Avvocati (e non solo), ecco un master interessante a Roma

Il Centro Nazionale Studi e Ricerche sul diritto della famiglia e dei minori presenta un Master su “Diritto di Famiglia e dei Minori”. Il master è strutturato in due moduli (30 ore per modulo, richiesti 24 crediti formativi per ogni modulo), si terrà da settembre a dicembre nella sede dell’Associazione, Via Maria Cristina n. 2 – Roma. Ecco i dettagli.

Modulo I

Venerdì 28 Settembre 2012 ore 14/20
Venerdì 5 Ottobre 2012 ore 14/20
Venerdì 12 Ottobre 2012 ore 14/20
Venerdì 19 Ottobre 2012 ore 14/20
Sabato 20 Ottobre 2012 ore 14/20

Modulo II

Venerdì 9 Novembre 2012 ore 14/20
Sabato 10 Novembre 2012 ore 09/15
Venerdì 16 Novembre 2012 ore 14/20
Sabato 17 Novembre 2012 ore 09/15
Venerdì 15 Dicembre 2012 ore 14/20
MODULO I

IL PROCESSO DI SEPARAZIONE E DIVORZIO
IL PROCEDIMENTO INNANZI AL TRIBUNALE DEI MINORENNI
IL PROCEDIMENTO INNANZI AL GIUDICE TUTELARE
L’AUDIZIONE E L’ASCOLTO DEL MINORE
L’INTERESSE DEL MINORE
PROCEDIMENTO DI MODIFICA DELLE CONDIZIONI DI SEPARAZIONE E DIVORZIO
RECLAMO AVVERSO I PROVVEDIMENTI TEMPORANEI ED URGENTI
DETERMINAZIONE DELL’ASSEGNO DI MANTENIMENTO E DIVORZILE
LA PRIVACY NEL DIRITTO DI FAMIGLIA
IL REGIME PATRIMONIALE DELLA FAMIGLIA

MODULO II

LEGGE 54 DEL 2006 E LA SUA APPLICAZIONE

AFFIDAMENTO CONDIVISO
L’affidamento alternato
L’assegnazione della casa familiare
L’assegno di mantenimento e divorzile
La Sindrome di alienazione genitoriale
Motivi di esclusione dall’affidamento condiviso

LA DEONTOLOGIA NEL DIRITTO DI FAMIGLIA – Casi pratici di provvedimenti sanzionatori
ADDEBITO DELLA SEPARAZIONE

STALKING
L’ORDINE DI PROTEZIONE CONTRO GLI ABUSI FAMILIARI
Artt 388 II Comma, 570 e 572 Cp

IL RISARCIMENTO DEL DANNO NEL DIRITTO DI FAMIGLIA
I Danni Endofamiliari

LA FAMIGLIA DI FATTO
GLI STRUMENTI A TUTELA DEL CORRETTO ADEMPIMENTO DELLE OBBLIGAZIONI DI MANTENIMENTO
IL TFR E LA PENSIONE DI REVERSIBILITA’
IL TRUST ED IL PATTO DI FAMIGLIA
IL LAVORO ALL’INTERNO DELLA FAMIGLIA – L’IMPRESA FAMILIARE
IL RUOLO DEI SERVIZI SOCIALI NEL PROCESSO DI FAMIGLIA
LA CTU NEL PROCESSO DI FAMIGLIA

ISCRIZIONI

Le domande di iscrizione (40 posti disponibili) dovranno essere effettuate online (e-mail: diritto_famiglia@email.it) oppure compilando l’apposita scheda da inviare per fax al n. 06/3220940, allegando copia di documento di identità. Le schede di iscrizione sono scaricabili sul sito www.dirittodellafamiglia.com.

Le informazioni sulle singole lezioni, sui docenti e sul regolamento del MASTER sono pubblicate sul sito www.dirittodellafamiglia.com.

Il costo della partecipazione ad ogni singolo modulo del MASTER, incluso il materiale didattico, è di 500 euro + IVA.
Il costo del MASTER, per coloro che intendono partecipare ad entrambi i moduli, inclusivo del materiale didattico, è di 800 euro + IVA.

Gli importi dovranno essere corrisposte al momento dell’iscrizione, mediante bonifico bancario intestato a CENTRO NAZIONALE STUDI E RICERCHE SUL DIRITTO DELLA FAMIGLIA E DEI MINORI (IBAN: IT37C0350003201000000019292), provvedendo ad inviare via email o via fax, ricevuta di avvenuto bonifico o il numero di CRO.

E’ previsto un esame finale ed il rilascio di un attestato di partecipazione.

Avvocati, il coraggio di cambiare (per non soccombere)

La drammaticità dell’attuale situazione ci rende più coraggiosi; si tratta del coraggio della disperazione dettato da chi è consapevole che ormai siamo sull’orlo del precipizio.

Giusto o sbagliato che sia le coscienze assopite si risvegliano solo quando quasi tutto è perduto. Solo quando ci rendiamo conto di non avere più una pagnotta (seppure secca) da portare a casa ai nostri figli, allora siamo pronti a tutto. Ma forse è troppo tardi.


. Oggi in Italia esiste un avvocato ogni 200 abitanti, Con le liberalizzazioni ed il venire meno di ogni “limitazione” all’accesso, il rapporto sarà di 1 a 100. Su 100 cittadini quanti in un anno mediamente si rivolgono ad un avvocato? Direi non più di un 5%. Quindi, dovremo portare avanti o ancor peggio avviare uno studio potendo contare su una media di 5 clienti all’anno (i quali comunque prima di avviare un procedimento dovranno passare sotto le forche caudine dell’istituto della meda conciliazione obbligatoria rinunziando, la maggior parte delle volte, per una questione di costi a far valere i propri legittimi diritti).

Cosa racconteremo ai giovani avvocati che entusiasti delle liberalizzazioni entreranno a far parte dell’albo? Benvenuti nel mondo dei disoccupati!

Posso solo immaginare a quale livello sarà esasperata la lotta fratricida tra colleghi per accaparrarsi un cliente. E poi, trovato il cliente cosa avviene? Complice la crisi economica, complici i costi della media conciliazione obbligatoria, complice l’aumento sconsiderato del contributo unificato (ricordo che l’art. 28, Legge 183/2011 prevede l’ulteriore aumento del contributo unificato, pari al 50%, per il grado di Appello e del 100%, per i procedimenti innanzi alla Corte di Cassazione), il cliente sarà disposto ad “offrire” all’avvocato per il servizio espletato un compenso probabilmente nemmeno sufficiente per coprire le spese minime di gestione di un piccolo studio. Non solo non esistono più i minimi tariffari ma lo stesso tariffario forense è abolito (L’art. 10, co. 12, Legge 183/2011, prevede l’abolizione delle tariffe forensi dal 1° gennaio 2012).

Il rapporto avvocato-cliente sarà contraddistinto da un contrattazione al ribasso non solo del compenso ma anche delle condizioni contrattuali da applicare. Se il cliente è disposto a corrispondere un compenso di 1000 euro perché in quel momento non può oggettivamente versare una maggior somma, a quel cliente giustamente non interessa che di quei 1000 euro 200 serviranno per pagare il contributo unificato, il 23% servirà per il pagamento dell’IVA, il 4 % per la cassa di previdenza, ecc . Lui avrà corrisposto 1000 all’avvocato, perché più di 1000 euro non è in grado di corrispondere!

Evviva! Separazioni e cause condominiali a 500 euro, tutto compreso! (tratto da un sito web dell’era post liberalizzazioni). Dobbiamo forse arrivare ad augurarci che i cittadini litighino di più per poter sopravvivere come categoria? Assolutamente no visto che il legislatore ha pensato anche a questo: media conciliazione per riappacificare a forza gli animi rancorosi o ancora meglio per far desistere i potenziali litigiosi da ogni intento bellicoso.

Che Dio ci benedica e soprattutto ci dia l’intelletto per comprendere tale scempio e la forza per ribellarci.

Avv. Matteo SANTINI | m.santini[at]infoiva.it | www.studiolegalesantini.com | Roma

È titolare dello Studio Legale Santini (sede di Roma). Il suo Studio è attualmente membro del Network LEGAL 500. || È iscritto come Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Roma; Presidente Nazionale del Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei Minori; Membro dell’AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Consigliere Nazionale AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Responsabile per la Regione Lazio dell’Associazione Avvocati Cristiani; Membro dell’I.B.A. (International Bar Association); Membro della Commissione Osservatorio Giustizia dell’Ordine degli Avvocati di Roma; Segretario dell’Associazione degli Avvocati Romani; Conciliatore Societario abilitato ai sensi del Decreto Legislativo n. 5/2003; Direttore del “Notiziario Scientifico di Diritto di Famiglia”; Membro del Comitato Scientifico dell’ A.N.A.C. || Autore del Manuale sul trasferimento dell’Azienda edito dalla Giuffré (2006); Co-autore del Manuale sul Private Equity (2009 Edizione Le Fonti). || Docente di diritto e procedura penale al Corso in Scienze Psicologiche e Analisi delle Condotte Criminali (Federazione Polizia di Stato 2005). || Collabora in qualità di autore di pubblicazioni scientifiche con le seguenti riviste giuridiche: Diritto & Giustizia (Giuffré Editore); Corriere La Tribuna (Edizioni RCS); Notiziario Giuridico Telematico; Giustizia Oggi; Associazione Romana Studi Giuridici; Il Sole 24 Ore; Studium Fori; Filo Diritto; Erga Omnes; Iussit; Leggi Web; Diritto.net; Ius on Demand; Overlex; Altalex; Ergaomnes; Civile.it; Diritto in Rete; Diritto sul Web; Iusseek.

Società di professionisti: muore la professione forense

È a rischio l’indipendenza della professione forense.

La legge di Stabilità appena approvata ammette la costituzione di società per l’esercizio dell’attività professionale secondo i modelli societari contemplati dal codice civile, incluse le società di capitali.

Potranno essere ammessi a far parte di tali società, in qualità di soci solo i professionisti iscritti ad ordini ed albi ma anche soggetti non professionisti (ad esempio banche, grandi imprese, compagnie assicurative, ecc.) soltanto per prestazioni tecniche o per finalità di investimento. L’espressione “soltanto” non è macabra ironia ma il termine esatto utilizzato nel testo della legge!

È facile capire come l’entrata di investitori esterni in società di professionisti finirà con l‘assoggettare la professione forense alle logiche del mercato e della concorrenza tipiche delle imprese commerciali. L’indipendenza ed autonomia del singolo professionista cederanno il passo alle spietate logiche del mercato finalizzate al raggiungimento del massimo profitto.

Ne deriverà un inevitabile braccio di ferro tra i professionisti operativi all’interno delle società professionali – impegnati ed intenti nel portare avanti i loro mandati professionali nel rispetto delle regole, anche deontologiche, imposte dall’ordinamento – e gli investitori non “professionisti” – interessati ad ottenere il massimo profitto dall’attività dei professionisti “lavoratori”. Gli avvocati inseriti in “società di professionisti” diventano di fatto dei dipendenti “sotto pagati” dagli investitori esterni, i quali, giustamente, così come fanno gli azionisti, chiederanno conto agli avvocati in merito al fatturato prodotto.

Le grandi imprese non dovranno più neppure costituire un ufficio legale interno; potranno, di fatto, investire, come soci di maggioranza, in società di professionisti, lucrando sul guadagno dei professionisti impegnati all’interno di tali società.

Altro problema di non poco conto è rappresentato dal conflitto di interessi che potrà nascere tra l’avvocato socio e l’investitore esterno. Il singolo cliente si rivolge alla società di professionisti per avviare una causa contro una banca, salvo poi scoprire che quella banca è il socio investitore di maggioranza di quella società di professionisti alla quale il cittadino si è rivolto.

Ci aspettano tempi molto duri.

Avv. Matteo SANTINI | m.santini[at]infoiva.it | www.studiolegalesantini.com | Roma

È titolare dello Studio Legale Santini (sede di Roma). Il suo Studio è attualmente membro del Network LEGAL 500. || È iscritto come Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Roma; Presidente Nazionale del Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei Minori; Membro dell’AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Consigliere Nazionale AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Responsabile per la Regione Lazio dell’Associazione Avvocati Cristiani; Membro dell’I.B.A. (International Bar Association); Membro della Commissione Osservatorio Giustizia dell’Ordine degli Avvocati di Roma; Segretario dell’Associazione degli Avvocati Romani; Conciliatore Societario abilitato ai sensi del Decreto Legislativo n. 5/2003; Direttore del “Notiziario Scientifico di Diritto di Famiglia”; Membro del Comitato Scientifico dell’ A.N.A.C. || Autore del Manuale sul trasferimento dell’Azienda edito dalla Giuffré (2006); Co-autore del Manuale sul Private Equity (2009 Edizione Le Fonti). || Docente di diritto e procedura penale al Corso in Scienze Psicologiche e Analisi delle Condotte Criminali (Federazione Polizia di Stato 2005). || Collabora in qualità di autore di pubblicazioni scientifiche con le seguenti riviste giuridiche: Diritto & Giustizia (Giuffré Editore); Corriere La Tribuna (Edizioni RCS); Notiziario Giuridico Telematico; Giustizia Oggi; Associazione Romana Studi Giuridici; Il Sole 24 Ore; Studium Fori; Filo Diritto; Erga Omnes; Iussit; Leggi Web; Diritto.net; Ius on Demand; Overlex; Altalex; Ergaomnes; Civile.it; Diritto in Rete; Diritto sul Web; Iusseek.

Avvocati, la casta che non esiste

Il 60% degli avvocati italiani ha meno di 45 anni (fonte: Sole 24 Ore). Eppure tra i nostri rappresentanti di categoria (quanto meno a Roma) non possiamo contare su alcun consigliere under 45. Si dice spesso che il nostro non è un Paese per giovani. Personalmente ritengo che l’innovazione e la competenza possano coesistere. La distanza tra i giovani e le istituzioni deriva soprattutto dalla sfiducia delle nuove generazioni nei confronti di rappresentanti inadeguati a comprendere ed assecondare i cambiamenti. Tra una generazione ed un’altra cambia il linguaggio, cambiano gli strumenti comunicativi, cambia il modo di concepire la politica.

La politica moderna, comunica oggi attraverso i social network, i blog, i portali web e chi non riesce ad adeguarsi a questo genere di tecnologia e di strumento comunicativo o ancor peggio, lo sottovaluta, considerandolo strumento per “adolescenti” è destinato ad un veloce ed inesorabile declino. Puntare su una avvocatura moderna significa anche predisporre gli strumenti che consentano ai giovani di esercitare effettivamente e senza ostacoli la professione (peraltro già bersaglio, di recente, di una serie di provvedimenti deleteri quali l’introduzione del madia conciliazione obbligatoria, l’aumento del contributo unificato e l’abolizione dei minimi tariffari obbligatori). Solo garantendo a tutti le pari opportunità si potrà realizzare il principio di uguaglianza sostanziale sancito dalla Costituzione. Pari opportunità tra uomini e donne (realizzabili predisponendo a favore alle avvocatesse madri una serie di strumenti che consentano loro di non dover abbandonare la professione, come spesso avviene, quasi come se diventare madri fosse una “colpa professionale”); pari opportunità tra avvocati abili ed avvocati diversamente abili (mediante l’eliminazione di ogni barriera architettonica e fornendo a questi ultimi una maggiore offerta formativa gratuita online proprio per evitare difficoltosi spostamenti); pari opportunità tra giovani e meno giovani prevedendo la possibilità per i giovani avvocati o per quelli in difficoltà (perché non dimentichiamoci che anche i non giovani possono purtroppo trovarsi in difficoltà per questioni economiche o di salute) di accedere a prestiti d’onore, finanziamenti agevolati e di godere di sgravi fiscali effettivi. E soprattutto, pari opportunità tra abbienti e meno abbienti.

Subordinare la permanenza nell’albo degli avvocati alla produzione di un reddito minimo annuale (vedi articolo 20 ddl di riforma della legge professionale) rappresenterebbe non solo una evidente violazione Costituzionale ma soprattutto, sarebbe una sconfitta epocale di una categoria che fonda il proprio ruolo ed il proprio prestigio sulla difesa dei diritti fondamentali e della giustizia. Un avvocatura moderna e democratica non può prescindere dalla costituzione e dalla valorizzazione di organismi rappresentativi della base che possano periodicamente riunirsi e pronunciarsi in ordine alle problematiche più attuali concernenti il mondo delle professioni (ad esempio l’assemblea degli iscritti che, di fatto, viene oggi convocata solo una volta all’anno in occasione dell’approvazione del bilancio).

Avv. Matteo SANTINI | m.santini[at]infoiva.it | www.studiolegalesantini.com | Roma
È titolare dello Studio Legale Santini (sede di Roma). Il suo Studio è attualmente membro del Network LEGAL 500. || È iscritto come Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Roma; Presidente Nazionale del Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei Minori; Membro dell’AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Consigliere Nazionale AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Responsabile per la Regione Lazio dell’Associazione Avvocati Cristiani; Membro dell’I.B.A. (International Bar Association); Membro della Commissione Osservatorio Giustizia dell’Ordine degli Avvocati di Roma; Segretario dell’Associazione degli Avvocati Romani; Conciliatore Societario abilitato ai sensi del Decreto Legislativo n. 5/2003; Direttore del “Notiziario Scientifico di Diritto di Famiglia”; Membro del Comitato Scientifico dell’ A.N.A.C. || Autore del Manuale sul trasferimento dell’Azienda edito dalla Giuffré (2006); Co-autore del Manuale sul Private Equity (2009 Edizione Le Fonti). || Docente di diritto e procedura penale al Corso in Scienze Psicologiche e Analisi delle Condotte Criminali (Federazione Polizia di Stato 2005). || Collabora in qualità di autore di pubblicazioni scientifiche con le seguenti riviste giuridiche: Diritto & Giustizia (Giuffré Editore); Corriere La Tribuna (Edizioni RCS); Notiziario Giuridico Telematico; Giustizia Oggi; Associazione Romana Studi Giuridici; Il Sole 24 Ore; Studium Fori; Filo Diritto; Erga Omnes; Iussit; Leggi Web; Diritto.net; Ius on Demand; Overlex; Altalex; Ergaomnes; Civile.it; Diritto in Rete; Diritto sul Web; Iusseek.

Chi rappresenta la base dell’avvocatura?

Dalle nuove tecnologie spirano venti di democrazia. L’esperienza delle “rivoluzioni” dei Paesi del Nord Africa evidenzia come l’ausilio della rete globale, attraverso i social network utilizzati anche come strumento di divulgazione di immagini e come elemento aggregativo, rappresenti un mezzo imprescindibile per dare parola a chi, essendo privo di rappresentanti istituzionali di riferimento, resterebbe altrimenti imbavagliato dalla censura o ancor peggio dalla supponenza del potere.

Il compito di discutere ed approvare la legge sulla riforma della professione forense spetta solo ed esclusivamente al parlamento. Nessuna delega, più o meno in bianco, è ipotizzabile a favore del CNF il cui ruolo istituzionale, in questa sede, non può che essere quello di fornire un parere tecnico non vincolante sul disegno di legge (ove richiesto dal ministro). Nessuna rappresentanza politica è concepibile in capo al CNF e ciò non solo perché nessuna norma gli attribuisce tale potere ma anche perché, un’eventuale rappresentanza politica si andrebbe a sovrapporre al potere giurisdizionale e alla potestà regolamentare.

L’elezione dei componenti del CNF avviene su base distrettuale da parte dei Consigli dell’Ordine, senza alcun criterio di proporzionalità rispetto al numero degli iscritti.

Il compito di rappresentare gli avvocati spetta, a mio giudizio, a tutte quelle associazioni che si rendono portatrici degli interessi della categoria e che siano nella loro struttura e composizione ispirate ai criteri di democraticità e proporzionalità (del resto anche i partiti politici altro non sono che associazioni private non riconosciute).

L’Associazione Nazionale Forense non è l’unica associazione contraria alla riforma forense così come concepita dal disegno di legge all’esame della Camera dei Deputati (e già licenziato dal Senato)! Chi afferma ciò significa che non conosce il panorama forense attuale fatto di molteplici associazioni e movimenti che sono nati e stanno nascendo non solo sotto la spinta del malcontento generale della base dell’avvocatura ma anche e soprattutto per dar voce a proposte concrete. Mai sottovalutare il fenomeno dei nuovi movimenti, delle nuove associazioni e delle istanze della base; e questo vale a prescindere dal numero degli aderenti o dallo strumento espressivo utilizzato.

Avv. Matteo SANTINI | m.santini[at]infoiva.it | www.studiolegalesantini.com | Roma
È titolare dello Studio Legale Santini (sede di Roma). Il suo Studio è attualmente membro del Network LEGAL 500. || È iscritto come Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Roma; Presidente Nazionale del Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei Minori; Membro dell’AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Consigliere Nazionale AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Responsabile per la Regione Lazio dell’Associazione Avvocati Cristiani; Membro dell’I.B.A. (International Bar Association); Membro della Commissione Osservatorio Giustizia dell’Ordine degli Avvocati di Roma; Segretario dell’Associazione degli Avvocati Romani; Conciliatore Societario abilitato ai sensi del Decreto Legislativo n. 5/2003; Direttore del “Notiziario Scientifico di Diritto di Famiglia”; Membro del Comitato Scientifico dell’ A.N.A.C. || Autore del Manuale sul trasferimento dell’Azienda edito dalla Giuffré (2006); Co-autore del Manuale sul Private Equity (2009 Edizione Le Fonti). || Docente di diritto e procedura penale al Corso in Scienze Psicologiche e Analisi delle Condotte Criminali (Federazione Polizia di Stato 2005). || Collabora in qualità di autore di pubblicazioni scientifiche con le seguenti riviste giuridiche: Diritto & Giustizia (Giuffré Editore); Corriere La Tribuna (Edizioni RCS); Notiziario Giuridico Telematico; Giustizia Oggi; Associazione Romana Studi Giuridici; Il Sole 24 Ore; Studium Fori; Filo Diritto; Erga Omnes; Iussit; Leggi Web; Diritto.net; Ius on Demand; Overlex; Altalex; Ergaomnes; Civile.it; Diritto in Rete; Diritto sul Web; Iusseek.

Avvocati, c’è una categoria da salvare

 

Le criticità del mondo della giustizia sono uno dei mali della società moderna. Il funzionamento del sistema giustizia è uno dei parametri affinché uno Stato possa definirsi democratico. La lentezza dei procedimenti e gli ostacoli frapposti tra il cittadino e l’accesso alla giustizia sono un pericoloso freno anche all’economia. Molti imprenditori (piccoli e grandi) preferiscono investire all’estero nella fondata consapevolezza che, in caso di contenzioso civile, i loro diritti creditori resteranno irrimediabilmente frustrati a causa della lentezza dei processi.

Gli avvocati rappresentano il filtro tra il cittadino e la giustizia e molti degli aberranti provvedimenti emanati dal governo negli ultimi anni, colpiscono non solo la categoria forense, non solo il sistema giustizia ma anche tutti i cittadini indistintamente.

Limitare l’accesso alla giustizia non può essere la panacea per porre rimedio alla lentezza e alla inefficienza della giustizia. Possiamo accettare sacrifici ma non ingiustizie. L’entrata in vigore della media conciliazione obbligatoria e l’aumento sconsiderato del contributo unificato avranno come unico risultato quello di aumentare i costi dell’accesso alla giustizia e forse dissuaderanno qualche cittadino meno abbiente dal far valere i propri diritti in sede giudiziaria.

E tutto ciò a quale prezzo ?

Il prezzo da pagare è altissimo; ed è in primis, la violazione della nostra legge Fondamentale; ovvero la Costituzione.

E’ noto come la questione relativa alla obbligatorietà della media conciliazione sia all’esame della Corte Costituzionale. A prescindere da quella che sarà la decisione della Corte dobbiamo comunque riflettere sull’odiosità e l’inopportunità di una norma che per porre rimedio al sovraffollamento della giustizia limita l’accesso dei cittadini alle corti anziché aumentare le strutture e gli organici.

Dall’altra parte della barricata ci sono gli avvocati, sempre più numerosi in vista delle imminenti liberalizzazioni; un esercito di professionisti spaesati e senza un solido punto di riferimento nelle istituzioni (nonostante in Parlamento il mestiere più voga sia quello dell’avvocato).

Una maggior tutela della nostra categoria e valorizzazione del ruolo dell’avvocato, dinnanzi alle Istituzioni; questo è il primo passo per “salvare” la categoria forense da una morte annunciata.

Nel mio sito web www.matteosantini.org ho individuato alcuni punti critici che intendo affrontare e risolvere, con l’aiuto di tutti, per restituire alla professione la dignità ed il ruolo che si merita.

Questi i punti:

  1. abolizione della media conciliazione obbligatoria
  2. abolizione della figura dell’ausiliario del Giudice
  3. abolizione della disciplina sulle specializzazioni così come concepita dalla legge di riforma
  4. abolizione di ogni parametro connesso al reddito, in riferimento alla prova dell’esercizio continuo della professione (si veda attuale formulazione dell’articolo 20 del DDL 1198)
  5. abolizione dei crediti formativi con individuazione di criteri alternativi per l’assolvimento dell’obbligo di aggiornamento professionale
  6. tutela delle categorie “deboli” dell’avvocatura a) donne in gravidanza e durante i primi anni di vita dei figli b) giovani avvocati c) avvocati diversamente abili
  7. abolizione di ogni barriera (non solo di natura architettonica) che impedisca, di fatto, agli avvocati “svantaggiati” di potere accedere agli uffici giudiziari o, in genere, che limiti l’esercizio dell’attività a cagione delle condizioni fisiche
  8. individuazione e predisposizione degli strumenti che consentano ai giovani avvocati un agevole inserimento professionale all’interno degli studi legali
  9. introduzione all’interno del Tribunale di Roma di asili nido e scuole di infanzia gratuite, destinate ai figli dei colleghi e delle colleghe
  10. creazione ed introduzione di una rivista gratuita on line settimanale, attraverso la quale tutti i colleghi possano essere costantemente informati su novità normative e giurisprudenziali
  11. reintroduzione dell’obbligatorietà delle tariffe forensi e adeguamento delle medesime ed aggiornamento delle stesse (ferme al 2004)
  12. modifica del sistema di accesso e retribuzione delle difese d’ufficio e del patrocinio a spese dello Stato per una migliore garanzia della difesa, onde consentire in concreto l’applicazione dei precetti costituzionali.
  13. partecipazione attiva di tutti i colleghi alle decisioni più rilevanti che coinvolgono gli interessi degli avvocati Romani (ad esempio ricorrendo con maggiore frequenza all’organizzazione di assemblee o mediante altri strumenti partecipativi di democrazia diretta)
  14. modifica del Decreto Legislativo 382/1944 sui Consigli dell’Ordine mediante l’inserimento all’articolo 2 della previsione che, in materia di elezioni forensi, venga eletto di diritto presidente il candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti da parte dell’assemblea degli iscritti.

Avv. Matteo SANTINI | m.santini[at]infoiva.it | www.studiolegalesantini.com | Roma
È titolare dello Studio Legale Santini (sede di Roma). Il suo Studio è attualmente membro del Network LEGAL 500. || È iscritto come Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Roma; Presidente Nazionale del Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei Minori; Membro dell’AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Consigliere Nazionale AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Responsabile per la Regione Lazio dell’Associazione Avvocati Cristiani; Membro dell’I.B.A. (International Bar Association); Membro della Commissione Osservatorio Giustizia dell’Ordine degli Avvocati di Roma; Segretario dell’Associazione degli Avvocati Romani; Conciliatore Societario abilitato ai sensi del Decreto Legislativo n. 5/2003; Direttore del “Notiziario Scientifico di Diritto di Famiglia”; Membro del Comitato Scientifico dell’ A.N.A.C. || Autore del Manuale sul trasferimento dell’Azienda edito dalla Giuffré (2006); Co-autore del Manuale sul Private Equity (2009 Edizione Le Fonti). || Docente di diritto e procedura penale al Corso in Scienze Psicologiche e Analisi delle Condotte Criminali (Federazione Polizia di Stato 2005). || Collabora in qualità di autore di pubblicazioni scientifiche con le seguenti riviste giuridiche: Diritto & Giustizia (Giuffré Editore); Corriere La Tribuna (Edizioni RCS); Notiziario Giuridico Telematico; Giustizia Oggi; Associazione Romana Studi Giuridici; Il Sole 24 Ore; Studium Fori; Filo Diritto; Erga Omnes; Iussit; Leggi Web; Diritto.net; Ius on Demand; Overlex; Altalex; Ergaomnes; Civile.it; Diritto in Rete; Diritto sul Web; Iusseek.