Accordo tra Confindustria Alessandria e BPM

E’ stato siglato un importante accordo tra Confindustria Alessandria e la Banca Popolare di Milano.

A presentare l‘intesa raggiunta sono stati Marco Giovannini, presidente Confindustria Alessandria, unitamente a Giuseppe Castagna, consigliere delegato e direttore generale del Gruppo Bpm, il quale ha dichiarato: “Il nostro legame al territorio è definito dal legame storico, dall’origine di Bpm con Alessandria. La nostra azione non ci sarebbe, se non esistesse un territorio come quello della Provincia che produce, che si impegna. Per fortuna i dati non troppo positivi di questi ultimi 6 anni vanno di pari passo con la voglia e con la volontà di investire ancora sul nostro territorio”.

Il protocollo firmato tra Confindustria e Bpm ha il grande merito di offrire alle piccole e medie imprese una importante occasione di sviluppo, poiché mette a disposizione finanziamenti per un totale di 90 milioni di euro, che verranno destinati in particolare alle aziende in difficoltà.

I particolari dell’accordo sono stati descritti dallo Chief Commerce Jacopo De Francisco: la Bpm mette a disposizione delle aziende associate Confindustria un plafond di 60 milioni di euro per tutta una serie di interventi. “Il supporto alla gestione ordinaria, con condizioni di accesso al credito competitive; la riqualificazione aziendale, che comprende investimenti sia in ambito produttivo per accrescere il fatturato, sia nello sviluppo del capitale umano e quindi investimenti nella direzione di assunzioni e crescita occupazionale. Infine investimenti in ricerca e innovazione, efficientamento energetico, tutela ambientale, sicurezza”.

Esiste anche un altro tipo di finanziamento, che prevede un bond di 30 milioni di euro, di durata triennale con tasso obbligazionale del 2%.
Questo progetto è rivolto all’internazionalizzazione delle imprese, e quindi per lo sviluppo commerciale sui mercati esteri, poiché le strategie verso mercati al di fuori dei confini nazionali rappresentano oggi una delle poche opportunità per fare business.

Per Giuseppe Castagna, con questa iniziativa: “La Banca intende proseguire il percorso di sostegno al tessuto imprenditoriale locale, iter già intrapreso con la firma del precedente accordo con Confindustria Monza e Brianza. Teniamo in particolare ad Alessandria perché essa rappresenta per noi un territorio su cui vogliamo puntare, una comunità che vogliamo sostenere e uno storico punto di riferimento“.

Ha infine aggiunto Fabrizio Riva, direttore di Confindustria Alessandria: “La disponibilità complessiva che la Banca Popolare di Milano destina alle aziende operanti in Provincia, oltre a continuare una particolare attenzione per il nostro territorio, potrà costituire lo strumento per alleggerire il fenomeno della stretta creditizia che, come evidenziato, rappresenta un elemento di freno alle potenzialità di crescita delle imprese piccole e medie”.

Vera MORETTI

Turismo, in arrivo quasi 4 miliardi di finanziamenti

Tre miliardi e 615 milioni di euro a disposizione delle imprese del turismo per sostenerle e promuovere la competitività del settore. Si tratta dello stanziamento previsto dal progetto Italia&Turismo, realizzato dal ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, e presentato nei giorni scorsi a Palazzo Chigi con i rappresentanti di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Gruppo Banco Popolare, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare di Sondrio, Monte dei Paschi di Siena, Banca Nazionale del Lavoro e Banco Popolare dell’Emilia Romagna. Il finanziamento è destinato alle imprese turistiche così come definite dalla Riforma del turismo da poco diventata legge, quindi non solo le strutture ricettive, le agenzie di viaggio, i tour operator, ma anche le imprese della ristorazione, gli stabilimenti balneari, e ogni altro tipo di soggetto economico attivo nel settore.

Gli oltre 20mila sportelli degli otto istituti di credito firmatari, insieme ai consorzi di garanzia fidi delle associazioni di categoria appartenenti a Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, saranno a disposizione delle imprese turistiche per supportarle nelle operazione di investimento e consolidamento. Bernabò Bocca, presidente di Confturismo, ha sottolineato che “stiamo facendo del nostro meglio, il turismo e la cultura sono quello che il Paese ha. Il futuro di un Paese va basato sulle carte importanti che si hanno nel mazzo, queste solo le carte più alte“.

BARACCA&BURATTINI – Bossi, il volpone, lo sa: meglio avere un banchiere piuttosto che una banca

di Gianni GAMBAROTTA

Negli ambienti finanziari e bancari italiani si trovano alcuni manager di valore, un certo numero di mascalzoni e una quantità incalcolabile di mezze figure. È raro incontrare fra tutti questi grigi signori qualcuno che sia simpatico, sappia comunicare, intrattenere piacevolmente un uditorio anche su temi ostici come quelli legati al denaro. Uno sicuramente c’è: si chiama Massimo Ponzellini, presidente della Banca Popolare di Milano. I quotidiani si sono occupati di lui nei giorni scorsi perché subito dopo il vertice della Lega di fine anno a Calalzo di Cadore culminato con la “cena degli ossi” fra tutti i fedelissimi del Carroccio, il leader Umberto Bossi ha intrattenuto proprio il banchiere in un lungo colloquio notturno. Suscitando l’invidia dell’entourage del leader delle camicie verdi e una dichiarazione ostile del segretario provinciale del Pd, Maurizio Martina, nei confronti di Ponzellini: “Stare al summit della Lega è inopportuno – ha detto –. La Bpm non è di Bossi, ma dei milanesi“.

E milanese Ponzellini non è, ma di Bologna. Suo padre Luigi, per 40 anni membro del consiglio superiore di Bankitalia, era amico del padre di Renato Pagliaro, attuale presidente di Mediobanca. Nascita giusta, dunque, e amicizie giuste. Così come giusta è la moglie, Maria Segafredo, della dinastia del caffè.  Discutibili invece – dal punto di vista del suo attuale posizionamento – i suoi primi legami politici: è stato amico e assistente di Romano Prodi che lo ha ricompensato con vari incarichi importanti.

Oggi Ponzellini fa tante cose. Partecipa al comitato di esperti che affiancano l’Apsa (Amministrazione del patrimonio della sede apostolica) nei suoi investimenti finanziari; è presidente di Impregilo, la società di costruzioni controllata al 33 per cento ciascuno dai gruppi Benetton, Gavio e Ligresti; ed è appunto presidente della Popolare Milano. Queste ultime due cariche hanno suscitato accese polemiche: come può – si sono chiesti in molti – il numero uno di un istituto erogatore di credito essere anche a capo di un’impresa, l’Impregilo, affamata di credito tanto quanto i suoi azionisti? “Può” è stata la risposta di chi lo ha portato ai vertici della Popolare con l’appoggio aperto della Lega e quello più discreto di Giulio Tremonti.

La sua presenza alla “cena degli ossi” (allo stesso tavolo sedeva anche il ministro dell’Economia) dimostra che questo legame politico oggi è più saldo che mai. Bossi ha detto apertamente che Ponzellini è una sua creatura: “L’ho scelto io quando c’era da fare la nomina alla Bpm“. Nel 2005, ai tempi delle scalate (poi fallite) dei furbetti e dei loro amici, Piero Fassino, allora segretario del Pd, chiedeva a Giovanni Consorte, il capo dell’Unipol che tentava l’assalto alla Bnl. “Abbiamo una banca?“. Bossi, politico di razza, sa che spesso basta avere un banchiere.