A livello nazionale il prezzo medio praticato della benzina (sempre in modalità servito) va dall`1,836 euro/litro di Eni e Shell all`1,841 di IP e Q8 (no-logo su a 1,738). Per il diesel si passa dall`1,731 euro/litro di Esso e Shell all`1,739 di Q8 e Tamoil (no-logo in aumento a 1,624). Il Gpl è tra 0,723 euro/litro di Eni e 0,749 di Tamoil (no-logo a 0,725).
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Se un litro di gasolio costa più di un litro di latte
Nel 2012 ogni 1.000 euro di spesa per famiglia italiana, 191 se ne andranno in trasporti, combustibili ed energia elettrica mentre 190 in alimentari e bevande. E’ la prima volta che la spesa dell’energia supera quella alimentare. A renderlo noto un’analisi condotta da Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’aumento stimato del 2,8 % dell’inflazione nel 2011.
I dati relativi allo scorso anno hanno fatto registrare un aumento record dei prezzi per trasporti, combustibili ed energia – complice la benzina alle stelle – mentre l’aumento per gli alimentari e’ rimasto contenuto al 2,4 %, al di sotto dell’inflazione media registrata.
Nel solo mese di dicembre i prezzi del ‘fresco’, vale a dire frutta, carni e verdure, sono addirittura scesi dello 0,2%. Ad assorbire buona parte dei rincari, fa sapere Confagricoltura, i produttori agricoli, visto “il forte incremento tendenziale dei prodotti energetici, saliti nel 2011 dell’11,3%”.
Sempre a dicembre 2011, rispetto allo stesso mese del 2010, gli aumenti della spesa energetica sono stati del 15,8 % per la benzina, del 24,3 % per il gasolio da autotrasporto e del 16,8 % per il riscaldamento, mentre i trasporti aerei passeggeri sono lievitati del 18,3 % come quelli marittimi, seguiti da quelli ferroviari aumentati del 9,8 %.
In breve un litro di gasolio costerà di più di un litro di latte o di un chilo di pasta. E se nel 2012, come rende noto il Codacons, il costo della vita aumenterà di 1.059 euro per una famiglia media italiana, le previsioni sono tutt’altro che rosse: “Bisogna evitare il rischio reale che le famiglie italiane per far fronte ai rincari energetici – sottolinea Coldiretti – siano costrette a risparmiare con l’acquisto di cibo a basso prezzo, a cui può corrispondere anche bassa qualità e rischi per la salute”.
Istat: crescono del 4,5% i prezzi produzione industriale a maggio
Le vendite su mercati esteri si stabiliscono su una percentuale dello 0,2% sul mese precedente (+0,1% per l’area euro e +0,3% per l’area non euro) e del 3,7% rispetto a maggio 2010 (+4,2% per l’area euro e +3,3% per l’area non euro).
I contributi più rilevanti derivano, sia per l’area euro sia per l’area non euro, dai beni intermedi (rispettivamente +2,3 e +1,4 punti percentuali). Il settore di attività economica per il quale si rileva la crescita tendenziale dei prezzi piu’ marcata è quello della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati, con un incremento del 13% sul mercato interno e del 22,4% su quello estero.
Confesercenti sottolinea: “Un mini calo mensile, – 0,1%, si oppone ad una crescita dei prezzi alla produzione del 4,5% su maggio 2010. Si tratta di un aumento, nettamente superiore all’inflazione media che fa suonare il campanello d’allarme del grande problema energia che pesa sul nostro Paese“.