Incentivi a imprese, Pa e professionisti: come utilizzare la nuova piattaforma?

Dal 2 giugno 2022 è attiva la nuova piattaforma che racchiude tutte le opportunità di incentivi per imprese, Pubblica amministrazione e professionisti. L’accesso è libero a tutti e si possono trovare tutte le forme di sostegno statale oppure regionale adatte ai soggetti beneficiari. L’ideazione della piattaforma è stata resa possibile dal decreto del ministero per lo Sviluppo Economico del 27 maggio 2022. All’interno del portale, si può seguire un percorso per trovare tutte le agevolazioni, i contributi a fondo perduto, i finanziamenti e i bonus che le istituzioni pubbliche mettono a disposizione.

Incentivi statali e regionali per le imprese, Pa e professionisti: quali sono i bandi all’interno della nuova piattaforma?

La nuova piattaforma per gli incentivi permette alle imprese, alla Pubblica amministrazione e ai professionisti di trovare le formule di sostegno statale o regionale più adatta ai beneficiari finali. All’interno si possono trovare le misure attuative dei bandi, degli avvisi, le istruzioni, e le convocazioni per manifestazioni di interesse. L’obiettivo della piattaforma è quello di mettere al corrente di tutte le misure e i provvedimenti dei principali organismi nazionali e regionali. All’interno, pertanto, si trovano gli incentivi gestiti da Sace, Simest, Invitalia, Unioncamere, Agenzia delle entrate, Inps, Cassa depositi e prestiti e Inail.

Come trovare l’incentivo su misura nella nuova piattaforma del Mise?

Dalla home page del nuovo portale del Mise degli incentivi si può trovare il bando o l’avviso di proprio interesse seguendo differenti percorsi. Infatti, l’utente può:

  • accedere a tutto il catalogo degli incentivi;
  • effettuare una ricerca libera;
  • procedere con una ricerca più approfondita mediante percorsi guidati di profilazione in base ai criteri della ricerca stessa. Tra i parametri, si possono scegliere le caratteristiche della Pa, del professionista o dell’impresa interessata agli incentivi oppure gli ambiti nei quali si voglia ricercare incentivi all’investimento.

Quali informazioni fornisce la piattaforma del Mise sulla ricerca di incentivi a imprese, Pa e professionisti?

Le informazioni restituite dalla piattaforma degli incentivi del Mise permettono di ottenere contenuti di risposta alla ricerca classificabili e catalogabili in base alle caratteristiche dell’investimento ricercato. In particolare, si possono distinguere incentivi classificati per:

  • la tipologia di amministrazione con informazioni sull’anagrafica dell’incentivo; le informazioni inerenti i provvedimenti di attuazione; la base giuridica; l’avviso della presentazione delle domande e i termini di scadenza; i limiti di importo degli interventi finanziati;
  • lo stato dell’intervento. L’utente avrà modo di classificare la propria ricerca escludendo l’eventuale inattività, anche momentanea, degli interventi;
  • la personalizzazione dei beneficiari degli interventi. E pertanto, chi effettua una ricerca potrà ottenere risultati basati sulle caratteristiche della propria impresa (anche la dimensione);
  • la tipologia di sostegno;
  • la classificazione degli interventi per settori di attività; o per territori o materiali ammissibili alla presentazione delle domande;
  • le finalità dei finanziamenti.

Come fare una ricerca sulla piattaforma degli incentivi del governo?

Per fare una ricerca degli incentivi sulla nuova piattaforma del governo è sufficiente utilizzare la funzione “Trova l’incentivo” sul portale. Questo percorso è quello breve se non si voglia adottare una procedura personalizzata e guidata di ricerca passando per le sezioni:

  • “Sono un aspirante imprenditore”;
  • “Un’impresa o un professionista”;
  • “Un ente, un’istituzione”;
  • “Sono un cittadino”.

Avendo le idee chiare su cosa cercare, ad esempio, “Fondo impresa donna” per l’imprenditoria al femminile, è possibile immettere direttamente i parametri di ricerca nel campo “Trova l’incentivo”.

Ricerca di ‘Fondo impresa donna’ nel portale degli incentivi del ministero per lo Sviluppo Economico

Avendo immesso nella ricerca “Fondo impresa donna”, il sistema restituisce i seguenti risultati:

  • il Fondo impresa donna, attualmente attivo, risultato puntuale della nostra ricerca;
  • alcuni incentivi direttamente collegati a quelli della nostra ricerca come Fondo Ipcei; Investimenti sostenibili 4.0; Fondo per gli investimenti innovativi in agricoltura; Credito di imposta società benefit; “Ceramica artistica e tradizionale e Ceramica di qualità”;
  • alcuni incentivi in arrivo, come “Cratere sismico aquilano” e “Avvio e consolidamento di imprese culturali e creative”.

Fondo impresa donna come risultato di ricerca dal portale incentivi del governo

Aprendo il link del Fondo impresa donna, oggetto della nostra ricerca, si trovano:

  • lo stato dell’incentivo (con data di apertura al 19 maggio 2022), le note e il link al sito dedicato sull’estrema destra della schermata;
  • la forma di agevolazione (Contributo a Fondo perduto, Prestito e Anticipo rimborsabile);
  • i settori ammessi alla domanda come Agroalimentare, Moda e Tessile; Chimica e Farmaceutica; Metallurgia, Elettronica, Meccanica, Autoveicoli e altri mezzi di trasporto; Mobili, Commercio, Servizi di trasporto; Alberghiero, Ristorazione; ICT; Cultura, Turismo, Salute; Altri servizi; Edilizia, Fornitura Energia, Artigianato;
  • la spesa ammissibile (fino a 400 mila euro);
  • le regioni dell’incentivo (tutte).

Fondo impresa donna dopo la ricerca sulla nuova piattaforma del governo: le informazioni sulla misura di sostegno all’imprenditoria al femminile

Scorrendo nella pagina del risultato alla ricerca, la piattaforma restituisce altre informazioni come:

  • che cos’è il Fondo impresa donna (incentivo che sostiene la nascita, lo sviluppo e il consolidamento delle imprese guidate da donne attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati);
  • a chi è rivolta la misura (Imprese femminili di qualsiasi dimensione, di nuova costituzione o già costituite, con sede in tutte le regioni italiane);
  • cosa prevede la misura (
  • per progetti fino a € 100.000, fondo perduto fino all’80% delle spese (o fino al 90% per donne disoccupate) entro un tetto massimo di € 50.000.
  • per progetti fino a € 250.000, fondo perduto fino al 50% delle spese, fino a un massimo di € 125.000);
  • la specifica delle spese ammissibili per le imprese al femminile già costituite;
  • gli obiettivi e le finalità dell’intervento;
  • la forma di agevolazione (contributi, fondo perduto, prestiti, anticipi rimborsabili);

Quali altre informazioni sono presenti nella ricerca del Fondo impresa donna?

Le informazioni risultanti dalla ricerca sono dettagliate. Infatti, si ritrovano tutte le specifiche per può presentare domanda e quali requisiti debbano essere posseduti. Nel dettaglio:

  • i costi ammissibili (costi di personale; materiali, impianti, macchinari, attrezzature, materie prime, di consumo e merci; immateriali,  conoscenze tecniche non brevettate, diritti di brevetto, licenze, marchi; progettazione, studi e consulenze; oneri diversi di gestione e oneri finanziari);
  • la spesa ammissibile con i limiti minimi e massimi.
  • le agevolazioni creditizie concedibili da un minimo a un massimo;
  • la tipologia di soggetto beneficiario;
  • le dimensioni aziendali;
  • i settori di attività;
  • i codici Ateco di attività;
  • Regioni, comuni ed eventuali ambiti territoriali speciali;
  • le altre caratteristiche;
  • il soggetto che gestisce il finanziamento (in questo caso Invitalia);
  • la normativa di riferimento.

 

Contributi a fondo perduto nascita e sviluppo imprese femminile: ecco le date delle domande

Il decreto del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) del 30 marzo 2022 sblocca i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati a favore della nascita e dello sviluppo delle imprese femminili. I fondi stanziati, per 200 milioni di euro, garantiranno sovvenzioni fino a 125 mila euro. Le donne interessate potranno inviare le domande a partire dal mese di maggio, secondo le rispettive date. Ecco nel dettaglio cosa prevede il decreto.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati imprese al femminile: le risorse a disposizione

Le imprese al femminile nascenti, ma anche quelle già costituite, potranno beneficiare di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati utilizzando il fondo da 200 milioni di euro messo a disposizione. Il mix di aiuti rientrano tra le priorità del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) con l’obiettivo di sostenere la nascita e il consolidamento delle imprese gestite da donne, di qualunque dimensione, con un impatto degli incentivi che può arrivare fino all’80% delle spese ammissibili.

Quali imprese femminili potranno ottenere i contributi a fondo perduto?

Le imprese al femminile che potranno ottenere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati sono quelle relative ai settori:

  • industriali;
  • artigianali;
  • della trasformazione dei prodotti agricoli;
  • commerciali e turistiche;
  • della fornitura di servizi.

I programmi di investimento ammissibili per ottenere gli incentivi comprendono varie spese, da quelle per l’acquisto di beni strumentali, al costo del personale, dalle opere edili ai beni immateriali come brevetti. Infine, una quota di finanziamento va anche a coprire le esigenze del capitale circolante.

Nascita imprese femminili, quali contributi sono previsti?

Per la nascita delle imprese al femminile gli incentivi assumono la formula dei contributi a fondo perduto. Pertanto si potranno ottenere aiuti:

  • fino all’80% delle spese ammissibili senza sforare il tetto dei 50 mila euro per i programmi di investimento che arrivano a 100 mila euro;
  • entro il 50% delle spese ammissibili per i programmi di investimento che prevedono spese da 100 mila euro fino a 250 mila euro.

Consolidamento e sviluppo delle imprese femminili, mix di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati

Per le imprese già costituite, le formule di incentivo possono essere sia di contributi a fondo perduto che di finanziamenti agevolati. In particolare, per le imprese costituite da non oltre i 36 mesi (calcolati alla data della presentazione della domanda), gli aiuti coprono fino all’80% delle spese ammissibili, in uguale misura tra contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. Per le imprese costituite da più di 36 mesi, gli incentivi prevedono le due formule precedenti, ma le imprese potranno finanziare anche le esigenze del capitale circolante. Quest’ultimo può essere coperto unicamente con i contributi a fondo perduto.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti per le imprese al femminile, quali sono le spese ammissibili?

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati delle imprese al femminile ammettono le seguenti voci di spesa:

  • macchinari, attrezzature e impianti (nuovi di fabbrica) comprese le opere edili, nel rispetto del tetto del 30% rispetto al totale del programma di spesa. Le spese devono essere in linea con gli obiettivi produttivi aziendali;
  • le immobilizzazioni immateriali, consistenti in brevetti, soluzioni tecnologiche, programmi informatici e software, applicazioni, soluzioni e piattaforme digitali;
  • servizi in cloud in linea con le esigenze di gestione aziendale;
  • spese per il personale dipendente, sia a tempo determinato che indeterminato;
  • esigenze del capitale circolante, calcolato tra il 20% e il 25% delle spese ammissibili e finanziabile solo con contributi a fondo perduto.

Imprese al femminile, come presentare domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati?

Il decreto uscito ieri del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) ammette la doppia modalità di presentazione delle domande di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati a favore delle imprese al femminile. A gestire le domande sarà Invitalia. In particolare:

  • per le imprese al femminile nascenti, si potrà iniziare a compilare la domanda a partire dalle ore 10 del 5 maggio 2022. La presentazione della domanda vera e propria potrà avvenire a partire dalle 10 del 19 maggio prossimo;
  • per le imprese al femminile già costituite, si potrà procedere con la compilazione della domanda a partire dalle ore 10 del 24 maggio 2022. La presentazione vera e propria della domanda decorrerà dalle ore 10 del 7 giugno 2022.

 

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Smart and Start per imprese femminili e giovani: cosa sono?

Il programma Smart and Start è una delle misure del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) che prevede finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto a favore delle nuove attività. La misura va a favore soprattutto delle imprese gestite da donne e da giovani under 35. Sono varie le condizioni per accedere ai finanziamenti agevolati che prevedono prestiti fino al 90% a tasso zero con durata massima di 10 anni. Nel dettaglio, le tipologia di attività finanziabili.

Finanziamenti agevolati Smart and Start: quali sono gli ambiti di attività delle nascenti imprese per richiedere il prestito?

La misura Smart and Start del ministero per lo Sviluppo Economico sostiene la creazione di nuove imprese innovative, purché l’attività sia ad alto contenuto tecnologico oppure sia volta a produrre soluzioni e servizi nell’ambito dell’economia digitale, dell’Internet of thing (IoT), dell’intelligenza artificiale e del blockchain. I progetti delle nuove imprese sono finanziabili per importi che vanno da 100 mila euro a 1,5 milioni di euro. Per le imprese gestite da donne, il finanziamento a tasso zero è del 90% dell’importo riconosciuto; per tutte le altre imprese il finanziamento arriva all’805.

Quali sono le condizioni dei contributi a fondo perduto alle imprese Smart and Start del ministero per lo Sviluppo Economico?

I finanziamenti agevolati Smart and Start del ministero per lo Sviluppo Economico hanno una durata limite di dieci anni. Per le imprese nascenti in alcune regioni italiane sono previsti anche dei contributi a fondo perduto. Infatti, per le imprese con sede in Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Molise il finanziamento ottenuto deve essere restituito solo in parte, pari al 70% dell’intero importo preso a prestito per e spese ammissibili. La differenza con quanto ottenuto realmente costituisce il contributo a fondo perduto.

Servizi tecnici e di tutoraggio per avviare un’impresa con il servizio Smart and Start

Oltre ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti agevolati, la misura Smart e Start prevede anche servizi di tutoraggio gestionale e tecnico. Le nuove imprese possono accedere a questo servizio per la durata di un anno. Per le imprese nate da non più di 12 mesi, il valore dei servizi di tutoraggio è pari a 15 mila euro purché la sede sia in una delle regioni agevolate (Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Molise). Se l’azienda è localizzata nelle altre regioni, il valore del tutoraggio scende a 7.500 euro.

Quali piani di impresa sono ammissibili ai fini dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti Smart and Start?

Le spese ammesse ai finanziamenti agevolati e ai contributi a fondo perduto per la nascita di nuove imprese possono essere classificate nelle seguenti:

  • quelle che abbiano contenuto innovativo e tecnologico;
  • le spese per sviluppare i servizi, i prodotti e le soluzioni in ambito di economia digitale, di intelligenza artificiale, di Internet of Thing, di blockchain;
  • i costi sostenuti per valorizzare economicamente i risultati della ricerca privata e pubblica.

I progetti, data l’elevato contenuto innovativo, possono essere portati a termine anche con organismi di ricerca, acceleratori di impresa, incubatori e Digital Innovation Hub (Dih).

Quali spese sono ammissibili ai fini dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti Smart and Start?

Per quanto attiene alle spese ammissibili ai fini dei finanziamenti agevolati e ai contributi, la misura Smart and Start prevede la copertura delle:

  • immobilizzazioni materiali, ovvero delle spese sostenute per macchinari, impianti e attrezzature tecnologiche. I beni devono essere nuovi di fabbrica e in linea con l’attività prodotta dalla nuova impresa;
  • le immobilizzazioni immateriali, nell’ambito delle quali sono agevolabili le spese per i marchi, i brevetti, le licenze, le certificazioni, i know how e le conoscenze tecniche. Anche per questi beni deve esserci correlazione con l’attività che andrà a svolgere la nascente impresa;
  • le spese per i servizi direttamente funzionali a realizzare l’attività dell’impresa in linea con il piano per il quale sia stato presentato il progetto. Sono ammissibili le spese per la progettazione, per lo sviluppo, per la personalizzazione e per il collaudo delle soluzioni informatiche, per gli impianti produttivi e tecnologici, per gli acceleratori di impresa, per il marketing e per le collaborazioni con le realtà di ricerca.

Quali spese del personale sono agevolabili per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti Smart and Start del Mise?

Risultano altresì agevolabili con finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto del Mise le spese del personale dipendente e dei collaboratori rientranti nei requisiti previsti dalla leggera h) del comma 2, dell’articolo 25, del decreto legge numero 179 del 2012. Nel dettaglio, si tratta delle “spese in ricerca e sviluppo uguali o superiori al 15 per cento del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione della start-up innovativa. Dal computo per le spese in ricerca e sviluppo sono escluse le spese per l’acquisto e la locazione di beni immobili”.

Quali spese del personali sono comprese nei finanziamenti e contributi a fondo perduto del Mise?

Ai fini di questo provvedimento, in aggiunta a quanto previsto dai princìpi contabili, sono altresì da annoverarsi tra le spese in ricerca e sviluppo: le spese relative allo sviluppo precompetitivo e competitivo, quali sperimentazione, prototipazione e sviluppo del business plan, le spese relative ai servizi di incubazione forniti da incubatori certificati, i costi lordi di personale interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, inclusi soci ed amministratori, le spese legali per la registrazione e protezione di proprietà intellettuale, termini e licenze d’uso. Le spese risultano dall’ultimo bilancio approvato e sono descritte in nota integrativa. In assenza di bilancio nel primo anno di vita, la loro effettuazione è assunta tramite dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante della start-up innovativa”.

Quali altre spese per il personale sono finanziabili con la misura Smart and Start?

Ulteriori spese per il personale dipendente e per i collaboratori sono finanziabili con i contributi Smart and Start. In particolare, ricorre l’ammissibilità della spesa nel caso in cui l’impresa start up per l'”impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al terzo della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero, ovvero, in percentuale uguale o superiore a due terzi della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale ai sensi dell’articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del 22 ottobre 2004, numero 270;

Ulteriori spese ammissibili per personale e collaboratori

Infine, risultano agevolabili con i contributi a fondo perduto o i finanziamenti agevolati le spese della start up che sia “titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale relativa a una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale ovvero sia titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, purché tali privative siano direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività di impresa”.

Come inviare le domande di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati Smart and Start?

Per l’invio della domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati per la nascita di start up innovative, anche al femminile e per giovani, è necessario utilizzare la procedura telematica. In particolare, la piattaforma informatica si trova sul portale internet di Invitalia, dove è presente anche la modulistica. Risulta necessario seguire gli schemi indicati sul portale e le modalità di invio. Le imprese ammesse al beneficio devono stipulare un contratto di finanziamento con il soggetto gestore.

Contributi a fondo perduto imprese al femminile: arrivano i finanziamenti Mise

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 26 del 1° febbraio 2022 il decreto del Ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) a sostegno dell’imprenditoria femminile. Alle imprese andranno 400 milioni di euro derivanti dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Le imprese favorite saranno le start up e almeno il 40% dei finanziamenti andrà a vantaggio di progetti da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno. Varie le misure previste nell’ambito del fondo perduto e per ciascuna di esse nuovi decreti del ministero per lo Sviluppo Economico fisseranno gli obblighi ai quali dovranno adempiere i beneficiari dei finanziamenti.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Mise per le imprese al femminile: gli ambiti di intervento

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti per l’imprenditoria al femminile andranno a vantaggio delle nascenti imprese e di quelle già operanti nel territorio nazionale. I maggiori contributi finanzieranno le nuove imprese per la realizzazione di progetti che abbiano un alto grado di contenuto innovativo e tecnologico. Si tenderà a privilegiare, dunque, i progetti che concentrino gli sforzi produttivi verso lo sviluppo di prodotti, di soluzioni o di servizi nell’ambito del digitale, dell’internet of thing (IoT) e dell’intelligenza artificiale. I progetti, inoltre, dovranno sostenere l’ambito della ricerca sia pubblica che privata.

Imprenditoria al femminile e Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr): le missioni

I contributi a favore dell’imprenditoria al femminile rientrano tra le missioni del Piano nazionale per al ripresa e la resilienza. Nel dettaglio, il punto 1.2 “Creazione di imprese femminili” della missione numero 5, prevede misure di inclusione e di coesione” a favore delle politiche per l’occupazione. L’ammontare dei finanziamenti nell’ambito del Pnrr è pari a 400 milioni di euro con la ripartizione per più sotto-obiettivi.

Contributi a fondo perduto per l’imprenditoria femminile: la ripartizione delle risorse

In particolare, i 400 milioni di euro destinati all’imprenditoria saranno così ripartiti:

  • 100 milioni di euro a valere sulla misura Smart&Smart Italia a favore delle nascenti imprese al femminile purché innovative;
  • altrettanti milioni di euro per la misura relativa all’autoimprenditorialità;
  • ulteriori 38,8 milioni di euro per la nascita di nuove realtà femminili;
  • 131,2 milioni di euro per far sviluppare e consolidare le imprese al femminile già esistenti.

Contributi per l’imprenditoria al femminile, in quali regioni più finanziamenti?

Il 40% delle risorse andrà a vantaggio delle regioni del Centro-Sud Italia. In particolare, le risorse andranno a finanziare progetti provenienti dalle realtà imprenditoriali della Campania, della Puglia, della Basilicata, della Calabria, del Molise, dell’Abruzzo, della Sardegna e della Sicilia.

Imprenditoria al femminile, come si presenta la domanda di finanziamento?

Per la presentazione delle domande è necessario attendere ulteriori decreti che stabiliranno termini e condizioni per la candidatura dei progetti. La gestione delle risorse per l’imprenditoria al femminile è affidata a Invitalia, previo accordo di finanziamento con il ministero per lo Sviluppo Economico.

Si possono ottenere più contributi per le nuove imprese al femminile?

I soggetti interessati ai contributi e finanziamenti per la nascita e il consolidamento delle imprese al femminile dovranno attenersi a determinati vincoli. Non si può ottenere il doppio finanziamento per gli stessi costi ritenuti già ammissibili nell’ambito di un programma o di uno strumento comunitario. Inoltre, la nascita delle imprese non deve arrecare significativi danni all’ambiente.

Contributi a fondo perduto per le imprese al femminile: la copertura arriva al 90% delle spese

Interessanti opportunità di contributi a fondo perduto e di finanziamenti per l’imprenditoria femminile sono a disposizione grazie alle risorse stanziate dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) e dai fondi del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Si tratta di agevolazioni che premiano soprattuto la nascita di nuove imprese, ma anche il sostegno il consolidamento di quelle esistenti. Ai 40 milioni di euro stanziati dal Mise se ne aggiungono altri 400 previsti dall’impiego delle risorse del Pnrr.

Contributi del fondo a sostegno dell’impresa femminile fino all’80% nel caso di nuove imprese

I contributi a fondo perduto per l’imprenditoria possono arrivare a coprire fino all’80% delle spese amminissibili nel caso di nuove imprese. Ma sono a disposizione risorse per ulteriori contributi del 50% e finanziamenti agevolati. I contributi sono richiedibili al nuovo fondo a sostegno dell’impresa femminile istituito dal comma 97 dell’articolo 1 della legge numero 178 del 30 dicembre 2020.

Contributi a fondo perduto a favore dell’imprenditoria femminile: i fondi del Mise e del Pnrr e le linee di intervento

La dote iniziale per i contributi dell’impresa femminile ammonta a 40 milioni di euro. Sono i fondi stanziati dal ministero per lo Sviluppo Economico che, in ogni modo, ha fatto sapere che il cespite verrà incrementato di ulteriori 400 milioni di euro provenenti dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. L’intervento congiunto del Mise e degli impieghi del Pnrr rappresenta un punto cardine inserito nell’ambito della missione “Inclusione e coesione” del Piano. Tre sono le linee di intervento per l’imprenditoria femminile. Le prime due riguardano i contributi alle imprese che non sono ancora nate o che lo saranno entro i 12 mesi. L’altra riguarda le imprese già esistenti che hanno un’anzianità superiore.

Imprese al femminile: quali contributi si possono richiedere per iniziare un’attività?

La prima linea di intervento a favore delle imprese al femminile riguarda la nascita di nuove attività o lo sviluppo di quelle esistenti da poco tempo. Nel dettaglio, i contributi a fondo perduto sono riservati:
  • alle imprese femminili che abbiano la sede legale e operativa in tutto il territorio nazionale;
  • le imprese devono essere state costituite da non oltre i 12 mesi. Il decorso del tempo parte dal giorno della presentazione della domanda dei contributi;
  • la domanda di contributi a fondo perduto può essere presentata anche da persone fisiche. In questo caso, la finalità è l’inizio di un’impresa al femminile o l’avvio di un’attività professionale.

Quali contributi sono previsti per le imprese esistenti da non oltre 12 mesi dalla domanda di fondo perduto?

Il primo limite di spese ammissibili è fissato a 100 mila euro. Per spese ammissibili fino a questo importo il contributo a fondo perduto può arrivare fino all’80% delle stesse. In ogni modo, il contributo non può superare la cifra massima di 50 mila euro. La copertura a fondo perduto può arrivare fino al 90% delle spese ammissibili: è il caso delle domande presentate da donne in stato di disoccupazione che pongano avvio a un’impresa individuale o a un’attività autonoma. Anche in questo caso, il limite del fondo perduto è fissato in 50 mila euro. Per i progetti che abbiano un totale di spese ammissibili tra 100 mila e 250 mila euro, la copertura del fondo perduto può arrivare al limite del 50% delle stesse.

Quali sono le spese ammissibili dei contributi a fondo perduto delle imprese al femminile?

Le spese ammissibili per il calcolo del contributo a fondo perduto dell’impresa al femminile riguardano:
  • le immobilizzazioni materiali come i macchinari, le attrezzature e gli impianti. Tutti devono essere acquistati nuovi di fabbrica;
  • immobilizzazioni immateriali;
  • i servizi in cloud utili al personale dipendente dell’impresa. L’assunzione deve avvenire con contratto a tempo determinato o indeterminato;
  • il finanziamento del capitale circolante per un massimo del 20% delle spese ammissibili.

Imprese al femminile costituite da oltre 12 mesi, quali sono i contributi e i finanziamenti agevolati?

La seconda linea di intervento concerne i contributi e finanziamenti delle imprese al femminile esistenti da oltre 12 mesi dal momento della presentazione della domanda. Si tratta di un intervento volto a consolidare le imprese già esistenti, la cui sede operativa e legale sia ubicata in tutto il territorio nazionale. L’impresa ha a disposizione due anni di tempo per realizzare il progetto. Il tempo decorre dalla data in cui il ministero ha trasmesso il provvedimento cui il quale ha concesso il contributo. Il provvedimento di concessione deve essere controfirmato dall’impresa al femminile che beneficia dell’agevolazione. Si può ottenere una proroga di massimo 6 mesi.

Spese ammissibili per imprese al femminile esistenti da oltre 12 mesi

Per la seconda linea di intervento a favore delle imprese al femminili esistenti da oltre 12 mesi, il massimo delle spese ammissibili è pari a 400 mila euro. Se l’impresa ha più di 12 mesi ma meno di 36 al giorno in cui presenta la domanda, la percentuale di contributi accordati è pari:
  • al 50% delle spese ammissibile sotto forma di contributo a fondo perduto;
  • il restante 50% attraverso formule di finanziamenti agevolati con tassi di interesse pari a zero e fino all’80% di copertura delle spese ammissibili.

Quali contributi e finanziamenti sono richiedibili dalle imprese al femminile che sono esistenti da oltre 36 mesi?

Per le imprese al femminile esistenti da oltre 36 mesi al giorno in cui si presenta la domanda di contributo, la suddivisione 50% e 50% di contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero si applica esclusivamente per le spese di investimento nel limite dell’80% delle stesse. Per contributi a copertura delle esigente di capitale circolate, la formula di aiuto prevede solo il fondo perduto. I finanziamenti agevolati a tasso zero possono avere una durata di rimborso di 8 anni. Le spese ammissibili sono le medesime che si ritrovano nel caso delle imprese costituite da non oltre 12 mesi. Il capitale circolante è ammesso al massimo per il 25% delle spese ritenute ammissibili.

Imprese al femminile: come si presenta la domanda di fondo perduto e di finanziamento?

Per presentare la domanda di contributi a fondo perduto e di finanziamento a favore delle imprese al femminile è necessario attendere il decreto del ministero per lo Sviluppo Economico. Nel provvedimento verranno indicate le modalità per la presentazione della domanda e la procedura di valutazione della stessa. L’iter seguirà il procedimento allo sportello.

Imprese femminili: tra finanziamenti, agevolazioni e premi

Poco più di un quinto: le imprese femminili operanti in Italia sono circa 1,3 milioni, solo il 21,4% del totale nazionale. La percentuale uscita dall’ultima indagine dell’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere-InfoCamere mostra ancora tutta l’arretratezza (non solo) culturale del nostro Paese in termini di parità di genere. Delle imprese a gestione femminile se ne parla e se ne discute ogni volta come le mosche bianche dell’imprenditoria nazionale, come un fenomeno che, nonostante la direzione che sembrerebbe aver preso il mondo, non si dovesse mai compiere definitivamente.

Fra le tante chiacchiere da bar sull’argomento e le solite promesse non mantenute, però, qualche iniziativa seria a favore delle nuove imprese “rosa” inizia finalmente a palesarsi. Ad inizio agosto, per esempio, l’Ente Nazionale per il Microcredito ha aperto, nell’ambito del progetto pilota Microcredito Donna, un bando finalizzato all‘erogazione di microcrediti a donne o persone giuridiche, a rilevante presenza femminile, che vogliano avviare o abbiano avviato un’impresa nel Lazio. L’iniziativa ha lo scopo di sostenere, attraverso i finanziamenti per imprese femminili fino a 25mila euro, la microimprenditorialità e il lavoro delle donne, ed è rivolto ai soggetti impossibilitati, per condizioni soggettive e oggettive, ad accedere al credito tradizionale.

La Camera di Commercio di Pordenone e il Comitato per lo Sviluppo dell’Imprenditoria Femminile, invece, hanno indetto la seconda edizione del premio Voglia D’Impresa, per valorizzare le imprese femminili del territorio. Possono partecipare le imprese femminili della provincia di Pordenone con almeno un lavoratore/lavoratrice assunto/a con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il premio ammonta a 4mila euro e sarà concesso all’impresa femminile che otterrà il punteggio più elevato in base ai criteri previsti nel bando e riferiti alla situazione aziendale attuale ed ai progetti realizzati nell’ultimo triennio.

La Regione Campania, inoltre, ha lanciato un bando nell’ambito delle operazioni di sostegno al tessuto produttivo finanziate col Fondo rotativo per lo sviluppo delle aziende per le giovani corregionali under 35 che abbiano voglia di fare impresa. Uno strumento che dovrebbe consentire di sostenere gli investimenti innovativi delle aziende giovanili e femminili.

Jacopo MARCHESANO

In Veneto due bandi per giovani e donne

Il Veneto vuole favorire le imprese al femminile e giovanili, con l’attuazione di due bandi pubblicati dalla Regione.

Il primo riguarda le imprese di nuova costituzione, “nate” dopo l’1 luglio 2011 e composte prevalentemente da giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni.
Il secondo, invece, tende a favorire le donne, di qualunque età, e le imprese a prevalenza femminile sia nel numero delle socie sia nelle quote. In questo caso, per ottenere il bando, si tiene conto dell’ordine di arrivo delle domande.
Ciò significa che, dal 4 febbraio, giorno di apertura dei bandi, i contributi verranno elargiti fino ad esaurimento delle risorse.

Ricordiamo, a questo proposito, che il totale dell’importo messo a disposizione è pari a 10 milioni di euro, e che ciascuna impresa potrà ricevere un contributo in conto capitale pari al 50% della spesa sostenuta, da un minimo di 10 mila euro ad un massimo di 75 mila.
Saranno finanziabili interventi nell’ambito di attrezzature, impianti, aggiornamento di hardware e software.

Antonio Bonaldo e Michele Peloso, della Direzione Industria e Artigianato della Regione Veneto, hanno dichiarato: “E’ un contributo importante. Ci auguriamo che possa essere uno stimolo per i giovani e le donne che aspirano a diventare imprenditori“.

Non a caso questo bando è stato pubblicato in Veneto, perché è Padova la prima provincia italiana per tasso di imprese al femminile. In tutta la provincia sono 39 mila le donne imprenditrici, per il 30% impegnate nel settore del commercio, mentre il restante 70 è suddiviso tra turismo, servizi e agricoltura.

Roberto Furlan, presidente della CCIAA, ha commentato: “Un quarto dei nostri titolari d’impresa è donna. Questo significa che c’è un tessuto produttivo vivace con cui le donne vogliono cimentarsi“.

Vera MORETTI