Interessi più leggeri per chi consegna le cartelle dopo 60 giorni

Interessi di mora più leggeri di mezzo punto percentuale per i contribuenti che a partire dal prossimo 1° ottobre porteranno in cassa le cartelle di pagamento dopo 60 giorni dalla notifica. La rideterminazione del tasso di interesse annuale dall’attuale 5,0243% al 4,5504%, stabilita in base alla media dei tassi attivi individuata dalla Banca d’Italia con riferimento al periodo dall’1 gennaio al 31 dicembre 2011, è contenuta in un provvedimento del direttore dell’Agenzia.

E’ l’articolo 30 del Dpr n. 602/1973 a prevedere che, passati 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento, sulle somme iscritte a ruolo, tolte le sanzioni pecuniarie tributarie e gli interessi, si applicano – a partire dalla data della notifica e fino alla data del pagamento – gli interessi di mora, il cui tasso deve essere determinato annualmente con decreto del ministero delle Finanze, tenendo conto della media dei tassi bancari attivi.

Italia, non è un Paese per giovani

Non è un Paese per giovani, l’Italia. Almeno stando a quanto emerge dal documento della Banca d’Italia, “Economie regionali – L’Economia delle regioni italiane”. Nonostante le iniziative di imprenditoria giovanile non manchino e gli under 35 si dimostrino molto attivi, le opportunità di lavoro per le fasce di età più giovani continuano a deteriorarsi in tutte le regioni: nel Sud il tasso di disoccupazione delle persone con meno di 30 anni è oltre il doppio di quello complessivo

Secondo Bankitalia, la crescita dell’occupazione (0,4% nella media del 2011 in Italia) è stata più debole al Centro e nel Mezzogiorno rispetto al Nord, dove è cresciuta in particolare nel Nord-est. Le differenze territoriali riflettono l’andamento dell’occupazione nell’industria in senso stretto e nelle costruzioni; un settore che continua a essere in estema sofferenza, dove è proseguito il forte calo del numero di occupati.

Scenario poco omogeneo anche in quanto al pil, che nel 2011 ha ristagnato nel Mezzogiorno (0,0%) e al Centro (0,1%) ed è cresciuto a un tasso lievemente superiore a quello medio nazionale (0,4%) nel Nord-ovest (0,6%) a un ritmo nettamente superiore nel Nord-est (0,9%). Rispetto alle altre aree, il Sud è stato caratterizzato da un andamento particolarmente sfavorevole dei consumi, in presenza di una più debole occupazione e a retribuzioni in ristagno.

C’è poi il capitolo, dolente, dei prestiti bancari che nel 2011 hanno rallentato in tutte le aree del Paese. Manco a dirlo… La frenata, concentrata nell’ultima parte dell’anno, è stata più marcata nel Nord e ha riguardato soprattutto i finanziamenti alle imprese, anche per effetto della debolezza dell’attività produttiva. Anche i prestiti alle famiglie hanno rallentato, ma in modo più accentuato nelle regioni del Centrosud. L’indagine è stata condotta dalla Banca d’Italia su un campione di circa 400 intermediari e ha mostrato un dato incontrovertibile: sulla dinamica dei prestiti ha influito ovunque l’irrigidimento dei criteri di offerta delle banche, in un contesto di debolezza della domanda di finanziamenti; nel primo semestre dell’anno in corso esso si sarebbe attenuato in tutte le aree del Paese.

Insomma, anche in questo caso giovani e imprese pagano più degli altri il prezzo della crisi. E se lo dice Bankitalia, c’è poco da stare allegri…

Cofim si fonde con Fidindustria Emilia Romagna

Anche l’ultimo bilancio del Cofim, Cofidi Modena, è stato più che soddisfacente, ma non era questa la notizia che ha tenuto banco durante la recente assemblea dell’associazione.
In quell’ambito, infatti, è stato dato l’annuncio ufficiale della fusione con Fidindustria Emilia Romagna.

Questo passaggio è stato approvato all’unanimità e avrà, come conseguenza, la cessazione del marchio Cofim, ma non delle attività ad esso legati.
Nessuno, nemmeno il presidente Cofim Giuseppe Gelati, dimentica il ruolo fondamentale che questa realtà modenese ha svolto a sostegno delle piccole e medie imprese, ma, coma ha sottolineato lo stesso Gelati, “per assistere nel modo migliore le imprese oggi l’aspetto dimensionale è fondamentale e quindi lo è l’aggregazione, con l’obiettivo di un potenziamento. E’ decisivo qualificare la propria garanzia, come è accaduto dopo la riforma di Basilea e la legge quadro sui confidi, ai soggetti vigilati dalla Banca d’Italia, detti 107, tra i quali c’è appunto Fidindustria Emilia Romagna”.

Questa fusione, però, è accompagnata da un regolamento che prevede che le risorse di capitale apportate a Fidindustria dalle singole zone socio-economiche, pur nel rispetto dell’unicità patrimoniale imposta dalla Banca d’Italia, siano tracciabili e sottoposte a costante monitoraggio, in modo che l’utilizzo di queste risorse rimanga, almeno prioritariamente, dedicato alle imprese di quel territorio.

Vera MORETTI

Gli stranieri amano il Belpaese. E le sue imprese

Ai turisti stranieri l’Italia piace, e parecchio.

Lo dimostra il rapporto mensile sul turismo internazionale stilato da Banca d’Italia, che dimostra come, nel febbraio 2012, le spese dei viaggiatori stranieri nel nostro Paese sono aumentate del 3,2%, per un saldo netto di 337 milioni di euro, contro i 206 del febbraio 2011.
Quelle dei viaggiatori italiani all’estero, invece, per 1.148 milioni, sono diminuite del 6,9%.

Questo risultato ha portato, nel bimestre gennaio-febbraio, ad un avanzo di 425 milioni di euro a fronte di uno di 174 milioni nello stesso periodo dell’anno precedente.
Le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, per 3.150 milioni, sono aumentate del 2,3%; quelle dei viaggiatori italiani all’estero, per 2.725 milioni, sono diminuite del 6,2%.

Vera MORETTI

Finanziamenti in calo per i mutui casa

Benché ammontino a un totale di 11.114,16 milioni di euro complessivi, i finanziamenti chiesti dalle famiglie italiane per accendere un mutuo sono calati, nell’ultimo trimestre del 2011, del 25,29%. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente sono stati erogati 3.761,81 mln di euro in meno.

Ce lo racconta il Bollettino Statistico pubblicato da Banca d’Italia e conferma la tendenza già rilevata nei trimestri precedenti. Causa principale rimane la crisi economica che ha caratterizzato, e lo sta ancora facendo, l’Area Euro.

E Tecnocasa aggiunge, come motivo di questa contrazione dai risvolti negativi, anche il forte rallentamento delle operazioni di sostituzione e surroga che nel quarto trimestre 2011 ha caratterizzato circa il 1,5% dei volumi, mentre un anno prima erano stimanti in circa il 10%.

Considerando tutto il 2011, l’importo totale dei finanziamenti erogati alle famiglie che hanno richiesto un mutuo è di 49.239,30 mln di euro, saldo che, rispetto al 2010, rileva un calo pari al -11,84% con 6.612 mln di euro in meno.
Questa diminuzione ha riportato l’Italia al 2004, quando i finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione erogati furono poco meno di 49 miliardi di euro.

Vera MORETTI

In calo le vendite dei veicoli commerciali

di Vera MORETTI

Il centro studi dell’Unrae, l’Associazione delle case automobilistiche estere in Italia, ha reso noto i dati delle vendite dei veicoli commerciali, che non dicono nulla di buono.
Nel primo bimestre del 2012, infatti, il settore ha registrato una flessione del 30,1%, pari a 22.410 immatricolazioni, rispetto alle 32.062 del gennaio-febbraio dello scorso anno.

La recessione e la stretta creditizia sono indicate come le maggiori responsabili di questo vertiginoso calo che, se si considera solo il mese di febbraio, ha registrato l’immatricolazione di 11.435 veicoli, il 28,3% in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno.

Il direttore generale dell’Unrae, Romano Valente, ha dichiarato : ”I veicoli commerciali risentono fortemente della situazione economica generale e dello stato di recessione in corso. In particolare le problematiche legate al credit crunch incidono pesantemente sul settore e sulle capacità di investimento delle piccole e medie imprese clienti, acquirenti tipici di veicoli commerciali“.

Per questo motivo, si auspica che si dia ascolto alle raccomandazioni provenienti dai governatori della Banca d’Italia e della Bce, rispettivamente Ignazio Visco e Mario Draghi, di “introdurre sul mercato finanziario i 139 miliardi di euro erogati al tasso dell’1% al sistema bancario italiano“.

Secondo Valente, questo è l’unico modo per assistere ad una ripresa nei mesi futuri.

Italiani: ricchi senza saperlo?

di Vera MORETTI

Le famiglie italiane sono più “ricche” rispetto alla media internazionale. E’ questo che emerge dal bollettino statistico della Banca d’Italia, che descrive la situazione dei nuclei famigliari alla fine del 2010. Sono dati che, comunque, non tengono conto dell’ultimo anno, quando la crisi si è fatta pesantemente sentire a livello locale ed internazionale.

Nel 2009 le ricchezze delle famiglie del Belpaese erano pari a 8,3 volte il reddito disponibile, contro l’8 del Regno Unito, il 7,5 della Francia, il 7 del Giappone, il 5,5 del Canada e il 4,9 degli Stati Uniti.
L’ammontare dei debiti era invece pari all’82 per cento del reddito disponibile quando in Francia e in Germania risultava di circa il 100 per cento, negli Stati Uniti e in Giappone del 130 per cento e nel Regno Unito del 170 per cento.

Alla fine del 2010 la ricchezza lorda delle famiglie italiane era cresciuta, fino ad arrivare ad una cifra di circa 9.525 miliardi di euro corrispondenti a poco meno di 400 mila euro in media per famiglia, con una consistente fetta, pari a 4.950 miliardi, che riguarda le abitazioni di proprietà.
Le attività reali rappresentavano il 62,2 per cento della ricchezza lorda, le attività finanziarie il 37,8 per cento. Le passività finanziarie, pari a 887 miliardi di euro, rappresentavano il 9,3 per cento delle attività complessive. L’aumento delle attività reali (1,1 per cento) è stato compensato da una diminuzione delle attività finanziarie (0,8 per cento) e da un aumento delle passività (4,2 per cento).

A fine 2010 circa il 35 per cento dell’ammontare dei titoli depositati presso le banche italiane da famiglie residenti era riferito a conti titoli di valore complessivamente inferiore a 50 mila euro; i finanziamenti erogati alle famiglie di importo compreso tra 30 mila e 75 mila euro rappresentavano il 20 per cento circa del totale; quelli compresi fra 75 mila e 250 mila euro erano il 56 per cento mentre il restante 23 per cento era ascrivibile a finanziamenti di importo superiore a 250 mila euro.

Ora attendiamo i dati del 2011, perché, o la crisi si è fatta sentire soprattutto in questo ultimo anno, o non ci accorgiamo di essere “ricchi”, o il termine “ricchezza” ha perso il suo valore.

Tasse, un 2012 da record

La pressione fiscale nel 2012? Ai massimi di sempre. Senza contare, tra l’altro, gli effetti della clausola di salvaguardia inserita nella manovra da oltre 54 miliardi per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013. Lo ha sostenuto il responsabile dell’Area ricerca economica e Relazioni internazionali della Banca d’Italia, Daniele Franco, nel corso di un’audizione in commissione Bilancio del Senato.

Secondo Franco, “la pressione fiscale salirebbe dal 42,3% del 2010 al 42,7 nel 2011 e dal 2012 si attesterebbe su valori intorno al 43,8%, un massimo storico (nel 1997 aveva raggiunto il 43,6% del Pil). Le stime non includono gli effetti dell’attuazione della delega fiscale e assistenziale (ovvero dell’applicazione della relativa clausola di salvaguardia), che potrebbero determinare maggiori entrate fino a 0,2 punti di Pil nel 2012, 1,0 nel 2013 e 1,2 nel 2014“. “Va inoltre rilevato – ha aggiunto – che gli enti decentrati potrebbero disporre aumenti del prelievo per compensare i tagli apportati con le manovre estive ai trasferimenti dallo Stato“.

La riforma fiscale dovrà progressivamente ridurre il deficit di 4 miliardi nel 2012, di 16 miliardi nel 2013 e di 20 miliardi nel 2014. Se la delega e i successivi decreti attuativi non saranno in vigore a fine settembre 2012, in base alla clausola di salvaguardia il governo dovrà ridurre le agevolazioni fiscali e assistenziali per ottenere lo stesso miglioramento dei saldi.

Bankitalia, tra i due litiganti il terzo gode. Ignazio Visco nuovo Governatore

Ignazio Visco, sessantaduenne di origine napoletana, sarà il nuovo Governatore della Banca d’Italia che succederà a Mario Draghi, che dal prossimo 1° novembre siederà sulla poltrona di Presidente della Banca Centrale Europea . Questo quanto emerso proprio negli ultimi minuti. Visco sarà il candidato che verrà proposto dal Governo al Consiglio Superiore che lo nominerà Governatore della Banca d’Italia.
Già vice Direttore Generale dal 9 gennaio 2007, Visco è all’interno di Bakitalia da 39 anni (è stato assunto in Banca d’Italia nel 1972) dove nel corso della lunga carriera ha ricoperto diversi ruoli sempre di vertice.

La scelta di Ignazio Visco però ha colto di sorpresa i più. Infatti nelle ultime ore il contendere era tra i candidati Lorenzo Bini Smaghi, membro del comitato esecutivo della BCE dal 2005, e Fabrizio Saccomanni, Direttore Generale di Bankitalia dal 2006. Ma non solo, nella scelta sembrava esserci una contesa tra il Presidente Silvio Berlusconi, che pare vedesse di buon occhi la nomina di Bini Smaghi, e il Ministro Giulio Tremonti, che pare parteggiasse per Saccomanni. E alla fine verrebbe proprio da dire che tra i due litiganti il terzo gode. O forse verrebbe da pensare (malignamente) che per evitare un possibile scontro politico interno alla maggioranza, la politica ancora una volta ha scelto di non decidere.

Fatto sta che l’allievo, Visco, supera il maestro, Saccomanni, e il Vice Direttore Generale della Banca d’Italia ha scalzato il suo diretto superiore per la nomina al vertice di palazzo Koch.
Visto la scenario attuale dell’economia, siamo sicuri che il Professor Visco (perché oltre ad essere dirigente di Bankitalia, sul curriculum di Visco compare anche una parentesi da professore universitario) avrà un bel da fare. La situazione non è delle migliori, caro Governatore, ma come si dice, quando il gioco si fa duro…

Da INFOIVA, In bocca al lupo e buon lavoro!

E’ nato l’Organismo dei mediatori e degli agenti in attività finanziaria

E’ appena stato costituito con la dottoressa Anna Maria Tarantola, vice direttore generale della Banca d’Italia, nella veste di presidente, l’Organismo della tenuta dell’Albo dei mediatori e degli agenti in attività finanziaria.

Fanno parte di questo nuovo Organismo Ranieri Razzante, docente di Legislazione Antiriciclaggio all’Università di Bologna e presidente dell’ AIRA (Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio), Andrea Ciani, Michele Faldella, Vittorio Francoli, Maurizio Manetti, nominati dalla Banca d’Italia.

L’organismo si occuperà della gestione degli accessi ai nuovi albi creati a seguito della riforma sul credito, ed avrà sede a Roma.

Vera Moretti