Vendite al dettaglio, dati in calo del 2,6%

Non è bastato il bonus Irpef da 80 euro incassato a maggio per risollevare il commercio. Nonostante le elemosina del governo Renzi nelle buste paga degli italiani, le vendite al dettaglio a giugno restano stabili rispetto a maggio, registrando una crescita zero, ma scendono inesorabilmente del 2,6% su base annua.

“A giugno 2014 – spiegano dall’Istat – l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio resta invariato rispetto al mese precedente. Nella media del trimestre aprile-giugno 2014, l’indice mostra una flessione rispetto ai tre mesi precedenti (-0,2%). La variazione nulla rispetto a maggio è frutto di un lieve aumento delle vendite di prodotti alimentari (+0,1%), che si annulla con il calo (-0,1%) degli altri prodotti. Rispetto a giugno 2013, l’indice grezzo del valore totale delle vendite registra una diminuzione del 2,6%. Variazioni tendenziali negative si registrano sia per le vendite di prodotti alimentari (-2,4%) sia per quelle di prodotti non alimentari (-2,8%)”.

Rispetto alla precedente rilevazione, nonostante le vendite siano diminuite anche per le imprese della grande distribuzione (-1,3%), sono soprattutto quelle operanti su piccole superfici a pagare il prezzo più alto, con percentuali negative che arrivano a sfiorare il 4%.

JM

In crescita la vendita al dettaglio nel 2011

Secondo l’ultimo rapporto sulle vendite al dettaglio per prodotti non alimentari attinenti il mese di aprile 2011 elaborato dall’Istat le vendite sono tornate a salire. Secondo l’isituto di statistica durante il quarto mese del 2011 gli indici dei consumi per i principali prodotti sono tornati a salire, ed “in particolare nel raffronto con lo stesso mese del 2010 il dato totale è stato del +2,94%, mentre nella media del periodo gennaio-aprile 2011, l’indice ha registrato una variazione quasi nulla rispetto ai primi quattro mesi dell’anno precedente“.

In ordine di crescita troviamo le calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+5,7%), prodotti di profumeria, cura della persona (+3,4%), utensileria per la casa e ferramenta (+2,8%) ed abbigliamento e pellicceria (+2,6%). Quasi nullo l’indice per la vendita di mobili, articoli tessili, arredamento fermo al +0,1%. Confrontando con l’anno precedente la crescita appare notevole. Negli stessi mesi del 2010 la crescita è stata molto più contenuta: solo le calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+1,2%), prodotti di profumeria, cura della persona (+1,0%) e utensileria per la casa e ferramenta (+0,4%). Segni negativi, invece per l’abbigliamento e pellicceria (-0,3%), e per i mobili, articoli tessili, arredamento (-0,9%).

Per la Confcommercio si tratta di dati rassicuranti che vanno però letti con cautela soprattutto se si guarda alle dinamiche tendenziali, in considerazione dell’effetto Pasqua.