il turismo legato alle liste nozze: difficile che una coppia di novelli sposi rinunci alla luna di miele, considerando anche le tante offerte che le agenzie di viaggio riservato agli sposini.
A “tenere”, come era accaduto anche l’anno scorso, le crociere, che propongono spesso un trattamento all-inclusive molto accattivante, e la possibilità di salire a bordo con quote basse, spesso gratuite, riservate ai bambini.

Per quanto riguarda il turismo sociale il settore registra ancora una tenuta e, pur avendo ridotto la disponibilità di spesa, continua a manifestare la necessità di vacanza. Purtroppo tale tipologia di vacanza non passa attraverso l’intermediazione o organizzazione di viaggi, ma in forma latente viene movimentato da una schiera di improvvisate figure non professionali ed Onlus, che evadono il fisco e non sono garanti della sicurezza del turista.

Si registra una contrazione sia per i viaggi di gruppo, che ora sfiorano a malapena le 15 unità, riducendo così la gamma di iniziative possibili, sia per le gite d’istruzione, a causa della mancata partecipazione degli alunni, spesso causa crisi, e degli stessi professori.
Ciò che si cerca, per poter andare incontro alle esigenze di tutti, è il prezzo più basso, che però raramente fa rima con qualità.

Il budget degli italiani si è ridotto, attestandosi sui 600-700 euro per i viaggi a medio raggio e sui 3.000 per quelli a lungo raggio.
Ma queste cifre non permettono di fare fatturato e coprire tutte le spese di gestione, perciò, se il settore turistico era in difficoltà già da prima, ora arranca, e necessita di una valida soluzione.

Per quanto riguarda le richieste di vacanza, gli italiani orientano le proprie preferenze per le capitali europee, grazie anche alla possibilità di prenotare pacchetti volo hotel: le città che vanno per la maggiore sono le solite, ovvero Parigi, Londra e Barcellona, mentre per le vacanze al mare primeggiano l’Italia e le isole greche, ma anche le Baleari.

Prima mossa per contrastare un panorama molto negativo è lottare contro l’abusivismo. Utile sarebbe, secondo Amalio Guerra, presidente di Assoviaggi, “uniformare con correzioni il codice del turismo: questo creerebbe i presupposti giusti. Combattere l’abusivismo significa che le istituzioni ai vari livelli devono avere gli strumenti chiari e i mezzi per fare le dovute verifiche di chi opera nel sommerso”. E’ inoltre indispensabile “scongiurare l’applicazione dell’aumento dell’IVA, semplificazione fiscale e contabile e regolamentare il web: nella vendita online devono valere le regole e i principi di garanzia nei confronti del cliente che applicano le agenzie di viaggio”.

Vera MORETTI