Imprese del benessere in continua ascesa

Le imprese che appartengono al settore del benessere sono in continuo aumento, segnale che gli italiani sono sempre più attenti a bellezza e salute.
Negli ultimi cinque anni, infatti, le imprese del settore sono cresciute del 4%, e in particolare questo incremento riguarda palestre e centri benessere, in positivo del 12%, ma percentuali positive sono state registrate anche per istituti di bellezza (+15%) e servizi di manicure e pedicure, passati da 1.206 a 1.747 (+46%), come confermano i dati di Unioncamere-Infocamere.

Ma, nonostante questi segnali più che positivi, la parte del leone la fanno, ancora una volta, i saloni di barbiere e parrucchiere, che a fine giugno contavano oltre 104 mila imprese, che rappresentano il 68% del totale.

La Lombardia si conferma come la regione in cui queste imprese sono più diffuse: si tratta di 26mila attività registrate, che godono di ottima salute, poiché sia le palestre, per fare qualche esempio, sia i servizi di manicure e pedicure stanno lievitando e aumentando i loro fatturati.
Dopo la Lombardia, ecco il Lazio (quasi 15mila) e Veneto (oltre 13mila). In termini di variazione percentuale nei cinque anni considerati, però, al primo posto si incontra il Lazio (+9,7%), seguito dalla Sardegna (+7,6%), dal Friuli Venezia-Giulia e dalla Calabria (+5,9% entrambi), quindi dalla Toscana (+5,8%).

A livello provinciale, invece, il primato è di Roma, dove l’industria della bellezza conta quasi 11mila le attività, seguita da Milano (oltre 8mila) e Napoli (più di 6mila).
Le tre province sono ai vertici della classifica anche in termini di aumento delle attività appartenenti a questo comparto tra il 2012 e il 2017: +977 a Roma, grazie soprattutto alla diffusione dei saloni di barbiere e parrucchiere (+824); +583 a Milano e +193 a Napoli, in virtù, in particolare, dell’aumento degli istituti di bellezza (rispettivamente +342 e +151).

Occorre però dire che anche le province più piccole non stanno a guardare e, anzi, garantiscono ai loro cittadini servizi specializzati senza costringerli a spostarsi nelle grandi città.
Qualche esempio? I pisani hanno a disposizione, ad esempio, quasi l’11% di imprese in più rispetto a giugno 2012, i frusinati il 10,3% e i cagliaritani il 10%. Aumenti prossimi al 10% interessano, oltre alla provincia della Capitale, anche quelle di Pordenone, Latina, Sassari, Benevento.

Vera MORETTI

Imprese del benessere in continua ascesa

Le imprese che fanno parte del settore bellezza e benessere sono in costante e continua ascesa, tanto che le ultime percentuali dimostrano una crescita del 4% negli ultimi cinque anni, in particolare se si considerano palestre e centri benessere, incrementati del 12%, istituti di bellezza, 15% in più, e servizi di manicure e pedicure, passati da 1.206 a 1.747 (+46%).

Ma, come testimonia l’elaborazione di Unioncamere-Infocamere, non sono solo passione per il fitness, maggiore attenzione all’immagine e desiderio di ricevere i trattamenti più innovativi a determinare una notevole crescita del settore, perché a farla da padrone rimangono sempre barbieri e parrucchieri, ambito nel quale operano 104mila imprese, pari al 68% del totale.

Di queste, la presenza maggiore è in Lombardia, dove sono 26mila le attività registrate, con aumenti considerevoli sia tra le palestre sia tra i servizi di manicure e pedicure. Seguono Lazio (quasi 15mila) e Veneto (oltre 13mila).
In termini di variazione percentuale nei cinque anni considerati, però, al primo posto si incontra il Lazio (+9,7%), seguito dalla Sardegna (+7,6%), dal Friuli Venezia-Giulia e dalla Calabria (+5,9% entrambi), quindi dalla Toscana (+5,8%).

A livello provinciale, il primato in termini di numerosità delle imprese del settore va a Roma, dove l’industria della bellezza conta quasi 11mila le attività, seguita da Milano (oltre 8mila) e Napoli (più di 6mila). Le tre province sono ai vertici della classifica anche in termini di aumento delle attività appartenenti a questo comparto tra il 2012 e il 2017: +977 a Roma, grazie soprattutto alla diffusione dei saloni di barbiere e parrucchiere (+824); +583 a Milano e +193 a Napoli, in virtù, in particolare, dell’aumento degli istituti di bellezza (rispettivamente +342 e +151).

Ma ormai anche le province più piccole stanno al passo, e i loro cittadini possono dunque contare su servizi di qualità. Per fare alcuni esempi, i pisani hanno a disposizione, ad esempio, quasi l’11% di imprese in più rispetto a giugno 2012, i frusinati il 10,3% e i cagliaritani il 10%. Aumenti prossimi al 10% interessano, oltre alla provincia della Capitale, anche quelle di Pordenone, Latina, Sassari, Benevento.

Vera MORETTI

Energy, il franchising del benessere

Prendersi cura del proprio corpo è diventato un passatempo molto diffuso e, soprattutto nei mesi invernali, si predilige farlo al riparo di una palestra.
Ma sempre più spesso la clientela è esigente e pretende di allenarsi solo con gli strumenti e i corsi più all’avanguardia.

Per questo, coloro che vorrebbero entrare nell’imprenditoria proprio in questo ambito, devono essere in grado di offrire programmi innovativi e assistenza di personale qualificato.
Esempio di tutto ciò è Energy, il network considerato il take away del fitness.

Il suo successo è dovuto al Sinergy Program, un programma aerobico ad alto consumo calorico su tappeto meccanico ad inclinazione variabile, ovvero il tapis roulant di Energy.

I nuovi franchisee ricevono, oltre ad assistenza gratuita per il primo anno di attività, anche la possibilità di frequentare corsi di formazione sia teorici che pratici, ma anche supporto per l’avvio della startup e nell’allestimento del negozio.

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi sul sito Energy.

VACANZE E BENESSERE SONO LE TUE PASSIONI? VALTUR TI DA’ L’OPPORTUNITA’ DI APRIRE UN NUOVO FRANCHISING!

Cari lettori oggi Infoiva vi presenta un’opportunità di impiego che offre il mondo del franchising in Italia, nel campo del benessere e turismo.

Valtur City Wellness, è un nuovo progetto  di Valtur S.p.A. marchio storico del turismo in Italia. Il brand è nato per creare una forte sinergia tra il mondo dell’estetica e quello delle vacanze. Prima o dopo le ferie i clienti Valtur City Wellness, che desiderano effettuare trattamenti, potranno usufruire di un buono sconto che va dai 100 ai 200 euro. Il marchio ricerca franchisee in tutto il territorio nazionale.

Non avete esperienza e temete di non essere in grado? Tranquilli l’unica dote ricercata è uno spiccato spirito imprenditoriale. Il franchisor provvede a garantire : lo studio di fattibilità e ricerca di mercato, le pratiche amministrative al comune e all’ASL, le ricerca del locale, i finanziamento dell’investimento, progettazione e realizzazione del centro “chiavi in mano”, formazione del personale per la gestione del centro, pubblicità per inaugurazione del centro e post apertura e assistenza continuativa.

Quanto capitale richiede l’investimento? L’investimento minimo è di 20.000 euro. Il ritorno economico è commisurato all’ubicazione del negozio e all’afflusso di clientela previsto.

Per maggiori informazioni  Valtur.it 

VUOI DIVENTARE IMPRENDITRICE DELLA BELLEZZA? STETIKXPRESS TI DA’ UNA POSSIBILITA’

Cari lettori, oggi Infoiva vi presenta un’opportunità di impiego che offre il mondo del franchising in Italia, nel campo del benessere, salute e bellezza.

StetikXpress, è un progetto di franchising low cost  del Gruppo portoghese SLYOU che offre una gamma di soluzioni e qualità nel mondo del benessere.

Sei una donna e non hai esperienza nel settore? Non preoccuparti, non sono richieste esperienze, basta avere buone capacità di gestione, di leadership e giusto spirito imprenditoriale.

Quanto capitale occorre allora per essere una franchisee StetikXpress? L’investimento iniziale, che comprende  i cosmetici, le attrezzature, le apparecchiature, la formazione e il supporto tecnico può variare dai 20 a 50mila euro. La misura del ritorno economico è commisurata all’ubicazione del negozio e all’afflusso della clientela prevista.

Per maggiori informazioni  Stetikxpress.it

Aumenta la scelta dei prodotti naturali

di Caterina DAMIANO

Salute e benessere sono sempre al primo posto. E anche quando si tratta di scegliere come purificarsi, curarsi e detergersi, il mondo sempre più spesso sveglie prodotti naturali, che divengono sempre più richiesti.

Il mercato del prodotto naturale si è incrementato nel corso degli anni, andando di pari passo con il trend che vede il corpo al centro della nostra società.  Il corpo dunque, e in ogni suo aspetto: che si tratti di problemi interni o estetici, che si tratti di piccoli fastidi o di minuscoli inestetismi, il naturale va forte, sbancando a volte prodotti chimici (e non) molto affermati.

Secondo quanto emerge dalle stime pubblicate e divulgate al 24° Salone Internazione del Biologico e del Naturale (Sana) a Bologna, i prodotti naturali sono i protagonisti di un grande business destinato a crescere tanto nel mondo quanto in Italia.

Nel primo semestre del 2011 solo nella nostra nazione il mercato dei prodotti naturali è cresciuto: rimedi per il benessere, prodotti naturali per l’igiene e la bellezza, tisane e soprattutto erbe officinali hanno consentito  guadagni da record, e il loro valore sale esponenzialmente. Per quanto riguarda i prodotti erboristici e medici, tramite erboristerie, parafarmacie e farmacie il mercato ha conosciuto un aumento del 12,3%, per un valore totale del comparto di circa 2,44 miliardi di Euro. Il settore cosmesi naturale,  già in costante aumento da anni, ha reso più della cosmetica normale, registrando da solo un giro d’affari di 366 milioni di euro, corrispondente al 3,7% del valore sui 9,2 miliardi dell’intero settore.

Un mercato dunque sempre in movimento, mai statico, grazie al fatto che i prodotti offerti funzionano e offrono valide alternative, spesso anche meno costose e più efficaci, ai prodotti comuni, incidendo profondamente sul senso di salute e di “viver sano” al giorno d’oggi così richiesto e continuamente ricercato.

Il rientro dopo una lunga malattia: questione aperta per le aziende

di Caterina DAMIANO

Tornare a lavorare dopo una malattia lunga o difficoltosa può risultare stressante per il dipendente, ed il rientro del dipendente malato è ancora un problema aperto per le aziende. Questo è quanto emerge da una ricerca della Fondazione Giancarlo Quarta, che ha voluto dare voci ai lavoratori malati gravi e cronici.

Una selezione di questi lavoratori ha ricevuto un questionario sul tema, e per scoprire l’attenzione della imprese a questo problema, lo stesso questionario è stato inviato anche a direttori generali e del personale.

Purtroppo è doveroso precisare che su 2.500 questionari inviati solo 119 sono stati rispediti, cosa che sottolinea come l’attenzione al percorso di questo tipo di dipendenti sia minima e sottovalutata, questo nonostante buona parte delle aziende contattate dalla Fondazione (il 70%) abbiano dichiarato di notare l’espansione del problema e di conoscere dipendenti in queste condizioni. Per quanto riguarda invece i questionari rispediti, il problema risulta di gran rilievo non solo per il malato ma anche per l’azienda.

Il dipendente è spinto a rientrare subito quando gli è possibile per lo più per un motivo: quello di tornare alla normalità dopo un grosso scompenso dovuto alla patologia. Questa aspettativa lo porta però ad essere assalito da paure e angosce d’ogni sorta: da quelle di venire visto come un debole, a quello di essere messo da parte o di percepire pietà negli atteggiamenti di collaboratori e superiori. Nel caso ad ammalarsi sia un dirigente, inoltre, questo viene amplificato: la posizione importante stressa e da maggiori responsabilità, e l’idea che i dipendenti diano più spazio alla pena che alla posizione di guida diviene un grosso ostacolo da superare.

Il punto di vista dell’azienda nei confronti del malato, inoltre, è ancora instabile: divisa tra imbarazzo, problemi di approccio e di inesperienza, crea maggiori insicurezze al soggetto interessato. Nonostante la maggior parte delle aziende (il 42%) sostenga che il malato debba essere trattato con pari dignità e con maggiore attenzione, un numero minore lo vede come un problema organizzativo o un caso umano. Gran parte delle aziende inoltre dimostrano di non sapere in cosa consista un percorso di sostegno per i malati, cosa che sottolinea quanto ci sia ancora da lavorare.

Benessere e salute, un mercato conveniente

Il benessere, la salute, la bellezza. Sono questi i tre elementi di cui l’uomo, oggigiorno, è sempre alla ricerca costante. Miglioramento, cura di se stessi, voglia di relax: tutto è compreso e niente ha un prezzo troppo alto se il risultato è quello di sentirsi bene o di sentirsi belli.

Il mercato del benessere è sempre in movimento, e la crisi non lo ferma. Comprende un insieme di settori che più vario non si può: spa, centri benessere, hotel, agriturismi, istituti di bellezza, club d’alto livello, palestre, prodotti e interventi per la cura del corpo.
Si va dalla più classica scuola di danza sotto casa alla spa di lusso di rango elevato:  i dati (forniti dall’Istat) sono chiari: il mercato del benessere ha un valore di circa 20 miliardi di euro: ogni famiglia italiana, almeno una volta, ha effettuato abbonamenti in palestra, è passata da hotel o centri benessere, o ha utilizzato prodotti specifici per la cura del corpo.

I centri del benessere, mirati sia alla salute che alla più superficiale bellezza, sono sempre più richiesti, e centrali sono i consumatori in sovrappeso: secondo l’Oms (Organizzazione Mondiale Sanità)  solo in Italia il 40% della popolazione lo è, ed accoglie ogni possibile metodo di miglioramento a braccia aperte, cosa che porta a muovere un business di oltre 400 milioni di euro l’anno.

Posizione di spicco ha il franchising, il quale quasi da solo cavalca l’onda del settore benessere, grazie agli innumerevoli centri aperti negli ultimi anni.

Solo per quanto riguarda gli istituti di bellezza è stata appurata una crescita esponenziale; per la sola economia italiana, essi rappresentano oltre il 70% del settore del benessere, e nonostante la presenza quasi capillare, sono destinati ad aumentare, così come è destinato ad espandersi il settore wellness (solo nell’ultimo anno vi è stato un aumento del 51,6%).

Con un incremento tanto costante, dunque, il mercato del benessere e della salute pare essere uno dei pochi a non risentire della crisi e ad essere il più raccomandato tra gli investimenti. Non solo in Italia, ma nel mondo.

Caterina Damiano