Il Salone dei Veicoli Ecologici torna a Rimini Fiera

Si scrive SAL.VE, si legge sostenibilità. Il Salone dei Veicoli Ecologici tornerà a Rimini Fiera in occasione dell’edizione 2013 di Ecomondo Fiera Internazionale del recupero di Materia e di Energia e dello Sviluppo Sostenibile. L’accordo per il ritorno è stato siglato a Torino nei giorni scorsi tra i presidenti di Rimini Fiera e della Sezione Veicoli per Servizi Ecologici di Anfia – Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica -, Lorenzo Cagnoni e Paolo Martinelli. Anfia concederà il proprio patrocinio esclusivo, con riferimento al settore dei veicoli ecologici, a SAL.VE fino al 2019, e la manifestazione avrà cadenza triennale.

Secondo Cagnoni, “questa intesa ricompatta il settore e consente a Ecomondo, già fiera leader nel comparto ambientale grazie anche alle concomitanti Key Energy e Cooperambiente, di rappresentare l’intera filiera del rifiuto, dalla raccolta fino al riciclo e riutilizzo finale”.

Anfia – commenta Martinelliha tra gli scopi statutari quello di favorire la crescita, l’aggregazione e lo sviluppo professionale delle aziende associate anche tramite la partecipazione alle Fiere. Conseguentemente ci fa molto piacere poter collaborare con Rimini, nell’interesse della crescita del comparto dei veicoli ecologici, tramite una vetrina così prestigiosa qual è Ecomondo“.

Fisconline: le tasse 2.0

Le tasse si pagano con un click. Registrare un contratto di affitto, visualizzare versamenti e atti, pagare le imposte, inviare la dichiarazione dei redditi, da oggi è più semplice e a portata di mouse. Grazie ai nuovi servizi offerti dal sito www.agenziaentrate.gov.it, il fisco diventa 2.0.

Ma come si usufruisce dei servizi messi a disposizione da Fisconline?
Destinatari dell’iniziativa sono tutti i cittadini italiani, anche residenti all’estero. Per accedere alle funzione del sito occorre essere muniti di un Pincode, che è possibile richiedere:

  • online, collegandosi al sito dell’Agenzia delle Entrate, www.agenziaentrate.gov.it, e seguendo il percorso “Servizi online > Servizi con registrazione”, che consente di scaricare la domanda di abilitazione.
  • per telefono, al numero 848.800.444, selezionando il servizio di assistenza automatico. Le ultime 6 cifre del Pin e la password per il primo accesso saranno recapitate per posta entro 15 giorni dalla richiesta.
  • presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate.

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è a disposizione inoltre una brochure che spiega le principali funzionalità del servizio. Grazie a Fisconline da oggi pagare online imposte, tasse e contributi con il modello F24, inviare la dichiarazione dei redditi,  registrare un contratto d’affitto, scegliere la cedolare secca, comunicare le proprie coordinate bancarie per l’accredito dei rimborsi,- ottenere le ricevute telematiche della documentazione inviata, trasmettere istanze, inviare la domanda di definizione delle liti fiscali pendenti di importo fino a 20.000 euro.

Se invece vi occorre raccogliere informazioni, Fisconline vi aiuta consentendovi di consultare ogni volta vogliate la dichiarazione fiscale, i dati catastali degli immobili, i versamenti eseguiti e gli atti registrati.

Per chi ancora non possiede un Pincode, sul sito dell’Agenzia delle Entrate sono a dispozione alcuni servizi free come il calcolo dell’importo del bollo dell’auto inserendo la targa, o della potenza del veicolo, o ancora verificare la regolarità dei contrassegni telematici, controllare gli importi per la tassazione degli atti giudiziari, verificare la validità di codici fiscali e partite Iva comunitarie. Da oggi il Fisco diventa più leggero, ma solo per le code!

L’Iva al 21% preoccupa il mondo dell’auto


Non si spengono le polemiche e le perplessità suscitate dalla nuova manovra finanziaria. Questa volta a levare la propria voce di protesta è il settore dell’auto, preoccupato per i possibili contraccolpi che la decisione delle ultime ore di alzare l’aliquota ordinaria Iva al 21%.

Questa mattina il presidente di Federauto, l’associazione che raggruppa i concessionari ufficiali di tutti i marchi automobilistici commercializzati in Italia, Filippo Pavan Bernacchi auspicava “che non si percorressero le strade più facili come aumentare l’IVA, perché si metterebbe mano nelle tasche dei cittadini e si comprimerebbero i consumi, specialmente su beni costosi come immobili e autoveicoli. L’invito al Governo del presidente era a chiudersi in conclave, insieme alle parti sociali più significative, all’opposizione e ai maggiori attori coinvolti e di uscire con una manovra il più possibile condivisa ma, soprattutto: definita e definitiva. Se ci troviamo in queste condizioni di mancata crescita del PIL, mancata ripresa, debacle occupazionale, mancati introiti fiscali – precisava la nota di Federauto – è anche perché nessuno ha ancora voluto affrontare il rilancio del comparto della mobilità che in Italia fattura il 12% del PIL e interessa, nella sua globalità allargata, 1.600.000 lavoratori. Con impatti trasversali su circolazione, sicurezza e ambiente“.

Pavan ha inoltre avanzato alcune proposte per ripartire lo sforzo che in questo momento si rende necessario per la ripresa economica: l’eliminazione del doppio costo della Motorizzazione e del PRA e la cancellazione dell’aumento dell‘Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT), che si ripercuote sempre sui cittadini per alimentare enti a suo parere inutili, ma è anche il parere di molti italiani, quali le Province.

Conclude la nota diramata stamani: “Si invita il Governo ad adottare quanto condiviso con gli attori dell’auto nell’apposito tavolo, perché aumentare questa imposta fino all’80% sarebbe profondamente ingiusto, soprattutto per i ceti più deboli che acquistano utilitarie“.

Alessia Casiraghi

Automotive: allarme per l’eliminazione dell’IPT

Il decreto legge anti-crisi e con efficacia a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione conferma l’eliminazione dell’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT) in misura fissa per gli atti soggetti ad IVA. Gli effetti si faranno sentire su tutta la filiera, avvertono le associazioni di categoria (Anfia, Aniasa, Assilea, Federauto e Unrae).

Alla ricerca di risorse immediate e di facile reperimento, il Governo – precisa la nota – ha attinto nuovamente al settore auto colpendo senza distinzioni l’auto privata e quella aziendale e superando anche il decreto ministeriale che, in ossequio al D.Lgs n.68/2011 sul federalismo fiscale, doveva riordinare l’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT), unico balzello di questo tipo in Europa”. Per le associazioni di settore la nuova norma, ”in aggiunta all’aumento delle accise e dei costi dei carburanti, alla dimenticata promessa pre-elettorale sull’abolizione del bollo auto e all’aumento della tassazione sulla RC auto di ulteriori 3,5 punti deliberata da decine di Province, porterà ad un ulteriore inasprimento della tassazione dell’auto nuova e usata, con rincari che supereranno anche l’80%”.

 

Mercato dell’auto recupera l’86% dei ricavi pre-recessione

Il mercato dell’auto in Italia si sta preparando ad uscire dalla crisi. L’aumento di fatturato nel 2010 è stato dell’11%, con un recupero dell’86% dei ricavi allo stato pre crisi. E’  l’Osservatorio sulla filiera della componentistica automotive a diffondere questi dati.

Se il mercato interno rimane pressocchè immobile è l’export a dare segnali di speranza: il 73% delle imprese intervistate dichiara di dovere una parte del proprio fatturato all’export. Il Piemonte, che incide per circa la metà del comparto con 900 imprese su 2.300 a livello nazionale nel 2009 ha recuperato il 91% rispetto al 2008 e ha registrato un incremento delle esportazioni pari al 25%.

Il mercato della componentistica nel frattempo si svincola maggiormente dalla Fiat: se nel 2009 su 100 euro di ricavi, 63,2 erano dovuti a commesse verso il costruttore nazionale, nel 2010 la quota scende a 56 euro. E’ però Fiat a guidare l’export in particolare verso il Brasile. La quota delle esportazioni verso questo Paese è cresciuta del 2,9% nel 2009 e del 4,1% l’anno successivo.
 

GPL o metano? Arrivano i contributi per le auto

Contributi a fondo perduto sono disponibili per incentivare le imprese a trasformazione a GPL gas metano di veicoli alimentati a benzina.

Sono escluse dal bando le imprese che svolgono l’attività di trasporto in conto terzi e le ditte esercenti commercio di autovetture.

Il contributo previsto per ogni installazione è pari a Euro 500; i contributi non sono cumulabili con contributi di altra provenienza.

Per ottenere i contributi, le persone giuridiche dovranno avere la sede legale nel Comune di Ferrara per quanto riguarda i veicoli intestati alle persone giuridiche.

Rif.: Comune di Ferrara, uffici di AMI srl.

Automobilisti: oltre un miliardo di evasione

Con il federalismo fiscale i conti possono migliorare ma è certo che qualche riflesso negativo c’è. E’ per questo che il ministero dell’Economia ha ad esempio affidato all’Unrae, l’associazione che rappresenta le case automobilistiche estere operanti in Italia, l’approfondimento delle soluzioni che permettano la migliore applicazione possibile della norma in riferimento in particolare all’Ipt, l’Imposta provinciale di trascrizione delle auto nuove e usate, destinata ad aumentare anche sensibilmente per effetto del passaggio a un nuovo sistema di calcolo che al di sopra di una soglia minima (53 kW) proporziona l’importo alla potenza.

Sirio Tardella, direttore del Centro Studi Unrae, sottolinea il peso dell’evasione su bollo, contributo al Servizio sanitario nazionale compreso nelle polizze assicurative e altre forme di tassazione dell’auto: “Oltre 1,1 miliardi l’anno, più del gettito complessivo dell’Ipt. Stimiamo, per esempio, che su 72mila commercianti di vetture usate registrati in Italia, meno della metà esercitino effettivamente l’attività. E c’è da chiedersi quanti sfuggono alla fatturazione“. In sostanza cercando di limitare questa evasione le casse degli organismo locali e nazionali potrebbero essere più “gonfie”.

Unrae collaborando a stretto contatto con costruttori e operatori del settore si è impegnata a fornire un rapporto con cadenza trimestrale fornendo previsioni sull’andamento del mercato italiano dell’auto per i sei mesi successivi e proiezioni sull’anno seguente. Le prime stime di «Previsioni & Mercato» rivedono al ribasso, a 1,81 milioni di unità, con un calo del 7,7% rispetto al 2010, le immatricolazioni di auto nuove nel 2011. Secondo il rapporto, il secondo semestre dovrebbe chiudersi con 480mila immatricolazioni, in flessione del 3,6% sullo stesso periodo del 2010, e solo nel terzo si registrerà un primo arresto della caduta della domanda, con 386mila immatricolazioni che dovrebbero valere un recupero del 2,1%.

Il presidente  di Anfia (filiera automotive italia) Eugenio Razelli, auspica “che il governo possa convocare le associazioni di settore, in modo da individuare misure di correzione all’attuale decreto al fine di tutelare l’utente finale“.

M. Z.

Fotografia del mercato automobilistico: si intravede una lieve ripresa

Il mercato automobilistico che registra una flessione del 20,7% nel mese di gennaio presenta percentuali positive per quanto riguarda l’alimentazione a diesel con un +9% e bene se la passano il recupero delle società a +26% e noleggio a +37%. Il comparto delle automobili soffre invece per quanto riguarda gli acquisti da parte di privati (-31%) e la vendita di berline (-29,4%) e vetture di piccole dimensioni e utilitarie (-35,9% e -31% rispettivamente).

In un mercato automobilistico che ha fatto registrare una flessione complessiva del 20,7%, in gennaio prosegue la corsa delle alimentazioni diesel (+9%) e il recupero delle società (+26%) e del noleggio (+37%), mentre cedono il passo

Gianni Filipponi, direttore generale dell’Unrae, l’Associazione delle case automobilistiche estere che operano in Italia afferma: “Le immatricolazioni di auto nuove del mese di gennaio (164.356) anche se confrontate con le 207.266 unità immatricolate nello stesso mese dello scorso anno, quando ancora persisteva l’influsso positivo derivante dalla fine degli incentivi – sono la conferma di un trend certamente non brillante che si registra ormai da molti mesi e che, considerato lo scenario macroeconomico e l’andamento degliordini di auto nuove, non lascia presagire inversioni di tendenza a breve“.

Quali sono le caratteristiche peculiari del mercato secondo l’Unrae? L’ente ha registrato un incremento delle vendite delle auto a diesel con una quota di mercato del 54,2% (+15% rispetto a gennaio 2009), bene anche le auto a benzina che occupano il 40% del mercato (nonostante si senta la fine di incentivazione che negli anni passati premiavano questo tipo di alimentazione).

Per quanto concerne il noleggio, ad aver subito un incremento sensibile sono i segmenti delle vetture medie e superiori (“C” occupa il 26,6% del mercato mentre il “D” il 13,5% mentre come annunciato in precedenza il settore delle citycar e delle utilitarie sta soffrendo. Sono i crossover a rappresentare la vera novità (con un 7% del mercato pari al doppio rispetto all’anno scorso) e ancora permangono i fuoristrada che occupano il 9,6% del mercato automobilistico. Crescita rallentata invece per station wagon e monovolume la cui crescita è stimata attorno ad un punto percentuale.

Una certa stabilità permane nel Nord del Paese, a fronte di una flessione dell’Italia meridionale (al 12,5% di quota rispetto al 15,6% del gennaio 2010). Le vendite nell’Italia centrale sono aumentate di 5 punti (29,8%) ancora una volta  grazie all’autonoleggio concentrato nella Capitale.

Mirko Zago

Marchionne ha vinto, viva Marchionne! Ma è sbagliato ignorare il consenso per Fiom

Solo la vicenda di Mirafiori ha conteso il primato delle prime pagine dei giornali all’ennesima puntata dello scontro fra Silvio Berlusconi e la Procura milanese per via del famoso bunga-bunga nella villa di Arcore con la minorenne Ruby e allegra compagnia. In effetti il referendum torinese è, da un certo punto di vista, più importante ed è destinato, nel lungo periodo, a incidere sulla vita del Paese più di quella cronaca francamente squallida.

Ai lavoratori dello storico stabilimento, il più grande d’Italia e fra i principali in Europa, è stato chiesto se approvavano o meno l’accordo firmato da azienda e tutti i sindacati, tranne la Fiom-Cgil, che prevede maggiore flessibilità in fabbrica, la possibilità di richiedere un numero più alto di ore di straordinario, una serie di misure contro l’assenteismo, eccetera. Insomma, un’intesa con l’obiettivo di aumentare la produttività, di rendere le catene di montaggio italiane paragonabili non a quelle cinesi o dei Paesi in via di sviluppo, ma a quelle della Germania oppure a quelle della Polonia dove, la  stessa Fiat produce, con l’identico numero di dipendenti, il doppio delle auto che riesce a sfornare a Torino.

Come si sa, l’amministratore delegato della Fiat, il grintoso Sergio Marchionne, condizionava a quel sì un piano di investimenti che (nelle sue promesse) avrebbe consentito di mantenere in vita l’impianto. Marchionne e l’azienda l’hanno avuta vinta, ma di stretta misura. Il referendum è passato, ma le previsioni di una marcia trionfale dei sì sono state smentite. Il 54 per cento dei dipendenti di Mirafiori si è espresso favorevolmente, il 46 ha votato contro. Determinanti per il successo sono stati gli impiegati dello stabilimento, i colletti bianchi, che in massa (o quasi) si sono espressi per il sì. Senza di loro, il referendum sarebbe passato per un soffio (7 voti): praticamente un pareggio. Questo vuol dire che dopo il 14 gennaio, la Fiat può impostare una nuova fase nei rapporti industriali con vantaggio per tutto il sistema Paese. Ma la Fiom-Cgil è tuttora protagonista nelle fabbriche e riceve consensi: può piacere o no, ma sarebbe un errore ignorarlo.

L’altra considerazione da fare riguarda i piani di sviluppo della Fiat. Ha voluto il referendum, lo ha vinto. Ora deve progettare, produrre, mettere in vendita modelli di auto di successo. Da questo punto di vista la situazione non è incoraggiante. Gli ultimi dati ufficiali (quelli di novembre) sono un campanello d’allarme: la quota della Fiat sul mercato europeo è scesa sotto il 7 per cento. Marchionne, quando ha varato l’operazione Chrysler, ha detto che, per essere competitivo, un produttore di auto deve poter contare almeno su 5 milioni di modelli venduti ogni anno. Se continua a perdere terreno come sta facendo, l’obiettivo per il gruppo italo-americano non fa che allontanarsi.